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10.11.24

La paranoia del credito etico illimitato e del falso peso dei morti di Carlo Bellisai

 Lo Stato di Israele pretende di vantare un credito etico illimitato solo perché popolo nei tempi discriminato, o come popolo attaccato per la sua stessa esistenza, facendo riferimento ai campi di sterminio della Germania di Hitler e poi, impropriamente, alla giornata fatidica del 7 ottobre, come fosse un piccolo, nuovo olocausto.Sembra che in base a questo credito possa compiere bombardamenti e

Gente che scappa da Hamad City, un quartiere a nord ovest di Khan Younis nella parte meridionale della striscia di Gaza, dopo l’ultimo ordine di evacuazione diffuso dale autorità israeliane l’11 Agosto 2024. (Foto di Rizek Abdeijawad/Xinhua)

stragi, affamare e assetare i civili, far esplodere i dispositivi-radio a distanza, uccidendo e mutilando, bloccare gli aiuti umanitari e affamare la popolazione palestinese: crimini contro l’umanità.Se tutti i popoli che sono stati perseguitati per la loro etnia, religione, colore, potessero vantare lo stesso credito etico illimitato nel mondo ci sarebbe un caos assoluto.Ad esempio, se i nativi americani uscissero dalle riserve e si ribellassero, per riprendersi le antiche terre: ci sarebbero inevitabilmente degli scontri e dei morti, anche fra i bianchi, ma nessun credito etico illimitato verrebbe concesso agli indiani, che verrebbero brutalmente repressi. Eppure ne avrebbero a fiumi.Forse che il popolo armeno, perseguitato e massacrato dalle truppe turche, sarebbe autorizzato a rifarsi contro chi gli capita attorno? O i Kurdi, che hanno tanto sofferto, senza trovare mai territorio, diritti e identità, cosa sarebbero autorizzati a fare? O ancora i Tibetani? Cosa non sarebbero autorizzati moralmente a fare, gli ultimi indios dell’Amazzonia, per difendersi dagli incessanti assalti della speculazione del legname e dei pascoli, se non tirare le frecce a chi arriva? Lo fanno, ma lo Stato brasiliano manda i militari a reprimerli.Allora perché solo allo Stato di Israele è concesso questo credito illimitato? Si tratta certo di un’anomalia, ma che ha precise ragioni storico-politiche. Da un lato il senso di colpa della Germania, dell’Italia e delle altre nazioni europee che collaborarono allo sterminio degli ebrei durante il nazi-fascismo; dall’altro l’interesse statunitense ad avere un alleato forte, che vigili i suoi interessi strategici sull’altra sponda del Mediterraneo, al quale si può perdonare quasi tutto; ancora, le radici stesse del sionismo, dell’idea del grande Stato di Israele, affondano nel tessuto economico-finanziario occidentale, che ne è il presupposto.Ovviamente le radici storiche del quasi secolare conflitto arabo-israeliano sono molto complesse e non è mia idea esaminarle in questo scritto, il cui focus investe un’area culturale in senso lato. Naomi Klein, in un articolo pubblicato di recente su “The Guardian” e ripreso in Italia da “Internazionale” del 18-24 ottobre 2024, analizza l’uso della memoria da parte delle autorità israeliane, atto a mantenere aperto il trauma, piuttosto che cercare di elaborarlo. I musei sull’olocausto, sovrapposti a quelli sulle vittime del 7 ottobre 2023, l’uso degli stimoli sensoriali e della realtà virtuale, assolvono a questa funzione.La Klein afferma, assieme a Marianne Hirsch, esperta di rievocazione del dramma alla Columbia University, che “se è vero (come dice la propaganda israeliana) che l’olocausto può tornare in qualsiasi momento e che Israele è l’unico baluardo per evitarlo, allora si costruisce una specie di alibi per qualsiasi cosa Israele intenda fare, un alibi di cui abbiamo visto le orribili implicazioni negli