Visualizzazione post con etichetta pensiero unico. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pensiero unico. Mostra tutti i post

24.8.23

Se la democrazia diventa il diritto della maggioranza o minoranza ( dipende da come lo si vede ) a dare dei “non normali” a tutti gli altri siamo all'anticamera della dittattura

in sottofondo  
CARA DEMOCRAZIA- Ivano Fossati


L'articolo   che  riporto sotto    tratta un argomento serissimo e molto critico in maniera  sagace  ed ironica  La democrazia, se non opportunamente supportata da regole   e  da buon senso  inflessibili, rischia (  semre che  non lo sia  già )  la sua stessa fine. Infatti è necessario riconoscere quando un soggetto pubblico (  e no solo  )infrange le regole, quando un personaggio pubblico passa il Rubicone, ed intervenire oltre la  normale  durezza  . Quando non è stato fatto, in passato, la democrazia è stata sovvertita da questi soggetti che ,in nome del loro credo, hanno ridotto  e  cancellato le libertà una volta al potere.


Per cui sarebbe antidemocratico non consentire a chi lo vuole fare di usare epiteti come “frocio”, “ricchione” o “culattone”


Dai, ragazzi, dovremmo essere davvero contenti.Con tutti quelli che stanno prendendo posizione, in modo anche molto acceso e talora pittoresco, per la libertà di parola ed espressione direi che non dobbiamo preoccuparci di nulla. Il best seller autoprodotto del generalissimo ha fatto anche cose buone, dunque: abbiamo la certezza di trovarci davvero in uno stato democratico in cui la libertà di parola ed espressione è garantita e difesa. La difende con decisione quello che da ministro dell’Interno durante le sue manifestazioni faceva rimuovere gli striscioni (memorabile l’identificazione del ragazzo che brandiva il cartello con la scritta sovversiva: “Ama il prossimo tuo”). La difendono autentici nostalgici del Ventennio – mitica era in cui la cura per il dissenso e la libertà di parola era manganello e olio di ricino – invocando con alti lai la Costituzione antifascista, che fosse stato per loro nemmeno esisterebbe. La difendono quelli per cui se critichi il governo sei “antitaliano” e antipatriottico. La difendono ultracattolici per i quali, evidentemente, rivendicare “il diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente” è una cosa altamente cristiana (c’è pure un sottosegretario che ha accostato le tesi del generale a quelle di papa Francesco: ma sì, in fondo è quasi un’enciclica).Meraviglioso, e rassicurante, no?Certo, ancora ce n’è di strada, per una vera “libertà di parola”. Pensate a quell’elenco – appunto – di parole che, in un passo del libro (22mila copie vendute, mica cotica), il generale elenca, con dispiacere, come espunte dall’uso. Certo, come sostengono tanti dei suoi difensori, per colpa del “pensiero unico”.
In effetti, che libertà è se non si può dire serenamente che gli omosessuali “non sono normali” (“normali non lo siete, fatevene una ragione!”, è scritto), o appellarli con tanti coloriti epiteti figli della più maschia tradizione? Dai, perché mai qualcuno dovrebbe offendersi o soffrirne? Perché mai questa distinzione dovrebbe essere la base per l’omofobia che genera esclusione, discriminazione e anche violenza?
Che libertà è se non si può serenamente sostenere (senza essere criticati e attaccati, che noia) che “le femministe sono moderne fattucchiere” la cui “subdola propaganda anti-maternità intesa come schiavitù della donna ha sicuramente contribuito alla crisi della natalità pur non conseguendo quei tanto pubblicizzati obiettivi di emancipazione femminile?”.
E perché mai qualcuno, magari un autorevole membro del governo, dovrebbe trovare queste tesi “farneticanti”? Non sarà mica di sinistra?
Ma che andate a pensare, su.In effetti, se in questo momento ci sono 22mila persone che stanno leggendo queste pagine, liberamente acquistabili, e noi che qui ne stiamo parlando, la libertà c’è. E forse quel “pensiero unico” (ma chiamiamolo direttamente "pensiero", va), che cosa bizzarra, garantisce persino la libertà di espressione di tesi del genere. Per il notissimo paradosso della tolleranza: una società tollerante deve tollerare gli intolleranti. Quelli che trovano ogni forma di inclusione deteriore, che bollano come “diversi” gruppi nei quali non si riconoscono, o non riconoscono il “noi” in cui si identificano (gli eterosessuali, i bianchi, i maschi, gli occidentali…). Quelli per cui l’accoglienza è “buonismo”, e la giustizia sommaria è solo giustizia in purezza, senza quei lacci e lacciuoli dei codici e dei tribunali. Quelli per cui esisterebbe una “dittatura delle minoranze”, che si spinge fino a togliere a loro – autoproclamata maggioranza – il sano diritto a dare dei “non normali” a tutti gli altri (e li costringe a dover rinunciare a epiteti come “frocio”, “ricchione” o “culattone”: ah signora mia, che rinunce lessicali e umane che ci chiede, questo mondo buonista e progressista!). Peccato che la democrazia consista proprio nel modo in cui le maggioranze sanno prendersi cura delle minoranze, e garantire i loro diritti.Ma dai, su queste cose noiose stiamo lavorando: i diritti di chi non vuole i diritti per tutti sono sempre una bella sfida, e una certezza democratica.


