16.1.12

Quando gli atei sono più rispettosi dei cattolici e dei credenti delle diverse fedi \ confessioni

Questa (  vedere  titolo  ) è l'dea  che mi sono  fatto  da  questo articolo   sull'unione  sarda  del  15\1\2012 

«Destra e sinistra? Identiche» La “via crucis” dei non credenti
Raffaele Carcano, segretario nazionale dell'Unione atei e agnostici razionalisti

di GIORGIO PISANO  pisano@unionesarda.it

Non è vero che anche i bancari hanno un'anima. Ce n'è almeno uno sicuro e felice di non averla. Si chiama Raffaele Carcano (  foto a sioinistra  )  , 45 anni, capufficio in un istituto di credito a Roma ma soprattutto segretario nazionale dell'Unione atei e agnostici razionalisti (Uaar). Padri nobili come l'astrofisica Margherita Hack e il matematico Piergiorgio Odifreddi, l'associazione raccoglie l'esercito dei non credenti. Che sono certamente più dei quattromila iscritti dichiarati. C'è anche una rivista ufficiale (che ovviamente si chiama L'ateo) e un rosario senza fine di iniziative che - a seconda dei punti di vista - stupiscono, scandalizzano, aiutano a sperare.
L'Uaar, che svolge servizi di assistenza morale in tre ospedali di Torino e uno di Milano, è una legione civile, pacifista, agguerrita. Riconosciuta dal ministero come associazione di promozione sociale, viene puntualmente ignorata da giornali e televisioni, scansata dalle organizzazioni clericali, bersagliata da frange dell'estrema destra.
Secondo l'Osservatorio di Pavia, il 99 per cento dell'informazione religiosa che passa in televisione riguarda la Chiesa cattolica. E gli altri? Nella laicissima Italia non hanno diritto di cittadinanza. O meglio, possono starci a patto di stare in silenzio, non esistere o quasi e accettare una discriminazione fatta di piccole miserie quotidiane. L'Uaar non è un partito-contro, non si batte per l'abolizione del Vaticano o di chiunque abbia fede in qualcosa. Rivendica semplicemente il diritto a non essere credenti. Che, detto così, sembra niente. E invece.
Carcano spiega molto bene questo concetto in un libro appena uscito per gli Editori Riuniti. Laureato in Scienze storico-religiose («per conoscere meglio l'avversario»), ignora con olimpica serenità le minacce dei fondamentalisti di Militia Christi, le martellate sul citofono della sede dell'Unione, le telefonate anonime, gli insulti prêt à porter.
Dice d'essersi sentito ateo per la prima volta quando aveva dodici anni. Da lì è cominciato un percorso che l'ha portato nel tempo a condurre una battaglia che, nonostante i silenzi di tanta informazione, fa molto rumore. Basti ricordare la denuncia per far togliere il crocifisso dagli uffici pubblici, il ricorso contro il Concordato Stato-Chiesa (firmato da Benito Mussolini e rivisitato da Bettino Craxi), gli autobus che pubblicizzavano l'ateismo, la campagna per sbattezzarsi e la realizzazione di una Sindone «tecnicamente identica» a quella venerata da milioni di cattolici.
Sulla propria pelle ha verificato fin da subito che un conto è raccontarsi non credente al bar, altro conto è dichiararlo pubblicamente. Il primo incidente risale a quando svolgeva il servizio militare e c'era da compilare il cartellino di riconoscimento da tenere poi sempre in vista, appeso al collo. Nome, cognome, nazionalità e infine religione. Ateo, ha precisato lui. Ma siccome nessuno se la sentiva di scrivere una cosa del genere, sono ricorsi a un escamotage che sarebbe piaciuto ad Andreotti: hanno cancellato la voce religione e scritto semplicemente omessa.

 Omessa, cosa? La risposta è affidata alla fantasia di ciascuno. Carcano, dove volete arrivare?
«In Italia il numero di atei e agnostici è in grande crescita, com'è già accaduto in molte democrazie evolute. L'Uaar è l'unica associazione che si batte per i diritti dei non credenti e per la laicità dello Stato».

Perché, l'Italia non è un Paese laico?
«Dovrebbe, non lo è. In un Paese migliore un gruppo come l'Uaar non avrebbe ragione di esistere. Siamo gli unici in Europa occidentale a non riconoscere le convivenze: vi sembra un caso?»

Lei spara su destra e sinistra: non salva nessuno?
«Non sono un tifoso dell'antipolitica. Fatta questa premessa, prendo atto con rammarico che destra e sinistra, per ragioni diverse, non osano rivendicare i diritti dei non credenti».

Se la prende col compromesso astorico: cos'è?
«Credo sia un'eccezione tutta italiana: è quel fenomeno che sancisce un'unione non dichiarata tra forze cattoliche e forze laiche».

Tutti usano il termine laico. Che significa, in realtà?
«I vescovi o l'ultimo dei materialisti adoperano questa parola perché ha una percezione positiva. Nessuno oggi vuol definirsi radicale. Un tempo si affermava con lo stesso impeto d'essere papisti. Ora non lo direbbe nessuno, nemmeno Benedetto XVI. Tanto è vero che pure lui parla di laicità».

