Apro come di consueto il portale msm.it\ bing è leggo ( trovate sotto l'articolo in questione ) della bella notizia finalmente un po' di giustizia anche se in primo grado per il padre carlo e tutta la famiglia ,della condanna per ora in primo grado , degli organizzatori della gara in cui mori il povero Giovanni Ianelli ( foto a sinistra ) di cui parlai a suo tempo in questo blog , vedere archivio post per i dettagli degli insabbiamenti e le manomissioni dei verbali ed altro dei pezzi grossi co relative coperture politico \ amministrative . riassumiamo la vicenda per ch non volesse andare a leggere i precedenti miei post compresa l'intervista al padre Carlo .
Il resoconto della vicenda che ha fatto seguito alla morte di Giovanni Iannelli causata dalla caduta nell'87° Circuito Molinese, a Molino dei Torti (Al), il 5 ottobre 2019 con Le irregolarità e gli insabbiamenti e l'orreda vicenda giudiziaria penale
come è morto Giovanni
Giovani Ianelli Era morto il 7 ottobre del 2019 a soli 22 anni durante una gara ciclistica in Piemonte, ora al termine del processo di primo grado il Tribunale di Alessandria ha condannato gli organizzatori a pagare agli eredi circa 1 milione e 100 mila euro di risarcimento. Il giovane ciclista dilettante di Prato, Giovanni Iannelli, era caduto nella volata finale di una corsa a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria, ed era morto dopo 36 ore di agonia nell’ospedale della
cittadina piemontese. La vittima correva con la squadra del team Hato Green Tea Beer.
L’incidente era avvenuto il 5 ottobre all’arrivo dell’87/o Circuito Molinese: a 70 chilometri all’ora, Iannelli, dopo un contatto con altri corridori nel centro del gruppo, a 100 metri dal traguardo, era sbandato finendo contro un muro. Nel violento urto il casco è andato completamente distrutto e il ciclista pratese ha riportato gravissime lesioni. Era stato sottoposto a intervento chirurgico, ma le sue condizioni erano peggiorate e il 7 ottobre era infine deceduto
Lo so , capisco pur non avendo figli e non vivendo una vicenda simile , che è poco visto che i pezzi grossi ( vere post precedenti ) autori di manomissioni , depistaggi , insabbiamenti , non sono stati toccati . Ma è già qualcosa . Infatti credo che ( da quel oco che ne so di giurisprudenza ed diritto ) negli altri gradi di giudizio possonoo venire oltre a conferma di quanto già si sa , ulteriori fatti e prove di quanto dice d' anni il padre e degli articoli da me riportati su tale vergognosa storia . Infatti come ho detto privatamente al padre non credo che i condannatii in primo grado accettino di fare da capro espriatorio per loro . Qui io ci vedo rispetto a lui un po' d'ottimismo e di speranza .
Infatti personalmente ritengo che se emergono ( anche se nel caso Ianelli sono evientissime fatevi un gior in rete per vederlo ) delle negligenze o delle lacune queste debbano essere prese in considerazione e sanzionate secondo gravità. E' impossibile portare il rischio a zero ma è un dovere cercare di minimizzare e dimostrare di aver adottato ogni misura per minimizzare rischi e danni. Cosa che in questa vicenda come nel recente caso di Alice Toniolli dimostra che quanto a valutazione e gestione dei rischi siamo molto superficiali.
Morte Giovanni Iannelli, condannati organizzatori gara. Il dolore del padre di CINZIA GORLA • dal Corriere Toscano 1 ora/
PRATO Morte Giovanni Iannelli, il tribunale di Alessandria ha condannato in primo grado a risarcimento di 1.1 milioni gli organizzatori dell’ 87esimo Circuito Molinese in cui perse la vita Giovanni Iannelli il 7 ottobre 2019, in seguito a un tragico incidente avvenuto nella gara a Molino dei Torti, in provincia di Alessandria. Aveva solo 22 anni Giovanni Iannelli, promessa del ciclismo di Prato. Giovanni morì in ospedale.Da allora babbo Carlo Iannelli, avvocato, si batte senza sosta per avere giustizia per suo figlio. Sempre puntando il dito. Sempre con accuse ben precise.Babbo Carlo Iannelli via social: “Questa sentenza costituisce una pietra miliare per la sicurezza dei corridori di ogni età, di ogni categoria, di oggi e di domani. La sentenza civile emessa dal giudice del tribunale di Alessandria in un certo qual modo mi fa ancora più male poiché stabilisce che la morte di mio Figlio Giovanni doveva e poteva essere evitata, che Giovanni è stato ammazzato. Inoltre, rimangono ancora tanti aspetti oscuri ed inquietanti di questa vicenda orrenda, disumana ed agghiacciante che devono essere chiariti in sede giudiziaria affinché coloro che si sono adoperati con le menzogne, con i depistaggi per coprire, per insabbiare l’omicidio di un ragazzo innocente di 22 anni vengano giustamente puniti. Per il bene di tutti”. Poi: “Al sottoscritto, alla mia famiglia questa sentenza non interessa, non è mai interessata. Avviai la causa civile come moto di reazione alle umiliazioni che la Federciclismo stava infliggendo a mio figlio Giovanni. Al sottoscritto in particolare interessava ed interessa che venga celebrato un giusto processo per accertare la verità ed assicurare davvero la giustizia per la morte di mio figlio Giovanni. Affinché questa morte ingiusta ed evitabile serva a concentrare l’attenzione sul tema troppo spesso ignorato della sicurezza alle corse ciclistiche, serva ad evitare altri corridori morti a 144 metri dalla linea di arrivo. Affinché la vicenda giudiziaria di mio figlio Giovanni serva a fare un po’ di pulizia in questo Paese”.