Infatti  mentre    ho fiito di  copiare quest articolo  e  che  mi arriva   la notifica    no ricordo se  di bing  o    di google    di tale   notizia  



la  stampa   23 Agosto 2023Aggiornato alle 19:47


“Ebrei una razza di mercanti che stuprano donne”. La canzone di De Angelis solleva la protesta della comunità ebraica: “Parole vergognose”
Un’altra bufera in Regione Lazio coinvolge il capo della comunicazione, che si difende: «Sono cambiato, imbarazzo e orrore per Settembre Nero» 

  


Il testo antisemita di una canzone scritta da Marcello De Angelis, capo della comunicazione della Regione Lazio, ha scatenato prima il Pd e poi lo sdegno della comunità ebraica, causando una bufera all’interno della Regione. Una nuona bufera, dopo quella della «riscrittura» della Strage di Bologna.«Ripudiamo i luoghi comuni dell'antisemitismo e le vergognose distorsioni della verità storica". Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, commentando la canzone antisemita «Settembre Nero», il cui testo è stato scritto da Marcello De Angelis, responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione Lazio.
«Un testo che riprende stereotipi antiebraici - ha detto Fadlun - e distorce gli avvenimenti storici, elogiando il terrorismo palestinese macchiatosi di imperdonabili atrocità a danno di innocenti atleti israeliani nell'attentato del settembre del 1972 presso il villaggio olimpico di Monaco».
«Marcello De Angelis, dopo le dichiarazioni fasciste sulla strage di Bologna, si ripete e sporca nuovamente le istituzioni del nostro Paese, definendo gli ebrei 'una razza di mercanti, che cantano pace ma stuprano donne'. Di fatto rispolverando la vecchia propaganda antisemita, nazista e fascista, che l'Italia ha conosciuto fin troppo bene», tuona l'assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Tobia Zevi.
«La canzone, cantata dal gruppo di cui è frontman e autore '270 bis' - aggiunge - è stata reinserita addirittura nel 2003 nel best of della banda, quindi tutt'altro che rinnegata. Caro De Angelis, io sono ebreo, ma non sono un mercante, come se fosse un insulto esserlo, non appartengo a nessuna 'razza' e non sono uno stupratore di donne. Con quale supponenza il portavoce della Regione Lazio tenta di giustificare le azioni dei terroristi di Settembre Nero dando responsabilità inesistenti agli ebrei? Mi auguro che il governatore Francesco Rocca, davanti a un episodio così chiaro di antisemitismo, prenda subito le distanze da De Angelis - conclude Zevi - e lo allontani definitivamente dalla Regione Lazio e da qualsiasi altro incarico istituzionale»
La risposta del capo della comunicazione della Regione non si è fatta attendere: «Il testo della canzone Settembre Nero risale a un periodo della mia vita in cui non mi riconosco. A rileggere quelle parole oggi provo imbarazzo e orrore, così come oggi non riscriverei altre canzoni realizzate in passato. Negli ultimi vent’anni la mia vita è radicalmente cambiata, anche e soprattutto grazie alla mia esperienza umanitaria in Croce Rossa. Ho dedicato anni al rispetto dei valori dell'imparzialità e della neutralità, porta di aiuto a chi soffre e facendo del mio meglio per mettermi al servizio del prossimo senza distinzioni. In questi vent'anni ho radicalmente cambiato la visione della vita, dell'umanità e di me stesso. Sono consapevole che il testo di quella canzone possa provocare ancora oggi offese e sofferenza. Non posso purtroppo tornare indietro e cancellare il passato. Posso solo impegnarmi ogni giorno per riparare».
Carlo Calenda, segretario di Azione: «Questo De Angelis ha passato il limite da molto tempo. Rocca dovrebbe averlo già licenziato. C'è in questo paese un ribollire di schiuma razzista, omofoba e antisemita che va fermato. E Giorgia Meloni non può continuare a far finta di nulla».

