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2.1.23

Ischia, un pescatore ritrova 10 milioni di vecchie lire

 


repubblica.it


Le banconote, distrutte o deteriorate, rinvenute lungo il litorale di Sant'Angelo: i risparmi di un'isolana, il bottino di un contrabbandiere o l'incasso di un peschereccio naufragato?


C'è un piccolo grande giallo, all'apparenza irrisolvibile, che appassiona Ischia e che, come qui accade per ogni piccola storia che si rispetti, alimenta il chiacchiericcio di pescatori e marinai, rimbalzando tra i gozzi colorati e nei vicoli del borgo di Sant'Angelo, sui cui litorali è accaduto il fatto, invero piuttosto insolito.
Che il mare, prima o poi restituisca tutto, lo dicono da sempre i vecchi pescatori, lo ripete Domenico, che ha appena 39 anni ma ha ereditato dal nonno la passione per un mestiere antichissimo, che pur sopravvive alla concorrenza delle multinazionali.


Eppure, quando martedì ha recuperato, tra le conchiglie e i rami arenati lungo la spiaggia del piccolo paesino delle case variopinte, una serie di buste gonfie d'acqua e di qualcos'altro, s'è sorpreso lui per prima. Dentro c'era un vero e proprio tesoro di banconote, distrutte o deteriorate, e comunque non più utilizzabili: blocchi di centomila lire e cinquecento mila lire, qualche valuta straniera e di tutto un po', per un totale di quattro sacchetti dal contenuto in parte perduto. "Non meno di una decina di milioni di vecchie lire, magari i risparmi di una vita", commenta Domenico, che è popolarissimo su TikTok (anche grazie a una certa teatralità, con la quale racconta il suo amore per il mare e per le sue creature) e ha dunque documentato il ritrovamento in un video che, neanche a dirlo, spopola. Alimentando fantasie e congetture anche lì, sui social: qual è la storia di quel malloppo?

"Abbiamo pensato al bottino di un contrabbandiere, come quelli che viaggiavano sui motoscafi nel golfo di Napoli negli anni '90, o all'incasso di un peschereccio, perduto durante qualche operazione in mare, ma l'ipotesi che più ci convince - spiega il pescatore di Lacco Ameno - è che quella cifra sia accidentalmente finita in mare da terra chissà come, e che contenga i risparmi di qualche anziana isolana". Di più: mentre le buste finiranno alla locale stazione dei carabinieri, è partito anche una sorta di toto-scommesse, tra i pescatori della zona, e ci sarebbe anche un'indiziata.

Quanto basta per alimentare una nuova leggenda, tra le tante che qui resistono all'era dei social, nutrendosi delle confessioni sussurrate, rigorosamente "face to face". Quanto ai piccoli tesori che arrivano dal mare, Ischia ha per la verità - come tutte le piccole isole  - una lunga teoria di storie - queste sì, assolutamente inconfutabili  - che appartengono alla cronaca di questi anni: nel luglio del 2018 ai piedi del Castello aragonese fu recuperata una bottiglia con un messaggio in lituano, la donna che la ritrovò impiegò qualche giorno per farlo tradurre. Diceva: "Con il desiderio che ciascuno resti, per l'altro, la persona più importante al mondo, amanti e amici". Romanticissimo. Un paio di anni prima sulla spiaggia di Citara un bagnino raccolse, stropicciandosi gli occhi, un'altra bottiglia proveniente dalla Corsica. Recitava: "Ciao, Hello, Bonjour, Hola. Siamo Betta, Francesco, Lella, Marco, Mauro e Pietro. Affidiamo questo messaggio al mare. Se lo state leggendo è perché il mare ve l'ha fatto trovare". Storie romantiche, in antitesi con l'istantaneità di Facebook, che richiamano episodi certo più celebri, come quello del soldato Thomas Hughes che nel 1914 affidò proprio a un messaggio in bottiglia il saluto alla moglie: il messaggio fu ritrovato da un pescatore 85 anni dopo.


E non ci sono solo i messaggi: una favola a lieto fine è quella di una macchina fotografica trovata in fondo al mare di Ischia nel maggio 2016, distrutta e ossidata. Ciro, che la recuperò, si accorse che la scheda era intatta e restituì le foto felici di una famiglia in vacanza. Partì così la romantica ricerca dei protagonisti: sui social, nessuno li riconobbe. S'impegnò un ragazzo ingegnoso, Miro, indovinando sulla polo dello skipper un piccolo dettaglio e un nome. Quanto bastò per rintracciare cantiere e skipper e riavvolgere il nastro, restituendo la cosa più preziosa - le foto - ai legittimi proprietari. E per quelle, per le foto, non c'è cambio di conio che tenga: sono immortali.