ultimi dodici mesi”.Un altro dato culturale orribilmente interessante in questo secolare conflitto è quello relativo alla conta dei morti e, soprattutto, del diverso peso e valore dei morti stessi. Quando muoiono degli israeliani se ne dà il numero esatto e spesso perfino il nome, quando muoiono dei palestinesi si dà una cifra approssimativa, a mucchio, senza nome.In Libano sono morte centinaia di persone e molte altre sono rimaste mutilate o ferite, a causa delle esplosioni contemporanee dei loro dispositivi “cercapersone”: una strage orribile, con una modalità di tipo terroristico, eppure se n’è parlato per pochi giorni ed è stata archiviata come un’azione del Mossad contro gli Hezbollah. Se in un qualsiasi paese europeo fossero esplosi contemporaneamente anche solo due o tre cellulari, staremmo per settimane a parlare delle vittime, una ad una, a interrogarci come sia stato possibile, di chi sia la responsabilità, chi possa aver pianificato un crimine così vigliacco e sinuoso, a dar la caccia ai presunti cyber-terroristi…  Come se a poco più di duemila chilometri a sud est i morti avessero un altro peso: fossero scontati, senza importanza.A pensarci più a fondo, questa macabra diseguaglianza non è che lo specchio della diseguaglianza, su base etnico-religiosa, fra israeliani e palestinesi durante la vita. I primi con il diritto all’acqua per i campi, alla raccolta delle olive, della frutta; i secondi con l’acqua razionata, sventrati dalle mitraglie durante la raccolta delle olive, perché “si appostavano fra gli alberi”. I primi liberi di circolare, i secondi sottoposti ad incessanti, vessatorie limitazioni alla libertà di movimento. Si potrebbe continuare, perché l’apartheid pervade la vita delle persone in tutti i contesti, discriminandole su base razziale.Questa psicopatica idea del morto buono e del morto cattivo o, peggio ancora, del nostro defunto eroe e gli altri derubricati a “mucchio indistinto di selvaggi”, ci riporta al pensiero colonialista eurocentrico, diventato poi genericamente occidentale, con l’apporto nell’immaginario collettivo del cinema americano, con i suoi indiani urlanti senza volto che cadono a grappoli, davanti alle scariche di fucileria; in seguito soppiantati da altri generi thriller, oggi più intriganti, ma in cui molto spesso riemergono i fantasmi degli apache da sterminare, sotto forma di arabi, di orientali, di extraterrestri, o di eterne spie russe.Non l’immaginazione al potere degli anni Settanta dello scorso secolo, ma il Potere controlla l’immaginazione, negli anni venti del ventunesimo secolo.Così anche un individuo incriminato dalla corte penale internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità e tentativo di genocidio, come il presidente Netanyahu, potrebbe diventare un supereroe nella mente appiattita di chi crede di essere sempre assediato da primitivi miscredenti.L’Unione Europea e i suoi singoli stati sono chiamati in causa, sempre che realmente scevri dall’egemonia nordamericana. La cultura europea ha mantenuto, ultimamente con difficoltà, un certo grado di pluralismo culturale, con differenze più o meno rilevanti tra paese e paese, ma riceve sempre più spinte autoritarie e repressive del dissenso, propense ad incentivare gli armamenti ed un’economia di guerra.Diventa importante che la cultura e l’arte s’impegnino seriamente per la pace e per l’equilibrio del pianeta, per evitare che le becere scorie di ideologie fasciste, colonialiste, militariste, patriarcali e violente riprendano sopravvento nel tessuto sociale odierno, che appare spesso anestetizzato e confuso, o al meglio dubbioso e diviso. E’ il momento di creare.Non facciamoci chiudere dalla non-cultura distruttiva della guerra!