22.6.19

propanganda in crisi o mancanza d'argomenti da parte dei suoi adepti e dei suoi seguaci - sostenitori ?

lo  so che  tali argomentazioni sono fuffa    e  vengono a  noia  ed  non vale  la pena   perdere  tempo ed  sprecarne  a  riportarne   . Ma   dimostrano l'ignoranza  e la  mancanza  d'argomenti    e predicare  bene  e  razzolare male  perchè   se  ci    pensiamo  bene  ed ancora  facciamo funzionale  l'intelletto  , lo   spirito  critico  \  libero   arbitrio    ci s'accorge    che  anche  loro  sono per la  dittatura  del pensiero unico  e  come  quelli   che  contestano  chiamandoli    : << un imbecille globale che ripete sempre lo stesso discorso   >>

                       di Marcello Veneziani  da   Il Tempo 19 giugno 2017                                                                         tramite  http://www.imolaoggi.it/2019/06/21/

Ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: “Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo”.Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 72 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte.Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.C’è l’Imbecille Cantante che dal palco, ispirato direttamente dal dio degli artisti, dichiara che lui canta contro tutti i muri e tutti i razzismi. Che eroe, sei tutti noi.Poi vedi l’Imbecille Attore o Regista che dal podio lancia il suo messaggio originale e assai accorato, perfettamente uguale a quello del precedente cantautore, ma lui lo recita come se l’umanità l’ascoltasse per la prima volta dalla sua viva voce. “Io non amo i muri, non mi piace chi vuole alzare muri” Che bravo, che anticonformista.Segue a ruota l’Imbecille Intellettuale, profeta e opinionista che per distinguersi dal volgo rozzo e ignorante, dichiara anche lui la Medesima Cosa, sui muri ci piscio, morte al razzismo, morte a Hitler (defunto sempre da 72 anni), viva l’accoglienza, i neri, i gay e i trans.L’Idiota Collettivo, versione ebete dell’Intellettuale Collettivo post-gramsciano, non pensa in proprio ma scarica l’app ideologica che genera risposte in automatico. Poi c’è l’imbecille a mezzo stampa o a mezzobusto che riscrive o recita ispirato l’identica pisciatina contro i Muri.E poi c’è il Presidente o la Presidente, che in veste d’Imbecille Istituzionale, esprime lo stesso, identico Concetto, col piglio intrepido di chi sfida i Poteri Forti (ai cui piedi è accucciato o funge da zerbino).Non c’è film, telefilm, concerto, spettacolo teatrale o sportivo, gag e omelia tv in cui non si ribadisca la lotta tra il Bene e il Male: Aperti e Filantropi contro Chiusi & Ottusi, Accoglienti contro Razzisti, Omofili contro Omofobi, Xenofili contro Xenofobi e Negrofobi.Voi quelli del Muro, noi quelli del Telepass.Le bestie da scacciare sono quasi sempre vaghe, anonime, mitologiche; e già, il male è sempre oscuro, cospira nel buio, non ha volto, solo maschere storiche o ridicole. Ora va di moda la maschera di Trumputin, in Europa di Le Pen, da noi di Salvini.Tu senti uno, cambi canale e ne senti un altro idem, spegni la tv e senti alla radio un altro ma il Discorso è sempre quello, apri il giornale e leggi ancora l’Identica Opinione; a scuola idem con patate, all’Università peggio-mi-sento, i Palloni Gonfiati dai media compilano lo stesso Modello Unico.Nessuno di loro è sfiorato da dubbi, invece a te sorge un primo dubbio: è un’allucinazione o è sempre la stessa persona, l’Imbecille Globale, che cambia veste, fattezze e mansioni e ripete all’infinito l’Identico Discorso?Segue un secondo dubbio: ricordo male o eravamo in democrazia, che vuol dire libertà e pluralismo, cioè opinioni libere e divergenti a confronto? Loro non credono alla Verità, sono relativisti, però guai a dissentire dal Discorso Obbligato con fervorino finale anti-Muro.Ma possibile che tutti la pensino allo stesso modo, conformi, allineati e omologati, e ritengano che la cosa più urgente e più importante del momento, il Messaggio Unisono da dare all’Umanità sia sempre quello? Allora ti sorge un terzo dubbio.E se l’Imbecille Globale a reti unificate fosse il Grande Fratello del nostro tempo? Se fosse lui il Portavoce multiplo del Non-Pensiero Unico, cioè del nuovo regime totalitario-globalitario? E se fosse proprio quell’Uniformità Totale e quel corale accodarsi la miseria prioritaria del nostro tempo?Non so voi, ma io di quell’Imbecille Planetario che ripete il Discorso Unico e Identico all’Infinito, non ne posso più.