Il giovane corridore pratese Giovanni Iannelli è stato ricordato, sabato 16 luglio, durante l’iniziativa ‘Pedalando in sicurezza’ che da piazza del Duomo a Prato è terminata davanti al murales di Carmignano, dedicato proprio al ciclista che viene sempre menzionato da tutti con grande affetto e stima, perché era un ragazzo esemplare e rispettoso nei confronti delle persone. Una quindicina di chilometri percorsi in bicicletta con la partecipazione del papà di Giovanni, l’avvocato Carlo Iannelli che non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia sull’assurda morte del figlio, avvenuta il 7 ottobre 2019, dopo due giorni dal tragico incidente a Molino dei Torti (Alessandria). Infatti, il 5 ottobre, Iannelli durante la volata finale a ranghi compatti, cadde rovinosamente sull’asfalto dopo aver battuto la testa su un pilastro sporgente di una civile abitazione in via Roma nel medesimo paesino, e a 144 metri dal traguardo di una competizione dilettantistica con la linea d’arrivo che si trovava davanti al municipio, luogo delle istituzioni, della liberta, e soprattutto della legalità. Papà Carlo non si arrende, e chiede la riapertura delle indagini per accertare fino in fondo, eventuali responsabilità da parte degli organizzatori che avrebbero potuto proteggere meglio le insidie lungo il percorso cittadino con delle transenne o altre barriere di protezione, considerando che l’arrivo era previsto ad una velocità di circa 70 orari, in una strada senza marciapiede e in leggera discesa con una serpentina ad “S” che attraversava le abitazioni lungo il tracciato. I sogni e le speranze di un giovane di 22 anni si sono spezzate a causa di una tragedia che andava evitata, ma la battaglia della famiglia Iannelli dovrà servire anche per prevenire qualsiasi altro incidente mortale, lottando quotidianamente nel chiedere maggiore sicurezza in tutte le gare ciclistiche.
[....]
Ora le persone citate nel documento riportato sotto sono a processo per ingiuria e diffamazione verso il padre del ragazzo
e qundi mi chieso e spero come da tittolo che una eventuale sentenza di condanna possa mettere in evidenza sempre più e portatre ad una nuova indagine e far riaprire l'inchiesta vergognosamente e scandalossamente archiviata . Perchè Se un ingegnere sbaglia il suo lavoro, va incontro anche al carcere, ma riguardo alla morte di Giovanni, seppur accertateed provate le mancanze relative all’adeguamento della sicurezza in gara, nessuno è stato recluso, se non alla ridicola pena di 6 mesi di sospensione, ed una multa da mille euro.
