IL gesto commovente arriva dalla Thailandia, dove un uomo, un padre single, si è vestito da donna durante un evento scolastico organizzato dalla scuola di sua figlia. L’occasione era speciale: la festa della mamma, che in Thailandia ricorre ogni 12 agosto.C’era però un problema: sua figlia adottiva era l’unica che in quel giorno così atteso non aveva una madre ad accompagnarla. Determinato a non dare a sua figlia questa delusione l’uomo, il 48enne Joe Lookphonbodee, ha indossato un vestito e una parrucca per accompagnare la ragazzina nella scuola di Ban Noen Kroi, situata nella provincia di Kamphaeng Phet.L’episodio è stato immortalato nel video poi condiviso dall’uomo e diventato virale su Tiktok. e ripreso dal corriere della sera
I commenti dei socialEcco alcuni delle parole con cui gli utenti hanno commentato le immagini, che in poche ore hanno già superato le 387mila visualizzazioni: “Grande padre. Devi essere molto orgoglioso di avere un padre così”, “Quando l’ho visto ero felicissimo e molto soddisfatto, mio padre era così dolce”, “Molto caloroso. Qui, con i miei genitori, non avevo mai ricevuto un abbraccio così grande”, “È tutto per lei, così caloroso”Il papà single si veste da donna per non far sentire esclusa la figlia alla festa della mamma Deciso a non lasciare che sua figlia si perdesse i festeggiamenti, un papà single di nome Joe Lookphonbodee si è presentato a scuola vestito da « mamma»
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Quando pensiamo ai vigili del fuoco, di solito ci vengono in mente un'uniforme protettiva e un camion dei pompieri rosso. Un gruppo di bambini era in visita ad una stazione dei pompieri per conoscere meglio la professione e ciò che comporta, e tra loro c'era un bambino cieco di 6 anni. Invece di escluderlo da ciò che stava accadendo, un pompiere lo ha preso da parte e gli ha permesso di «vedere« la sua uniforme a modo suo.
Sebbene il video duri poco meno di un minuto, si tratta di un momento assai importante per il ragazzo. Molti utenti hanno espresso la loro ammirazione e il loro apprezzamento per il vigile del fuoco che si è preso il tempo di aiutare il ragazzo a familiarizzare con la complicata attrezzatura, in modo che nessuno si perdesse la gita educativa. Il filmato , che risale a qualche tempo fa e che è tornato virale, è stato girato a Plant City, in Florida.
Una buona notizia arriva dalla provincia Foggia dove un cane è stato salvato da un gruppo di bambini nel comune di Carapelle. I ragazzini, mentre giocavano in piazza hanno notato il cucciolo e le sue pessime condizioni e lo hanno tratto in salvo con l'aiuto di alcuni passanti allertati alla vista dell'animale. Il sindaco: «Esempio di educazione». I bambini giocavano nella piazza centrale del borgo quando hanno notato un cane, meticcio e somigliante a un Golden Retriever, quasi privo di sensi, probabilmente vittima di una serie di maltrattamenti e abusi. Hanno allertato alcuni passanti nelle vicinanze, i quali hanno successivamente contattato la Protezione civile, dotata di un’ambulanza veterinaria.
«Il seme della buona educazione e della sensibilità dei nostri bambini li ha portati a soccorrere un cane in difficoltà - ha scritto il sindaco di Carapelle -. Hanno chiesto aiuto ad adulti che li hanno ascoltati ed aiutati a trovare una soluzione. Gli adulti hanno potuto allertare i volontari della protezione civile CISA con la quale le nostre istituzioni sono fiere di collaborare. Si è potuto usufruire di un'ambulanza veterinaria, della quale Carapelle si è dotata già da tempo, idonea a portare il cane in salvo. Ci sono stati, oggi, i messaggi con alcuni genitori dei bambini, commossi ed orgogliosi, e l'emozione di sapere che una famiglia ha già adottato il cane. Nulla mai avviene per caso. C'è tanta bellezza e tanto lavoro a Carapelle. Ed il seme genera il frutto».