neanche  noi  non ne   posso più 




anzi  non   meglio  


Quindi  , anche  noi ,   " caro "  veneziani   dovremo dire  la stessa cosa  su di voi  visto che sentiamo  ovunque  lo stesso ,  anche  se   a parti inverse  discorso \  ritornello . Manca  la  via di mezzo   che ci permette   di vedere le cose   in maniera  obbiettiva   e  senza  "  storture ideologiche "  d'entrambe le fazioni le parti 

7.8.14

Libri, Tv, Puzzette e altri rumori matteo tassinari di http://wwwhete.blogspot.it/

La  discussione avuta  via email  con un mio contatto di facebook  in cui  gli chiedevo  
Non esistono gli anarchici, le brigate rosse, Al Quaeda, ecc...Sono tutte emanazioni dei servizi italiani al servizio dei progetti mondialisti.
Per arrivare a smuovere un popolo in determinate direzioni, per farlo votare in un certo modo, per fare si che alcune cose divengano lecite ed altre no, e per molte altre ragioni, che hanno sempre a che fare col controllo delle nazioni.
Il male è l'imperialismo, e questo male non ha scrupoli anche nel provocare genocidi, come stiamo vedendo.
beh vero . cmq cosa ne pensi di quello che ti ho chiesto
Questo mondo non è fatto per degli esseri umani, ma solo per schiavi dipendenti da dei padroni, anche se alla gente sembra di vivere in un mondo libero. Nessuno di noi lo è. Siamo tutti parte di un sistema che manteniamo in piedi, al quale siamo stati conformati così bene, a cominciare dal momento della nascita, che crediamo sia l'unico possibile. Ma questa è solo illusione. Beh per la tua domanda ho implicitamente risposto sopra, le stragi di stato, e Piazza Fontana ne è un esempio, sono servite unicamente a creare il clima per traghettarci nel sistema odierno. Ritengo che chiunque affermi il contrario non veda il progetto nella sua interezza, ma solo una parte di esso.
Stessa cosa vale per il G8 di Genova, utilizzato ovviamente per creare un caso "pilota" da utilizzare poi per vari scopi, politici, di controllo, mediatici, ecc... Ogni notizia può essere utilizzata dai media per queste ragioni, oltre che per ragioni strategico militari e di condizionamento dell'opinione pubnlica. Così si mandano avanti le cose, in questo sistema progettato per sfociare in un Impero. Kissinger da molto tempo lo chiama così.
 trova  conferma  in questo  post  del mio  amico \  compagno di strada Matteo tassinari  http://wwwhete.blogspot.it/
Dal McRacconto
alla McPoesia





Scrittura Creativa:
ma per       favore!

di Matteo Tassinari
Inveire contro argomenti blindati e uno stile a prova di tradizione, è un conto da tener conto proprio per la sua antica locuna. Un problema più grosso è se i Programmi di Scrittura e la logorante catena di montaggio dei loro workshop che sfornano un-racconto-ogni-due-settimane possano, alla fine, abbassare tutti gli standard ed i livelli di qualità, accelerare una mediocrità letteraria generalizzata, equivalente alla narrazione di quella che Donald Hall chiama la"McPoesia”, una forma di mecenatismo letterario, oltre che un’occasione per la comunità letteraria, corriamo il rischio di ritrovarci con una catena del McRacconto da far impallidire Ray Kroc.

