Pur avendo molti punto di contatto con il femminismo e le donne antiviolenza non sò cosa dire se non banalità ed ovvietà davanti a tali crimini di genere . Lascio quindi che che a parlare siano due mie carissime utenti . Le male lingue e chi mi segue da poco dirà : << ma un cervello per dire la tua lo hai o no ? >> ? Certo che l'ho . Però allo stesso tempo ho un po' d'umiltà e a volte conosco i miei limiti . E quindi quando non conosco bene l'argomento preferisco piuttosto che scrivere castronerie lasciare che a scriverne o parlarne siano persone , in questo caso donne , più esperta o con più esperienza di me su tali argomenti La prima una sopravvissuta alle violenze fisiche .la seconda
Patrizia Cadau
Martina Scialdone, avvocata di 35 anni. Era a cena col suo aguzzino ieri sera a Roma. Poi una lite così furiosa da costringere lei a rifugiarsi nel bagno delle donne.
A quel punto il titolare del locale le chiede di uscire: i due lasciano il locale e lui l'ammazza come un cane con una pistola lì fuori.
La seconda la blogger Cristina Correani
Quando la signora uccisa ieri sera a Roma si è rifugiata in bagno come da testimonianze, evidentemente spaventata dalle reazioni dell'uomo che poi ha sparato con l'arma legalmente detenuta e ci mancherebbe si faceva ancora in tempo a salvarla, ma il titolare del ristorante non ha cercato di proteggerla, l'ha cacciata perché la discussione disturbava i clienti.
Questo è diventato il mondo, il paese che piace alla gente che si piace, un posto dove chi chiede aiuto, disturba.
Spero almeno che quel tizio viva tutto il resto della sua vita col rimorso di non aver fatto nulla, di aver anteposto il suo profitto e i suoi interessi ad un gesto di solidarietà che avrebbe salvato la vita alla signora, ennesima vittima della violenza ma soprattutto dell'indifferenza.
In altro post ella scrive
Leggo che qualcuno si pone il problema della reputazione del ristorante dov'è avvenuto il delitto, se i proprietari fossero gente seria avrebbero già fatto un comunicato nei social per chiarire, invece non solo non hanno scritto una riga ma in compenso hanno chiuso i commenti alla pagina qui.
Sai quanto gliene frega della reputazione, tanto la gente dimentica in fretta, l'oblio dell'indifferenza inghiottirà pure questa e in questo paese si continuerà a non affrontare il tema delle armi legalmente detenute che restano nelle mani dei proprietari che nessuno, nel corso del tempo, va a controllare.
Gran parte delle stragi familiari si potrebbero evitare semplicemente disarmando chi non ha più i requisiti per possedere un'arma oppure la tiene con sé anche fuori dall'orario di lavoro, c'è una casistica infinita di femminicidi commessi da guardie giurate e appartenenti alle forze dell'ordine.
Ma a parte le solite quattro frasette ipocrite di politici e istituzioni nessuno fa niente per evitare che accadano.
come uscirne allora le risposte certo per chi si occupa di questo genere di cose sono ovvie e scontante ma non per purtroppo la massa \ l'opinione pubblica purtroppo o peggio addirittura li definisce comunisti o politico \ ideologici nel mio precedente post : << Niente sorrisi e abiti provocatori": polemica per l'opuscolo anti-stupro nelle scuole di Cividale del Friuli e vecchi stereotipi sulla violenza di genere >> Insomma è una battaglia culturale non ideologia . Infatti , mentre stavo per premere pubblica , leggo questo intervento bellissimo con cui chiudo il post , di Grazia Verasani
Davvero, non sopporto più che in tv o sulla stampa l'ennesimo femminicidio sia descritto con frasi come "uccisa dall'ex che non sopportava l'abbandono". Sono stanca di un giornalismo approssimativo, della trascrizione meccanica di questi eventi criminali, come se la piaga fosse scontata e niente potesse cauterizzarla. Si cominciasse a dire: l'assassino, perché trattasi di delitto, con tutto il peso morale che ha questa parola, senza connotare l'omicida come l'abbandonato furente, come se questa fosse una giustificazione alla sua ira (non è collera, è sangue e vita spezzata, e molto spesso denuncia senza ascolto), e si parlasse della mancanza di leggi appropriate e di una mentalità dove, anche nel cuore delle istituzioni che dovrebbero proteggere, il maschilismo è calcificato. Si facesse qualcosa nelle scuole, si spendessero soldi per ciò che conta quanto la sopravvivenza, perché non siamo solo animali basici, e c'è bisogno di istruzione come dell'aria che si respira. Non è più possibile archiviare questi ammazzamenti quotidiani solo dandone freddamente, e con le parole sbagliate, la notizia.
ed alcuni interessantissimi commenti