Visualizzazione post con etichetta neomelodici. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta neomelodici. Mostra tutti i post

5.11.24

non so chi è peggio tra trap e neomelodici ( ovviamente senza generalizzare ) "Frat'mio", "Lione", "Amo'": i post che esaltano gli omicidi, a Napoli, e le armi «facili» nelle mani dei ragazzi

  di  cosa  stiamo  parlando  




Dice: «Gli zingari». Dove hai preso la pistola? «Dagli zingari». E sarà pure vero. E se è vero, certo non lo ha scoperto guardando Gomorra, anzi forse è stato uno come lui a spiegarlo a quelli di Gomorra come fanno i ragazzini a procurarsi una pistola. Anche sporca, che ha già sparato e magari chissà se non pure
ucciso.Dettagli.
Ai ragazzini protagonisti di questo crimine senza clan né boss che sta facendo piangere Napoli, ragazzini che vivono nei social con le loro pose caricaturali da trapper sfigati, basta solo avercelo il ferro, estensione mortale di un coraggio che non hanno, perché nemmeno a botte sanno fare, alzano le mani soltanto se sono in gruppo contro uno. Altrimenti fanno tre passi indietro, come Francesco Pio Valda sul lungomare di Mergellina, o si mettono al riparo in macchina, come il diciassettenne che l’altra sera ha ucciso Santo Romano. E quando si sentono al sicuro sparano. E uccidono chi capita. Uno che sta lontano per i fatti suoi, uno che è a due metri ma non ha alcuna intenzione di litigare.
Tutto per poter tornare poi nello schermo del loro smartphone e scattare selfie con aria da dannati e pose sempre quelle. E postare frasi di addio, perché lo sanno che il futuro sarà in cella, a ragazzine che li dimenticheranno in cinque minuti, e raccogliere la solidarietà degli amici, perché chi uccide e si farà il carcere è uno tosto, e merita rispetto. E allora ecco quei post pieni di ftrat’ mio, lione, amo’. Sì anche amo’: come se lo dicono le ragazze se lo dicono anche i ragazzi. Ma virilmente, loro.
È questo il mondo di chi ha ucciso Santo, di quel Francesco Pio Valda che uccise in via Caracciolo Francesco Pio Maimone, di quello che uccise Giogiò Cutolo .
Ora la Procura minorile ha deciso che mai più i social saranno terra di nessuno, dove esaltare il crimine e onorare i criminali. Dopo il fermo del diciassettenne che ha ucciso Santo, il pm ha aperto un fascicolo delegando la polizia giudiziaria a individuare gli autori dei post in cui è possibile configurare violazioni al codice penale. E dove gli autori saranno minorenni, l’indagine riguarderà anche i loro genitori,responsabili dell’attività social dei figli.
È un provvedimento per molti versi rivoluzionario, e servirà ora trovare le tecnologie adatte per bloccare i post sui quali le piattaforme non interverranno autonomamente Su questo tema il procuratore minorile Maria de Luzenberger è netta: «C’è una generazione che è cresciuta violenta, anche in Rete. Giovanissimi che non fanno parte della camorra ma hanno una cultura camorristica».
Eppure non è questa — o non è solo questa — la peggiore emergenza sociale di Napoli. È l’accesso alle armi, la facilità con la quale certi ragazzini riescono a entrare in possesso di una pistola che diverrà compagna delle loro uscite serali e che prima o poi troveranno il modo di usare.
La mamma di Giogiò, Daniela Di Maggio, davanti alla bara del figlio disse che esistono due Napoli: una che ha le armi e spara e una che può solo augurarsi di non trovarsi mai sulla traiettoria dei proiettili. È triste e non è una visione ottimistica né progressista. Ma è vera. E tutto quello che i carabinieri e la questura hanno fatto — controlli, sequestri, appelli sui social, manifesti — è certamente servito, ma non basta più.
Dal 2021 al 2023 solo i carabinieri hanno sequestrato seicento armi da fuoco, e il comandante provinciale, il generale Enrico Scandone,ci ha messo più volte la faccia girando video-appelli rivolti ai giovani. Eppure Santo è stato ucciso, Giogiò è stato ucciso, Francesco Pio è stato ucciso. Pure Emanuele Tufano è stato ucciso, pure se lì la dinamica è stata diversa, ma aveva comunque 15 anni. E allora finché non ci sarà una indagine capace di prosciugare il sistema di circolazione delle armi al quale si rivolgono i minorenni, qualcuno di loro ucciderà ancora. E poi,quando lo prenderanno, dirà: «La pistola? l’ho comprata dagli zingari». E farà spallucce.

  
Infatti  in rete   ci  si divide      su  dichi è la responsabilità   .  Ecco uno stralcio di uan discussione  a cui ho partecipato    nei commenti   all?articolo  di  msn ,it  da cui è tratta  news  

user-4y76d0hm34
solo a napoli?? a parte le colpe dei genitori e del buonismo che ci ha portati al baratro

giuseppe scano
non solo ma anche lo stato     che non  offee   e  se  lo fa  u,n privato lo  blocca e rende  inutile  con  un asfissiante  burocrazia  ,   i centri  educativi     tipo oratori   o altro per  togliere  i  giovani dalla strada e  dall'illegalità. Ma  purtroppo  non sono solo pistole  vedi il caso di quella  ragazzina  doi  12  anni   del nord italia    che  ha  accoltellato  per  un  litigio    una compagna   di scuola . 