2.2.22

Disabile e scartata da tutti, oggi fattura milioni di dollari e aiuta i meno fortunati a trovare lavoro

 "Devo dire che in realtà ho sempre amato cucinare, da quando avevo 4 anni. Sin dal liceo, ho preso lezioni di pasticceria. Quello è stato un periodo difficile per me. Non avevo amici, non avevo una vita sociale. Sono stata vittima di bullismo, sempre presa di mira. Ed è per questo che ho preso queste lezioni.La mia missione oggi è lavorare e creare posti di lavoro per le persone con disabilità. Ce ne sono davvero tante che vogliono solo avere un lavoro. Non importa chi tu sia, puoi fare una grande differenza in questo mondo. A loro dico: 'Non lasciate che le persone vi buttino giù… Non concentratevi sulle vostre disabilità, fatelo sulle vostre capacità'". Così Collette, ragazza di 31 anni, dopo le tante porte in faccia ricevute nel cercare un lavoro è riuscita non solo a costruirsene uno tutto suo, ma anche a dare una mano a chi ha vissuto e vive la sua stessa situazione. La sua è molto più che una rivincita.

Infatti       secondo  https://www.fanpage.it/esteri/disabile-e-scartata-da-tutti-oggi-fattura-milioni-di-dollari-e-aiuta-i-meno-fortunati-a-trovare-lavoro/

Essa  era  stata Respinta da tutti, scartata. Anche Collette Divitto, 31enne americana affetta da sindrome di Down, ha sperimentato sulla sua pelle le difficoltà della vita. Nel 2016 però ha aperto la sua pasticceria a Boston e da allora è davvero tutto cambiato

dal  suo istangram  https://www.instagram.com/colletteyscookies/


Al liceo è stata vittima di bullismo. Poi dopo il college, è stato difficile trovare un lavoro. In tutti questi momenti difficili, però, c'è stata sempre una cosa che ha reso felice Collette Divitto: cucinare. La 31enne americana, affetta da sindrome di Down, ha deciso di trasformare la sua passione in carriera, aprendo la sua pasticceria specializzata in biscotti a Boston, in Massachusetts. "Devo dire che in realtà ho sempre amato cucinare, da quando avevo 4 anni. Sin dal liceo, ho preso lezioni di pasticceria", ha raccontato Collette alla

idem  foto precedente 
CBS. "Quello è stato un periodo difficile per me. Non avevo amici, non avevo una vita sociale. Sono stata vittima di bullismo, sempre presa di mira. Ed è per questo che ho preso lezioni di pasticceria".Dopo la scuola, la giovane si è iscritta alla Clemson University nella Carolina del Sud, ma dopo il diploma si è accorta di quanto fosse difficile trovare un'occupazione. È stato a questo punto che sua madre l'ha aiutata a creare quello che oggi è il suo lavoro: Collettey's Cookies. L'azienda, che ha sede a Boston, è stata fondata da Collette nel 2016 e ha già generato entrate per oltre 1 milione di dollari negli ultimi cinque anni. E se avviare un'attività in proprio a 20 anni non è abbastanza impressionante, Collette Divitto è anche autrice di due libri per bambini, è presente nella docuserie "Born for Business" dedicata agli imprenditori con disabilità e gestisce un'organizzazione no profit. "Sono successe molte cose incredibili!", ha ammesso la 31enne.

1.12.21

Nunzia Alessandra Schilirò, la vicequestora No pass e No-vax, è risultata positiva con tutti i sintomi.

  A Caldo  mi  verrebbe  da   scrivergli  insulti  o  frasi  ciniche   del  tipo  : peggio per  lei .  Ma   poi a  Freddo ho fatto  come  

Chi l’avrebbe mai detto ( anche s'era prevedibilissimo e immaginabile ) di una che andava in giro per l’Italia rigorosamente senza mascherina a dire che “l’unico virus che esiste è quello della paura”
(!) Alla vice questora non possono che andare i più sinceri e sentiti auguri di guarigione. Con la speranza, vana (ovviamente), che capisca da sola, senza bisogno di prove ulteriori, che esiste un altro virus, molto più pericoloso: quello dell’ignoranza. Ma
Per chi se lo stesse chiedendo, come  ho provato a fare  nelle  righe  precedenti perchè  nonostante  sia impossibile  come    dicevo  nei post precedenti  in  particolare  in questo  discutere    con tali persone   so  chi  bisogna  provare   a parlarci  ,  no, ovviamente non ha mica capito. Ecco cosa diceva mesi fa del virus. Ecco cos’ha scritto ora sui social. .  