Cioè?

«Fate attenzione a quale contributo sta dando alla legge sul testamento biologico, attualmente in via di definizione. Viene detto e ripetuto che è a favore dei cosiddetti laici. Vero invece esattamente il contrario».

Governo Monti.
«Ne pensiamo abbastanza male. Il fatto che vi fossero tre ministri al convegno di Todi promosso dal cardinal Bagnasco la dice lunga sui legami tra potere esecutivo e Vaticano. Altri segnali: la fretta di andare a salutare il Pontefice in partenza a Fiumicino prima ancora dell'investitura a presidente del Consiglio».

Poi?
«Altri aspetti inequivocabili. Per esempio Avvenire, quotidiano della Cei, contrario alla nomina di Veronesi a ministro della Salute in quanto laicista: perlomeno inquietante. Beh, com'è finita? Veronesi non è diventato ministro, al suo posto c'è il responsabile di un grande movimento ecclesiale».

Dunque, Monti bocciato fin da subito.

«Valuteremo in base a quello che farà. L'esordio, in ogni caso, non è stato esaltante. Siamo di fronte a un governo orientato».

Parlate di ateofobia: che significa?
«Nei Paesi a maggioranza musulmana i cristiani denunciano una forte limitazione nell'esercizio dei diritti civili. In Italia i non credenti hanno meno diritti di qualunque cattolico. Wojtyla e Ratzinger sono ateofobici».

E gli atei devoti?
«Sono pochissimi, e tra l'altro nemmeno atei. Giuliano Ferrara, che li rappresenta, è dichiaratamente un teista. Gli atei devoti non contano comunque nulla perché non incidono sugli atei veri».

Poi ci sono i credenti furbi, esatto?
«Umberto Oppus, sindaco di Mandas ad esempio. Ha emanato un'ordinanza per imporre l'uso del crocifisso negli uffici pubblici ma l'ha ritirata non appena ha saputo che avevamo presentato ricorso alla Corte di Strasburgo. E se n'è pure vantato. Giudicate voi».

Tra i vostri bersagli, la stampa è al primo posto.
«L'informazione italiana sulla religione di Roma non ha eguali nel mondo».

Ma nel mondo nessuno ha il Vaticano vicino di pianerottolo.
«Questo è sicuramente vero. Però non basta a giustificare un atteggiamento generalmente prono».

Ce l'avete perfino col segretario nazionale dei giornalisti, Franco Siddi.
«Non l'ho attaccato. L'ho solo invitato a dire del papa quello che ha detto su Berlusconi. E cioè: non ci abitueremo mai a un presidente del Consiglio che ritiene sia compito della stampa decantare solo le sue gesta e quelle del governo. Provi a dire altrettanto di Benedetto XVI».

Non è che soffrite un po' della sindrome del martire?
«Non ci sentiamo martiri. Però abbiate l'onestà di giudicare dai fatti, verificate se è vero o no che i non credenti sono discriminati».

Ha detto: il papa fa notizia solo quando non fa il papa. Ossia?

«All'udienza generale del mercoledì il pontefice affronta di solito questioni dottrinali piuttosto importanti ma i giornali se ne guardano bene dal parlarne. Preferiscono stare in superficie, strafotografarlo quando s'affaccia per l'Angelus o se sta partendo in viaggio pastorale».

Ovvio, i giornali non sono una palestra teologica.
«Dicono del volontariato della Chiesa: che esiste e fa sicuramente del bene. Ma il volontariato non lo fa solo la Chiesa. Pian piano si è passati da una dimensione spirituale della fede a uno spirito identitario. Nessuno disconosce le radici cristiane dell'Italia ma non sono le uniche. Dunque siamo di fronte a un identitarismo fittizio».

Sostiene che l'incredulità cresce insieme al progresso.
«Due statistiche. La maggioranza degli atei è normalmente istruita. La maggioranza dei laureati è atea. Studiare non fa rima con ateismo, però aiuta».

La Chiesa non è solo Ratzinger. Ci sono anche i don Gallo, i don Ciotti, i Tettamanzi.
«Ed è proprio quella parte della Chiesa con cui combattiamo fianco a fianco per tante battaglie laiche. I meriti di don Gallo o di don Ciotti sono fuori discussione ma mi chiedo quanto siano rappresentativi della gerarchia ecclesiastica. Appena un 20 per cento dei credenti si riconosce in loro. Quanto al cardinal Tettamanzi, penso sia innovativo sotto il profilo pastorale e conservatore su quello dottrinale».

Perché avete promosso gli autobus atei?
«Per riprenderci visibilità. A Genova il gestore della pubblicità ci ha respinto due slogan su tre. Sono usciti solo i cartelli con la scritta la buona notizia è che in Italia vivono milioni di atei, quella ottima è che credono nella libertà di espressione ».

Che dicevano quelli censurati?

«Fondamentale è il primo che abbiamo proposto: la cattiva notizia è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno».