Chi approccia

il verbo
Perché non è solo la struttura malsana del Programma di scritture Creative a rovinare le persone che abbozzano il desiderio di scrivere, con gli strani vincoli creativi che deve imporre tanto agli insegnanti quanto agli studenti. L'ebete disponibile a conformarsi alle regole solo perché è il modo più comodo di sopravvivere è deplorevole in qualsiasi studente, è un metodo scientifico per tenere in possesso il controllo della mente e la formazione a rotta di collo continuo. Ma chi approccia il verbo, sono solo i sintomi. Ecco la malattia in termini di rigore: pretese, richiesta emotiva e intellettuale, tantissimi Programmi o corsi di Scrittura Creativa che non sono altro che ridicole barzellette. 
Secondo alcuni Gianroberto Casaleggio è la seconda reincarnazione in terra di Gesù Cristo. Ciò non è vero in quanto è stato deciso, tramite sondaggio sul forum del Movimento, che è in realtà il Cristo ad essere la reincarnazione di Casaleggio


















Pochi richiedono
agli iscritti un minimo di preparazione letteratura, critica, attualità editoriale, composizione, lingue straniere, arte o cosa pensa dello scrivere, come lo vive, cosa rappresenta. Niente di tutto questo. Tutti fanno moneta, soprattutto i più stupidi, nel caso si tratti di donna, si volge al femminile. Non ci sono scuse, solo magre figure. Può darsi che sia proprio ciò che rende il nostro anti-intellettualismo tanto osceno da farlo diventare estremamente temporaneo.
Gli sceneggiati, dove la mente eclissandosi, viene in mente Andrea De Carlo
Chi stabilisce i
confini?
Pensate, per esempio, a come l’esposizione prolungata agli sceneggiati televisivi rende ciascuno di noi più innaturale e allo stesso tempo meno riflessivo. Una cultura basata sempre più sul vedere finisce col corrompere il rapporto fra chi vede e la cosa vista. Guardiamo vari attori interpretare vari personaggi coinvolti in vari rapporti e situazioni. Pensiamo al fatto che l’unica caratteristica profonda condivisa dal personaggio con gli altri personaggi e con l’attore che lo rappresenta è che tutti sono guardati. Il fatto che siamo fortemente incoraggiati ad identificarci con personaggi per i quali la morte non è un’eventualità creativa sostanziale, ha costi in tutti sensi, reali.
Noi come pubblico,
tu individuo laggiù e io qui, perdiamo ogni senso di significato o fine intrinseco e allo stesso tempo letteralmente eterno. Se siamo gli unici animali a sapere in anticipo che moriremo, siamo anche gli unici a sottometterci allegramente alla prolungata negazione di questa tremenda novità. Il pericolo è che, man mano che nell’intrattenimento le negazioni della verità sono sempre più efficaci, pervasive e seducenti, finiremo col dimenticare come vivere.
 Periodo vitale
Il comportamento degli attori e, in un modo complesso, attraverso lo sceneggiato in cui sono calati anche dei personaggi, è sempre rivolto a un pubblico per il quale si comportano o, meglio, in virtù del quale esistono anzitutto come attore o personaggio, dietro il vetro dello schermo. lperbole? È importante ricordare che la televisione per lo più non è puro intrattenimento, ma anche narrazione, corruzione culturale. Che gli esseri umani siano animali narrativi è una verità ormai assodata. Ogni cultura si spaccia come tale o divulga, attraverso un racconto, il proprio mondo. Ogni persona concepisce il proprio periodo vitale come una serie organizzata e raccontabile di eventi e cambiamenti con almeno un inizio, una parte centrale e la terza, l’ultima, il finale.



















