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6.12.14

lettera aperta a Marco travaglio dal profondo sud di Desirè Giancana di http://www.dbtalk.it/





CARO MARCO TRAVAGLIO TI RACCONTO COS’E’ LA MAFIA E COME SI COMBATTE

by • 17 novembre 2014 

E’ passata poco più di una settimana da quando ti ho visto in Tv, comodamente seduto sulla tua poltrona a parlare di mafia. La nostra mafia. Già, perchè per quanto vi sforziate di comprenderne tutti i più microscopici meccanismi, la mafia è “cosa nostra” e non è facile da capire. Bisogna viverla, respirarla da vicino. Tu sei di Torino, città lontana dalla mia amata Sicilia. In quella puntata tu parlavi dell’arresto del superlatitante Totò Riina. In quegli anni tu ancora studiavi all’università e ti eri da
poco iscritto all’albo dei giornalisti professionisti. Ma ti occupavi di altro, non di lotta alla mafia. Di mafia allora se ne parlava poco, troppo poco. E chi osava faceva una brutta fine. Nel ventennio 70/90 tanti tuoi colleghi furono brutalmente uccisi dalla mafia. (Mauro Rostagno, Beppe Alfano, Peppino Impastato, Mauro De Mauro, Mario Francese, Giuseppe Fava, Carmine Pecorelli, Giovanni Spampinato). Ma quelli erano altri tempi. Ed era proprio di questo che ti volevo parlare.
Siamo alle soglie del 2015. E’ facile, anzi di moda, parlare di mafia. Ancor più di antimafia. Sfilano in passerella nei giorni in cui ricade l’anniversario delle stragi, qualche strada intitolata a qualche eroe morto di mafia. Perchè qui Marco si muore di malattia e anche di mafia. Quanti paladini della giustizia ho visto sfilare in questi anni, pronti a sputare sentenze per raccogliere qualche applauso. Ma sputare sentenze è facile da dietro uno schermo. Io invece voglio raccontarti di quegli anni da dentro, perchè io c’ero. Come te studiavo all’università, ma di Palermo, dove vivevo. Il mio paese di origine è Castelvetrano, paese dove sorge il più grande parco archeologico d’Europa, ma che invece viene ricordato per bel altro. Ma tu lo sai già. Perciò chi più di me può indignarsi di fronte al tuo visino sorridente mentre parli di uomini che l’hanno combattuta davvero la mafia, in prima linea. Loro, quelli che tu deridi in puntata descrivendoli come degli incapaci, corrotti e magari mafiosi, sono quelli che dopo 23 anni di latitanza sono riusciti a mettere le manette a Totò Riina.
Loro sono quelli che, mentre tu ti esercitavi a scrivere pezzi come vice-corrispondente da Torino, vivevano notte e giorno chiusi nelle balene, isolati dal mondo e facevano la pipì nelle bottiglie per non farsi scoprire. Vivevano ogni istante con la paura di fare il “botto”. Per mesi non vedevano le loro mogli e figli. Strisciavano di notte sulle montagne di Aspra come dei vermi per non farsi beccare. Mangiavano scatolette e non si lavavano per giorni e non per la carriera, nè per la gloria, ne certamente per soldi. Solo perchè ci credevano. E ci credono ancora.
Qui a Castelvetrano non li vedi, ma si sentono. Ma adesso è un’altra storia caro Marco. Adesso il popolo è consapevole, i cittadini collaborano, si fanno cortei, i pentiti cantano, la tecnologia aiuta e si sa come funziona la mafia (grazie al lavoro certosino di quei carabinieri che per primi scoprirono il sistema dei pizzini e l’organizzazione delle “famiglie”). Oggi le associazioni antimafia informano e lottano a fianco dei militari. A quei tempi no Marco. Le forze dell’ordine erano SOLE e lavoravano in condizioni pietose e per una manciata di spiccioli. Poi arrivi tu e racconti a tutta l’Italia di un capitano che a gennaio 93 arresta Riina però ad aprile dello stesso anno, secondo te, farebbe scappare volontariamente Nitto Santapaola dal suo covo di Terme Vigliatore. Mi è sembrata un’incongruenza talmente enorme che sono andata  a fare delle ricerche trovando in internet delle sentenze che documentano quei fatti. Così soprattutto sopra di lui ci sono procuratori e vertici dello Stato. A loro competeva la decisione e l’ordine di non perquisire, e se hanno dato tale ordine vuol dire che qualche motivo per adottare quella strategia ci doveva essere, non trovi?.
ho scoperto che hai mentito: il capitano Ultimo fu a Terme Vigliatore il 5 di aprile, ma Santapaola non fuggì per niente. Nei giorni successivi i suoi picciotti venivano intercettati mentre parlavano di Santapaola che se ne stava lì senza il minimo turbamento. Soltanto dopo perquisizioni di polizia effettuate in quel sito DOPO il 15 aprile, perquisizioni di cui si sente parlare nelle intercettazioni, il boss cambiò il covo,  soltanto dopo un mese.                                   Perché dunque hai mentito? Me lo puoi spiegare? E poi della storia che tu racconti sempre, secondo la quale Ultimo non avrebbe perquisito il covo di Riina senza un motivo, ne vogliamo parlare?  Forse tu dimentichi che un capitano non decide autonomamente cosa e quando fare. Sopra di lui c’è un maggiore, un colonnello e un generale. Ma   Forse ti sfugge il concetto di “militare” ed “eseguire ordini”. Io, al contrario tuo, non sputo sentenze. Perciò non avrò la presunzione di raccontare una verità che non conosco e che forse, da come esponi i fatti, pare che neppure tu conosca così bene.  Ma il pubblico televisivo farà sempre difficoltà a capire come stanno realmente le cose, perchè in quelle trasmissioni ci sei sempre solo tu a raccontare la tua verità. Non c’è contraddittorio. Che strano, eppure siamo in democrazia, credo. Io penso che se la trattativa c’è stata (e io lo credo possibile) c’è da

