TRENTO DI STRADA:L'INDIANO NAPOLETANO di Corona Perer e FERMATE IL MONDO:VOGLIO DECRESCERE di Guglielmo Vasto

storia  tratta    con relative  foto  da  http://www.giornalesentire.it/

TRENTO DI STRADA:L'INDIANO NAPOLETANO

Indiano? Asceta? Vagabondo?
Macchè: napoletano, come spiega in puro accento... toscano. Vive da anni a Firenze, ma ha per tetto il cielo. Al nord ci è salito a causa del caldo oppressivo di questa estate. Sessant'anni, si definisce un uomo felice. Ha fatto tappa con il suo inseparabile Mercadante in città con presenza fissa nella via dello struscio cittadino, seduto ai piedi dei palazzi di Via Calepina, sede della pontentissima Fondazione Caritro. Quando gli facciamo notare che sopra ...gli sta una banca, fa cenno di raccogliere le sue poche cose e  volersi spostare. "L'odore del denaro mi ha sempre dato fastidio" dice tenendo bene in vista la ciotola del cane a mò di piattino.
Avvertito il rischio di un equivoco - viste anche le dimensioni del 'piattino' - specifica
 che ciò che raccoglie basta alla sussistenza sua e del cane.
"E quando ci sono 10 euro sono ricco, mi bastano a volte anche per due giorni.  Allora in quei giorni non faccio l'elemosina e se non ci sono...se fà dieta" ha aggiunto.
Colpisce la serenità del volto e la ciotola linda riservata al denaro. Ancor di più stupisce Mercadante che non lo strattona durante tutto il colloquio. 
"Lascia stare, non è gente per noi!" sembra dirgli.
"Attento...questa è una giornalista, le interessa solo la foto e vendere la tua povertà". 
Ma la vera povertà stava sul marciapiede, accanto allo struscio.
Perchè l'indiano, ignorato dai più, ha destato la curiosità dei passanti solo quando è stato visto in azione un obiettivo fotografico. Il mio.
A quel punto qualcuno si è fermato per chiedermi, sottovoce, donde venisse il misterioso indiano.
Il quale peraltro, lo avrebbe spiegato di persona, se solo qualcuno ogni tanto osasse perdere tempo con uno sconosciuto.



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Come può essere misurato il PIL della felicità? E ancora, come tale dato può essere incrementato nell'era della globalizzazione?
Il professor Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, spiega che "l'economia della lentezza" può essere la soluzione di contrasto alla crisi internazionale diffusasi con la rapidità degli scambi. Esistono esempi concreti che confermano vincente il paradigma della lentezza. La rapidità non coincide con l'approfondimento dei temi e le riflessioni.
Allo stesso tempo, essa favorisce anche un incremento delle disuguaglianze, incidendo visibilmente sull'allargamento della forbice tra ricchezza e povertà. "È necessario - sottolinea ancora Roma - riappropriarsi di valori quali l'autenticità, la salubrità e la convivialità". In una parola, per perseguire il vivere bene bisogna prestare maggiore attenzione agli aspetti relazionali. Fortunatamente, secondo Roma, in Italia l'economia della lentezza esiste ed è ben sviluppata: non a caso il 3% del Pil (44 miliardi di euro all'anno) proviene dai comparti della ristorazione, del wellness e dal settore vinicolo. A queste "buone pratiche" è opportuno aggiungere anche lo sviluppo del mondo e della cultura rurale, il turismo e le energie rinnovabili.
Un ulteriore miglioramento della qualità della vita può dipendere dalla dimensione della città. L'Italia dei borghi (già scoperta dal poeta Mario Luzi negli anni ‘40) è l'emblema di una economia sviluppata ed integrata nel territorio. Sono 7.536 i comuni al di sotto dei 50.000 abitanti e sono abitati dai 56% degli italiani ovvero 33 milioni di persone, per la maggior parte imprenditori, lavoratori autonomi ed operai che animano la vita lavorativa e la produzione.
La caratteristica di questi piccoli centri è di non cercare l'internazionalizzazione, ma di creare un'economia di nicchia che viva bene nel contesto globale. Tale processo non può che passare attraverso le scelte politiche di un'amministrazione che punti all'eccellenza, ma anche alla multisettorialità, all'efficienza e all'apertura internazionale, tutto secondo una logica di comprensorio e di policentrismo, "come avviene a Trento" ha specificato Roma.
È inevitabile, quindi, scindere lo sviluppo di un territorio dallo studio dell'urbanistica. Il preside della Facoltà di Architettura dell'Università di Stoccarda, Helmutt Bott, sulla base di numerosi esempi provenienti dalla Cina come dalle capitali mitteleuropee, lancia alcuni spunti per migliorare la qualità della vita.
Per non creare "quartieri dormitorio" o isolati da altre attività, Bott suggerisce una soluzione, già adottata in Germania, di zone ad uso "misto" che prevedano edilizia abitativa, commercio ed uffici. Questi concetti fanno parte della "triade della sostenibilità", che presta attenzione agli aspetti sociali, economici ed ambientali del territorio, richiedendo lo sforzo e la convinzione dei politici quanto dei cittadini.

 Un uomo, il suo più grande amico: un cane

Un uomo la sua unica fonte di vita: la strada

Un uomo, un sorriso, una scelta di vita: libera

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