E’ morto Giovanni, un ragazzo ha perso la vita per le mancanze altrui, non è mandare in carcere i responsabili che lo riporterebbe in vita, ma significherebbe che Giustizia sia fatta ed quersto che si chiede
nei post predenti ( trovat ad inizio post gli url ) m'ero scordato di scrivere che sulla vicenda e cadutas in manieraincresciosa e vergognosa l'archiviazione giudiziaria . Infatti chiaccherando Carlo il padre di Giovanni ho appreso che le ultime notizie riguardanti la vicenda , il modocon cui s'è arrivati all'archiviazione , sono ancora più torbide ed più inquietante ma soprattutto ancora più crude di quelle raccontate nei due post precedenti . Sono talmente basito ed schifato da non trovare la lucidità per raccontarlo . Lascio quindi che sia lui a farlo meglio di me pubblicando con il suo consenso la nostra conversazione
Dopo l’archiviazione del procedimento penale relativo all’omicidio colposo di mio figlio Giovanni, avvenuta all’esito del provvedimento (assurdo, incredibile, una vera e propria aberrazione giuridica !!!) assunto dal Gip di Alessandria Andrea Perelli il 1° Marzo 2021, ho presentato ben due istanze di riapertura indagini con investigazioni suppletive e documentazione allegata. Orbene la prima istanza, risalente al 25 maggio 2021, è stata immediatamente archiviata (con motivazioni assurde ed inaccettabili, anche in questo caso delle vere e proprie aberrazioni giuridiche !!!) il giorno dopo ovvero il 26 maggio 2021 dal PM di Alessandria Andrea Trucano (quello che nel novembre 2020 aveva richiesto l’archiviazione del suddetto procedimento penale). La seconda istanza invece, di 66 pagine, con investigazioni suppletive, con documentazione allegata, con due ipotesi di reato a carico di Roberto Sgalla, esponente apicale della FCI e consulente di quello steso PM, giunge nella competente cancelleria il giorno 7 giugno 2021, alle ore 12 e 34, e viene immediatamente archiviata il giorno stesso da quel PM. In questo caso non mi viene neppure notificato il provvedimento di archiviazione. Scopro questo solamente il 30 dicembre 2021 quando il mio avvocato scrive una mail alla Procura della Repubblica di Alessadria alla quale risponde il Procuratore Capo Enrico Cieri in maniera piuttosto sprezzante, con un provvedimento vergato a mani in calce alla quella stessa mail dove annota ”visto si comunica che l’istanza ex art. 414 cpp è stata rigettata”. Oltremodo curiosa, singolare ed inquietante è la vicenda giudiziaria relativa alla denuncia da me presentata nei confronti della testimone falsa Giulia Fassina (giudice in moto, componente del collegio di giuria, unica testimone sentita quel giorno, tra le decine e decine di testimoni, dopo circa due ore dal loro arrivo, dai Carabinieri di Castelnuovo Scrivia che quel giorno non svolgono nessuna attività d’indagine, non scattano neppure una fotografia con un comunissimo telefono cellulare, non fanno un rilievo stradale, non sentono gli altri corridori coinvolti nella caduta, nulla di nulla !!!). Denuncio la Giulia Fassina alla Procura della Repubblica di Alessandria nel luglio 2020. Per diversi mesi non so nulla di quella mia denuncia. Poi scopro casualmente (leggendo il provvedimento di archiviazione della denuncia da presentata nei confronti di quei Carabinieri) che il PM Andrea Trucano (il solito !!!) ha chiesto l’archiviazione della mia denuncia nei confronti della Giulia Fassina, depositandola nella cancelleria del Gip di Alessandria Aldo Tirone sin dal novembre 2020. Ma a me non è stato notificato nulla. Faccio allora opposizione che invio a quel Gip, ma anche alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia poiché pare che la parte offesa non sia il querelante ovvero il sottoscritto ma l’amministrazione della Giustizia.
il punto dell'incidente
Corredo l’opposizione con numerosi documenti idonei a smascherare quella testimone clamorosamente, spudoratamente falsa. L’opposizione giunge alla Ministra della Giustizia in data 18 maggio 2021, ma non è stato dato alla stessa alcun seguito. L’opposizione indirizzata al Gip di Alessandria Aldo Tirone perviene sulla sua scrivania il giorno 4 giugno 2021. Anche in questo caso passano i mesi e non mi viene comunicato nulla. Ad ottobre 2021 mi reco alla Procura della Repubblica di Alessandria presso la cancelleria di quel Gip e mi viene detto che la mia opposizione è stata smarrita, non si ritrova più, per cui la invio di nuovo corredata anche stavolta di tutti i documenti. Ma tutto tace nonostante le plurime istanze di trattazione inviate dal mio avvocato. Ad un certo punto addirittura il famoso RIS di Parma mi da la sua disponibilità a periziare il video dell’evento mortale di mio figlio (mai periziato, nonostante le plurime richiesta in tal senso, dalla Procura della Repubblica di Alessandria) per chiarire la dinamica e smascherare la testimone falsa Giulia Fassina, a condizione che vi sia un procedimento aperto e che vi sia una delega da parte dell’autorità giudiziaria. Il mio avvocato fa un’apposita istanza al Gip Aldo Tirone, rappresentando la cosa. Ma anche in questo caso tutto tace. Il 22 aprile 2022, dopo che finalmente dopo oltre un anno dall’archiviazione del procedimento, vengo autorizzato a consultare il fascicolo, mi reco alla Procura della Repubblica di Alessandria appunto per visionarlo e con l’occasione passo, insieme ai miei due avvocati, dalla stanza del Gip Aldo Tirone che è presente Parliamo con lui gli spieghiamo la situazione. Lui ci dice che ha tanto da fare, ma che il fascicolo comunque è alla sua attenzione proprio lì sulla scrivania. Passano i giorni, ma nessuna novità. Il mio avvocato sollecita, ma nulla. Il 13 giugno 2022 il mio avvocato invia una mail al Gip Aldo Tirone e la cancelleria risponde che quel Gip sin dal 2 maggio 2022 ha archiviato la mia opposizione. Anche in questo caso nessuna notifica mi è stata fatta. Nel mentre ti scrivo mi è arrivata dalla cancelleria una mail con allegata una copia del decreto di archiviazione di quel Gip con il quale archivia de plano, senza nemmeno fissare un’udienza, senza ammettere le investigazioni suppletive e gli altri elementi di prova da me indicati che sono invece assolutamente pertinenti e rilevanti.