Carissimi amici, pur non ritenendo quello che sto per dirvi una notizia ma, temendo strumentalizzazioni, mi pare giusto informarvi che io e mio marito oggi abbiamo ricevuto il risultato del tampone e, come avevamo immaginato dai sintomi, abbiamo preso il Covid. Non sappiamo dove né quando, né chi dei due lo abbia contratto prima, anche se da qualche giorno mio marito non stava bene e, infatti, non era andato a lavorare. Adesso stiamo abbastanza bene e, appena sarò guarita e non pericolosa per la comunità, riprenderò la mia battaglia per vedere rispettate la dichiarazione universale dei diritti umani, le norme europee, la Costituzione e, ancor prima, la libertà di tutti gli italiani.
Dall'esperienza della mia famiglia ho imparato che le terapie, se la persona colpita da covid è in salute, possono essere un’arma per tramutare una malattia che può essere tragica in una situazione totalmente affrontabile. E questo è confermato anche dai dati e dalla maggior parte delle persone colpite da questo virus.
I sintomi sono stati quelli tipici del Covid: febbre alta, mal di testa, stanchezza, tosse, perdita dell'olfatto e dolori alle ossa.
Non parlo di medicina perché non sono un medico né uno scienziato, però insisto nel voler parlare di diritto.
Io sono una giurista e sono estremamente certa che il diritto non possa essere cancellato per una cura. Dopo la mia esperienza, sono ancora più certa che non si possano superare le regole del diritto per la paura di dover curare le persone. Sarebbe una deriva pericolosa.
"La legge è uguale per tutti" leggiamo nelle nostre aule di giustizia! Tutti, ma veramente tutti, hanno il dovere di conoscere la legge, dice la nostra giurisprudenza.
Ora nessuno potrà dire che non ho conosciuto il COVID! Certamente qualcuno inizierà a ripetere che sono stata fortunata, che l’ho preso in forma leggera ma, dopo la mia malattia, ho ancora più voglia di ribadire con forza il mio diritto di esprimere le mie opinioni, il mio diritto di chiedere che le leggi siano rispettate, sempre e non solo quando fa comodo.
Questa è la storia di tutta la mia vita,come donna e come poliziotta.
Agli esperti di medicina ricordo che la scienza è dubbio e che la legge certezza.
Agli esperti di medicina chiedo di trovare soluzioni e non dogmi.
Le tante certezze, infatti, dichiarate durante questo periodo pandemico si sono dimostrate a oggi sempre errate. Le sole certezze devono essere quelle che riguardano la libertà e i diritti fondamentali di ogni essere umano, diritti inalienabili, indisponibili e che nessuno può permettersi di violare impunemente.












28.9.21

droga di stato e droga popolare il caso d Morisi

È vero che la spaccio soprattutto /cessione della droga o sostanze stupefacenti sia esecrabile sia che lo

faccia il ricco che lo faccia il povero  . Ma  il caso in questione   mi sa tanto di falso moralismo ed ipocrisia  . Infatti 


ma  non eri  buonista   , garantista   ?    
 lo  ero  ed  in parte      lo sono   . Ma  davanti  a  tali   dichiarazioni   ipocrite    di  uno   che  predica bene  ma razzola  male   a  danno  degli altri





“Sono disgustato dalla schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un giudice a farlo. In un Paese civile, prima di sputtanare qualcuno, si aspetta che la giustizia faccia il suo corso.”
Non è uno scherzo.
Lo ha detto Matteo Salvini su Morisi. Lo ha detto davvero.
Lo ha detto uno che ha costruito tutta la sua carriera politica sul mettere alla gogna migranti, ragazzi dislessici, minorenni, che ha condannato esponenti politici e partiti a lui avversi senza attendere neanche le indagini, che incatenerebbe con le palle ai piedi gli spacciatori, che aveva condannato un intero partito a Bibbiano senza processo, che è garantista con gli amici in giacca e cravatta, ma farebbe “marcire in galera” i poveracci, che chiamava Stefano Cucchi un “drogato” e non ha chiesto scusa alla sorella Ilaria neanche dopo la condanna dei suoi assassini.
In un “Paese civile” - come lo chiama lui - dopo dichiarazioni del genere, dopo un tale rovesciamento della realtà, tutti i telegiornali aprirebbero il notiziario ricordando a milioni di italiani chi è Matteo Salvini e i danni immani, irreparabili prodotti dalla Bestia.
Qui da noi rimaniamo zitti, facendoci persino dare lezioni di giornalismo (e di garantismo) da uno così.
Restate voi zitti, tacete voi se vi sta bene, se avete lo stomaco. Io non dimentico nulla, non dimenticherò mai. E nemmeno gli italiani perbene.