Cercando di mantenere quanto ho detto nel post : << [ Anteprima ] Io personalmente poi gli altri utenti facciano come credano non parlero o almeno ci provo dei mondiali di calcio del Qatar >> e nella prima giornatasenza mondiali ne approfitto per farmi un po' di auto analisi ed condividere con voi il mi dubbio espresso nel titolo di questo post . Inizialmente influenzato sia dai dischi : 1)Le radici e le ali dei Gang ., 2) radici di Guccini ed altre letture di libri e racconti familiari appartenenti alle ideologie della guerra fredda ( comunismo liberale e marxista , fascismo , cattolicesimo sia quello pre conclio vaticano II sia quello post concilio ) ma la ecisoione \ l'arrivo è stato autonmamente mio optai per le radici .Qualche anno dopo , non ricordo se un libro o intervista di Melissa Panariello ( la famosa di cento colpi di spazzolla prim di andare a dormire ) o qualche altro autore \ ice che dissero parlardo d'identità di sentirsi più semi che radici . e da questa Parabola : Il seme che cresce e porta frutto Ez 17,22-24; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34
comentata qui su https://www.paroladivita.org/ Entrai in crisi . Fin quando quando partecipai nel 2009\2010 alla presentazione del libro
2008, TAGLIATO PER L’ESILIO di Karim Metref, Ed. Mangrovie
Scritto tra l’Algeria e l’Italia, “Tagliato per l’esilio” è una raccolta di racconti. Il filo conduttore che lega questi racconti brevi molto diversi tra di loro è l’esilio. Ma l’esilio non è inteso soltanto come quello di chi prende, se ne va, e lascia la terra natia. L’esilio è raccontato in tutte le sue sfacettature. E’ innanzitutto di chi si sente in esilio a casa propria che si tratta. La prima parte -autobiografica- comincia con quest parole: “Il 25 novembre 1967 nascevo in esilio sulla terra dei miei avi. …” .
In cui chiesi all'autore , purtroppo il dialogo originale è andato perso nella formattazione del pc e nella perdita della scheda usb della video camera in cui avevo impresso tale risposta , ti senti più seme o radice ? Ricordo che mi disse , motivandole entrambe . Smisi alllora di farmi la domanda fin quando ieri ho letto su questa intervista ad andrea Pennacchi
in particolatre quando dice : [...] ma attenzione: la purezza delle radici è una balla colossale. Le radici sono sempre storte, al buio, si nutrono di putrefazione. Le hai, non le puoi rinnegare ma sei scemo se pensi che siano pure. Non mi si venga a raccontare la favoletta. Spero non sia questa l’idea di fondo. Oltre a essere falsa, porta a finali pessimi ».[....] .
Ed ecco che rincomincio con un' altra auto analisi . Attraverso la quale ho fatto la scelto , almeno spero quella definitiva perchè non si può andare sempre avanti ed indietro finsce che ti blocchi e in concludi niente , di entrambe . Infatti mi sento SEME in quanto si ha ho qualcosa da dare o lasciare agli altri ( non solo figli e nipoti ) . RADICE .perchè ripensando alla ai miei nonni e ai miei prozii\e ( almebno quelli che ho conoscoiuto in prima persona ) suoi nonni gli considero fulcro dei miei valori : onesta , rispetto , coerenza mi rivolgo come Giuccini nel'omonimo album esponendoli i miei dubbi, poiché : « ha visto nascere e morire gli antenati miei/ lentamente, giorno dopo giorno ». Ma poi, intuendo che non potro avere una risposta definitiva alle mie domande ( tòpos comune di chi s'auto analizza e si mette indiscussione e fa autocritica ed nel cd di Guggini citato ) capisce che la « casa è come un punto di memoria/le tue radici danno la saggezza/e proprio questa è forse la risposta/e provi un grande senso di dolcezza ». Infatti nella vita o creazione d'opera d'arte non si può sempre stare ad elucubrare o cercare certezze . Ma bisogna avere , anche se non sempre è possibile visto che come ho già detto : << la vita è anche trasfornazione perchè “Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma” >> avere un centro di gravità permanente per dirla come l'omonima canzone di Battiato ma soprattutto perchè nella vita niente è per sempre come anch'essa amonima canzone di Danilo sacco contenuta nell'albumMinoranza Rumorosa
che ho usato nella colonna sonora e di cui si sentono nell'aria le prime note .
Per la serie interviste oggi intervisto Michele Santoro, l'ideatore e fondatore di "Saperepopolare".