2.10.12

Legge anticorruzione, decideranno 100 parlamentari tra condannati e indagati


a chi mi chiedeva un po' di storia dopo il 1994 eccolo accontentato
da ilfattoquotidiano
Legge anticorruzione, decideranno 100 parlamentari tra condannati e indagati
Siccome ormai indignarsi è una moda trendy, già immaginiamo gli alti lai e gli stracciar di vesti che seguiranno alla puntata di stasera di Report con la carrellata dei condannati, imputati, indagati e prescritti del Parlamento italiano: 100 in tutto. Le “quote marron” formano un poderoso esercito di onorevoli e senatori che ammonta ormai ben oltre uno su dieci del totale: un tasso di devianza che non trova riscontri nemmeno nelle più degradate periferie metropolitane. Con un’aggravante, messa bene in luce da Report: questi galantuomini sono portatori insani del più smaccato eppur invisibile conflitto d’interessi. Dovrebbero votare leggi più severe contro la corruzione, la concussione, il falso in bilancio, la truffa, il peculato, l’abuso d’ufficio, il finanziamento illecito, l’associazione per delinquere, ma non vogliono né possono farlo, dovendo rispondere di quei reati nelle procure, nei tribunali, nelle corti d’appello, in Cassazione o addirittura (21 di loro) sono già stati condannati in via definitiva.
Poi naturalmente ci sono gli avvocati che li seguono in Parlamento, quasi tutti infilati nelle commissioni giustizia a legiferare a vantaggio dei clienti che li han fatti eleggere grazie al Porcellum. Infine c’è chi è incensurato solo perché non l’hanno ancora scoperto e agisce di conseguenza. Solo così si spiega la produzione industriale di leggi-vergogna, ad castam, contro la giustizia e a favore dei ladri con colletto bianco e guanti gialli (un centinaio di norme negli ultimi 15 anni), il blocco della ratifica delle convenzioni internazionali contro la corruzione e financo del risibile pacchetto anti-tangenti racimolato dalla ministra Paola Severino. Ma nel Palazzo sono in pochi ad aver il diritto a indignarsi. In qualche cassetto del Senato riposa in pace dal 2007 la proposta di legge di iniziativa popolare su cui Beppe Grillo, al V-Day di Bologna, aveva raccolto 300 mila firme per rendere ineleggibili almeno i condannati. Et pour cause.
Tutti i maggiori partiti, in questi anni, hanno portato in Parlamento inquisiti e condannati, sottraendoli alla giustizia o per solidarietà di casta o perché ricattati (o mi fai eleggere o parlo di te): dal Pdl all’Udc, che vantano il record mondiale di “quote marron”, al Pd, che s’è accontentato di metterne in lista qualcuno in meno. Abbiamo persino la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Renato Schifani, indagato a Palermo per mafia. E fino a dieci mesi fa il premier Silvio Berlusconi era imputato di corruzione giudiziaria, concussione, prostituzione minorile, frode fiscale, appropriazione indebita e falso in bilancio: eppure il presidente Napolitano, al momento di dargli l’incarico nel 2008, non fece una piega. Così come quando nominò vari inquisiti come ministri e sottosegretari. E pensare che nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro rifiutò di incaricare Bettino Craxiperché avrebbe potuto essere (ma ancora non lo era) inquisito da Mani Pulite dopo l’arresto diMario Chiesa. E nel ’94 rifiutò di nominare ministro della Giustizia Cesare Previti non perché fosse indagato (ancora non lo era), ma perché era l’avvocato del premier, dunque in conflitto d’interessi. Altri tempi, altri presidenti.
1994, LISTE PULITE
Nel 1994 era ancora aperta la piaga di Tangentopoli, che aveva stracciato tutti i primati di inquisiti in Parlamento dall’Unità d’Italia: solo nel primo anno dell’inchiesta Mani Pulite, dal febbraio ’92 al febbraio ’93, le Camere elette nel 1992 avevano ricevuto ben 540 richieste di autorizzazione a procedere (allora necessaria per poter inquisire un eletto) nei confronti di quasi altrettanti deputati e senatori: 107 per corruzione, 89 per concussione, 46 per ricettazione, 116 per illecito finanziamento, 108 per abuso. Il totale aveva raggiunto quota 619 il 15 novembre 1993, quando – per recuperare un po’ di credibilità – il Parlamento abolì l’autorizzazione a procedere per le indagini. 

