Domenica 22 con il Fai Gallura ho visitato a Nuoro le mostre del Tribù \ Francesco Ciusa ( nel sito maggiori informazioni sul museo http://tribunuoro.it/ ) : 1) Eugenio Tavolara il mondo magico mostra ( album fotografico di facebook della pagina del Museo Ciusa )
che celebra i 110 anni della nascita 2) la permanente dedicata a Francesco Ciusa ( Nuoro 1883- Cagliari 1949 ) suo concittadino e importante scultore sardo del Novecento.Eugenio Tavolara (1901-1963), creatore di arti applicate, scultore, designer, è l'artista che ha inventato l'artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale. Appassionato di esoterismo e astrologia, affascinato dal passato nuragico e dagli antichi miti e credenze dell'Isola, Tavolara dà corpo a un "mondo magico": un mondo trasfigurato dall'immaginazione e popolato di presenze, nel quale, come insegna Ernesto De Martino ( il cui saggio Il mondo magico uscì nel 1948), i confini tra uomo e natura, soggetto e oggetto, sono ancora labili e fluttuanti .
che celebra i 110 anni della nascita 2) la permanente dedicata a Francesco Ciusa ( Nuoro 1883- Cagliari 1949 ) suo concittadino e importante scultore sardo del Novecento.Eugenio Tavolara (1901-1963), creatore di arti applicate, scultore, designer, è l'artista che ha inventato l'artigianato sardo moderno, e con esso una nuova immagine della Sardegna al crocevia fra attualità e tradizione, radici locali e cultura internazionale. Appassionato di esoterismo e astrologia, affascinato dal passato nuragico e dagli antichi miti e credenze dell'Isola, Tavolara dà corpo a un "mondo magico": un mondo trasfigurato dall'immaginazione e popolato di presenze, nel quale, come insegna Ernesto De Martino ( il cui saggio Il mondo magico uscì nel 1948), i confini tra uomo e natura, soggetto e oggetto, sono ancora labili e fluttuanti .
Un lascito ricomposto: grande statuaria, opere di piccolo formato, immagini e documenti, per raccontare "quasi una leggenda"
da una mia cattura di http://tribunuoro.it/museociusa/la-collezione |
Una mostra che mi ha colpito tantissimo e mi ha confermato di come si può innovare senza dimenticare la propria identità e le proprie radici identitarie e culturali senza per questo chiudersi agli influssi esterni
Una mostra di notevole interesse ,bellissima e profonda sia per chi conosce bene,,ma anche sommariamente come nel mio caso , i due autori in questione . << [….] due esposizioni irrinunciabili per tutti coloro che amano l’arte,la Sardegna e la città che le ospita. Si tratta della mostra (permanente) dedicata allo scultore nuorese Francesco Ciusa e di quella che celebra, a 110 anni alla nascita dell’artista, l’opera di Eugenio Tavolara ( Eugenio Tavolara – Il mondo magico, questo l’eloquente titolo della mostra che può essere visitata fino al 30 Aprile p.v.)
. >> Francesco Ciusa (1883-1949) sempre secondo l’articolo di http://www.dillinger.it << è l’artista che per primo in Sardegna ha dato dignità alla scultura moderna e che contemporaneamente, e assai mirabilmente, ha espresso l’anima della cultura sarda nelle sue rappresentazioni scultoree e nelle sue ceramiche. Dello scultore barbaricino si dice che egli fu, analogamente a molti altri artisti europei che vissero, come Ciusa, negli anni turbolenti a cavallo dei secoli XIX e XX, un artista moderno che paradossalmente non amava la modernità. Rileva il critico d’arte Giuliana Altea: ‘ “Dopo tanto frastuono, ritorno ora nel silenzio della tanca”, scriveva Ciusa in una lettera del maggio 1907, all’indomani della sua affermazione alla Biennale di Venezia. “Frastuono” e “silenzio” sono i due poli tra cui si muove lo scultore nuorese: il frastuono in questo caso è quello del successo, ma è anche il rumore della città, contrapposto alla pace che regna nelle campagne solitarie della Sardegna. . Una modernità cui si sente profondamente estraneo, della quale non condivide la logica del progresso, il movimento convulso e incessante, la spinta verso uno sviluppo e un cambiamento ininterrotti. Lo scultore trova rifugio nella lentezza e nel tempo che scorre a misura d’uomo che contraddistinguono e regolano gli eventi tradizionali e il vivere quotidiano della sua terra. Testimonianza diffusa di ciò troviamo in tutta l’opera di Ciusa e segnatamente nelle sue opere principali La madre dell’ucciso (opera premiata alla biennale d’arte di Venezia del 1907), La filatrice, il dormiente, Il nomade, Dolorante anima sarda, Il monumento al poeta Sebastiano Satta, Il fromboliere, oltre che nei numerosi lavori in terracotta, in pasta di marmo e in ceramica. Il Museo Ciusa di Nuoro raccoglie una sessantina di pezzi (comprendendo tra essi disegni e documenti d’archivio) realizzati in un arco di tempo che va dai primi anni del Novecento fino agli anni Quaranta. Essi costituiscono testimonianza dei periodi in cui la cui ricerca espressiva dell’artista si fa più intensa. >> Questo articolo trova conferma nelle foto ( ad iniziare dalla seconda a destra ) fatte da me durante la visione della mostra
Non meno rappresentativa ed importante è la 2 mostra ( sotto la cattura del volantino della mostra )
