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30.8.25

“Il sionismo fallimento totale dell’ebraismo, che ipocrisia su Israele unica democrazia in Medio Oriente”, parla Moni Ovadia

unita.it  tramite  msn.it

Moni Ovadia è tante cose. Attore, cantante, musicista, scrittore. Soprattutto, è uno spirito libero, coscienza critica che sa andare controcorrente, alla faccia del pensiero unico veicolato dalla comunicazione mainstream. Su Israele, ad esempio.
A Gaza è una mattanza senza fine. I gazawi muoiono sotto i bombardamenti, per fame, per mancanza di cure mediche, ma in Italia si disserta sulla Mostra di Venezia e se è corretto l’uso del termine genocidio per Gaza. Che Italia è questa, Moni Ovadia?
Un Paese che vive di falsa coscienza, retorica, ipocrisia e provincialismo infinito. Un Paese irredimibile

da questo punto di vista. È più grave la parola che lo sterminio. Questi siamo noi. Non tutti, grazie a Dio. L’Italia è un Paese strano: la sua classe politica è devastante, ma una parte della sua gente è straordinaria. Sai che il 66% degli italiani è convinto che la guerra in Ucraina sia stata provocata dagli Stati Uniti e dalla Nato? Il 66%! È una indagine del Censis, roba seria.
In tutto questo, quanto c’è di responsabilità anche della comunicazione e della stampa?
Totale. Ti faccio il caso mio, ma ti prego di prenderlo con tutta la modestia possibile e immaginabile. Io credo di essere una persona che si sia occupata di questa questione da sempre. Non hanno il coraggio di invitarmi a un talkshow. Mi tengono fuori. Ci sono io, c’è Luisa Morgantini di Assopace Palestina più ancora di me. Ma non ci chiamano. Chiamano le compagnie di giro.
Perché?
Perché sono vigliacchi. Sono pavidi vigliacchi. Avrai letto il testo, che condivido parola per parola, di Ariel Toaff. Cosa gli ha detto alla fine: adesso provate a bannarmi, vigliacchi miserabili. Gente che crede di salvarsi facendo tacere le voci di quelli che hanno il coraggio di dire cose scomode.
Qual è per Moni Ovadia la cosa più scomoda che oggi andrebbe detta alla diaspora ebraica?
La cosa più scomoda? Che il sionismo è il più grande fallimento di tutta la storia ebraica. Dall’11 al 13 agosto c’è stato a Vienna il primo Congresso mondiale degli Ebrei antisionisti. Naturalmente nessuno ne ha dato notizia. Eppure, sarebbe stato interessante coglierne gli umori, riportarne le motivazioni, anche criticamente se vuoi. Niente di niente. Io sono abbastanza d’accordo con le due linee dell’ortodossia ebraica che dicono che lo Stato sionista è blasfemo sul piano ebraico e criminale sul piano umanitario. Più fallimento di così! Guarda che l’antisionismo è fondato nel Talmud: gli ebrei non devono avere una sovranità nazionale. Perché il sogno di Eretz Israel è tutt’altro che una nazione. Sai cos’è Eretz Israel? È una Terra dove vivi da straniero tra gli stranieri. Per questo diventa Santa. I sionisti hanno scambiato l’idea della Terra promessa con la promessa di una Terra. Che è tutt’altro. C’è un versetto del Levitico, quello in cui Dio disse agli ebrei di creare il Giubileo, una specie di rivoluzione sociale ogni cinquant’anni. Il versetto dice anche (Moni lo recita in ebraica in una cantilena armoniosa, ndr): “La Terra non verrà venduta in perpetuità, perché la Terra è mia. La Terra è di Dio, non dell’uomo”. E poi prosegue rivolgendosi al popolo ebraico: “Tu vi abiterai come soggiornante straniero, insieme agli stranieri che godranno dei tuoi stessi statuti. Ricordati che sei stato in terra d’Egitto!”