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23.12.24

graffiti sui muri due pesi e due misure il caso di Dario Buffa denunciato per aver cancellato da un muro svastiche e altri simboli nazifascisti e il caso di blu a cui no cancellano il suo muralers su ugo russo

Nel Paese al contrario, accade questo.
Questo giovane uomo di 32 anni è un operaio agricolo che di nome fa Dario Buffa(  foto a  sinistra  )  e ha fatto una cosa per cui in un Paese civile avrebbe meritato una medaglia: si è armato di bomboletta spray e con quella ha cominciato a cancellare le svastiche e i simboli nazifascisti dai muri della sua città,Massa.
Lo ha fatto in pieno giorno, a volto scoperto, come atto orgogliosamente antifascista.
Sapete com’è finita? Con un decreto di condanna a 4 mesi e 1.800 euro di multa per imbrattamento di suolo pubblico.
Fare delle svastiche è stato equiparato a chi le ha cancellate.
Dario ha deciso di andare così a processo per contestare la decisione nel merito e sostenere le sue idee. Fino in fondo.
 « Per me è una medaglia al valore, personalmente ne vado fiero ma non mi hanno fatto il processo e per una cosa del genere lo voglio” ha detto.
Sembrerà poco, ma è un gesto di enorme coraggio e di Resistenza civile di cui oggi, in questi tempi di spaventosa indifferenza, abbiamo bisogno. A questo ragazzo va tutta la solidarietà umana e politica. Grazie Dario ! »  Lorenzo  tosa  

la  seconda  storia     invece  viene dal  il  Fq  el  23\12\2024  

per chi  ha  fretta  

CHI È “BLU”? La sua vera identità resta tuttora sconosciuta, anche se il suo profilo su Wikipedia dice che è nato a Senigallia (Ancona) il 1º maggio 1980. Attivo da anni presentandosi sempre con quello pseudonimo, nel 2011 è stato indicato dal quotidiano inglese The Guardian “come uno dei dieci migliori esponenti dell'arte di strada in circolazione”. Blu ha incominciato a farsi conoscere a partire dal 1999 attraverso una serie di graffiti eseguiti a Bologna, nel centro storico, nelle zone adiacenti all'accademia di Belle Arti, e in periferia



29/02/20 LA RICOSTRUZIONE

Ugo Russo, 15 anni, nella notte del 29 febbraio 2020, insieme a un 17enne, aveva tentato di rapinare un militare dell'arma che si trovava in automobile con la fidanzata, in via Orsini a Napoli. Russo lo aveva minacciato con una pistola (che successivamente risultò essere una replica). La vicenda è ora al centro del processo che vede il carabiniere imputato di omicidio volontario



Domani notte arrivano i doni, e io vorrei scrivere una letterina per chiederne uno non a Babbo Natale, ma al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – che ricordo come mio intelligente rettore, alla gloriosa Federico II. Quello che è probabilmente il più importante street artist italiano, Blu, ha realizzato negli scorsi giorni un magnifico murale ai Quartieri Spagnoli, in via Croci Santa Lucia al Monte. Racconta la storia di Ugo Russo, il ragazzo di quindici anni ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere non in servizio, al quale stava rubando l’orologio minacciandolo con una pistola giocattolo.

SARÀ il processo a dire la verità giudiziaria su questo fatto terribile. Il murale di Blu, invece, dice già –




con la lingua inarrivabile, struggente e straziante dell’arte – l’immutabile verità esistenziale, morale, sociale della Napoli popolare, del suo rapporto col potere, delle sue vite a perdere. Blu ci mostra Ugo Russo: un ragazzo inseguito da enormi proiettili (non solo nell’ultimo giorno della sua vita, ma da quando era nato). Un ragazzo per cui chiedere «verità e giustizia». Un ragazzo: che rappresenta tutti i ragazzi come lui, anche quelli che per fortuna non hanno fatto la fine di Ugo.

Cometutti quelli che dipingono sui muri, Blu ha visto tante volte le sue opere cancellate. A volte le ha cancellate lui, per proteggerle dal mercato e dall’appropriazione. E almeno una volta è finito a processo, per un’opera che rappresentava la rapace speculazione del Tav, e che aveva dipinto su un pilone in Val di Susa. In quel processo, Blu fu assolto.

