Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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19.12.22
a mente fredda posso dire che sula morte di MIHAJILOVICH come in quelle morti di mali incurabili c'è un 'inutile retorica.
Dispiacere ovvio. Per come è successo e per l’età. Però resto perplesso di fronte al profluvio di parole come: eroe, combattente, guerriero. Credo che i malati non siano nulla di tutto ciò. Sono persone che vivono una condizione innaturale che stravolge la vita. E ciò che devono affrontare non è una battaglia, ma una cura , sia che siano in curabili sia che siano curabili . Non si vince e non si perde: si cerca solo di sopravvivere . Non c’è nulla di epico, c’è solo una grande sofferenza, per chi è afflitto dalla malattia e per chi gli sta vicino .
10.5.19
LETTERA APERTA A PAOLA E CLAUDIO REGENI SULLE POLEMICHE CONTRO VECCHIONI
vedi anche
Non capisco ( ma rispetto ) dove la canzone di Vecchioni possa offendere i vostri sentimenti visto che ( almeno io gli do questa lettura semantica al testo ) in essa si nota a differenza di altre canzoni fatte per vittime ( esempio quelle fatte per Carlo Giuliani ) l'assenza di mitizzazione ed esaltazione della sua persona . Ma soprattutto c'è la volontà' di tenere viva, senza scadere in retorica ed strumentalizzazione , una denuncia di quello che è successo ed hanno fatto perché non diventi solo un ricordo .
Sono però d'accordo con voi con quanto avete detto al corriere della sera : << (...) Se qualcuno ha qualche informazione utile o qualche scoperta che noi non abbiamo, venga da noi a raccontarla e poi scrive i libri. Chi ha fatto libri su Giulio è gente che ha tempo a disposizione, tempo di fare copia e incolla. A noi i libri copia incolla non servono >> . Ma non concordo con la vostra richiesta al cantautore di rinunciare al brano , perché non si può e limitare la libertà espressiva, non si può togliere una canzone ad un autore a meno che essa ( cosa che non mi risulta da lettura del testo ) diffami e insulti la sua memoria .
Sono però d'accordo con voi con quanto avete detto al corriere della sera : << (...) Se qualcuno ha qualche informazione utile o qualche scoperta che noi non abbiamo, venga da noi a raccontarla e poi scrive i libri. Chi ha fatto libri su Giulio è gente che ha tempo a disposizione, tempo di fare copia e incolla. A noi i libri copia incolla non servono >> . Ma non concordo con la vostra richiesta al cantautore di rinunciare al brano , perché non si può e limitare la libertà espressiva, non si può togliere una canzone ad un autore a meno che essa ( cosa che non mi risulta da lettura del testo ) diffami e insulti la sua memoria .
Quindi penso che : << si tratti di un’incomprensione. >> come dice sempre sul corriere anche Sergio Staino << La canzone di Roberto vuole essere un atto d’amore. Credo sia [ dalla lettura del testo corsivo mio ] rispettosa del dolore e dei sentimenti dei genitori di Giulio. Lo capisco quando viene cantata in concerto nei teatri. C’è sempre una standing ovation quando termina il pezzo. E non è per Roberto. Ma tutta per Giulio >>.
Infatti se il cantante avesse voluto strumentalizzare o sfruttare il nome di Giulio l'avrebbe : cantata in TV , o pubblicizzata di più visto che il cd è uscito il 9 novembre 2018 ed la canzone era quasi passata nell'opinione pubblica inosservata visto che , da quel che mi risulta non essendo un fans sfegatato di Vecchioni , che l'autore nella promozione del suo disco nei vari salotti musicali \ televisivi che si fanno per pubblicizzare il proprio disco non la citava pubblicizzava affatto . Infatti ecco la sua promozione ufficiale
L'INFINITO: IL CONCEPT ALBUM DI ROBERTO VECCHIONI IN USCITA IL 9 NOVEMBRE
A distanza di cinque anni dall’ultimo lavoro discografico, il 9 novembre esce “L’infinito”, il nuovo album di Roberto Vecchioni, già in preorder in versione autografata a questo link: https://musicfirst.it/609-roberto-vecchioni-l-infinito Il lavoro racchiude 12 brani inediti, con musica e parole del Cantautore, e sarà disponibile in formato CD, in edizione Deluxe arricchita dal saggio “Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese” e in Vinile Limited Edition.L’album contiene l’eccezionale ritorno sulla scena musicale di Francesco Guccini che, per la prima volta, duetta con Roberto nel singolo “Ti Insegnerò a volare”, ispirato al grande Alex Zanardi, da oggi in radio!Un album manifesto, “non 12 brani - come spiega Vecchioni - ma un’unica canzone divisa in 12 momenti”, in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie: la necessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.
