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1.10.22

La battaglia per la libertà in Iran non è solo roba di done e solo per il velo il caso I calciatori della Nazionale iraniana di calcio hanno deciso di appoggiare la protesta delle donne del loro Paese


La  battaglia in Iran non è solo roba  di donne   ed   solo per l'obbligatorietà  del velo  I calciatori della Nazionale iraniana di calcio hanno deciso di appoggiare la protesta delle donne del loro Paese con un gesto simbolico di grande impatto: prima dell'amichevole con il Senegal - giocata in Austria, a Maria Enzersdorf, subito a sud di Vienna - hanno coperto con dei giubbotti neri le proprie maglie durante l'esecuzione dell'inno. Un gesto di aperta solidarietà verso le donne che protestano dopo la morte di Mahsa Amini e Hadis Najafi. La partita è finita 1-1, con un gol di Sardar Azmoun, il più forte calciatore iraniano, che è stato il più esplicito nel prendere posizione con i post pubblicati sul suo profilo Instagram. L'attaccante del Bayer Leverkusen ha scritto: "Non posso più tacere. La punizione è l'espulsione dalla Nazionale? Cacciatemi. Se servirà a salvare anche una sola ciocca di capelli delle donne iraniane ne sarà valsa la pena".
 
 
Questo è il modo in cui i calciatori iraniani si sono mostrati durante l’inno del loro Paese prima dell’amichevole col Senegal. Giaccone nero indosso, a coprire la maglia e i colori della Nazionale, per manifestare la loro vicinanza alle donne iraniane che in questi giorni stanno combattendo, e morendo, per Mahsa Amini. per la loro libertà, per i loro diritti. Un gesto simbolico potente e coraggioso che rompe la retorica del regime, dimostrando che quelle donne non marciano da sole. Un atto dimostrativo sintetizzato


perfettamente dalle parole di Sardar Azmoun, considerato il Messi iraniano.


Al suo fianco ci sono non soltanto i compagni di squadra, ma anche leggende come Ali Dei e Ali Karimi. Il mondo del calcio ha deciso di non restare in silenzio.

Ora a dicembre si terrà Il campionato mondiale di calcio 2022 o Coppa del mondo FIFA Qatar 2022 (in arabo: 2022 كأس العالم الفيفا‎, Kas alʿaalam alfifa 2022, in inglese FIFA World Cup Qatar 2022) sarà la 22ª edizione del campionato mondiale di calcio per le rappresentative (comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni affiliate alla Fédération Internationale de Football Association che si svolgerà in Qatar più precisamente dal 20 novembre[1] al 18 dicembre 2022.. Che succederà  ? qualcosa     come  le  olimpiadi del Messico  1968  o    come  quelle  di Monaco 1972  ?   staremo a vedere  . Secondo  me   uno è  l'altro  ormai   le popolazioni    arabe   sono  stufe    di subire    e  d'angherie   di governi  ( eccetto l'Iran  )      fantoccio   o filo  occidentali e  filo Usa  

10.10.16

questo non è il vero islam In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice Ebrahimi Nel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazione


da La Stampa  del  10/10/2016  di FRANCESCA PACI


In carcere per un romanzo nel cassetto. Teheran arresta la scrittrice EbrahimiNel suo computer la storia di una ragazza ribelle alla lapidazioneGolrokh Ebrahimi Iraee con il marito Arash, l’attivista e studente di filosofia in cella per i suoi contatti «pericolosi», tra cui quelli con la BBC in farsi





Due anni fa la Guardia rivoluzionaria iraniana irrompe senza mandato in casa dello studente 30enne Arash Sadeghi e di sua moglie Golrokh Ebrahimi Iraee: arresta lui, già detenuto in passato, e sequestra computer, taccuini, cd. Lei viene interrogata per 20 giorni, durante i quali sente le urla del marito torturato nella stanza accanto, poi esce in attesa del verdetto. Martedì si fanno vive le autorità giudiziarie: Golrokh è condannata a 6 anni di carcere per il racconto mai pubblicato che i pasdaran hanno trovato nel suo pc. Non dunque per l’attivismo in favore di Narges Mohammadi e le migliaia di prigionieri politici di Tehran come il marito, che da giugno sconta 15 anni in una cella del famigerato Evin, ma per la sua fantasia. Ce ne vuole d’immaginazione: invece della lapidazione, finisce al bando chi la denuncia.
Cosa ha scritto Golrokh Ebrahimi per scatenare negli ayatollah una reazione che Amnesty International definisce «grottesca». Giudicato «offensivo dell’islam», il virtuale libro galeotto narra la storia di una giovane iraniana che guarda in tv il film «The Stoning of Soraya M», la vera storia di una connazionale uccisa a pietrate, e si indigna fino a bruciare una copia del Corano. Materia che scotta nell’Iran campione di violazioni dei diritti umani, dove il codice penale ha recentemente riconfermato la lapidazione perché ritenuta «effettiva nel prevenire i crimini e proteggere la moralità».
«Non hanno neppure presentato un mandato di comparizione, mi hanno chiamato dal cellulare del mio amico Navid Kamran dopo averlo arrestato e mi hanno detto di consegnarmi» ha raccontato Golrokh al canale in farsi di Voice of America subito dopo la telefonata con la sentenza di 6 anni, 5 per offese all’islam e uno per propaganda anti-governativa. Attivisti iraniani a lei vicini non sanno dire se la ragazza si trovi già a Evin perché sin dall’inizio le informazioni sul suo caso sono state poche e frammentarie, dei due avvocati difensori che avrebbero dovuto seguire il processo iniziato nel 2014 una è stata costretta a ritirarsi per le minacce ricevute e l’altra è stata estromessa. Una delle udienze si è svolta mentre Golrokh Ebrahimi era in ospedale per un intervento chirurgico.
«Golrokh Ebrahimi deve scontare questi anni per aver scritto una storia mai pubblicata, viene punita per la sua immaginazione» afferma Philip Luther, responsabile per la sezione Medioriente e Nord Africa di Amnesty International. Se la presidenza del riformista Rohuani con il suo record di almeno 2.277 esecuzioni a morte ha frustrato le speranze di chi sognava un altro Iran, l’intera regione assiste a un durissimo giro di vite contro gli intellettuali, non solo gli attivisti politici ma anche gli scrittori come il PEN Award Ahme Nàgy, condannato a 2 anni carcere in Egitto per il romanzo «Vita, istruzione per l’uso» (Il Sirente) in cui parla di sesso e droga.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...