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25.1.12

Nuoro mostra permanente di francesco Ciusa e Eugenio Tavolara. Il mondo magico 21 dicembre 2011 - 30 aprile 2012., Man H.B.Cartier




                                                                                                                                                                                                                                                                          

Domenica  22  con il Fai Gallura ho visitato    a   Nuoro  le  mostre  del  Tribù \ Francesco   Ciusa    (  nel sito maggiori informazioni sul museo  http://tribunuoro.it/  )  : 1)   Eugenio Tavolara il mondo magico mostra  (  album  fotografico di facebook   della pagina del  Museo Ciusa ) 


che  celebra  i  110  anni della nascita 2) la  permanente  dedicata  a  Francesco   Ciusa   ( Nuoro 1883- Cagliari  1949  )  suo  concittadino  e importante scultore sardo del Novecento.Eugenio Tavolara (1901-1963), creatore di arti applicate, scultore, designer, è l'artista che ha inventato l'artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale. Appassionato di esoterismo e astrologia, affascinato dal passato nuragico e dagli antichi miti e credenze dell'Isola, Tavolara dà corpo a un "mondo magico": un mondo trasfigurato dall'immaginazione e popolato di presenze, nel quale, come insegna Ernesto De Martino ( il cui saggio Il mondo magico uscì nel 1948), i confini tra uomo e natura, soggetto e oggetto, sono ancora labili e fluttuanti .
 Un lascito ricomposto: grande statuaria, opere di piccolo formato, immagini e documenti, per raccontare "quasi una leggenda"
  da  una mia cattura  di  http://tribunuoro.it/museociusa/la-collezione
Una mostra  che mi ha colpito  tantissimo  e mi  ha  confermato   di come si  può innovare  senza  dimenticare  la propria identità e  le  proprie  radici identitarie  e culturali senza  per  questo chiudersi agli influssi esterni  
Una  mostra   di notevole  interesse  ,bellissima  e  profonda    sia  per  chi conosce bene,,ma  anche  sommariamente  come  nel mio caso   ,   i due  autori   in questione   . << [….] due esposizioni irrinunciabili per tutti coloro che amano l’arte,la Sardegna e la città che le ospita. Si tratta della mostra (permanente) dedicata allo scultore nuorese Francesco Ciusa e di quella che celebra, a 110 anni alla nascita dell’artista, l’opera di Eugenio Tavolara  ( Eugenio Tavolara – Il mondo magico, questo l’eloquente titolo della mostra che può essere visitata fino al 30 Aprile p.v.) 

. >> Francesco Ciusa (1883-1949) sempre secondo l’articolo  di   http://www.dillinger.it   <<  è l’artista che per primo in Sardegna ha dato dignità alla scultura moderna e che contemporaneamente, e assai mirabilmente, ha espresso l’anima della cultura sarda nelle sue rappresentazioni scultoree e nelle sue ceramiche. Dello scultore barbaricino si dice che egli fu, analogamente a molti altri artisti europei che vissero, come Ciusa, negli anni turbolenti a cavallo dei secoli XIX e XX, un artista moderno che paradossalmente non amava la modernità. Rileva il critico d’arte Giuliana Altea: ‘ “Dopo tanto frastuono, ritorno ora nel silenzio della tanca”, scriveva Ciusa in una lettera del maggio 1907, all’indomani della sua affermazione alla Biennale di Venezia. “Frastuono” e “silenzio” sono i due poli tra cui si muove lo scultore nuorese: il frastuono in questo caso è quello del successo, ma è anche il rumore della città, contrapposto alla pace che regna nelle campagne solitarie della Sardegna. . Una modernità cui si sente profondamente estraneo, della quale non condivide la logica del progresso, il movimento convulso e incessante, la spinta verso uno sviluppo e un cambiamento ininterrotti. Lo scultore trova rifugio nella lentezza e nel tempo che scorre a misura d’uomo che contraddistinguono e regolano gli eventi tradizionali e il vivere quotidiano della sua terra. Testimonianza diffusa di ciò troviamo in tutta l’opera di Ciusa e segnatamente nelle sue opere principali  La madre dell’ucciso (opera premiata alla biennale d’arte di Venezia del 1907), La filatrice, il dormiente, Il nomade, Dolorante anima sarda, Il monumento al poeta Sebastiano Satta,  Il fromboliere, oltre che nei numerosi lavori in terracotta, in pasta di marmo e in ceramica. Il Museo Ciusa di Nuoro raccoglie una sessantina di pezzi (comprendendo tra essi disegni e documenti d’archivio) realizzati in un arco di tempo che va dai primi anni del Novecento fino agli anni Quaranta. Essi costituiscono testimonianza dei periodi in cui la cui ricerca espressiva dell’artista si fa più intensa. >> Questo articolo trova conferma   nelle foto (  ad  iniziare  dalla seconda   a   destra  )   fatte da me    durante  la   visione della mostra  





Non meno rappresentativa ed  importante  è la  2 mostra (  sotto la  cattura   del volantino della mostra  )
in cui l’estro artistico dei sardi è messo  in evidenza  nell’’opera di Eugenio Tavolara, artista poliedrico che non fu solo scultore. Egli fu, soprattutto, l’iniziatore dell’artigianato sardo moderno (fu lui, negli anni Cinquanta del secolo scorso, a dirigere per la prima volta l’ISOLA – l’istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano), una sorta di progettista d’arte, di designer, di ‘creatore di arti applicate’ - azzeccata espressione utilizzata nel pieghevole che pubblicizza la mostra che celebra la sua opera, che tenta di riassumere tutto l’universo delle capacità creative dell’artista sassarese. Le sue opere, realizzate in solitudine oppure con l’aiuto di artisti e artigiani come Mario Pompei, Gavino Tilocca, Pasquale Tillocca ed altri, si muovono concettualmente nelle direzioni più varie e nei colori, nelle espressioni dei visi, nel significato più profondo veicolato dai manufatti presentati in mostra, con un unico denominatore: la Sardegna vista nelle sue innumerevoli sfaccettature. Non sono solo antico e moderno o sacro e profano ad essere rappresentati da Tavolara in questi meravigliosi oggetti: vi è, invece, un orizzonte vastissimo

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