Inoltre concordo , leggendo più volte il testo , con quanto dichiarato sempre sul corriere dallo stesso V. : << (...) è una canzone simbolo, in cui la madre protagonista è in realtà una madre universale. Come Andromaca, la mamma di Cecilia nei Promessi sposi,Ida per la Morante o la Madre coraggio di Brecht. Al centro del pezzo ci sono le mamme del mondo, e i loro figli meravigliosi. Si fa accenno alla vicenda di Giulio, ma in maniera corretta e innamorata, senz'altro dalla sua parte. Per questo non credo di aver leso alcun diritto della signora, che conosco e a cui voglio bene». >>
Infatti , e lo dico sinceramente da quel poco che lo ascolto , perchè non credo che abbia bisogno di un avvocato di fiducia , è coerente con quello che dice . Infatrti Ricordo che qualche anno fa egli fu tra le vittime fu una band di ragazzini che s'imbucava alle feste dei figli della milano che conta per vandalizzare e rubare ma lui non pubblicizzo il fatto e la denuncia perchè , non ricordo con esattezza se lui o il padre di uno degli indagati era candidato in politica ed lui non voleva strumentalizzare la cosa . Inoltre da quello che mi ha raccontato un 'amica di mia madre la cui nipote l'ha avuto come insegnante al liceo Non credo che Vecchioni abbia bisogno di lucrare sulla morte di un ragazzo. È sempre stato dalla parte dei giovani.Infatti una sua fans scrive : << È sempre stato un cantautore "umano" ha sempre messo in piazza la vita , in primis la sua , ogni fatto di cronaca , bello o brutto che sia , appartiene al mondo e il mondo si esprime , lui lo ha fatto con le armi che ha a sua disposizione , lo ha fatto da padre , lo ha fatto con il ❤️ , la signora non lo ha capito , peccato...>>
Quindi parlatevi e chiarite questa incomprensione , rompete questo circolo vizioso fatto d'accuse \ scuse
P.s
riporto in appendice il testo integrale senza nessun altro commento onde evitare di ferire ulteriormente i genitori di Regeni a voi ogni commento
riporto in appendice il testo integrale senza nessun altro commento onde evitare di ferire ulteriormente i genitori di Regeni a voi ogni commento
--- Giulio ---
Vi chiedo solo di non far rumore
vi prego se potete fate piano
l’ho appena messo a letto che rideva
col suo Goldrake in mano
domani deve alzarsi e andare a scuola
e non lo deve avere il viso stanco
che lui ci tiene proprio
lo vedeste nel suo banco
Giulio è di là che dorme
Giulio è di là che dorme
e il vento che vien su da Grado
lo accarezza in fronte
Giulio è di là che dorme
Giulio è di là che dorme
e sogna un calcio di rigore
sogna un gelato enorme
Se vi sedete sta per arrivare
si è fatto grande
Giulio è proprio un uomo
“e gli uomini mi dice sempre
“madre si tengono per mano”
e adesso l’han chiamato in Inghilterra
all’università della Regina
io lo sapevo chi sarebbe stato,
già molto prima
Ma è ancora qui che dorme
è ancora qui che dorme
e si intravede appena il cielo al gioco delle tende
è ancora qui che dorme
è ancora qui che dorme
e passo in camera ogni sera a dargli un bacio in fronte
Ma cosa c’entra l’Africa stasera?