in cui l’estro artistico dei sardi è messo in evidenza nell’’opera di Eugenio Tavolara, artista poliedrico che non fu solo scultore. Egli fu, soprattutto, l’iniziatore dell’artigianato sardo moderno (fu lui, negli anni Cinquanta del secolo scorso, a dirigere per la prima volta l’ISOLA – l’istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano), una sorta di progettista d’arte, di designer, di ‘creatore di arti applicate’ - azzeccata espressione utilizzata nel pieghevole che pubblicizza la mostra che celebra la sua opera, che tenta di riassumere tutto l’universo delle capacità creative dell’artista sassarese. Le sue opere, realizzate in solitudine oppure con l’aiuto di artisti e artigiani come Mario Pompei, Gavino Tilocca, Pasquale Tillocca ed altri, si muovono concettualmente nelle direzioni più varie e nei colori, nelle espressioni dei visi, nel significato più profondo veicolato dai manufatti presentati in mostra, con un unico denominatore: la Sardegna vista nelle sue innumerevoli sfaccettature. Non sono solo antico e moderno o sacro e profano ad essere rappresentati da Tavolara in questi meravigliosi oggetti: vi è, invece, un orizzonte vastissimo
di emozioni e di suggestioni indotte da riflessioni sul mito, sul rapporto dell’uomo con la natura, sulla commovente credenza religiosa dei sardi, dal fiabesco, dalla semplice quotidianità delle cose e dei gesti che appartengono da sempre alle genti di Sardegna. Eugenio Tavolara – Il mondo magico, iniziativa espositiva che si connota fortemente in senso identitario di cui ho amato particolarmente le tre serie dei pupazzi che rappresentano rispettivamente La cavalcata sarda e le processioni dei misteri e di S.Efisio, santo martire, quest’ultimo, che si festeggia a Cagliari, e il gruppo Le avventure di Pinocchio, è mostra ricca di fascino che presenta sculture, disegni, opere di design e oggetti di artigianato artistico come i preziosi tappetti,e gli abiti ( vedere mie foto sopra e a sinistra le altre sul mio album di facebook ) nella ideazione dei quali Tavolara è rimasto maestro insuperato.
Dopo pranzo siamo andati al man ( http://www.museoman.it/ ) a vedere la mostra fotografica di Henri Cartier-Bresson 1908-2004 ) . Dove attratto dalle spiegazioni dell’ottima guida ho scattato una sola foto che riporto sotto .
Dopo pranzo siamo andati al man ( http://www.museoman.it/ ) a vedere la mostra fotografica di Henri Cartier-Bresson 1908-2004 ) . Dove attratto dalle spiegazioni dell’ottima guida ho scattato una sola foto che riporto sotto .
mia cattura dal sito del man |
Isola di Sifnos. Cicladi. Grecia, 1961 © Henri Cartier-Bresson/Magnum/Contrasto |
La mostra Henri Cartier Bresson Photographe, a cura della Fondation Henri Cartier-Bresson, dell’Agenzia Magnum Photos e dell’Agenzia Contrasto, è organizzata da Imago Multimedia – agenzia fotografica e casa editrice di Nuoro – col contributo fondamentale dell’Agenzia Regionale Sardegna Promozione e la collaborazione del Museo MAN. Sarà un evento unico in Sardegna. L’esposizione comprende 155 fotografie che furono scelte dallo stesso autore, con l’intenzione di creare una retrospettiva esauriente della sua opera fotografica.
La Leica 1, la prima macchina fotografica di Cartier-Bresson. da wikipedia voced H.Bresson Cartier |
La mostra è come un lungo viaggio attraverso il tempo di Henri Cartier-Bresson e il suo essere presente in ogni attimo dell’esistenza; nessuno come lui ha saputo condensare negli anni di intensa attività fotografica e artistica in giro per il mondo un’osservazione puntuale e profonda, cosciente e originale in ogni situazione. La realtà documentaristica e la propensione di Henri Cartier-Bresson --- secondo l'ottimo articolo di http://www.latitudeslife.com/ ---- << a non manipolare lo sguardo e l’evento che si trovava davanti, trova sbocco in una profonda poesia del quotidiano, di gesti, avvenimenti e volti comuni in apparenza privi di importanza. Ma che sia gente di strada – bambini che giocano, venditori ambulanti, passanti – nei tempi usuali del lavoro e nei riti della festa, o che siano i protagonisti degli avvenimenti principali del Novecento – la fine della Seconda Guerra Mondiale, la morte di Gandhi, gli artisti più noti del momento – ogni evento è per lui occasione di esercitare la consapevolezza interiore; un’azione e un esercizio che condensava in attimi significanti la vita, “attimi decisivi” che lui – e solo lui – riusciva a cogliere quando riusciva a “mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”. Una mostra che scalza le debolezze, le incongruenze, le distrazioni del nostro sguardo oggi persino troppo sollecitato dalle immagini che corrono veloci ; una mostra che rende omaggio all’opera tutta di Henri Cartier-Bresson( foto sotto al centro )
dalla rete |
al disegno e alla pittura che furono le sue prime vere passioni e che lui per primo in Occidente seppe condividere e articolare in una pienezza dove il rapporto e l’uso dei diversi mezzi di espressione è solo un gioco, utile per comunicare coi propri simili e che ha trasferito i linguaggi prima riservati solo alla pittura e alla scultura nelle foto
con questo è tutto
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