 

29.5.24

DIARIO DELLA SETTIMANA N 53 ANNO II . FATTI NON FOSTE A TREVISO ., Hamburger day 2024, gli esperti: “Non fa male, ma ecco come mangiarlo correttamente”., RUGGERI ED IL VITTIMISMO MUSICALE e letterario i casi di Ruggeri e di Saviano


 FATTI NON FOSTE. Siamo a Treviso. Due studenti di religione musulmana di una scuola media sono

stati esentati dalle lezioni sulla Divina Commedia: l'opera è a sfondo religioso, in contrasto con la fede dei due ragazzi. Tutto sarebbe nato dallo scrupolo del professore che ha scritto alle famiglie i cui figli sono
esentati dall'ora di religione, per chiede il consenso a trattare con loro la Commedia. Consenso negato: per loro l'insegnante ha organizzato un programma alternativo, dedicato a Boccaccio (sorvoliamo sul Decameron e l’islam). E’ un fatto preoccupante, perché la letteratura europea è naturalmente pervasa di cultura cristiana (perché non possiamo non dirci, etcc). Invece il professore, più che scrupoloso, pare pervaso di sciocchezze: priva i ragazzi della possibilità di conoscere uno dei più grandi autori della letteratura mondiale, nell’ansia di inseguire un pensiero manicheo, che nulla a che vedere con la tolleranza. Solo con l’ignoranza.

per    ulteriori  approfondimenti  


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Hamburger day 2024, gli esperti: “Non fa male, ma ecco come mangiarlo correttamente”

Pubblicato: 28/05/2024 17:09
Tante volte in passato l’hamburger è stato indicato come un simbolo del “mangiare male a tavola”, escluso dalle diete indicate dagli esperti. Oggi, 28 maggio, si celebra però la giornata nazionale del Burger Day 2024, una delle pietanze più diffuse al mondo. Tuttavia, secondo quanto dicono oggi i medici, la sua cattiva fama potrebbe essere esagerata. “Non è corretto mettere l’hamburger nella lista dei ‘cattivi’ perché, in realtà, non esistono cibi buoni o cattivi in assoluto. Dipende da come vengono inseriti nell’alimentazione complessiva,” ha spiegato all’Adnkronos Salute Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’università Statale di Milano.
Dal punto di vista scientifico, ha precisato lo specialista, “esiste però una buona e una cattiva alimentazione. Nel contesto di una buona alimentazione, c’è spazio per tutti gli ‘ingredienti’, purché siano consumati nei modi opportuni. Qualsiasi cibo mangiato troppo spesso e in dosi eccessive è nemico della salute. L’hamburger mangiato occasionalmente va benissimo.”
All’interno della dieta mediterranea, considerata dalla comunità scientifica come il regime alimentare con il miglior impatto sulla salute, “la carne rossa è prevista, ma non più di una volta alla settimana,” ha spiegato Carruba. “Se si sceglie l’hamburger come carne rossa, che può essere più grasso rispetto ad altre preparazioni, è importante non esagerare con le quantità e limitare l’assunzione di altri grassi. Esagerare con condimenti e grassi non va bene, mentre accompagnare la carne con verdura è la scelta giusta. Serve soprattutto varietà.”
In occasione del Burger Day, è importante riflettere su come l’hamburger possa trovare un posto equilibrato nella dieta. “Il segreto è la moderazione,” ha ribadito Carruba. Anche un cibo spesso criticato può essere parte di un’alimentazione sana se consumato con buon senso e integrato in un regime alimentare vario e bilanciato.

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Enrico Ruggeri: “Hanno reso banale la musica. Qualcuno aveva interesse a intorpidire le coscienze . Penalizzato perché non di sinistra”