Chi controlla il passato,controlla il futuro
Come l’esistenza, la vita: nascita, crescita, morte. Ecco perché la vita e l’arte non sono affatto per nulla dissimili. La narrazione ci serve come ci serve lo spazio-tempo, ci è utile per passare tutte le consegne ai nostri poveri posteri, quelli per cui oggi molti rubano e lasciare un posto di merda ai loro figli o come fanno gli infermieri quando si danno il cambio notturno:“Allora Paola, al signor Livio Visani 30 gocce di Cianuro, 2 pillol2 di Peyote a Paolo Guidi, un po’ di sciroppo all’oppio a Gustavo Angoloni, 15 astine sublinguali di Morfina alla cara signora Antonella Dinnetti e 3 trip lisergici alla bambina Gina Bonetti. Mi raccomando, quelli col principio attivo alto, l’ho visto troppo razionale oggi, deve essere più frastornata”.
E’ connaturata ormai.
Oggi, con gli scrittori, gli schemi narrativi ai quali gli umani colti vengono esposti con maggiore regolarità, accade la stessa cosa. Ma attenzione, succede spesso che i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono, come dice Malcom X. Infatti, una delle malattie più diffuse, è la diagnosi e i medici starebbero male se nessuno sta male. A questo punto, come non citare lo script fulminante dei fratelli Marx: "l'ultima volta che sono andato dal dottore mi ha dato tante medicine che, una volta guarito, sono stato male per un mese intero".
Il più buono di tutti

E, anche a voler essere buoni,
la televisione è una forma di arte narrativa piuttosto misera. E’ un’arte narrativa che non si sforza di cambiare nemmeno di cambiare, illuminare, ampliare e orientare, ma semplicemente sempre di avvincere, di attrarre, di porsi sul piedistallo, parlare solo di e su sé stessi senza porre mete da raggiungere, imporre sempre gli stessi modelli culturali. Cosa che in Sud America non avviene, forse per uno spirito o un avventura o la natura stessa che induce chi vive a contatto ravvicinato con il Creato nelle sue esposizioni che li rende più sbrigliati e vergini per nuovi stili poetici e narrativi.
Tutti in piedi, arriva lo "Strega", gli "Amici della domenica"











I Soloni
Il suo fine, quello dei soloni che ogni anno si scambiano l’appuntamento del prossimo anno allo Strega con gli “Amici della domenica” (giuria), poi al Bancarella a Pontremoli, al Campiello tra gli Industriali del Veneto, al Bagutta, vecchia trattoria, scoperta dallo scrittore Riccardo Bacchelli e dal suo elzevirista e critico cinematografico Adolfo Franci, il Mondello di Francesco Lentini, giudice e intellettuale, che seguì il premio fino al 2000, anno della sua morte. Tutte categorie, premi letterari italiani che - dichiarato apertamente – servono ad assicurare una visione protratta, garantita, sedata, per mettere a tacere lo spirito di ogni teleutente o lettore.
Con pochi azzardi. Non si può sempre
parlare male, che tutto non funziona, perché alcuni premi, pochi, sono seri. Altri – molti – sono esposizioni pubblicitarie che con la letteratura o la narrativa o la poesia non centrano nulla, ma molto di più contano chi sono i giurati, quali appoggi hai come scrittore, se rientri nei progetti degli editori alla Fazi che vuole andare allo Strega con una biografia sua scritta da sua moglie. Trovo la vicenda molto imbarazzante, ma conoscendo Fazi, non mi meraviglia, perfetto soggetto al Cafonal di D’Agostino. Di Fazi editore, ho sempre amato la linea editoriale che s’è imposta la casa editrice, abolendola. Dal 1994 che l'editore pubblica di tutto, dal porno alla narrativa sovietica del '700, trovandosi a volte in situazioni imbarazzanti, luoghi dove di respirava disagio, altri dove era un Gagà. E' un uomo ipnotico Fazi, forse è questa la sua più grande attrattiva, come la televisione, che avvince senza pretendere nulla.