Da una veloce visione del sito, ma soprattutto della pagina Facebook omonima, si comprende che si tratta di un «e-commerce che unisce lo spirito imprenditoriale del suo gruppo di lavoro ad una passione trasformatasi nel tempo anche in un obiettivo culturale strategico: descrivere i riti, le feste, le antiche tradizioni delle comunità italiane e delle minoranze linguistiche che vivono in Italia ma anche le idee innovative e "le buone pratiche" di vita». Lo scopo è quello di preservare «la "memoria" raccontando, nel contempo, l'Italia che cambia e di essere una finestra permanente sulla storia locale italiana e sui tanti "patrimoni" - materiali ed immateriali - presenti nelle comunità italiane e nelle culture "altre" che vivono in Italia». Per quanto riguarda invece gli aspetti di natura commerciale, Saperepopolare rivendica una sua originalità, quella di essere una sfida editoriale, «una scommessa affascinante, perché utilizza la rete e punta alle tecnologie del futuro per riportare in scena un passato che appartiene al mondo dell'antica sapienza popolare, prestando grande attenzione al momento in cui essa incontra la vita contemporanea e il pensiero dell'uomo d'oggi. Per questo motivo, accanto al classico libro nuovo e usato, ( www.sito e la pagina fb ) propone anche un catalogo selezionato di e-book, un grande assortimento di titoli in formato digitale continuamente aggiornato, dedicato a tutti gli argomenti della cultura ma che privilegia i prodotti di case editrici indipendenti». E c'è anche il finale col motto: "il "Sapere" non è mai stato così "Popolare"!
Si potrebbe continuare a lungo nel descrivere Saperepopolare, ma è meglio dare la parola a Michele Santoro, il quale, tiene da subito a precisare che proviene dal mondo della ricerca, essendo "Cultore della materia" in "Teatro Sociale e di Comunità" all'Università di Torino.
1) Come mai questo termine - Saperepopolare - di lontana memoria, ideologica tipica del XIX e XX secolo, secondo alcuni/e?
MS: In quel motto - "il "Sapere" non è mai stato così "Popolare"! - c'è un gioco di parole che svela un po' i nostri obiettivi: "Popolare" non solo in termini di "sguardo dal basso", ma anche di "diffusione" massima del "Sapere". Il riferimento, da questo punto di vista, è per nulla ideologico e tutto rivolto a capire come, in passato, si affrontavano (e spesso si risolvevano) i problemi, quelli di natura quotidiana, come il cibo, l'abbigliamento, le malattie, il lavoro, ecc. rapportandoli al presente. E non sempre il progresso ci offre soluzioni migliori di quelle che si individuavano nel passato. Insomma, utilizziamo il concetto di "sapere popolare" come una sorta di filtro storico per capire come siamo (mi riferisco alla popolazione italiana) cambiati nel corso del tempo. Con un occhio particolare alle tradizioni ed alle feste popolari, tra sacro e profano, ed anche alle popolazioni di lingua minoritaria che via via sono venute ad integrarsi con le persone nate nel nostro Paese.
2) Saperepopolare è nato da subito con l'intento di salvaguardare ed integrare le tradizioni popolari, come dichiarato al Gruppo AXA "Nati per proteggere" - ( https://natiperproteggere.it/it/storia/254/sapere-popolare.html - ) oppure lo è diventato via via?
MS: Saperepopolare che, giuridicamente parlando, è un'impresa individuale, origina in effetti da un impegno si salvaguardia «delle identità territoriali, in un'ottica di integrità nazionale». Ciò è stato mantenuto nel tempo, anzi si è riforzato, perché mettere in rete e tutelare le identità territoriali italiane meno conosciute e far conoscere, rendere visibile con la narrazione «prodotti tipici, ambiente, territorio, usi e costumi locali» ci è sembrata un'impresa entusiasmante. In seguito ci siamo sempre più convinti che la cultura popolare doveva essere intesa non solo come tradizione, ma anche come contenitore di buone pratiche di territorio, di buoni esempi che partono dal basso, dalla gente comune, e che
da google.it
possono diventare appunto modelli da imitare. Ma questa seconda strada non rinnega la prima, anzi la ricomprende in un obiettivo più ampio. Inoltre, ci siamo accorti che la ricerca sulla cultura popolare poteva essere un mezzo ottimale per accrescere il dialogo intergenerazionale. La realtà di «ieri» e dell'«altro ieri» poteva cioè essere riletta e consegnata (“tradendo”, nel senso filologico di trasmissione, la tradizione) ai futuri giovani testimoni e «costruttori» di nuove memorie. Di qui l’idea di sviluppare il nostro lavoro, principalmente su due piani pratici: 1- creare e far crescere una sorta di giornale telematico innovativo, aperto alla collaborazione di tutti; 2- editare una collana di libri in formato digitale di immediata e facile fruizione. Ci stiamo impegnando per mettere in pratica questi nostri due percorsi. Ma non ci fermiamo qui. Andremo avanti anche su altre strade, come spiegheremo dopo, rispondendo a un'altra domanda. 3) Come distinguere la vostra missione di recupero e integrazione fra tradizioni e modernità senza scordarsi chi siamo stati e cosa eravamo come folklore?