Ruggeri attribuisce la sua " ermaginalizzazione dal mondo dello spettacolo con il fatto che sua “Penalizzato perché non di sinistra”. Ma a cointraddirlo sono sia la sua carriera lontana , se non il minimo indispensabile dallo dello showbuiness e dala cultura del Revival della nostalgia .
Infatti Egli Il 5 giugno compirà 67 anni e, nel suo libro “40 vite” (senza fermami mai» edito da La nave di Teseo), Enrico Ruggeri tenta un primo bilancio della sua vita. Il cantante ripercorre gli ultimi decenni attraverso i suoi 40 dischi e, guardandosi indietro, al
IL Messaggero non risparmia,  e  fin qui  siamo  d'accordo  ,  critiche al mondo musicale di oggi, tanto diverso quanto secondo lui peggiore rispetto a quello dei suoi anni: «Tutto è diverso da un tempo – dice il cantautore – Noi suonavamo, oggi ci sono i pc. Stare in uno studio due mesi, giorno e notte, per registrare un disco con persone come te, ormai non si fa più. Creare senza pensare solo al mercato è qualcosa che i giovani non conoscono». Eppure Ruggeri dice di non voler passare per un nostalgico dei bei tempi andati: «Non voglio fare il cantante boomer ipercritico, però quelli di adesso non hanno mai letto un libro, si capisce da quello che dicono: sembrano messaggi di Whatsapp. Gente come De Gregori, De André o Battiato prima di scrivere canzoni avevano sviluppato un loro mondo interiore. Oggi il concetto di idea è stato sostituito dalla “trovata”». Il percorso di Enrico Ruggeri nel mondo della musica è stato baciato dal successo, ma è stato anche più complesso di quanto potremmo immaginare. Le grandi doti del cantautore milanese sono state riconosciute in modo completo solo con il tempo. E il suo carattere indipendente e schietto lo ha portato ad assumere posizioni a volte scomode, come durante il periodo del Covid, quando fu criticato per aver organizzato un concerto in cui non si indossavano mascherine. Meno immediato di altri cantautori, meno “politicamente corretto” (“Io di destra? Non mi piace essere incasellato”, risponde a precisa domanda).<<  grandi cantautori della mia generazione e di quella precedente >> ----- spiega l’artista milanese, a   :   Enrico Ruggeri: "Hanno reso banale la musica. Qualcuno aveva interesse a intorpidire le coscienze".>>(  The Social Post“ ---- erano grandi lettori. Leggevamo tanto e di tutto”. Mentre oggi “è un momento molto incattivito, e questo spirito del tempo temo che non porti da nessuna parte“. Sulla politica, Ruggeri dice che “tutto è diventato tifo, banalizzazione, tutti contro tutti. Il danno peggiore è che così non si costruisce nulla, vince chi banalizza. Io non voglio essere incasellato. Sono una persona libera, non ci sono altri a decidere quello che devo pensare”. Le sue prese di posizione sui social, dove da tempo Ruggeri è molto attivo, a volte sono state impopolari. Il cantautore meneghino non è certo uno che va a cercare il facile consenso: dice quello che pensa. “Ho rispetto per chi ha idee diverse dalle mie e me le sbatte in faccia”, conclude Ruggeri con lucidità. “Ma non capisco perché dovrei spaventarmi per il primo che passa e mi dice di tacere e di pensare a cantare. La mia opinione vale quanto quella degli altri”.
Dopo il vittimismo di Ruggeri c'è quello di Roberto Saviano viene escluso dal programma italiano della Buchmesse 2024 a Francoforte "perché, da un lato, abbiamo voluto dare voce a chi finora non l'ha avuta. Dall'altro, tra i criteri che ci hanno ispirato, c'è stato anche quello di scegliere autori le cui opere fossero completamente originali, quindi si è fatto questo tipo di scelta" spiega Mauro Mazza, ex direttore del Tg2, ora commissario straordinario del governo per il coordinamento alla partecipazione dell'Italia in qualità di Paese d'onore alla Fiera del Libro di Francoforte.e i giornali online, per un motivo a noi inspiegabile, lo scodellano in home page. Fateci capire: il martire Roberto deve essere per forza incluso nelle kermesse culturali a rappresentare l’Italia? È l’unico autore di cui disponiamo? No. Infatti al suo posto andranno “altri scrittori”, come spiegato dal commissario Mazza. Spacciarla come lesa maestà, censura oltre ad essere sciocco, appare ingiusto nei confronti di chi fa lo stesso mestiere di Saviano, magari con meno rumore e meno visibilità .Infatti Il direttore della Buchmesse, infatti, Juergen Boos, ha spiegato che alla Fiera "ci sono anche le case editrici tedesche, quindi ci saranno anche altri autori ospiti, tra cui Saviano". Saranno un centinaio gli scrittori italiani presenti alla buchmesse di Francoforte, ma fra questi ci sono, oltre a Saviano, altri "esclusi", sono: Antonio Scurati, (ormai celebre per il monologo sul 25 aprile oscurato dalla Rai), Alessandro Piperno e Paolo Giordano. Spiega ancora il commissario straordinario Mauro Mazza: "Scurati era stato invitato e ha preferito non esserci. Piperno e Giordano non possono venire per altri impegni". : tra le scrittrici ci saranno, tra gli altri, Chiara Valerio (non proprio meloniana) e Carlo Rovelli (non esattamente un reazionario). Ah: era era stato invitato pure il presunto censurato Antonio Scurati, che ha preferito non esserci. Quindi: de che stamo a parla?