                      FUTURI NARRATIVI

E GIOVANI DA BATTAGE
Non si sforza di cambiare, illuminare, ampliare e nemmeno di intrattenere, ma semplicemente di avvincere, di attrarre, di schiacciare il vociare della gente col suo vociare in sottofondo, quello che le casalinghe durante i lavori di casa dicono: "La Tv? La tengo accesa perché mi fa compagnia, mentre faccio i lavori". E la mente lavora mente non sa neanche dove sia, lasciando di fondo i consigli per gli acquisti. E' gioco-forza, ma imposto da chi? Ognuno ha i propri massacratori, è un diritto anche di che morte voler morire. Non facciamo i candidi, tanto uno che ha la cirrosi epatica e beve, sa che la sua morte non sarà la Leucemia. Anche questo è un passaggio vitale, coatto, imposto e da affrontare. Quante cose diamo per scontato, è una vergogna. E' una vergogna già il fatto che non ci si vergogna ci questo sciupìo di tempo, è una vergogna la superficialità di tutti su tutto, siamo una vergogna, tutti quanti insieme.  
La quantità ha forti influenze
sulle menti deboli,
come la televisione















Col cazzo, è che vivi una vita senza senso! Il suo unico fine, dichiarato apertamente, è assicurare una visione protratta, lunga, che occupi tempo nella giornata dell’acquirente, interminabile, prolungata ma lenta affinché il suo messaggio accompagnato dal battage viene memorizzata anche da chi non è interessato al prodotto, posticipato. La più grande attrattiva della Tv, è che avvince senza volere niente. Puoi riposarti mentre ti sottoponi alla stimolazione di un film o un Talk Show.



Che due Marò
I Marò
Ricevere senza dare. E’ questo che ci attrae. Quante volte vi siete trovati, invorniti come seppie, il telecomando in mano, lo sguardo ebete, idiota, imbecille, stupido? Lo stesso vale per tutta l'arte bassa che ha come scopo l'attenzione protratta e la condiscendenza. Attrae proprio perché è divertente e allo stesso tempo facile. E il radicamento di una cultura tendente al basso, costruita sull'Attrattiva delle nuove tecnologie, che amplificano questo livello “basso”. Non mi stancherò mai di dire e scrivere che il tempo trascorso in un qualsiasi Social Network è sempre e in ogni caso tempo sprecato, disperso e sperperato. E il tempo è forse la moneta più cara che possediamo, anche se una dottoressa mi ha augurato di morire presto. Come buttare via ciò che abbiamo di più caro al mondo? Noi non ci facciamo neppure caso allo scempio che ci riserviamo.
Vivacchiamo sciocchi.
In un momento in cui in America i veri scrittori di narrativa discreti, bravi e bravissimi sono più di quanti ce ne siano mai stati, un pubblico americano che gode di un’istruzione e di un reddito disponibile senza precedenti spende l’enorme mole del suo tempo per la lettura e dei suoi librodollari in narrativa che è, secondo ogni ragionevole criterio, spazzatura. La narrativa spazzatura è, quanto a intenti e attrattive, del tutto simile a quella della televisione: avvince senza pretendere nulla. Gli intrattenitori sanno distrarre, avvincere e magari anche consolare. Solo gli artisti sanno trasfigurare. Gli odierni scrittori spazzatura, sono intrattenitori che sfruttano il terreno altrui o degli artisti. Questo di per sé è una novità. Ma l’estetica della televisione e l’economia simil-televisiva, hanno reso possibile una popolarità e compensi mai visti. Un disastro.
Paul Auster 


Allora, per
non essere
solo Cassandre, virate verso Paul Auster, faro attuale della letteratura americana contemporanea. Quando tutti gli asini ce l’avevano con Allan Bloom, che digrigna i denti ai liceali che hanno come massima aspirazione quella di poter accendere un mutuo, qui parlo di diventare scrittori. Noi come generazione corriamo il pericolo di giustificare T.S.Eliot più delirante se tramite un misto di stasi accademica e disinteresse intellettuale dimostriamo con insoddisfazione di tutti che la cultura o è cumulativa o è morta, vuota ai due lati di un Adesso sociale che non ammette passione per il futuro né curiosità per il passato. E’ triste eh?

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...