MS: Occorre precisare da subito che, né nei nostri scritti del Blog, né come categoria di classificazione nel catalogo libri, usiamo il termine folklore, parola piuttosto ambigua. A parte la connotazione svalutativa che esso ha assunto, finendo per indicare aspetti più che altro "turistici" (si pensi all'opposizione tra gli aggettivi "folklorico" e "folkloristico"), in Italia - a partire dall'opera di Alberto Mario Cirese - l'oggetto di studio di questa disciplina è stato sostituito da "Demologia" e, negli insegnamenti accademici, da "Studio delle tradizioni popolari". Più propriamente si parla, con Cirese, di "Demologia, come lo studio dei "dislivelli interni di cultura", cioè dei comportamenti e delle concezioni degli strati subalterni e periferici di una società rispetto a quelli egemonici. Ora, noi ci siamo posti il problema di come aggiornare gli studi demologici alla contemporaneità.
fiera del tappeto di Mogoro edizione 2015 foto mia
Ci ha molto suggestionato l'idea dell'antropologo Pietro Clemente, che nei suo scritti parla della necessità di fondare una "Antropologia dell'Italia". Abbiamo ritenuto la sua una necessità e ci sentiamo in cammino in questo solco di studi. Si tratta di un contesto culturale ampio e ricco, che ci permette di lavorare sull'Italia a tutto campo: da come si sono trasformati i comportamenti e le visioni del mondo delle persone, a come sono cambiati i territori e i loro abitanti dal punto di vista socio-economico, a quella particolarità che l'Italia presenta in ambito museale, rappresentata dai "Musei etnografici", molti dei quali nati per iniziativa privata di singoli cittadini, ma talvolta anche grazie all’impegno degli enti locali e delle pro-loco. La crescita numerica di questi musei, particolarmente negli ultimi due decenni del Novecento, è stata talmente rapida e diffusa che il nostro Paese può, a buon ragione, essere definito come la nazione con più musei etnografici al mondo.
4) Non c'è il rischio che recuperando le proprie tradizioni si passi - come la lega ed altri - a posizioni d'identità chiuse e di xenofobia ed pensiero unico dominante? O peggio come
MS: Su questo argomento siamo chiari e rigidissimi. Noi studiamo le tradizioni italiane più antiche con obiettivi storico-antropoligici. Non ci sono indicazioni di valore. Siamo convinti che le aree geografiche, chiamamole "territori" per maggior semplicità, abbiano specificità e tipicità (pensiamo al cibo) proprie, ma tenendo sempre conto di questa considerazione: la diversità serve unicamente per confrontarsi, al di là di ogni eccessivo e "talebano" campanilismo. E quanto più si è diversi, per abitudini di vita e di pensiero, più c'è da imparare da chi ci sta di fronte. In un'ottica di curiosità, oltre che di civile convivenza, principio che non va mai messo in discussione.
5) Quali sono i vostri progetti per il futuro, visto che nell'immagine di copertina della pagina Facebook si legge: "Progetti per lo sviluppo di comunità"?