Oggi pare incredibile, ma Berlusconi fece firmare agli aspiranti candidati di Forza Italia una dichiarazione scritta e giurata che recitava: “Dichiaro: 1) di non avere carichi pendenti; 2) di non avere ricevuto avvisi di garanzia; 3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza a mio carico di procedimenti in corso”.E analogo impegno pretesero dai propri candidati la neonata Alleanza nazionale, i Progressisti e il Ppi-Patto Segni. Infatti gli unici partiti con i vertici indagati furono la Lega Nord (con Bossi coinvolto nella maxi-tangente Enimont) e il Pds (con il segretario Achille Occhetto e il vicesegretarioMassimo D’Alema inquisiti a Roma, assieme al tesoriere Marcello Stefanini, perché denunciati da Craxi e in seguito archiviati).
1996, LE PRIME MACCHIE
La legislatura dell’Ulivo, nata dalle elezioni del 1996 vinte da Romano Prodi, inizia sull’onda dello scandalo “toghe sporche”, scoperchiato grazie alle rivelazioni di Stefania Ariosto: Berlusconi, già imputato per corruzione della Guardia di finanza, per i falsi in bilancio All Iberian e per i finanziamenti illeciti a Craxi, è indagato insieme a Previti per corruzione giudiziaria (casi Sme e Monda-dori). Anche Antonio Di Pietro è imputato a Brescia in varie inchieste nate dalle denunce di molti suoi imputati: per questo non si candida (verrà prosciolto solo a campagna elettorale inoltrata e sarà nominato da Prodi ministro tecnico dei Lavori pubblici). Il Cavaliere invece sì e porta in Parlamento il suo coindagato Previti ; il suo coimputato Massimo Maria Berruti (favoreggiamento nel processo Gdf); e persino Marcello Dell’Utri, che nel ’94 ha preferito restare in azienda, ma nel ’95 è stato arrestato a Torino per frode fiscale e false fatture nell’indagine Publitalia (sarà poi condannato in via definitiva a 2 anni e mezzo), ed è pure indagato a Palermo per mafia. “Ho deciso di candidare Berruti per salvarlo dalla persecuzione dei giudici”, annuncia B.