che aggiungere altro Tutto ciò è scandaloso, vergognoso, orrendo, disumano ed agghiacciante. Fin qui,ricordiamolo , una sola sentenza (sportiva). Presidente della società, direttore e vice direttore corsa (dopo una prima assoluzione) hanno patteggiato otto mesi di inibizione con ammenda di mille euro. Ripetiamo: mille euro. Ma soprattutto i silenzio nonstante l'invito del padre dalla sua pagina facebook
Direttore sportivo e compagno di squadra di Giovanni andate dai Carabinieri, dalla Polizia oppure alla Procura della Repubblica di Alessandria e raccontate la Verità sulla morte di mio
Figlio. Raccontate cos’è successo quel giorno e, soprattutto, nei giorni, nei mesi successivi. Rompete il silenzio. Ponete fine a questo strazio che si sta compiendo sulla pelle di Giovanni
Finalmente anche all'interno del mondo del ciclismo professinistco , anche se da un ex , qualcuno prende posizione sulla triste ed vergognosa ( vedere URL inizio Post ) . Infatti non passano certo inosservate le parole del campione Mario Cipollini, uno dei pochi "coraggiosi" del mondo del ciclismo che si è esposto più volte parlando apertamente dell'incidente avvenuto a Molino dei Torti il 5 ottobre 2019.
Un breve riassunto per chi non avesse letto il post precedente ( trovate sopra l'url ) dal sito e facebook Giustizia Caffè il diritto per tutti che a ha creato i video citato
Una volata di gruppo ad oltre 60 km/h tra case, recinzioni, cancelli, pilastri, cartelli stradali, insegne, pali della luce, fioriere, cestini, cordoli. La via Roma che curva prima lievemente a destra, poi a sinistra, prima del traguardo sotto il balcone del sindaco, alla fine di un circuito completamente pianeggiante.
La caduta di un gruppetto di corridori a 144 metri dall’arrivo. Il contatto, la spinta e la vita di Giovanni si interrompe sullo spigolo vivo del pilastro di mattoni faccia a vista del cancello carraio del civico 45, mentre davanti si esulta e si sorride per la vittoria.Da quel momento il fango.La leggenda del guasto al pedale, il nulla da segnalare, i carabinieri che, chiamati ad intervenire, riescono a percorrere circa 5 km arrivando addirittura prima della fine della gara, mentre i colleghi dei NAS restano sotto al gazebo allestito in piazza per la campagna antidoping di un ex ministro della Sanità.L'unica testimone, presa tra le fila della FCI (giudice di gara), non certo tra le fila del pubblico presente o tra i corridori caduti a terra nell'incidente, dichiara spudoratamente il falso, mentre un video la ritrae su una moto, con il casco, in una posizione dalla quale non può certo aver visto.La FCI si schiera fornendo avvocati. Documenti inesistenti si materializzano. Documenti veri, al contrario, spariscono nei cassetti o chissà dove.Il consulente del Tribunale che fa luce sulle eventuali mancanze e responsabilità della FCI, ovviamente, è la FCI. Lo sa il Giornale mesi e mesi prima dell'avvenuto incarico.Il CONI prima non può, poi non è. Come le più alte cariche dello Stato. Sono tutti bravi, come il ministro dello sport che risponde al posto di quello della Giustizia.Non è tutto, ma sono tutti vicini. Nel fango, sì.