Andrea Picci
E sono questi gli eroi delle sinistre.
  • Giuseppe  Scano 
    ma perchè devi buttare in politica il disagio gioanile non ha partito ed ideologia politica . e ci coinvolge tutti nessuno escluso
 per  approfondire   l'argomento  neomelodici.  e  camorra  , ecc 

30.8.23

Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, ma poi bisogna assumersene le responsabilità e pagare le conseguenze se si viola la legge , i casi di Vannacci e di Daniele de Martino

 Si può dire, scrivere, cantare tutto? Si può schermare ogni cosa dietro la libertà di parola e di opinione? Come noto questa estate il tema è stato ampiamente oggetto di dibattito per il libro (? )  di Roberto Vannacci. Ma c’è un’altra vicenda di questi giorni che ha diversi punti di contatto con la questione del volume del generale. È quella che riguarda l’annullamento dei concerti del cantante neomelodico Daniele De Martino nei comuni di Canosa e di Sant’Agata di Puglia dopo


che le relative Questure hanno rilevato elementi di “criticità” ed “esigenze di sicurezza e ordine pubblico”. Con un video dai suoi canali De Martino si difende “io non credo che cantare sia diventato un crimine”.
Facciamo un passo indietro. Daniele De Martino, al secolo Agostino Galluzzo, nato a Palermo nel 1995, è uno dei più famosi cantanti neomelodici, i suoi concerti fanno il pienone e i suoi social raccolgono centinaia di migliaia di follower, le sue canzoni su YouTube hanno milioni di ascolti. Nonostante l’entusiasmo dei fan, però, i testi delle sue canzoni, le performance durante feste private a casa di persone legate alla criminalità organizzata e la vicinanza dello stesso a personaggi di spicco di Cosa nostra, hanno indotto le autorità a vietare i suoi eventi. Per De Martino si tratta di un “accanimento contro i neomelodici” e argomenta: “è vero che in passato ho fatto 3 canzoni che parlavano di malavita, e anche se la malavita la vediamo tutti i giorni nei film, nelle fiction. In ogni caso quelle canzoni non le ho più cantate e le ho tolte dalle scalette dei concerti”. E allude al fatto che testi di quel genere siano acqua passata. Ma “Stanotte”, un pezzo nel cui video De Martino sembra essere un detenuto al 41-bis, è uscito 8 mesi fa. “Si nu pentito” è del 2021 e il testo recita: “sei un pentito, ci hai traditi, tu non vali niente, sei la vergogna della gente, uomo fallito [...] Non scordarti, pure tra cento anni ti posso trovare”. Nel 2019 a far discutere, invece, è il video di “Samara” - oltre 3 milioni di visualizzazioni - girato a Bari, nel quartiere San Paolo, dove il cantante e altri personaggi impugnano pistole e kalashnikov, e scorazzano senza caschi in cortei di scooter. Al 2017 risale “Comando io”, che dà voce a un figlio pronto a vendicare il padre ammazzato. È vero che questi temi sono oggetto anche di popolari fiction - De Martino cita “Mare fuori”- ma, per esempio, il regista e gli attori di questa serie e di altre simili non sono mai stati chiamati a esibirsi, come De Martino, a casa di persone vicine a organizzazioni criminali, a riprova del fatto che in queste opere non vi è un esplicito inneggiare al mondo di valori criminale. Su questo il cantante risponde: “Quando ci chiamano, dietro a un telefono, non possiamo sapere chi ci sta chiamando, è il mio lavoro: canto, vengo pagato e me ne vado”. E sulle foto che lo ritraggono con persone vicine a Cosa nostra dice: “ho fatto solo una foto con il cugino di mia nonna”. Il riferimento è a una foto con il boss Francesco Spadaro.
A difendere De Martino c’è un seguito di fan davvero impressionante e ci sono anche rappresentanti istituzionali. Come a Sambuceto, in provincia di Chieti, dove nonostante le polemiche di alcuni cittadini, De Martino si è esibito in una piazza gremita di persone, incassando pure la benedizione del parroco don Massimo D’Angelo: "mi sento in dovere di ringraziare e chiedere scusa a Daniele De Martino per le critiche violente e le accuse che hanno recato a lui solo perché Tutti siamo cattivi in una storia raccontata male".
Ecco, a sostenere la libera espressione di De Martino sono molti, moltissimi. Sono, diciamo, la maggioranza. Ed è qui che torna una delle questioni poste dal generale Vannacci: la democrazia come legge della maggioranza. Dove le minoranze non possono che adeguarsi, e se non lo fanno, se pretendono voce e diritti allora tradiscono una “dittatura della minoranza”. Dunque: è giusto vietare i concerti di un artista amato dalla maggioranza? Si può dire, scrivere, cantare tutto? Sì, si può. Ma poi ci si deve assumere le responsabilità: se Vannacci denigra la democrazia e i valori della Costituzione,le  diversità ,  è giusto che risponda di apologia di fascismo. Così come se De Martino esalta atteggiamenti di tipo mafioso allora è bene che gli sia impedito di farlo in posti  simbolo   come Canosa: una terra dove si registra uno dei più alti tassi di di criminalità d’Italia, caratterizzato dal primato dei furti di autovetture, ma anche da estorsioni, usura e spaccio di sostanze stupefacenti.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...