. E l’ultimo pezzettino del verso dice: “Perché voi tutti davanti a me siete solo stranieri soggiornanti”. Un brillante traduttore delle Scritture, proprio questa estate, ha tradotto in italiano: “Perché voi tutti, davanti a me, siete solo meticci avventizi”. La parola straniero, Gher in ebraico, in ebraico biblico vuol dire straniero, residente e convertito. I sionisti sostengono che si riferisce solamente al convertito. Io dico no, perché c’è scritto: ricordati che fossi straniero in terra d’Egitto. Gli ebrei non erano convertiti in terra d’Egitto, erano stranieri, schiavi. Il sionismo è proprio il fallimento totale dell’ebraismo. Totale.
Da cittadino del mondo, da ebreo antisionista, da uomo di cultura, cosa provi di fronte alle immagini di quei bambini di Gaza ridotti a scheletri umani?
Come essere umano provo lo stesso orrore di quando ho saputo della Shoah. Lo stesso orrore. Vedo riprodursi la logica e la mentalità nazista. L’aveva già detto un grande sionista, Yeshayau Leibowitz. Nel 1968, Leibowitz, un fervente sionista grande studioso dell’ebraismo, disse, dopo la Guerra dei Sei giorni: “Restituite quei territori immediatamente, altrimenti questo Paese assisterà alla nascita del giudeonazismo”. Non ti dico la valanga d’improperi che gli vomitarono addosso. Lui aveva capito tutto. Come essere umano vedo lo stesso orrore. E come ebreo sento il più grande tradimento che io abbia ricevuto nella mia vita.
Eppure, c’è ancora chi, in Italia, definisce Israele l’unica democrazia in Medio Oriente.
Quando ti dicevo della retorica, dell’ipocrisia. Questa è una grande cavolata, per usare un eufemismo. Una democrazia non si comporta così. Anche se oramai l’Occidente ha accettato che l’importante è che tu vada a votare ogni quattro-cinque anni, se poi stermini un popolo, pazienza. Questo sarebbe la democrazia! L’Occidente è fallito. E noi che sosteniamo il popolo palestinese, i gazawi, noi stiamo combattendo per la salvezza dell’umanità, altrimenti l’umanità sprofonderà nella più abissale barbarie in cui abbia mai vissuto.
Tu che giri l’Italia, sia per i tuoi spettacoli teatrali sia per tanti dibattiti, che rispondenza stai trovando su questo tema soprattutto da parte dei giovani?
Ottima. I giovani che incontro sono molto vivi. Vedi, io avevo un sentimento, sapevo che facevo parte di una gente che era sopravvissuta ad uno sterminio. Ma sai quando c’è stata la svolta della mia vita?
Quando e perché?
Quando Luciano Segre, professore di storia nella mia scuola, ero al primo liceo, fu incaricato di fare la commemorazione del 25 Aprile, dagli altoparlanti che avevano appena installato. E lui fece un’ora memorabile, mettendo la resistenza antifascista in relazione con la lotta di classe. La mia vita svoltò di colpo. Avevamo maestri allora, grandi maestri. I giovani hanno bisogno di maestri del genere. A loro ripeto: chi è indifferente è già colpevole. Schierarsi è un dovere morale. L’ho scritto e lo ripeto a te che scrivi su un giornale che su Gaza ha preso coraggiosamente posizione. Un giorno, quando i peggiori dittatori del futuro compiranno crimini indicibili con apparente legittimità, e qualcuno proverà a invocare i diritti umani, essi potranno rispondere: “Zitti, buffoni. Cosa avete fatto con la Palestina?”