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7.7.22

disastri ecologici Fake news e media tradizionali di - Francesco Sylos Labini

 


12 h 

Fake news e media tradizionali: la Gabanelli proprio ieri sosteneva che sia necessario sapere chi finanzia certi siti web che spargono fake news. Il problema delle fake news non sono né i siti web e neppure i bot i troll o i gruppi di psicopatici che sono sempre esistiti. Il problema delle fake news è ben più profondo perché riguarda l’informazione tradizionale che traina tutto il resto e per questo c’è ancora gente che paga per comprarsi gruppi editoriali tv ecc. il foglio è poi una eccezione perché paga pantalone ma un quotidiano gestito da provocatori che spargano idiozie e fake news su qualsiasi argomento è davvero un caso molto particolare. In questo caso farei davvero una eccezione all’aforisma di Voltaire (che poi non è suo) e alla mia indole liberale e lo chiuderei anche domani tanto per diminuire l’inquinamento e le fuoriuscite di liquami

Ps penso che la cosa migliore da fare sia. Ignorare il foglio sempre e comunque ma questa volta faccio una eccezione

6.7.22

che palle adesso con la tragedia della marmolada parte la retorica di corpi che non hanno sepoltura e i familiari una tomba su cui piagerli

  DI COSA STIAMO PARLANDO 

repubblica  5\7\2022


Marmolada, il day after: “Sepolti per sempre”. L’incubo dei soccorsi sul ghiacciaio in bilico d
Il dilemma è se far saltare il resto del seracco a rischio crollo. Ma dopo un’altra frana non si scaverebbe più per cercare i dispersi








Che palle adesso iniziano i soliti tormentoni ed appelli per non avere una toma in cui piangere e portare i fiori .Lo sapete che nel vangelo sta scritto polvere siamo e polvere ritorneremo . E poi sia che abbiano una tomba o meno sempre morti sono .Ma basta usciamo da quel rituale che :


I nostri morti vanno seppelliti, hanno bisogno di una tomba e di un giorno per essere ricordati. Al morto va data «sistemazione». L’antropologia culturale questo problema l’ha trattato senza rispetto da quando è nata come scienza del comportamento e spiega che i defunti devono avere un posto dove stare (altrimenti sarebbero dappertutto) e devono avere un giorno per essere ricordati (diversamente li avremmo in mente tutti i giorni e sarebbe altrettanto insopportabile). Dalle lapidi i morti ci ricordano la nostra ultima denominazione, «il fu», e non vogliamo pensarci troppo.

  da https://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/cronaca/17_novembre_01/

è vero    che sempre   secondo  l'articolo precedente  

 quelli che non possono piangere e vivono la condanna di dimenticare e rivivere ogni giorno l’assenza del loro caro. Il rito funebre è la sepoltura sono i rituali che servono alla rassegnazione, aiutano a sopravvivere nonostante la menomazione, sono il viatico e l’accettazione definitiva della perdita come fatto irreversibile, fino a quando la stessa menomazione non diventerà parte di una nuova interezza. 

Ma  a  volte bisogna  farsi forza    è piangerli  dentro  il  cuore   come  fece  mia  nonna materna  quando all'epoca  aveva  3   anni  , suo  fratello  ragazzo  del 1899  mori   durane  la  prima guerra  mondiale   saltando   su una mina  , ma    non  si  è  mai ( anche    recuperando il  suo foglio matricolare    di solito  molto preciso  )  riusciti a sapere    dove  fu sepolto   in  quanto  evidentemente   come tutti i luoghi del fronte    s'estendeva   giorno per  giorno    e le  sommarie  sepolture  venivano distrutte  dai bombardamenti  avversari . 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...