Tenetevi forte: il 31 agosto e il 1º settembre la Valle dei Templi di Agrigento chiuderà al pubblico per un grande evento di livello internazionale. Due concerti-evento del trio Il Volo. E per l’evento – oltre alla chiusura del Parco, che ha un certo costo, anche d’immagine – la Regione Siciliana e Enit hanno deciso di investire 1,2 milioni di euro: lo spettacolo sarà registrato e mandato in tv in Italia (su Canale 5) e negli Usa per lanciare Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. Problema: la trasmissione italiana è programmata per Natale – un bel regalo al palinsesto festivo Mediaset, che ringrazia concedendo quattro spot alla Regione – e il pubblico è stato invitato a vestirsi di conseguenza. Insomma, tutti in cappotto.
Il presidente siciliano Renato Schifani è entusiasta: “Un’occasione straordinaria e non solo per la promozione di Agrigento 2025, ma per tutta l’isola”. D’altronde i rapporti tra Forza Italia, il partito dell’ex presidente del Senato, e Mediaset non sono certo un segreto.
La determina con cui il direttore del Parco archeologico dichiarò l’investimento e le sue finalità data all’8 agosto, ma ha fatto rumore solo nelle ultime ore, quando agli agrigentini – provati da un’estate di siccità e razionamenti d’acqua – è stato comunicato che il concerto davanti al Tempio della Concordia (il più noto e iconico) sarebbe stato riservato a pochissime persone (600 a serata) con inviti e biglietti a partire da 80 euro, il cui ricavato andrà in beneficenza.
Nella prima serata saranno presenti i vertici Mediaset e ospiti legati alla produzione, mentre nella seconda sono attese le autorità, compresi i ministri della Cultura Gennaro Sangiuliano e del Turismo Daniela Santanchè. “Centinaia di turisti che avevano pianificato la visita alla Valle dei templi non riusciranno a farla a causa di una dannosa informazione o programmazione last minute degli eventi, cosa già avvenuta in passato in altre aree archeologiche dell’isola”, ha detto Anna Maria Ulisse, presidente di Assoviaggi Confesercenti. Anche le guide turistiche protestano per aver saputo della chiusura, che arriva proprio mentre la stagione stava ripartendo, solo mercoledì 21 agosto.
AL DI LÀ DEI PROBLEMI
logistici, che potranno essere in parte risolti nei prossimi giorni, le polemiche riguardano anche l’operazione in sé, con la chiusura di uno degli spazi più noti di Sicilia, alla fine di agosto, per un concerto. Nella determina dell’8 agosto si legge che è stato proprio il gruppo di tenori a proporre al Parco l’evento, che fu discusso e approvato quel giorno insieme ai costi: 200 mila euro il cachet del gruppo (inclusi i diritti tv), più 20 mila euro per conferenze stampa e campagna come testimonial della regione, 100 mila euro per gli altri musicisti, 374 mila euro di produzione televisiva, tutto più Iva, per 800mila euro totali impegnati (a cui aggiungere i costi della logistica).
L’evento, comunica la presidenza della Regione, è stato finanziato con 900 mila euro dall’assessorato del Turismo siciliano e con 300 mila euro da governo nazionale, ministero del Turismo e Enit. Il concerto del 31 agosto andrà in onda in prima serata su Canale 5, il 24 dicembre, “con un repertorio interamente dedicato alle più belle arie e canzoni natalizie”. Il giorno successivo, invece, gli artisti saranno impegnati nella registrazione di un concerto che sarà trasmesso in tutti gli Stati Uniti dalla PBS, la tv pubblica americana, a partire da fine novembre e per tutto il 2025 (la speranza è che sia poi diffuso anche in altri Paesi). Fin qui le spiegazioni della Regione, che poi passa alle raccomandazioni: “Per l’evento del 31 agosto sarà obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato al periodo di messa in onda dello spettacolo, ovvero la notte di Natale”.
Resta da capire se chiudere il Parco due giorni, mettere i cappotti a 600 persone e regalare una prima serata a Mediaset sia il modo migliore per promuovere il patrimonio archeologico siciliano nel mondo.