. E avranno ragione. Non avremo più titolo per parlare. Dobbiamo riconquistarci quel titolo, ricostruire la nostra credibilità morale. L’umanità ha impiegato secoli per arrivare alla Dichiarazione universale dei diritti umani. I cosiddetti democratici occidentali l’hanno calpestata. Hanno fatto carne di porco della legalità internazionale. Io non ho ricette in tasca. Ma so una cosa: dobbiamo alzare la voce, e farlo con forza. Basta understatement, basta diplomazie. C’è una sola soluzione, limpida, netta, necessaria: uno Stato unico per tutti gli abitanti della Palestina storica. Tutti con gli stessi diritti. Tutti, fino all’ultimo. Persino il diritto di camminare deve essere garantito. non si illudano gli indifferenti. Gramsci, che de l’Unità è stato il fondatore, ce l’ha insegnato: sono i più detestabili, i più codardi, perché non si assumono la responsabilità della storia.
Cosa si prova quando – se si intraprendono certe battaglie e si definisce quello che accade a Gaza un genocidio – si è tacciati di antisemitismo?
Guarda, le parole nella società occidentale hanno perso il loro senso. C’è stato uno sterminio delle parole. La mia amica Valentina Pisanty ha scritto in proposito un bellissimo saggio, La parola bloccata, in rapporto all’antisemitismo. È uno strumento micidiale che è usato strumentalmente, in maniera vergognosamente cinica, per distruggere il pensiero critico. Io combatto questa accusa, come se mi dicessero fascista. E ti dico un’altra cosa, a proposito dell’uso strumentale di questa parola, così come della Shoah (la peggiore forma di blasfemia): i sionisti sono antisemiti. Vuoi un esempio?
Certo che sì.
Quando ci fu l’attentato al Bataclan, a Parigi, e contemporaneamente al supermarket kosher, Netanyahu corse a Parigi a esibirsi e disse agli ebrei francesi: venite in Israele, non siete più sicuri qui. Questa cosa fece incavolare alla grande il rabbino capo francese, perché gli ebrei francesi stanno benone lì dove sono. Aldilà di questo episodio, comunque emblematico, scrissi in un mio libro che c’era una latenza antisemita nel sionismo. Io dissi che Bibi vuole finire il lavoro di Hitler: niente ebrei in Europa. Ma perché, un ebreo non può vivere dove pare a lui? La linea revisionista del sionismo, quella da cui proviene Netanyahu, prese contatto con i nazisti, dicendo: noi abbiamo lo stesso obiettivo, voi volete cacciare gli ebrei dall’Europa, non li vogliamo prendere nella Terra d’Israele.
C’è chi ha scritto e detto che a Gaza è morta l’umanità. A Gaza sta morendo anche la speranza?
Se non sta morendo è in condizioni disperate. Il 31 agosto partirà dall’Italia la Global Sumud Flotilla, centinaia e centinaia di imbarcazioni che vengono da quaranta Paesi. È una iniziativa di straordinaria significanza che va sostenuta in ogni dove. Vedi, il mio sogno sarebbe una marcia di tre-quattro milioni di persone che si muovono verso Gaza.
In Israele c’è chi scende in piazza contro Netanyahu e il suo governo...
Sostanzialmente per gli ostaggi. Hai visto sventolare bandiere della Palestina o ascoltato slogan per i palestinesi? In Israele ci sono minoranze illuminate, coraggiose, ma sono piccole. Israele o capisce che la sua storia è finita e accetta uno Stato binazionale o finirà in una guerra civile.
Riconoscere lo Stato palestinese. Se non ora, quando?
Riconoscere una virtualità…Comunque va benissimo. L’importante è non fermarsi all’enunciazione, ma agire di conseguenza fintantoché quello Stato non sia realizzato nei territori stabiliti dall’Onu con risoluzioni che Israele ha bellamente ignorato. E poi, come chiede il movimento pacifista, l’Italia come minimo dovrebbe porre fine alla ignobile vendita di armi a Israele, bloccare ogni accordo commerciale, come si fece per l’apartheid in Sudafrica. E qui è molto più grave che in Sudafrica.