A Milano la Lega Nord affigge manifesti con i volti di Dell’Utri e Berruti: “Votateci, se no ci arrestano”. Così, diversamente dal 1994, nelle liste del Polo e dell’Ulivo figurano indagati e addirittura condannati (uno definitivo, Vittorio Sgarbi, per truffa allo Stato, in particolare al ministero dei Beni culturali: infatti viene subito nominato sottosegretario ai Beni culturali). Nell’Ulivo sono inquisiti Prodi (a Roma, per abuso d’ufficio nell’affare Cirio, poi chiuso col proscioglimento dinanzi al gip); D’Alema e Occhetto (indagati a Venezia per finanziamento illecito dal pm Nordio, inchiesta poi finita nel nulla); Ciriaco De Mita (vecchi processi di Tangentopoli poi chiusi con assoluzioni e prescrizioni); eGiorgio La Malfa (condannato per Enimont). Condannato, sempre per Enimont, anche Bossi, ora imputato per istigazione a delinquere. Ma si tratta ancora di eccezioni, qualitativamente decisive, ma statisticamente marginali.
2001, ARRIVANO LE CAVALLETTE
Le elezioni del 2001, che non a caso segnano il ritorno trionfale del Caimano, portano in Parlamento l’invasione delle cavallette. Un’orda trasversale di condannati, imputati, inquisiti e prescritti: una novantina in tutto, quasi un eletto su 10. Pressoché tutti candidati in collegi sicuri. Nel centrodestra, oltre alle conferme di B., Previti, Dell’Utri, Bossi, La Malfa, Berruti e Sgarbi, si aggiungono i neo-indagati Gaspare GiudiceGiuseppe FirrarelloAldo BrancherGiampiero Cantoni, Romano Comincioli; e i pregiudicati di ritorno Antonio Del Pennino, Egidio Sterpa, Alfredo Vito e Gianstefano Frigerio. Quest’ultimo lo arrestano il primo giorno di legislatura: deve scontare 6 anni e 8 mesi. Otterrà l’affidamento al servizio sociale e deciderà di scontarlo a Montecitorio, indicando come “attività socialmente utile” quella di parlamentare e trasformando così la Camera in una comunità di recupero per devianti. Per non esser da meno, anche il centrosinistra porta due pregiudicati: Enzo Carra e Auguste Rollandin. Più una serie di indagati e imputati.

2006, CONDANNATI E NOMINATI
Nel 2006, anno del ritorno di Prodi, si vota per la prima volta col Porcellum: le segreterie dei partiti si nominano i parlamentari più graditi. Condannati e inquisiti in primis. Solo tre liste aderiscono alla campagna di Beppe Grillo “Parlamento pulito”: Idv (che entra per la prima volta in Parlamento), Verdi e Pdci. Pier Ferdinando Casini promette: “A parte Cuffaro, in Sicilia non ricandideremo nessun inquisito”. Poi candida, oltre a Totò Cuffaro (imputato per favoreggiamento alla mafia),Giuseppe Drago, ex presidente della Regione, condannato in primo grado per peculato e abuso per aver svuotato la cassa dei fondi riservati (230 milioni di lire); Calogero Mannino, imputato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa (sarà poi assolto); e Francesco Saverio Romano, indagato per lo stesso reato (anche lui poi assolto).