in attesa di ulteriori aggiornamenti con questo è tutto
Oggi raccontero dopo quella dell'Alpino Angelo Garro ( ne ho parlato qui su queste pagine ) una delle tante storie di ingiustizia italiane . Una storia da non raccontare , da fa passare sotto silenzio . Infatti gli amici dei politici in essa coinvolti non replicano in maniera da far passare il padre che lotta per avere giustizia come un polemico ed un folle solitario che parla male in modo
che su d'essa cada l'oblio .Giovanni Ianelli era un giovane corridore di 22 anni d’età, morto a 144 metri dal traguardo \ dalla linea di arrivo, a causa ed in conseguenza dell’evento occorso, durante la volata finale a ranghi compatti, della corsa ciclistica svoltasi il 5 Ottobre 2019 a Molino dei Torti in Provincia di Alessandria. Inizialmente sembra , come spesso succede in gare ciclistiche anche nazionali ed internazionali un banale incidente . ma vedendo sia il video amatoriale gentilmente inviatomi dal padre via watsapp , non lo riporto er problemi di dimensione e di banda ma lo trovate all'interno di questo buon reportage \ documentario a cura del canale youtube https://www.youtube.com/user/ciclismoweb
e leggendo la lettera che trovate integralmente sotto del padre Carlo ( pubblicherò nei prossimi giorni un intervista concessami ) più competente di me in ambito giuriudico e ciclistico in
quanto egli è : un avvocato iscritto all’Albo di Prato sin dal 1990, ho dedicato oltre 30 anni al ciclismo, facendo di tutto, tranne il corridore; ho organizzato centinaia di corse per tutte le categorie, compreso i Professionisti, sono stato Vice presidente per 8 anni del Comitato Regionale Toscano della Federazione Ciclistica Italiana (di seguito FCI), da ultimo sono stato oltre 10 anni in qualità di Giudice agli Organi di Giustizia della FCI.
LETTERA APERTA PER LA MORTE DI MIO FIGLIO GIOVANNI
Salve, sono e mi chiamo Carlo Iannelli, sono nato a Prato l’11 Luglio 1963 ove risiedo in Via dei Lanaioli, 5. Sono il babbo di Giovanni Iannelli, il giovane corridore di 22 anni d’età, morto a 144 metri dalla linea di arrivo, a causa ed in conseguenza dell’evento occorso, durante la volata finale a ranghi compatti, della corsa ciclistica svoltasi il 5 Ottobre 2019 a Molino dei Torti in Provincia di Alessandria. Sono un avvocato iscritto all’Albo di Prato sin dal 1990, ho dedicato oltre 30 anni al ciclismo, facendo di tutto, tranne il corridore; ho organizzato centinaia di corse per tutte le categorie, compreso i Professionisti, sono stato Vice presidente per 8 anni del Comitato Regionale Toscano della Federazione Ciclistica Italiana (di seguito FCI), da ultimo sono stato oltre 10 anni in qualità di Giudice agli Organi di Giustizia della FCI.
Di seguito Le elenco alcune circostanze oggettive relative a questa tremenda vicenda:
- il G.S. Bassa Valle Scrivia è la società organizzatrice di quella corsa ciclistica che ha sede in Guazzora (AL) Via Statuto, 1 ed è affiliata alla FCI;
- il Presidente della suddetta società è FERRARI Ennio nato a Tortona (AL) il 23.05.1956 residente a Casalnoceto (AL) Via Papa Giovanni XXIII, 16;
- uno dei due Vice Presidenti della suddetta società è CEREDA Pierino nato a Tortona (AL) il 03.12.1939, è l’attuale Sindaco di Guazzora (AL) (dovrebbe essere al secondo mandato) ove ha sede il G.S. Bassa Valle Scrivia. E’ un personaggio molto noto anche in ambito ciclistico (è stato praticamente l’inventore del Trofeo Bassa Valle Scrivia del quale quella corsa ciclistica fa parte);
- l’altro Vice Presidente della suddetta società è CISI Piero Angelo nato a Alzano Scrivia (AL) il 16.11.1941, è stato per tanti anni Sindaco di Alzano Scrivia ed è attualmente il Vice Sindaco di quel Comune. Anche lui è un personaggio molto noto in ambito ciclistico. Il 3 Gennaio 2020 ha rilasciato un’intervista al giornale LA STAMPA, dichiarando che le transenne a quella corsa erano già installate ai 180 metri dalla linea di arrivo; tale affermazione peraltro è clamorosamente smentita dai filmati, dalle fotografie ed anche da una sentenza emessa dalla Corte Sportiva di Appello della FCI della quale di seguito dirò;
- tra i coordinatori generali del predetto Trofeo Bassa Valle Scrivia, accanto a CEREDA Pierino ed a CISI Piero Angelo, quale socio ed attuale Consigliere della suddetta società c’è GUAGNINI Adolfo nato ad Alzano Scrivia (AL) il 09.02.1954 ed attuale Sindaco di quel Comune; è il soggetto che, per quanto dichiarato dal Presidente FERRARI Ennio alla Procura Federale della FCI, quel giorno fa da supervisore all’installazione delle transenne su quel rettilineo di arrivo di Via Roma a Molino dei Torti (AL) dove, a 144 metri dalla linea di arrivo, muore mio Figlio Giovanni;
- FANTATO Anna nata ad Alessandria il 08.01.1960 è l’attuale Sindaco di Molino dei Torti (AL).