25.5.25

DIARIO DI BORDO ANNO III speciale conflitto in israele : combattere il sionismo ma senza discriminare le persone , disinformazione sul genocidio a Gaza , l'esercito israeliano usa i palestinesi come scusi umani ., come mai i fans di israele e della sua politica non accusano anche gli ebrei ultra ortodossi ed antisionisti di essere antisemiti ?

N.b - Poi è impossibile riportare qui tutti gli aggiornamenti continui v'invito a seguire il mio account fb https://www.facebook.com/redbeppeulisse2/

 << L’errore di questa signora è stato questo, di non chiamarli col loro vero nome, sionisti. Io capisco il sentimento di questa donna, la sua indignazione >> infatti Caro Moni Ovadia << ci sono anche degli israeliani che sono contro, sono minoranza ma ci sono. Allora non puoi dire vietato agli israeliani. Israeliani è troppo generico. >> Ma pur odiando il sionismo   come     ho già  detto  nel  post  << tutto quello che  so  sul sionismo e   sulla  palestina    ) perchè da come tutti i movimenti nazionalisti , degera causando atrocità come quelle che hanno caratterizzato la storia degli ultimo due secoli e le cui scorie inquinano i rapporti tra le persone e gli stati , non concordo quando dici : << Io avrei messo un bel cartello vietato ai sionisti. >> . Perché un conto è combattere tale ideologia un altro è discriminare le persone   anche se   è  difficile  in  momenti  come questi    dove   secondo un recente  sondaggio metà  degli israeliani approva  lo sterminio  dei palestinesi a  Gaza    Comunque ottima la tua iniziativa : << Stiamo cercando di costruire una rete italiana di ebrei antisionisti, e ci sono anche due israeliani >> detta a margine della manifestazione contro il riarmo in piazza San Babila a Milano, commentando la notizia della commerciante milanese che ha esposto fuori dal suo negozio il cartello di divieto di ingresso ai cittadini israeliani.
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   come    mai   i pro israeliani   non   dicono   niente  e  tacciono  , mettendo da  parte  l'equazione  antisionista  = antisemita     riservata   a   propal     o   a  coloro  che     sono  contro  la  politica 
israeliana  ,    su  alcuni  rabbini ultra  ortodossi   .  alcuni   dei    quali vivono negli Stati Uniti, altri nel quartiere Mea Shearim di Gerusalemme. All'ingresso di molte loro abitazioni c'è un cartello che afferma "gli ebrei non sono sionisti".  in particolare   Ysroel Meir Hirsch, ebreo ultraortodosso egli fa parte del gruppo "Neturei Karta", Guardiani della città. Rabbini che affermano che il sionismo abbia strumentalizzato l'Olocausto per giustificare le violazioni di diritti umani. IL quale ha affermato che « L’esistenza dello Stato di Israele è criminale, fondata e, ancora oggi, gestita da terroristi. La sua continua occupazione e le sue azioni selvagge vanno contro anche i più elementari standard di umanità e sono una colossale violazione dell’ebraismo. Ora i sionisti stanno distruggendo Gaza, lasciando i suoi tormentati abitanti senza le necessità umane di base: cibo, acqua, riparo, carburante ed elettricità. Il sistema sanitario è al collasso ed il numero di feriti e mutilati è spaventoso. Senza mezzi termini, i sionisti stanno commettendo un genocidio. »
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Io non posso sapere quale sia la verità, se chi affama la popolazione di Gaza sia Israele che non fa passare i camion o Hamas sequestra i convogli degli aiuti per rifornirsi sulla pelle dei civili 
perché ormai la menzogna e la manipolazione imperano su tutti i fronti . Ma certe notizie come questa

Gaza, Mohammad Yassin aveva 5 anni: è morto di fame a causa dal blocco israeliano agli aiuti umanitari Mohammad Mustafa Yassin, 5 anni, è morto all’ospedale al-Ahli Arab Baptist. I medici hanno confermato che la causa del decesso è stata una malnutrizione prolungata.
Un bambino di cinque anni è morto a causa della grave malnutrizione che affligge la popolazione della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche locali, secondo cui il decesso è direttamente legato al blocco degli aiuti imposto da Israele. La notizia è stata confermata anche da Hala Abou-Hassira, ambasciatrice dello Stato di Palestina in Francia. ..... ( non ce la faccio a leggere oltre ho le lacrime agli occhi ) continua su:
https://www.fanpage.it/esteri/gaza-mohammad-yassin-aveva-5-anni-e-morto-di-fame-a-causa-dal-blocco-israeliano-agli-aiuti-umanitari/ )
Ora anche se tale notzia dovesse essere falsa e fosse vero come voi dite che i palestinesi non sono morti di fame stenti, resta la questione di quelli che sono morti sotto le
bombe. Come esempio quella famiglia di una pediatra 9 figli su 10 uccisi ,( foto a destra ) il marito gravemente ferito è in terapia intensiva sono rimasti solo lei e un figlio .
Ammesso che sia vero ciò che dite, volete negare le altre migliaia di bambini morti sotto le bombe?
ma la vostra coscienza l'avete buttata nel cesso e tirato lo sciacquone? è uno sterminio senza se e senza ma. Assassini.