Così anche nella XV legislatura le quote marron sfiorano il 10% del Parlamento: la solita novantina di personaggi nei guai con la giustizia. Svettano ben 21 pregiudicati: Berruti (FI, favoreggiamento), Biondi (FI, evasione fiscale poi depenalizzata), Bossi (Ln, finanziamento illecito e istigazione a delinquere), Cantoni (FI, corruzione e bancarotta); Carra (Dl, falsa testimonianza), Cirino Pomicino (Nuova Dc, corruzione e finanziamento illecito), De Angelis (An, banda armata e associazione sovversiva), D’Elia (Rosa nel pugno, banda armata e concorso in omicidio), Dell’Utri (FI, false fatture, falso in bilancio, frode fiscale), Del Pennino (FI, finanziamento illecito), Daniele Farina (Prc, fabbricazione, detenzione e porto abusivo di ordigni esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e inosservanza degli ordini dell’autorità), Jannuzzi (FI, diffamazione aggravata); La Malfa (FI, illecito finanziamento), Maroni (Ln, resistenza a pubblico ufficiale ); Mauro (FI, diffamazione aggravata); Nania (An, lesioni volontarie personali); Previti (FI, corruzione giudiziaria, poi dichiarato interdetto dai pubblici uffici e decaduto); Sterpa (FI, finanziamento illecito); Tomassini (FI, falso in atto pubblico); Visco (Ds, abuso edilizio); Alfredo Vito (FI, corruzione). Alcuni fanno carriera. D’Elia diventa segretario della presidenza della Camera. Farina vicepresidente della commissione Giustizia. Pomicino e Vito entrano in Antimafia.
2008, LA CARICA DEI 126 
Nel 2008 B. torna al governo per la terza volta. Stabile la percentuale di quote marron: una novantina di clienti di procure e tribunali, che nel corso della legislatura saliranno a 126. I pregiudicati, all’inizio, sono 19. Ai soliti Berruti, Bossi, Cantoni, Carra, De Angelis, Dell’Utri, La Malfa, Maroni, Nania, Sciascia, Tomassini, si aggiungono alcune pregevoli new entry: Giulio Camber (Pdl, millantato credito), Giuseppe Ciarrapico (Pdl, ricettazione fallimentare, bancarotta fraudolenta, sfruttamento del lavoro minorile, truffa pluriaggravata), Renato Farina (Pdl, favoreggiamento in sequestro di persona), Antonio Papania (Pd, abuso d’ufficio), Giuseppe Naro (Udc, abuso d’ufficio) e Salvatore Sciascia (Pdl, corruzione). Anche nel governo siede una folta rappresentanza di quote marron, con 10 elementi di spicco: il premier B. (imputato di una variopinta serie di delitti); i ministri Maroni (pregiudicato: Interni), Bossi (pregiudicato: Riforme istituzionali),Matteoli (imputato per favoreggiamento: Infrastrutture), Fitto (imputato per corruzione, finanziamento illecito, turbativa d’asta e interesse privato: Affari regionali), Calderoli (ricettazione, poi prosciolto: Semplificazione), cui si aggiungeranno Brancher (imputato di ricettazione e appropriazione indebita: Devolution) e Romano (indagato per mafia e poi assolto: Agricoltura); e i sottosegretari Gianni Letta (indagato per abuso d’ufficio, truffa e turbativa d’asta, poi in parte prosciolto) e Cosentino (indagato per concorso esterno in camorra). Tutte nomine che portano la firma del presidente Napolitano. Lo stesso presidente che non fa un plissé quando viene indagato per frode fiscale Corrado Passera, superministro dello Sviluppo economico e di tante altre cose, e viene rinviato a giudizio per truffa Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute. Lo stesso presidente che ora cade dal pero. Si meraviglia perché il Parlamento non approva la legge anticorruzione. E s’indigna per gli ultimi “fenomeni di corruzione vergognosi e inimmaginabili”. Roba da non credere, eh?

da Il Fatto Quotidiano di domenica 30 settembre 




17.8.09

Impuniti in Parlamento


17 agosto 2009 di Marco Travaglio

23.9.07

l'ennesima vergogna di Mastella

Proprio  mentre  leggo  l'inniziativa a  favore  del giudice  de magistris    dei compagnidistrada  dei cosidetti ragazzi  di Locri  noti anche  come  www.ammazzatecitutti.org ennessima  gaffè   di Mastella  dopo  il   caso Maoloni (  1,2 ) , ma  soprattutto questo  commento Scritto da ale-trebe@libero.it il  22-09-2007 08:48   dal  titolo  il  giudice, non il deputato, rappresenta  all'articolo di ammazatecitutti.org  :

<<
Ancora una volta si sta ripetendo quell'assurda manipolazione che caratterizza l'intreccio tra politica e mafia (in mezzo ad un sporco giro di affari e potere)! Ancora una volta le persone oneste vengono lasciate sole, ma ora peggio! i "rappresentanti" della politica, invece che mettere le persone competenti (come il giudice De Magistris) nelle condizioni di poter operare, li ostacolano! La politica dovrebbe aprire possibilità, non chiuderle. E' questo il suo compito! Ricordo che "Ammazzatecitutti" aveva già denunciato gli errori di Mastella nell'amministrare una giustizia che non rende giustizia a chi opera contro la mafia (ho firmato anch'io quella petizione). In una democrazia un giudice rappresenta più onestamente i cittadini che non un deputato. Quindi la mobilitazione a Catanzaro è tanto vera quanto necessaria. Anche De Magistris ha bisogno di sentire l'appoggio dei calabresi!  
Cari Aldo, Alessandro, Rosanna, Simone..., bisogna muoversi in fretta!E' una questione di tempo!(se la mobilitazione sarà venerdì 27 io non potò esserci sicuramente, ma se sarà il venerdì dopo cercherò di esserci assolutamente!). A presto
>>
mi  viene in mente   questa  canzone di baccini  da  Nomi e  cognomi del 1992  prima che si " prostituisse "  nei reality  show  dedicata  Giulio andreotti (  cambia  a distanza  d'anni  il nome  ma non la  sostanza  del resto  isa  ci si può aspettare  da  un  girovago  della politica  che dopo il crollo dela  ex  D c  ondeggia   da  una parte  all'altra   e  ne  fa  di cotte  e di crude   leggetevi  gli  articoli   dell'unità  e in particolare della  rubrica  Ulivood Party   riportatati dal  blog 
vivamarcotravaglio )