Ma cosa cosa mi venite a dire che l’hanno preso a botte
e non sapete che
e non si può capire
ma no che vi sbagliate, sarà un altro
vi confondete con un altro nome
non Giulio, no Giulio no
che a Giulio tutto il mondo voleva bene
31.1.19
Abbiamo smarrito il senso di ciò che succede , abbagliati dal pensiero dominante . ecco perché serve ricordare anche le giornate rompi come il 27 gennaio e il 10 febbraio
Infatti dopo " la giornata rompi del 27 gennaio "
Nonostante tutta l'ipocrisia ed il ricordo a senso unico e la rottura retorica ( ecco perché le definisco giornate rompi ) ricordo e scrivo post in merito . Infatti cerco il più possibile di farlo in maniera alternativa ed il più lontano possibile dai canoni ufficiali /istituzionali fatte (salvo eccezioni per lo più individuali ) di ricordi a senso unico e parziali ovvero come dice https://www.fanpage.it in :<< la Giornata della Memoria selettiva: ricordiamo i lager tedeschi ma non quelli italiani >> visto che ricordiamo ( salvo eccezioni ) Auschwitz, la Shoah \ olocausto \ genocidio e quindi i lager tedeschi ma non conosciamo la storia dei nostri campi di concentramento italiani in Libia, Eritrea ed Etiopia. Ed soprattutto quelli nei due campi Italiani usati dai tedeschi con la nostra complicità e collaborazione Fossoli ( in emilia romagna ) e La riviera di San Sabba (trieste) .
Una giornata della Vergogna per i crimini coloniali fascisti sarebbe doverosa nell’epoca di “Prima gli Italiani” come l'appena trascorsa giornata del 27 gennaio edizione 2019
Ecco perché, rispondo così a chi mi chiede perché da uomo di sinistra ricordo e celebro la giornata delle foibe , sempre in maniera alternativa per il suddetto motivo espresso nelle righe precedenti , il 10 febbraio ovvero il cosiddetto giorno del ricordo o giornata delle foibe che ha sempre e causa sempre polemiche e critiche per l'uso strumentale che se ne fa da una parte e dall'altra . Infatti
[....] da https://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_del_ricordo#Critiche_e_polemiche
L'istituzione del Giorno del ricordo venne tacciata di neofascismo e revanscismo, in quanto decontestualizzerebbe i massacri delle foibe dall'invasione della Jugoslavia, dai precedenti crimini di guerra italiani in Jugoslavia e dalla forzata italianizzazione delle terre di confine[74][75][76][77][78].
Critiche storiografiche[modifica | modifica wikitesto]Secondo Giovanni De Luna e Franco Cardini, il Giorno del ricordo, istituito quattro anni dopo il Giorno della memoria, si è di fatto contrapposto a quest'ultimo[79][80]. Filippo Focardi ha rilevato la contrapposizione del Giorno del ricordo - "tenuto conto della prassi e dello stile commemorativo - sia alla memoria della Resistenza sia alla memoria della Shoah sia alle celebrazioni del 25 aprile"[81]. Lo stesso studioso ha in seguito meglio precisato il suo pensiero: secondo Focardi, «il giorno in ricordo delle foibe, fortemente voluto da Alleanza Nazionale, si è caratterizzato per una costruzione della memoria imperniata sulla denuncia della violenza comunista jugoslava contro gli italiani senza alcun riferimento al contesto storico, né alla precedente oppressione fascista delle minoranze slovene e croate incluse nel Regno d'Italia dopo la Grande Guerra, private della loro lingua e della loro cultura, né ai crimini commessi dal 1941 al 1943 dalle armate di Mussolini; antecedenti che almeno in parte spiegano la "controviolenza" successiva (animata però anche da radicali progetti annessionistici). Si è così proposta una memoria modellata sulla narrazione di matrice neofascista sviluppata fin dall'immediato dopoguerra, che riversa esclusivamente sulla Jugoslavia di Tito l'accusa di aver commesso crimini efferati in nome di un odio antitaliano votato alla pulizia etnica e giunge iperbolicamente a equiparare le foibe alla Shoah (si è parlato infatti di "Shoah italiana"). Risultano in questo modo del tutto trascurati sia le reali dimensioni del fenomeno sia i risultati della storiografia italiana e internazionale che ha indagato a fondo, ponendola in un più generale quadro europeo, l'evoluzione dei rapporti fra le popolazioni di origine italiana e slava di quelle regioni, nonché le violenze e i torti reciproci»[82].