Quel giorno, sabato 5 Ottobre 2019, come riportato anche dalla stampa, era in programma, al termine della corsa, una conferenza stampa legata al Progetto Maglia Etica Antidoping, per cui erano presenti: il Prof. Renato Balduzzi (già Ministro della Salute, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, cittadino onorario di Molino dei Torti, facente parte del gruppo di lavoro della Ministra della giustizia Marta Cartabia per la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, presente sin dalla partenza), il Presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi, i NAS presenti addirittura con uno stand di fronte all’arrivo, il Comandante Provinciale dei NAS Tenente Colonnello Biagio Fabrizio Carillo, tra l’altro criminologo di fama, nonché moltissime altre Autorità locali, regionali, nazionali.Vengono fatti intervenire i Carabinieri di Castelnuovo Scrivia i quali dichiarano di essere giunti sul posto alle ore 16 e 15 ovvero addirittura qualche minuto prima che la corsa finisse atteso che la stessa è terminata alle ore 16, 24 minuti e qualche secondo, che peraltro non fanno nessun rilievo stradale, nemmeno una fotografia con il telefonino, non sentono neppure un testimone dei moltissimi presenti, non sequestrano nessun mezzo. Redigono un verbale di una paginetta e mezza relativamente ad un sinistro mortale. Dopo un’ora e quarantacinque, alle ore 18:00, sentono sul posto a sommarie informazioni solamente un componente del collegio di giuria tale Giulia FASSINA che fa tutta una serie di dichiarazioni clamorosamente false, smentite e contraddette da filmati, fotografie, testimonianze, perizie ed altro per cui ho denunciato la stessa alla Procura della Repubblica di Alessandria. A ciò si aggiunga che quegli stessi Carabinieri svolgono le successive indagini di polizia giudiziaria per conto della Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano.Il collegio di giuria, presieduto da Luca Botta (volontario della CROCE ROSSA ITALIANA Sezione di Biella) non segnala nulla di anomalo nel rapporto di gara (NULLA DA SEGNALARE !!! scrivono) che viene inviato al Giudice unico sportivo piemontese il quale, dopo pochi giorni, omologa la gara, senza provvedimenti, noncurante di ciò che è successo.La società ciclistica per la quale era tesserato mio Figlio Giovanni impugna detto provvedimento di omologa avanti alla Corte Sportiva di Appello della FCI; in quel procedimento si costituisce la società organizzatrice G.S. Bassa Valle Scrivia, rappresentata e difesa dall’Avv. Gaia Campus, iscritta del Foro di Roma, la quale è anche Componente effettivo della Commissione Nazionale Elettorale della FCI; quel procedimento sportivo si conclude con la decisione/sentenza (definitiva) del 3 Marzo 2020 con la quale, al termine dell’istruttoria, vengono accertate due gravissime irregolarità a carico della predetta società organizzatrice, direttamente correlate alla morte di mio Figlio Giovanni: la non conformità della transennatura a quanto imposto dal Regolamento Tecnico della FCI e la pericolosità di quel rettilineo di arrivo; pertanto il G.S. Bassa Valle Scriva viene sanzionato, nella misura massima, prevista dal PUIS (Prospetto Unico Infrazioni e Sanzioni della FCI).La stessa Avv. Gaia Campus assiste nel procedimento svoltosi avanti alla Procura Federale della FCI tutti i soggetti tesserati FCI; all’esito dell’istruttoria i soggetti deferiti (parzialmente rispetto alla denuncia da me inoltrata alla Procura Federale della FCI nel Marzo 2020 e che non è mai stata presa in considerazione ma che è stata letteralmente insabbiata !) sono la società organizzatrice G.S. Bassa Valle Scrivia e per essa il suo Presidente FERRARI Ennio, MASSOCCHI Danilo che a quella corsa ciclistica svolge, per conto e su incarico della predetta società, il ruolo di Direttore di corsa, DOTTORE Francesco che a quella corsa ciclistica svolge, per conto e su incarico della predetta società, il ruolo di Vice direttore di corsa; quel procedimento si conclude con un patteggiamento (farsa persino offensivo) per cui i suddetti soggetti vengono condannati con la sanzione di mesi otto di inibizione, mentre il G.S. Bassa Valle Scrivia con la sanzione della censura con ammenda di € 1.000,00.Un altro avvocato, anche lui iscritto al Foro di Roma, l’Avv. Nuri Venturelli, assiste e difende, sin dalla fase