Giulio Andreotti

Giu',giu',giu'giu',giu-lio-o (5 volte)
Chi ha mangiato la torta?
Andreotti
Chi ha permesso il calo della borsa?
Andreotti
Ma lasciatelo stare, poverino
questo dargli addosso e' assurdo e cretino.
Chi ha sbagliato manovra?
Andreotti
Chi c'e' dietro la piovra?
Andreotti
Siamo tutti pieni di pregiudizi
convinti di pulir l'Italia da tutti i vizi.
Giulio ti salvero'u-uo u-uo
saro' il tuo don chisciotte eh eh
Giulio ti difendero' u-uo u-uo
sarai la mia mascotte eh eh
e come fece balilla che un giorno perse il controllo
le malelingue io lapidero'-o'-e io ti difendero'
Giu',giu',giu.giu,giu-li-o (4 volte )
Chi ha baciato cicciolina?
Andreotti
Chi non paga mai in tribuna?
Andreotti
Ma lasciatelo stare, poverino
questo dargli addosso e' tipico italiano
Chi incasina il partito?
Andreotti
Ma perche' non ho marito?
colpa di Andreotti
Siamo tutti pieni di pregiudizi
convinti di pulir l'Italia da tutti i vizi
Giulio ti salvero' u-uo u-uo
saro' il tuo don chisciotte eh eh
Giulio ti difendero' u-uo u-uo
sarai la mia mascotte
e come fece balilla che un giorno perse il controllo
le malelingue io lapidero'-o e
a mani nude
io ti, io ti,io ti,
Giu, giu, giu, giu', giu-li-o
Giu, giu. giu. giu, giu le mani
Giu',giu', giu', giu',giu-li-o
Giu', giu', giu', giu, giu-li-


infatti  senttie  qua  travaglio da  santoro giovedi  scorso  su Mastella








Un Ministro della Giustizia che si chiama Clemente già la dice tutta. Pensate che quando ha fatto visita ai detenuti di Regina Coeli avrebbe detto qualcosa tipo <<sarò sempre più vicino a voi e sempre meno ai magistrati>>.

E lo sta dimostrando, ovviamente. Infatti Mastella ha chiesto ieri al Consiglio Superiore della Magistratura un "trasferimento cautelare" per Luigi De Magistris, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro.
Ecco alcuni personaggi che sono stati toccati dalle inchieste del pm De Magistris:

Romano Prodi: indagato per abuso di ufficio. Secondo l'accusa, Prodi e i suoi collaboratori avrebbero avuto un ruolo nel "pilotaggio" dei fondi pubblici europei destinati all'Italia nel periodo 2004-2007.
Lorenza Cesa (Udc): indagato per truffa e associazione per delinquere nell'inchiesta denominata "Poseidone".
Pino Galati (Udc)
Giancarlo Pittelli (FI)
Elisabetta Spitz:
la moglie di Follini
Clemente Mastella (che strano... ): intercettato mentre parla con una delle persone successivamente indagate dalla procura di Catanzaro, tale Antonio Saladino: imprenditore accusato di associazione per delinquere, truffa aggravata e violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.
Giovambattista Papello: personaggio molto vicino all' ex ministro Gasparri (AN). Sarebbe implicato in un traffico di tangenti destinate alle segreterie nazionali dei partiti.
Fabio Schettini: ritenuto vicino all'ex ministro Frattini (FI). Anche lui indagato per tangenti.
Giuseppe Chiaravalloti: ex presidente della Regione Calabria.
Nicola Adamo: esponente di punta dei Ds calabresi. Si ipotizzano a suo carico i reati di truffa, abuso d'ufficio e associazione a delinquere.
Agazio Loiero: presidente della Regione Calabria, indagato in relazione a reati connessi al settore della sanità.
Giovanni Dima (An)
Paolo Poletti:
capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza.