MS: Già Saperepopolare si manifesta, mediante il Blog, come un osservatorio culturale partecipato per promuovere lo sviluppo di comunità, affinché la specificità dei diversi territori possa diventare sempre più un patrimonio comune da far conoscere, valorizzare e tutelare. Di più, nel corso degli ultimi mesi, abbiamo maturato la decisione di calarci sul territorio, promuovendo progetti concreti da proporre ad Amministrazioni locali ed a Associazioni rappresentative, come ad esempio le Pro Loco. Detto in poche parole - poiché il progetto è molto lungo e articolato - si tratta di coinvolgere (e far partecipare) i cittadini di un determinato centro abitato o borgo nella scrittura di una "nuova storia" dei loro territori, quella che rappresenta la contemporaneità, ovvero l'epoca in cui vede come protagonisti quegli stessi cittadini. Inviteremo i testimoni privilegiati (in genere le persone più anziane, ma non sempre è così) del borgo a raccontare storie legate ai luoghi simbolo dei loro territori e poi utilizzeremo queste narrazioni come materiali fruibili attraverso strumenti della moderna tecnologia come i codici QR. Ma il progetto è ancora "work in progress...". Come si suol dire, "prossimamente su questi schermi..."
notizie contrastanti sulla decisione Ue riguardo al divieto di prodursi gli ortaggi per proprio conto .
Infatti è vero \ certo secondo http://www.libreidee.org/2013/05 è una bufala secondo http://www.ecoblog.it/post/67805/ . Io leggendo entrambi mi sono fatto una idea che corrisponde a questa :
Da Giuseppe Dettori:"Considerarla una bufala e non un chiarimento, rischia di far abbassare la guardia verso un progetto ben chiaro di chi, disonestamente, vuole appropriarsi della 'gestione mondiale' dei semi. I nomi delle aziende che si nascondono dietro questi progetti sono ben note!".
Infatti sempre da facebook
Oliviero Sensi Andare a leggere le regolamentazioni : DOCUMENTO DEL FITOPATOLOGICO IN MERITO ALLA CIRCOLAZIONE DEI MEDESIMI SEMI FIORI DROGHE ETC... Ieri alle 11.41 · Mi piace · 1 Immacolata Ziccanu "l’obbligo di iscrizione al registro ufficiale comunitario che, assicurando le caratteristiche delle varietà iscritte, rappresenta una garanzia per i produttori agricoli come per i consumatori."...così inizia il controllo. Mi viene in mente la storia del latte che pian piano è diventato illegale acquistarlo direttamente dal pastore perchè poco igienico ( vedi le porcherie che ci hanno trovato dentro). Son cresciuta col latte di mucca vera e durante la crescita scoppiavo di salute...e non è che fin'ora mi possa lamentare! Ieri alle 12.15 · Non mi piace più · 2
E voi ? Eccovi entrambi gli articoli a voi giudicare se considerarlo una bufala o vero .
IL PRIMO
L’Ue: piccoli ortaggi fuorilegge, vietato prodursi il cibo Scritto il 16/5/13
Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea renderebbe illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Si chiama “Plant Reproductive Material Law”, e tenta di far gestire al governo la regolamentazione di quasi tutte le piante e i semi. Se un contadino della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come criminale. Questa legge, protesta Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”, intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala. «Come qualcuno potrà sospettare – afferma Mike Adams su “Natural News” – questa mossa è la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul pianeta». Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure, qualificandoli come potenziali criminali – aggiunge Adams in un intervento ripreso da “Come Don Chisciotte” – i burocrati europei possono finalmente «consegnare il pieno controllo della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la Monsanto». Il problema lo chiarisce lo stesso Gabel: «I piccoli coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray chimici potenti». Per cui, «non c’è modo di registrare quali sono le varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori industriali». Praticamente, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli ortaggi e i giardinieri dovranno essere registrati. «Tutti i governi sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti», sostiene Adams. Tanto più che «i piccoli coltivatori dovranno anche pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi». Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli, denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai micro-produttori, di fatto scoraggiandoli. «Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai contadini commerciali – spiega Adams – si sta stabilendo comunque un precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli coltivatori di rispettare le stesse folli regole». Un tecno-governo impazzito: «Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo», spiega Ben Gabel. «Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono». Inoltre, aggiunge Gabel, è molto preoccupante che si siano dati poteri di regolamentare licenze per tutte le specie di piante di qualsiasi tipo e per sempre – non solo di piante dell’orto, ma anche di erbe, muschi, fiori, qualsiasi cosa – senza la necessità di sottoporre queste rigide restrizioni al voto del Consiglio.