stragiudiziale, il G.S. Bassa Valle Scrivia e gli altri soggetti tesserati FCI (compresa la medesima FCI) coinvolti, a vario titolo, nell’organizzazione e nella direzione di quella corsa ciclistica mortale, avanti al Tribunale civile di Alessandria ed avanti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria; l’Avv. Nuri Venturelli è anche il legale della FCI in molti altri procedimenti.Il Dott. Roberto Sgalla, Responsabile della Commissione Nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza della FCI, svolge l’attività di consulente per la Procura Federale della FCI (quella consulenza viene trasmessa anche al Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano); ed inoltre, nonostante la formale opposizione avanzata con istanza di “ricusazione” dai Familiari di Giovanni che evidenziano un macroscopico conflitto di interessi nonché l’incompatibilità di quell’esponente apicale della FCI (nel frattempo i Familiari di Giovanni hanno avviato una causa civile di risarcimento danni nei confronti di tutti i soggetti tesserati FCI, ed anche nei confronti del Comune di Molino dei Torti, coinvolti a vario titolo nell’organizzazione di quella corsa ciclistica e quindi il Presidente della FCI Renato Di Rocco annuncia che la FCI si costituirà in quel giudizio per chiedere la reiezione della domanda, ritenendola infondata) viene nominato dal Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano (che in quel momento sta indagando in ordine ad eventuali responsabilità ascrivibili a soggetti tesserati FCI) suo consulente; a tale riguardo si evidenzia che il giornale LA STAMPA già a Gennaio 2020 riporta la notizia e che il conferimento dell’incarico risale peraltro al 28 Maggio 2020.Quindi, in data 26.11.2020, con richiesta depositata il 30.11.2020, il Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano (il fascicolo per omicidio colposo, iscritto al n. 2126/2020 RGNR, risulta cointestato anche Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Alessandria Dott. Enrico Cieri) ha chiesto disporsi l’archiviazione del procedimento.A seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione proposta dai Familiari di Giovanni alla fine dello scorso anno, il Giudice per le Indagini Preliminari di Alessandria: Dott. Andrea Perelli ha fissato l’udienza del 24 Febbraio 2021 e quindi, sciogliendo la riserva, in data 1° Marzo 2021, con ordinanza depositata il 3 Marzo 2021 ha dichiarato inammissibile l'opposizione alla richiesta di archiviazione, disponendo l'archiviazione del procedimento, con conseguente restituzione degli atti al Pubblico Ministero.Successivamente ho presentato ben due istanze di riapertura indagini, con richiesta di svolgimento di ulteriori indagini suppletive. In particolare la seconda, pervenuta alla Procura della Repubblica di Alessandria il 7 Giugno scorso (alle ore 12 e 34), è stata immotivatamente rigettata all’istante (quello stesso giorno) dal Pubblico Ministero Andrea Trucano che non mi ha neppure notificato il suo provvedimento; tra l’altro in quella istanza, di 66 pagine con documentazione allegata, si denunciano almeno due reati che sono stati commessi dal predetto consulente del Pubblico Ministero, ma nessuna indagine è stata svolta in merito, ne’ è stata esercitata l’azione penale.Le segnalo anche che, nonostante le numerose e reiterate richieste, non sono mai stato convocato dalla Procura della Repubblica di Alessandria.Rilevo e sottolineo inoltre che, al di là degli specifici precedenti rappresentati dalla suddette decisioni/sentenze già emesse dagli Organi di Giustizia Sportiva di cui sopra, su questa tragica vicenda ci sono molteplici pareri e perizie espresse, con cognizione di causa, dopo avere esaminato documenti, filmati e fotografie e, in taluni casi, dopo sopralluoghi effettuati sul posto, da Campioni del ciclismo (tra i quali si segnalano Vincenzo Nibali, Gianni Bugno, Silvio Martinello, Mario Cipollini ed altri), Direttori di corsa internazionali (tra i quali si segnalano Raffaele Babini Direttore di corsa internazionale, Direttore di corsa del Giro d’Italia e di tutte le cosi dette “classiche monumento” del panorama ciclistico mondiale, Gianni Cantini Direttore di corsa internazionale, Responsabile della Commissione Regionale Toscana dei Direttore di Corsa nonché docente in materia ed altri), Tecnici (tra i quali si segnalano