De Magistris è, per intenderci, quel giudice che nelle sue inchieste sta indagando gli intrecci tra politica, malaffare e massonerie deviate in Calabria.
Semmai dovessero trasferirlo, ovviamente, perderebbe la   ossibilità di portare a termine tutte queste inchieste, in una delle quali - l'inchiesta "Why Not" - è coinvolto direttamente anche lo stesso Ministro Mastella, più volte intercettato telefonicamente assieme ad uno dei principali indagati.Eccco  perchè  la Cdl  si è schierata   con lui  .
E adesso trasferiteci tutti! Organizzeremo assieme ad altre associazioni ed ai movimenti calabresi una giornata di mobilitazione a Catanzaro, davanti al Tribunale per manifestare la nostra vicinanza al PM De Magistris, e speriamo che tutta la Calabria degli Onesti sia con noi in questa battaglia di Civiltà. Nelle prossime ore comunicheremo la data definitiva dell'iniziativa, che comunque salvo variazioni dovrebbe essere quella di venerdì 28 settembre prossimo.



PRIMO APPUNTAMENTO:
LUNEDI' 24 SETTEMBRE, ORE 16.30 PIAZZA MATTEOTTI A CATANZARO
(DI FRONTE AL PALAZZO DI GIUSTIZIA): SIT-IN SPONTANEO DI SOLIDARIETA' AL DR. DE MAGISTRIS E RICOGNIZIONE ORGANIZZATIVA PER LE INIZIATIVE FUTURE.

per informazioni ed adesioni alle mobilitazioni e per aderire al Comitato spontaneo :


 



31.5.06

Quando non si è uomini di paglia


Marco TravaglioMolti lo considerano un tremendo forcaiolo, un acritico giustizialista, un demonizzatore degli avversari politici che vorrebbe vedere tutti in galera. Per altri è un idolo, un coraggioso Robin Hood che combatte i ricchi e i potenti in difesa della legalità e contro la corruzione. Da quando Marco Travaglio parlò, nella trasmissione di Daniele Luttazzi, dei sospetti di rapporti mafiosi che si addensavano sul capo del leader di Forza Italia, è costantemente al centro di feroci polemiche. Per la Rai non esiste più, è come un fantasma. Ma i suoi libri vanno ugualmente in testa alle classifiche da quando lui, per presentarli, ha praticamente lasciato casa intraprendendo un giro d'Italia che non finisce mai.”
                              Dalla rivista Sette



Considero Marco Travaglio un ottimo giornalista, un bravo scrittore, anzi tra i migliori. Direi l’unico che in Italia ha avuto ed ha il coraggio di dire  la verità sull’ex-governo del centro-destra, producendo le prove. Le sue parole sono lo strumento di un uomo saggio. Ogni altro giornalista dovrebbe come lui rendersi idoneo ai complessi doveri di chi fa informazione, vera informazione. E’ un vero Robin Hood. Infatti anche se è stato cacciato dalle televisioni non smette di dire ciò che pensa. Fortunatamente una via sarà sempre aperta a qualunque forma di intelligenza, non importa se essa viene oscurata o osteggiata.
Infatti nonostante tutto riscuote un meritato successo.
Lui scrive con cognizione di causa e con riscontri oggettivi. Ha le prove di quello che dice. Ciò si deve fare quando si informa la gente: produrre sempre le prove. Questa è la vera deontologia professionale, ovvero quella branca che applica le regole di correttezza professionale, originate dalla morale comune e dalla sensibilità culturale di un vero professionista.
Anche solo lo sguardo di Marco Travaglio e il suo sorriso ispirano quella simpatia che spinge le persone oneste verso chi è pulito dentro. Voglio fargli pubblicamente   i miei complimenti.

Giovanna Nigris

iil caso d Suor Genevieve piange davanti alla salma di Papa Francesco piange davanti alla salma di Papa Francesco . amicizia o violazione del protocollo ? seconmdo me la prima .

Suor Genevieve infrange il protocollo e piange davanti alla salma di Papa Francesco: chi è l'amica di Bergoglio? Ah, perché piangere inf...