  Si  è  forse  doimenticato di quando  Morisi ed  Salvini erano loro  a mettere alla gogna gli avversari politici ?   non era quello che   

Ora  Il problema non è se Morisi usi stupefacenti (sono affari suoi se us a la droga per riempire un vuoto , per uccidere il suo ego , aprire le porte della percezione , evadere dalla realtà , ecc ) o spacci (spetta agli inquirenti stabilirlo).Il problema è che per cinque anni la “Bestia” di Morisi, attraverso i social di Salvini e della Lega, ha contribuito a intossicare sistematicamente il Paese convincendo milioni di persone che:

“La droga è mer**” (ma solo se sei povero ed emarginato).“Gli spacciatori sono assassini e clandestini che devono marcire in galera” (ma non le mafie italianissime che li foraggiano).
Ha abbassato il livello del dibattito sulle droghe a uno scontro tra buoni e cattivi, tra brave persone e “tossici” ( mentre di nascosto la teneva in casa e secondo le ultime notizie ci faceva pur e i festini ).Ha accusato un incensurato di origini tunisine di spaccio su soffiata di una vicina di casa processandolo e condannandolo via citofono in diretta social (salvo poi pretendere garantismo per se stessi). Nessuno della Lega si è mai chiesto quali “fragilità esistenziali irrisolte” avesse, quali drammi (veri), quale condizione di povertà (assoluta) spinga un qualunque migrante a spacciare - sbagliando - nelle mani della criminalità organizzata, per pochi euro e un tozzo di pane.


Nessuno sta dando a Morisi del criminale o dello spacciatore e, per quanto mi riguarda, è innocente fino al terzo grado di giudizio. Come chiunque altro. Perché noi non siamo e non saremo mai come loro.

Lorenzo Tosa


Sono d'accordo con

Solo, se fossi sotto casa di Morisi in questo momento, gli citofonerei per chiedergli cosa si prova, per una volta, ad essere dall’altra parte del filo, ad essere additati, massacrati come per anni ha fatto con chiunque, se ne valeva la pena.Perché gli errori si fanno (e, nel caso, si pagano), ma la vostra , in questo caso , schifosa ipocrisia non si cancella. E la stiamo pagando ancora tutti quanti.


21.2.15

comportarsi bene \ civilmente verso il prossimio , ancorchè può apparire fuori moda ma .....

 comportarsi bene \  civilmente  verso il prossimio  , ancorchè può apparire fuori moda, ci si può guadagnare ed in ogni caso è sempre apprezzato dalle persone civili. E questa  storia    sembra  dimostrarlo


Un gesto sgarbato e una parolaccia al suo vicino in metropolitana. Una situazione come se ne vedono molte. Peccato che il pendolare "poco educato" non avesse idea che la vittima del suo sfogo se la sarebbe trovato di fronte poche ore dopo, recandosi al colloquio di lavoro.
A raccontare l'accaduto proprio Matt Buckland


il capo del personale dell'azienda, che su Twitter ha scritto: "Karma: il ragazzo che mi ha spinto e ha inveito contro di me in metropolitana è appena arrivato per sostenere il suo colloquio di lavoro...con me...". Karma, appunto. Davvero sfortunato il ragazzo che nell'ora di punta al centro di Londra, andava evidentemente di fretta e non è riuscito a trattenere l'ira nei confronti di quell'uomo che, nella sua testa, gli stava facendo perdere tempo prezioso.
Ma l'ironia della sorte non si ferma qui. Perché stando al racconto che il dottor Buckland ha fatto al DailyMail, il ragazzo non lo avrebbe riconosciuto. "Quando mi sono reso conto che si trattava di lui, ho cominciato a fargli domande sempre più imbarazzanti che riguardavano il suo comportamento in metropolitana fin quando non si è reso conto di avere davanti l'uomo che aveva poco prima insultato".
Risultato? Il ragazzo non ha ottenuto il posto di lavoro perché non "adatto al ruolo", ma i due hanno riso della vicenda e si sono riconciliati. Morale della favola? Tenete a freno i nervi, perché non potete sapere con chi ve la state prendendo.
       

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...