13.8.23

il vittimismo e la propaganda di beppe Grillo che lamenta censure inesistenti ma verità è un altra .C'è disinformazione della rai visto che la notizia si poteva dare anche senza immmagini dirette dello spettacolo

Beppe Grillo vive di polemiche, non poteva mancare la bufera mediatica in occasione della partenza del suo nuovo spettacolo teatrale. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha scelto la Calabria per la prima nazionale del suo show, “L’Altrove”, un chiaro riferimento alle solite provocazioni di voler dare vita a
un nuovo movimento religioso. Il comico genovese si è esibito sabato 5 agosto ad Altomonte, con repliche a Palmi e a Corigliano Rossano. Un buon successo di pubblico nonostante la pioggia battente. Ma come anticipato non sono mancato le polemiche, che in questo caso ha chiamato in causa la Rai, rea di aver ignorato a livello regionale l’evento del settantenne, ma non è mancata la pseudo precisazione di viale Mazzini.Visto che la notizia la si poteva dare lo stesso anche senza immagini dello spettacolo o semplicemente filmando l'ingresso del teatro visto che Grillo non vuole le telecamere dentro . A gettare benzina sul fuoco , secondo ilgiornale ci ha pensato Il Fatto Quotidiano, storicamente secondo vicino al M5s e al suo fondatore/garante. Il corsivo del giornale di Travaglio non è passato inosservato: “Per la Rai calabrese Beppe Grillo non esiste”. In altri termini, la Rai regionale avrebbe ignorato deliberatamente la prima nazionale dello show del comico genovese. "Insomma le piazze affollate di Altomonte, di Palmi o di Corigliano qualcuno dalla testata regionale ha ordinato che non andavano raccontate, nemmeno un accenno, non sia mai; e l’ordine è stato eseguito. Grillo ha girato la Calabria per una settimana ma per il TgR calabrese non è esistito. Un fantasma. È il giornalismo della destra, bellezza", il j'accuse ricco di risentimento. Ma la verità sta nel mezzo . Infatti Come evidenziato dal Corriere della Sera, la sede locale della televisione di Stato ha precisato che non c’è stata nessuna censura o dimenticanza nei confronti di Grillo. La Rai calabrese ha semplicemente preso atto della volontà del presunto Elevato di non essere filmato e intervistato nel corso della sua performance. Ma non è tutto. Il promoter Ruggero Pegna ha ribadito “l’intolleranza di Beppe Grillo a qualsiasi ripresa ed interviste”. Un’ulteriore testimonianza da parte di Livia Blasi, vicecaporedattrice della sede Rai di Cosenza:“Siamo stati, tempo fa, ad una manifestazione di Beppe Grillo ma la nostra troupe è tornata indietro senza poter riprendere nulla, perché il comico genovese ha imposto il veto a qualsiasi telecamera”. E ancora: “Da quel giorno nessuna troupe su delega della Rai regionale si muove per i suoi spettacoli, anche perché l’affitto delle telecamere ha un costo”. In altri termini, nessun sabotaggio e nessun complotto nei confronti del settantenne, ma la solita disinformazione

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...