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e    poi  dicono  che è  Hamas   ad  usare i  civili    come  scudi Umani   .   dopo    L’inchiesta di Haaretz  ( giornale   israeliano )   sull’uso dei palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano 


Le indagini sull’uso di palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano

Una nuova inchiesta di AP( agenzia   distampa  Usa  )   ha raccontato che la pratica è sistematica




  Infatti   tali nefandezze vengono confermate da un ex soldato israeliano


.....   

Non sapevo che in italia è  in europa ci fosse un'allergia  alle bandiere palestinesi e al loro  sventolio pacifico  

«Sono stata identificata dai carabinieri perché sventolavo la bandiera della Palestina al Giro d'Italia». Lo ha raccontato Cristina Guarda, europarlamentare per Europa Verde, con un video sui social. «Facevo il mio, da essere umano, cittadina e politica: manifestavo per più di 50.000 vittime e i milioni di palestinesi oppressi, consumati da fame e sete, dilaniati da bombe e fuoco», ha scritto. I carabinieri, ha aggiunto, «hanno fatto un po' più del proprio dovere, identificandomi solo dopo avermi chiesto che bandiera sventolassi».


e    A Milano è accaduto questo. E racconta moltissimo del tempo in cui viviamo. Il sindaco Beppe Sala meritoriamente ha appeso alla finestra di Palazzo Marino un sudario per Gaza per mostrare vicinanza a livello personale e istituzionale alle vittime di Gaza .E, per questa semplice ragione, è finito nel mirino della Brigata ebraica milanese che lo ha accusato apertamente di “non essere il sindaco di tutti”. Come se esporre un sudario
per 50.000 morti civili innocenti ammazzati fosse “di parte”. È di parte, sì: dalla parte di chi resta ancora umano.
E mi è piaciuta stasvolta particolarmente la risposta del sindaco per fermezza e misura.“Se per essere il sindaco di tutti bisogna non esprimere opinioni, io non posso essere così. Io rispetto la comunità ebraica, il popolo ebraico, la sua storia e le sue sofferenze, e sono sempre stato critico con Hamas, ma rispetto il popolo palestinese e soprattutto non rispetto quello che fa Netanyahu. Quello che sta facendo a Gaza è intollerabile e tutte le nostre coscienze si devono ribellare”. Più chiaro di così.





Concludo questa carrellata d'eventi chiedendomi Ma è mai possibile che le comunità ebraiche salvo poche voci isolate ad esempio , Edith Bruck ha 94 anni sopravvissuta all'olocausto \ shoah --- Non qualche pericoloso sovversivo con la kefiah e la bandiera palestinese come accusano i filo israeliani . Accusate anche lei di antisemitismo ora, se avete il coraggio. -----  

 << Quello che accade a Gaza è molto, molto doloroso per me, e credo che sia lo stesso per tutti” ha detto al ‘Quotidiano nazionale’. “Netanyahu sta provocando uno tsunami di antisemitismo, perché tutti identificano gli ebrei con il governo israeliano. Ma la maggioranza degli ebrei e degli israeliani non è assolutamente d’accordo col governo Netanyahu”. “Ma non basta. Gli israeliani devono protestare di più. Non solo il sabato, ma tutti i giorni, anzi giorno e notte. Anche assediando la casa-bunker di Netanyahu e della moglie. Questo è il momento di ribellarsi. Tutti, nell’esercito, dovrebbero ribellarsi e non eseguire ordini che sono disumani. Bisogna dire di no”. 
E poi:
<<Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti. Ricordo le fibbie sulle cinture delle SS ad Auschwitz: c’era scritto “Gott mit uns”, Dio è con noi. Quando uscii dal campo mi dissi: povero Dio, in nome tuo hanno ucciso milioni di persone Le vite dei palestinesi a Gaza vengono trattate come vite di serie b. È l’ora di creare uno Stato palestinese, a quel punto cambierebbe tutto”.


ancora non riescano a prendere coscienza e distanza dalla politica d'Israele che sta facendo danni oltre che al popolo palestinese anche a loro stessi ?? con questo è tutto alla prossima si deus cherete e sos carabineris permittinis (    cit   musicale    )  

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