Enzo Collotti ha invece rilevato come "delle vittime delle foibe e dei dolori e delle sofferenze di coloro che condivisero l'esodo istriano ai politici che ne vogliono monumentalizzare il ricordo in un secondo ambiguo giorno della memoria interessi relativamente poco. Sono in gioco esclusivamente interessi elettorali (...). Ad una cultura legata ai valori della Resistenza e dell'antifascismo (...) si va sostituendo una cultura diffusa fatta (...) di vere e proprie falsificazioni". Collotti definì il Giorno del ricordo "un ambiguo contraltare del Giorno della memoria"[83].
"Forti perplessità" sono state espresse anche da parte dello storico del colonialismo italiano Angelo Del Boca, il quale ha fra l'altro definito la commemorazione "una battaglia strumentale della destra in contrapposizione alla Giornata della Memoria, a cui i partiti di sinistra si sono adeguati per non lasciare il monopolio assoluto all'altra fazione"[84]. Gustavo Corni ha invece rilevato come l'istituzione del Giorno del Ricordo sia stata progettata "come possibile elemento unificante e legittimante di un nuovo patriottismo" fortemente avallato dal centrodestra italiano.[85]Critiche alla ricorrenza sono state espresse a vario titolo anche da altri storici accademici, intellettuali ed associazioni italiane, quali Angelo d'Orsi[86], Davide Conti[87], Paolo Rumiz[88] e l'ANPI[89]. Altre critiche - in particolare riferite al discorso del 2006 di Ciampi - furono espresse sia dallo scrittore Antonio Tabucchi[90] che dallo storico triestino Galliano Fogar, azionista ed esponente di punta del CLN triestino, che criticò pure alcune precedenti affermazioni di sostegno alla proposta di Menia di istituzione del Giorno del ricordo da parte di Fassino e Violante, e parlò di memoria dimezzata e di rimozione del fascismo e dei crimini di guerra italiani in Jugoslavia quali terreno di coltura delle successive violenze postbelliche da parte jugoslava[91].
ed anche molte sempre secondo la stessa fonte critiche storiografiche
Secondo Giovanni De Luna e Franco Cardini, il Giorno del ricordo, istituito quattro anni dopo il Giorno della memoria, si è di fatto contrapposto a quest'ultimo[79][80]. Filippo Focardi ha rilevato la contrapposizione del Giorno del ricordo - "tenuto conto della prassi e dello stile commemorativo - sia alla memoria della Resistenza sia alla memoria della Shoah sia alle celebrazioni del 25 aprile"[81]. Lo stesso studioso ha in seguito meglio precisato il suo pensiero: secondo Focardi, «il giorno in ricordo delle foibe, fortemente voluto da Alleanza Nazionale, si è caratterizzato per una costruzione della memoria imperniata sulla denuncia della violenza comunista jugoslava contro gli italiani senza alcun riferimento al contesto storico, né alla precedente oppressione fascista delle minoranze slovene e croate incluse nel Regno d'Italia dopo la Grande Guerra, private della loro lingua e della loro cultura, né ai crimini commessi dal 1941 al 1943 dalle armate di Mussolini; antecedenti che almeno in parte spiegano la "controviolenza" successiva (animata però anche da radicali progetti annessionistici). Si è così proposta una memoria modellata sulla narrazione di matrice neofascista sviluppata fin dall'immediato dopoguerra, che riversa esclusivamente sulla Jugoslavia di Tito l'accusa di aver commesso crimini efferati in nome di un odio antitaliano votato alla pulizia etnica e giunge iperbolicamente a equiparare le foibe alla Shoah (si è parlato infatti di "Shoah italiana"). Risultano in questo modo del tutto trascurati sia le reali dimensioni del fenomeno sia i risultati della storiografia italiana e internazionale che ha indagato a fondo, ponendola in un più generale quadro europeo, l'evoluzione dei rapporti fra le popolazioni di origine italiana e slava di quelle regioni, nonché le violenze e i torti reciproci»[82].
Enzo Collotti ha invece rilevato come "delle vittime delle foibe e dei dolori e delle sofferenze di coloro che condivisero l'esodo istriano ai politici che ne vogliono monumentalizzare il ricordo in un secondo ambiguo giorno della memoria interessi relativamente poco. Sono in gioco esclusivamente interessi elettorali (...). Ad una cultura legata ai valori della Resistenza e dell'antifascismo (...) si va sostituendo una cultura diffusa fatta (...) di vere e proprie falsificazioni". Collotti definì il Giorno del ricordo "un ambiguo contraltare del Giorno della memoria"[83].
