oltre questa riposta data sempre su fb a degli amici che volevano applicare questa slide
Hai ragione caro Gianpaolo Paolo Scolafurru
succede in tutte le rivoluzioni o rovesciamenti di dittature- ) o la gjuerra civile in spagna deglia nni 30 del secolo scorso come puoi notare da quersto cartone degli anni 50\60
Tratto
dall'omonimo libro di G. Orweel , è piuttosto fedele alla storia,
tranne alla fine in cui distorce un pochino gli eventi nel finale
rispetto all'opera originale che è più pessimista . Infatti Io Consiglio vivamente di leggere il libro ma se non hai nè tempo nè
voglia quantomeno di guarda questo cartone. e
capirai insieme a Passi Flora
che ha condiviso la stessa slide il 25 aprile
anche se non lo
si festeggia dev'essere allo stesso tempo ricordato per gl
stessi motivi che citate nella slide sopra contro cui bisogna
rincominciare a lottare perchè esse sono più subdole e peggiori di
quelle della prima metà del secolo scorso . Ecco perchè ora e
sempre resistenza ed ecco il punto da cui ripartire
Grazie all'amica Tina Galante che mi segue dagli esordi del blog ed ora su fb da cui ho condiviso dal suo fb la foto di Treccani.it
"Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. [...] Oggi ci vogliono due qualità a mio avviso cari amici: l'onestà e il coraggio. L'onestà... l'onestà... l'onestà. [...] E quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto: la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo. Se c'è qualcuno che dà scandalo; se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato!"
(Sandro Pertini, discorso del 31 dicembre 1983)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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11.2.15
Il giorno del ricordo a uso e consumo della Terza Repubblica ecco perchè sulle foibe non c'è ancora menoria condivisa e anse si continua cosi difficilmente ci sarà
Ecco perchè ricordo a 360° o al netto delle colpe come dicevo in un precedent post perchè la verità e la responsabilità in tragedia storiche come questa non sta mai da una parte sola e non è mai a senso unico ( o alkmeno cosi dovrebbe )
da http://contropiano.org/ di Mercoledì, 11 Febbraio 2015 09:19
di Davide Conti *
Quando nel 2004 venne istituito il “Giorno del ricordo” per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata l’Italia della “seconda repubblica” stava confusamente cimentandosi, attraverso una convergenza bipartisan, nella riscrittura della storia nazionale per legge.
La narrazione del passato aveva da sempre rappresentato un terreno di scontro politico tra i partiti e l’uso pubblico della storia in chiave revisionista aveva segnato non solo la crisi del paradigma fondativo della democrazia, l’antifascismo, ma soprattutto la piena legittimazione di una “dualità memoriale”, quella dei vinti equiparata a quella dei vincitori, nella quale le ragioni e i torti delle parti in conflitto venivano portate a sintesi da una semplificazione di linguaggi, gesti simbolici ed elementi di fatto che lambivano la parificazione di vittime e carnefici.
L’istituzione del “Giorno del ricordo”, impropriamente indicato nella ricorrenza della firma del Trattato di Pace di Parigi del 1947 visto che le violenze delle foibe si verificarono nel settembre ’43 e poi nel maggio ’45, si collocò come fattore di “riequilibrio” memoriale tra la sinistra e la destra come se la storia fosse una coperta con cui avvolgere la propria legittimità politica anziché faticosa verifica di fatti e processi complessi.
La riscrittura “condivisa” delle vicende storiche italiane comportò l’oblio su questioni centrali della nostra identità nazionale come il consenso al fascismo, le leggi razziali o i crimini di guerra compiuti dalle truppe del regio esercito, e rimasti impuniti, in Jugoslavia, Grecia, Albania, Urss e nelle colonie africane.
Le ragioni politiche di quello sciagurato “patto sulla memoria” coincisero con le esigenze dei partiti della seconda repubblica che riaffermarono su quel terreno la rispettiva legittimità a guidare il paese nella democrazia dell’alternanza.
Tutto ciò all’alba della nascente “terza repubblica”, quella senza Senato elettivo e imperniata sul Cancellierato forte, potrebbe apparire addirittura superato. Il fattore storico-memoriale sembra aver perduto da un lato la centralità valoriale della legittimità democratica, rappresentata dall’alterità fascismo-dittatura; antifascismo-libertà, e dall’altro quel significato generale di lettura e senso del rapporto tra passato e presente in grado di connettere tra loro vissuti e vicende generazionali tanto distanti a settant’anni dalla Liberazione.
In questo quadro, con la crisi della rappresentanza acuita da quella economica, il conflitto sulla memoria cambia forma e tende a risolversi in un complesso unificante quanto identitariamente indefinito che forse meglio di ogni altra cosa si identifica con la nozione del “partito della nazione”. L’oblio sui crimini di guerra italiani piuttosto che le strumentalizzazioni politiche delle drammatiche vicende del confine orientale e delle foibe sembrano perdere la loro stessa alterità, inglobate da una narrazione a-conflittuale, e tendenzialmente vittimaria, che tutto tiene insieme e dunque tutto equipara in modo indolore.
Così, aperto il settennato con la visita alle Fosse Ardeatine, il neo Presidente della Repubblica celebra pochi giorni dopo il “Giorno del ricordo” e l’immagine complessiva appare sempre più sfocata in un quadro della rappresentazione della storia patria che abbandonando la rielaborazione critica del passato si concentra sulla centralità di un presente senza storia.
* storico - da http://ilmanifesto.info
9.4.12
se va un altro fondatore della repubblica Miriam Maffai
Proprio mentre ascoltavo questa canzone
Leggo sui facebook la e poi cerco in rete , qui dal corriere della sera online d'oggi
Addio a Miriam Mafai
Signora scomoda e polemica del giornalismo e della sinistra
Miriam Mafai con Giorgio Napolitano in una foto d'archivioMILANO - Scomoda, polemica. E attenta osservatrice dei cambiamenti della società italiana. Miriam Mafai, editorialista di Repubblica, se n'è andata. E con lei si è persa una penna raffinata che ha fotografato le donne e gli uomini che hanno cambiato il volto della società italiana: Diario italiano 1976-2006 (Laterza) è uno dei sui libri. Dimenticare Berlinguer. La Sinistra italiana e la tradizione comunista e Botteghe oscure, addio le sua analisi non pietose sulla sinistra italiana di cui è stata militante. Sempre assai critica.
MILITANZA - Direttore di Noi Donne dal 1965 al 1970, era poi diventata inviato speciale a Paese Sera. Miriam Mafai era nata a Firenze nel 1926. Aveva partecipato alla resistenza antifascista a Roma nelle file del Pci. Dopo la Liberazione ha continuato l'attività politica militando nella vita e nella professione ponendosi come coscienza critica del Paese. Separata con due figli, agli inizi degli anni Sessanta Miriam Mafai incontrò Giancarlo Pajetta, il "ragazzo rosso" e uno dei più attivi protagonisti del Pci, con cui ha vissuto trent'anni. Dal 1983 al 1986 è stata presidente della Federazione nazionale della stampa.
Redazione Online 9 aprile 2012 | 17:27
chi se ne frega di che ideologia ( sempre che sia una parola ancora valida ) ma qui si tratta di una persona che ha dato tutta se stessa per l'italia e perchè anche noi potessimo avere la democrazia anche se poi causa guerra fredda e corruzione alcuni l'hanno tradita
questo video è per te
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