Come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli: «Il problema di questa legge è sempre stato il sottotitolo, che dice un sacco di belle cose sul mantenimento della biodiversità e sulla semplificazione della legislazione», come se il nuovo dispositivo rendesse finalmente le cose più facili, ma «negli articoli della legge c’è scritto tutto il contrario», avverte Adams. Esempio: dove si spiega come “semplificare” le procedure per le varietà amatoriali, non si fa nessun accenno alle accurate classificazioni già elaborate dal Defra, il dipartimento britannico per l’agricoltura impegnato a preservare le varietà amatoriali. Di fatto, spiega lo stesso Adams, la maggior parte delle sementi tradizionali saranno fuorilegge, ai sensi della nuova normativa comunitaria. «Questo significa che l’abitudine di conservare i semi di un raccolto per la successiva semina – pietra miliare per una vita sostenibile – diventerà un atto criminale». Inoltre, spiega Gabel, questa legge «uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea», avvantaggiando così i grandi monopoli sementieri.
E’ quello che stanno facendo i governi, insiste Adams: «Stanno prendendo il controllo, un settore alla volta, anno dopo anno, fino a non lasciare più nessuna libertà», al punto di «ridurre le popolazioni alla schiavitù in un regime dittatoriale globale». Si avvera così la “profezia” formulata da Adams nel libro “Freedom Chronicles 2026” (gratuito, scaricabile online), nel quale un “contrabbandiere di semi” vive in un tempo in cui le sementi sono ormai divenute illegali e c’è gente che, per lavoro, ne fa contrabbando, aggirando le leggi orwelliane imposte della Monsanto. L’incubo pare destinato a trasformarsi in realtà: «I semi stanno per diventare prodotti di contrabbando», afferma Mike Adams. «Chiunque voglia prodursi il suo proprio cibo sta per essere considerato un criminale». Questo, conclude Adams, è il dominio totale sulla catena alimentare. «Tutti i governi cercano un controllo totale sulla vita dei cittadini». Per questo, oggi «cospirano con le multinazionali come la Monsanto», ben decisi a confiscare la libertà più elementare, cioè il diritto all’alimentazione. «Non vogliono che nessun individuo sia più in grado di coltivare il proprio cibo».
Impariamo a leggere e a comprendere le leggi europee: non ci sarà nessun limite alla coltivazione e gardinaggio casalingo.
Riprendo l’ottimo post della collega Maria Ferdinanda Piva di Blogeko che riassume efficacemente la situazione attuale delle sementi in Italia e Europa: si può coltivare per il proprio consumo senza sottostare a alcun vincolo. Insomma gli orti privati non sono illegali né in Italia e né in Europa e la registrazione delle sementi serve semplicemente e mantenere elevati gli standard di qualità delle sementi destinati a chi coltiva in maniera professionale. Scrive infatti Maria Ferdinanda:
La proposta offre la scelta ai contadini tra usare semi certificati o non certificati (standard). La scelta dipende dalle necessità e dalle preferenze di ogni coltivatore. I semi certificati offrono migliori garanzie di qualità mentre quelli standard di solito hanno prezzo più bassi. Lo scambio di semi o altro materiale per la riproduzione delle piante tra non professionisti resta al di fuori degli scopi della legge. Ciò che viene venduto da non professionisti o da micro imprese per mercati di nicchia è esente dall’obbligo di registrazione. Le imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro possono vendere le loro varietà di piante di nicchia senza obbligo di registrazione.
ha semplicemente confermato l’obbligo di iscrizione al registro ufficiale comunitario che, assicurando le caratteristiche delle varietà iscritte, rappresenta una garanzia per i produttori agricoli come per i consumatori. Inoltre è il caso di ricordare che una volta ammesse nei registri nazionali, le sementi vengono automaticamente inserite nel catalogo ufficiale europeo. Si tratta di una procedura che non è particolarmente complessa ed è anche gratuita perché la registrazione delle sementi tradizionali non prevede alcun costo e le domande di iscrizione al registro nazionale possono essere presentate anche dai singoli cittadini e dalle aziende.
Misure esagerate? Probabilmente, ma ciò non giustifica le bufale in merito che non fanno altro che confondere leggi e situazioni. non facendo capire da che parte effettivamente conviene protestare.