"Forti perplessità" sono state espresse anche da parte dello storico del colonialismo italiano Angelo Del Boca, il quale ha fra l'altro definito la commemorazione "una battaglia strumentale della destra in contrapposizione alla Giornata della Memoria, a cui i partiti di sinistra si sono adeguati per non lasciare il monopolio assoluto all'altra fazione"[84]. Gustavo Corni ha invece rilevato come l'istituzione del Giorno del Ricordo sia stata progettata "come possibile elemento unificante e legittimante di un nuovo patriottismo" fortemente avallato dal centrodestra italiano.[85]Critiche alla ricorrenza sono state espresse a vario titolo anche da altri storici accademici, intellettuali ed associazioni italiane, quali Angelo d'Orsi[86], Davide Conti[87], Paolo Rumiz[88] e l'ANPI[89]. Altre critiche - in particolare riferite al discorso del 2006 di Ciampi - furono espresse sia dallo scrittore Antonio Tabucchi[90] che dallo storico triestino Galliano Fogar, azionista ed esponente di punta del CLN triestino, che criticò pure alcune precedenti affermazioni di sostegno alla proposta di Menia di istituzione del Giorno del ricordo da parte di Fassino e Violante, e parlò di memoria dimezzata e di rimozione del fascismo e dei crimini di guerra italiani in Jugoslavia quali terreno di coltura delle successive violenze postbelliche da parte jugoslava[91].
quindi per evitare sia quello che dice nel video citato all'inizio sia per evitare che simili cose si ripetano e ritornino l, lo so che sembrerò retorico ed ripetitivo , ma non mi viene in mente altro , ricordiamo . Soprattutto che la storia sia usata per speculazione e strumentalizzazione politica ( vedi il 10 febbraio per rimanere al caso italiano ) , non basta quanto lo è stata nel secolo scorso
2.8.12
Rom bastardo: indagine sul nuovo razzismo
Mentre mi pongo vedendo sia il video fatto su un discorso di de Andrè sui i Rom e leggendo e vedendo ( lo trovate sotto ) questo documentaario di focus storia mi chiedo , oltre alle domande sotto riportate , ma quante sono le menti umane capaci di resistere alla lenta, feroce, incessante, impercettibile forza di penetrazione dei luoghi comuni [ e della retorica aggiunta mia ] ? ( Primo Levi 1919 – 1987 ) . Sporchi, ladri, farabutti, scansafatiche e contrari a ogni integrazione? Oppure cittadini normali con una loro cultura, usanze e stili di vita? Chi sono i rom?Da queste domande parte un documentario realizzato dai giornalisti e collaboratori di Focus Carolina Borella, Franco Capone e Andrea Minoglio che cerca di analizzare e smontare alcuni dei luoghi comuni sui rom, oggi oggetto di una campagna discriminatoria e razzista.
Il titolo è volutamente provocatorio “Rom bastardo”. Perché lo si è scelto? "Romeni bastardi” è la scritta che campeggia su un muro di fianco a un gruppo di case a Pavia, dove vivono alcune famiglie di rom. Segno evidente di un doppio luogo comune e, soprattutto, del un nuovo clima di razzismo dilagante, oggi, in Italia. Quello che vuole tutti i romeni inevitabilmente rom. E quello che vuole tutti i rom inevitabilmente “bastardi”. Non a caso “ve ne dovete andare bastardi” era anche la frase più urlata dalla gente a Napoli mentre venivano bruciate le baracche di un campo rom.Imparare dalla storia?
“Stirpe di Caino” avrebbero invece detto i notabili dei governi autoritari europei di quattro secoli fa, quando iniziarono a porre quel marchio razziale che indusse i nazisti a sterminare, assieme agli ebrei, mezzo milione di rom. Ma i rom sono davvero “sporchi, nomadi, ladri”? Sono loro a produrre “sporcizia” o alcuni italiani, invece, li usano come alibi per le proprie discariche esistenti proprio vicino ai loro campi? È vero che rifiutano l’integrazione, la scuola, il lavoro, la casa? E perché se un italiano ruba è un ladro, ma se un rom ruba tutti i rom sono ladri o, ancora peggio, assassini?
a voi la parola , poi vi dico la mia , anche se credo che si sappia leggere quello che scrivo o mi conosce sappia già la mia risposta .
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