Rino Di Candido, Commissario Tecnico della Nazionale Juniores della FCI ed altri) Consulenti Tecnici (tra i quali si segnalano l’Ing. Piercarlo Molta, perito e consulente tecnico per diverse Procure della Repubblica e Tribunali ed altri), Giornalisti esperti di ciclismo (tra i quali si segnalano Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi del Corriere della Sera, Tommaso Lorenzini di Libero, Alessandra De Stefano attuale Direttore di Raisport, Riccardo Magrini ex ciclista ed attuale commentatore per Eurosport ed altri) Personaggi esperti di ciclismo ecc. ecc., le quali sono tutte univoche e concordi nel ravvisare palesi negligenze, imperizie ed omissioni a carico degli organizzatori e degli altri soggetti coinvolti, a vario titolo, in quella corsa ciclistica mortale.Per giunta lo stesso presidente del G.S. Bassa Valle Scrivia FERRARI Ennio, nel corso dell’interrogatorio svoltosi avanti alla Procura Federale della FCI, ammette di non avere mai verificato la sicurezza dell’ultimo chilometro ed ammette la pericolosità di quel rettilineo di arrivo.Tutto questo materiale è già stato sottoposto all’attenzione della Procura della Repubblica di Alessandria, ma ad oggi, come detto, quel Processo non si vuole neppure avviare.Pertanto ho chiesto, chiedo e chiederò, finché avrò la forza per farlo, che in ordine alla tragica vicenda relativa alla morte di mio Figlio Giovanni venga celebrato almeno un Processo poiché solamente in quella sede, nel dibattimento, nel contraddittorio tra le parti ed in condizioni di parità, possano essere approfondite e chiarite certe situazioni, determinate circostanze, possa emergere davvero la Verità nel nome della Giustizia.Ritengo che celebrare almeno un Processo corrisponda anche ad un Principio di Civiltà, sia un Diritto Sacrosanto, specialmente per la Parte Offesa, per una Famiglia che ha perso un Figlio, strappato alla Vita nel fiore degli anni con quelle modalità. E che sia anche un gesto di Riconoscenza e di Rispetto nei confronti di un Ragazzo esemplare, che ha donato i suoi organi, consentendo ad altre Persone di proseguire quel cammino che invece a Lui, durante una corsa ciclistica, mentre stava praticando uno sport, è stato per sempre negato.Ritengo che celebrare almeno un Processo significhi altresì focalizzare, davvero e finalmente, la massima attenzione sulla questione, finora trascurata ed in certi casi persino ignorata, della sicurezza alle corse ciclistiche, e questo nell'interesse dei Corridori di ogni età, di ogni categoria, di oggi e di domani, affinché simili tragedie come quella di mio Figlio Giovanni non abbiano mai più a verificarsi e l’estremo sacrificio di mio Figlio Giovanni non risulti vano.In questi due anni e passa non ho fatto altro che scrivere ripetutamente alle più alte cariche dello Stato, ivi compreso il Presidente della Repubblica, il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Consiglio Superiore della Magistratura (personalmente anche al Dott. Nino Di Matteo), il Ministro della Giustizia ecc. ecc. senza ottenere risposte concrete; sulla vicenda sono state presentate due interrogazioni a risposta scritta al Ministro della Giustizia da parte del Senatore Riccardo Nencini ed un’altra è stata depositata dall’Onorevole Manfredi Potenti. Le garantisco che non sono un mitomane e neppure un padre disperato, ma solamente un uomo in cerca di Verità e di Giustizia per suo Figlio.Resto a Sua completa disposizione nel caso in cui mi voglia convocare per ogni chiarimento; nel caso in cui voglia che Le mostri o Le produca tutta la documentazione a specifico e dettagliato conforto di tutto quanto Le ho scritto.La ringrazio infinitamente per l’attenzione e Le porgo i miei migliori saluti.
Prato, Giugno 2022
Carlo Iannelli 3337396977
concludo condividendo un commento all'ultima parte dell'inchiesta video prima citati
Fa sempre tristezza apprendere di queste storie. In molte delle azioni che compiamo ogni giorno ci affidiamo alla competenza di qualcun'altro. Sperando che costui abbia fatto il necessario. A volte non è così. A volte qualcuno affronta i suoi doveri con insufficiente professionalità o addirittura non li esegue. E l'incolumità degli altri è messa a repentaglio. Dovremmo pensare più spesso a questo aspetto, quando decidiamo o quando ci viene chiesto di fidarci o di "affidarci" a qualcuno.