Secondo lei la religione si fonda su ignoranza e paura?

«Soprattutto paura. Alimenta un elemento di insicurezza che destabilizza la capacità raziocinante dell'individuo».

Campagna per sbattezzarsi: che senso aveva?
«Ci battezzano che non siamo in grado di capire e di volere. Possiamo avere il diritto, da adulti, di cancellare dai registri parrocchiali qualcosa che non abbiamo scelto? Stimiamo che, grazie alla campagna per lo sbattezzo, siano usciti dalla Chiesa cattolica almeno ventimila italiani».

Segue la provocazione dell'occhio per mille.

«È solo una campagna di informazione sul funzionamento dell'otto per mille e che noi abbiamo stravolto in occhio. La Chiesa incamera esclusivamente da questa voce un miliardo di euro l'anno su un totale complessivo di sei miliardi a cui si aggiunge il costo dell'insegnamento della religione cattolica (docenti pagati da noi e scelti dal vescovo). Per finire, c'è l'esenzione Ici, stimata secondo l'Anci (l'associazione nazionale dei Comuni d'Italia) in 500 milioni di euro».

Ma la madre di tutte le guerre è quella contro il crocifisso.
«Senz'altro. Riteniamo che in uno Stato laico non debba essere esposto negli uffici pubblici poiché è un simbolo di parte. La Corte europea per i diritti dell'Uomo ci ha dato ragione in primo grado e bocciato in Appello. A mio parere, è rimasta impressionata dal fatto che ben 14 governi si sono pronunciati contro di noi».

Vivete con una sola certezza: buon appetito ai vermi.
«Pensiamo che la vita sia una splendida opportunità che prima o poi finisce. Vale la pena di utilizzarla bene sapendo che ha una fine».

Non coltivate, come tanti credenti, il dubbio?
«Il dubbio è un'arte che va insegnata. Certo che li abbiamo, i dubbi. Se si coltiva l'abitudine a leggere, qualche dubbio prima o poi salta fuori».

Nessuna invidia verso chi ha il dono della fede?
«Non provo invidia perché i problemi fanno parte della vita. Essere razionali vuol dire affrontarli con la logica e non proiettarli in un dopo di cui non si ha alcuna prova».

Se per caso si sbaglia, l'inferno non glielo leva nessuno.
«Un'inchiesta sociologica americana dice che a mentire di meno sono quelli che credono in un dio punitivo, a seguire ci sono i non credenti mentre i più bugiardi sono quelli che credono in un dio misericordioso. Se tanto mi dà tanto, finirò in Purgatorio».


  e  quindi credo  che  gli attacchi  fatti da  http://www.uccronline.it siano in gran parte  gratuiti e generalizzati ad  iniziare  da  questo  qui ed altri che trovare   qui  sotto

La  tesi espressa   in questo post  è  confermata   dall'esperienza  che  ho avuto  e  ho tutt'ora  con Rosalba  Sgroia -- foto  a  destra -- ex responsabile ma  ancora  iscritta  dell' UAAR( Associazione di atei e agnostici ) trovando  , girando  per  i  siti  di splinder , dei suoi  video   ne  trovate  sotto  uno  , dalla lettura   dei  suoi  scritti  \  interventi su i suoi blog   di splinder  e  non  (  ecco i due   blog  su splinder non  pèiù attivi    : 1) http://rosalbasgroia.splinder.com   ., 2) http://neroassenso.splinder.com e   quello  che  è ,  dopo la  chiusura ormai prossima   di splinder , il  suo  blog  attuale   http://neroassenso.wordpress.com   e  ritrovata  su  facebook )   e  poi   dalla  collaborazione   nel  mio  ex blog  colettivo    cdv.splinder.com

 

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il senso della vita.

Pochi fortunati esseri umani possono dare un senso alla vita. La stragrande maggioranza, invece, non ha la possibilità o la voglia di pensarci perché colpita da innumerevoli sofferenze, causate dalla natura o dagli uomini stessi. Molto frequentemente la sofferenza colpisce anche quei pochi che un senso alla vita l' avevano già dato.

La SOFFERENZA imperversa su tutto!

Spontanea questa considerazione:

La divina commedia.
Immaginare, ipotizzare, pensare, credere, che possa esistere un essere tanto malefico, malvagio, tragico, che, oltre a tutte le altre malefatte ( infinite sofferenze per gli esseri viventi, umani ed animali ) abbia creato anche la tortura eterna, è una idiozia colossale.
Dante che l’ ha scritta e Benigni che la decanta, sono due inconsapevoli terroristi idioti. ( iddioti e credini, detto alla maniera di Odifreddi )
Purtroppo anche alcune persone geniali, essendo inculcati di religione sin dall’infanzia, non si rendono conto delle stupidaggini che gli hanno propinato.
La scuola deve essere assolutamente liberata da insegnamenti religiosi. Ai nostri figli si deve insegnare l’ uso della ragione, e tanto, tantissimo allenamento al tale uso. Oltre, ovviamente, all' apprendimento della storia delle religioni e dell' ateismo. Amen.



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