L’opera

LA SENTENZA

dice che «considerando il pregio estetico dell’opera e la fama del suo artefice in rapporto con la banalità del supporto su cui è dipinta, un anonimo muro di cemento che sorregge un cavalcavia ferroviario, questo giudice ritiene che il dipinto non costituisca ‘imbrattamento o deturpamento’ ai sensi dell’art. 639 c.p. il cui evento tipico consiste nell'alterazione in senso peggiorativo dell’aspetto esteriore o della nettezza della cosa altrui mentre nel caso di specie siamo di fronte ad un’opera di pregio firmata dalla mano di un artista di fama che va piuttosto a recare ornamento, visibilità e valore ad un opera pubblica grigia e anonima. L’autore pertanto va assolto dal reato contestato». Mi permetto di ricordare che partecipai a quel processo, come teste della difesa. La sentenza, nel passaggio subito prima di quello citato, lo registra, ricordando come il sottoscritto avesse spiegato al giudice che «l’autore è conosciuto a livello internazionale come ‘Blu’: uno degli esponenti più significativi della street art in Italia nonché uno dei più importanti d’europa. Le sue opere, di contenuto sociale, sono molto apprezzate e aggiungono valore alle strutture dove sono realizzate».

EBBENE, lo vorrei ripetere oggi al sindaco Manfredi: anche questo murale di Blu è un capolavoro, e cancellarlo sarebbe imperdonabile. Con tutta la retorica profusa sulla cura e sulla bellezza delle città, e con i pochi soldi che ci sono perché quella retorica si avveri, che senso ha andare a distruggere un’opera così bella, importante, gratuita? Ma c’è qualcosa di più profondo, e di ancora più importante. L’ugo che sfreccia in bicicletta nel murale di Blu è in fuga dal mondo degli adulti: un mondo remoto e irriducibilmente altro. Un mondo che gli ha preso tutto: alla fine, anche la vita. Un muro ci divide da questi ragazzi: la loro lingua, le loro aspirazioni, il loro universo simbolico sono lontani dai nostri. E i rari adulti che, con parole o opere, riescono ad attraversare questo muro, ad essere accettati, vanno incoraggiati, premiati, sostenuti: non puniti, o ‘cancellati’.

NESSUNA opera memoriale commissionata dal Comune o dallo Stato potrebbe essere accettata, anzi amata, come questa di Blu è amata dalla gente del quartiere, dalla famiglia e soprattutto dai coetanei di Ugo. Una pittura che costruisce nessi ed empatia come scuola e istituzioni non riescono nemmeno ad immaginare. La storia di Ugo, le infinite storie come la sua, sono ferite sanguinanti che provocano altre ferite. Se c’è una cura, un balsamo, un lenimento, perché gettarlo via? In questi tempi di guerra, si ha la sensazione che non si riesca ad uscire dalla logica della rappresaglia anche in altri ambiti della vita collettiva. Va bene, il murale non era autorizzato: ma è una cosa grande. Un dono. Una benedizione. Come si fa a pensare che da un’altra, da un altro rifiuto, da un’altra ‘prevaricazione’ agita da una istituzione, dagli adulti negazione (non importa se in nome della legge: anzi, peggio), possa venire fuori qualcosa di buono? Quel che ovunque sembra impossibile, a volte a Napoli invece si avvera. Chissà che, in questo Natale, il regalo collettivo del sindaco Manfredi ai suoi concittadini più cari, perché più fragili e irraggiungibili, sia la grazia per questo pezzo di muro dipinto. Che rappresenta uno dei pochi casi in cui un muro può renderci tutti più umani.

13.8.21

Deborah, trans che sfida l'Aids col sorriso: "Io, prostituta per reazione, stuprata da mezzo paese" ed altre storie

Deborah è una donna di cinquant'anni che ha vissuto tante vite. Deborah è stata violentata fino a diventare prostituta dall'età di dieci anni. Deborah prese l'aids quella volta in cui trovò un uomo e lo sposò. Deborah è stata sulle copertine e in tv nei rampanti anni prima della crisi. Deborah l'hanno conosciuta in tanti, anche se lei oggi vive in una struttura dove nessun amico la va a trovare. Io invece ci sono andato perché la storia di Deborah è una storia che volevo raccontarvi. La storia di Deborah va saputa. Un grazie particolare ad "Alfaomega Associazione Volontari"






Nei tunnel di Porto Flavia, miniera vista mare
Apre ai visitatori un gioiello centenario dell’ingegneria, studiato per imbarcare minerali sulle navi. Oggi offre panorami incantevoli. E un tuffo nella storia sarda
di Ilenia Mura








Il paese che lavora l'argilla come gli etruschi
Castelviscardo tramanda le tecniche antiche: si modella a mano, la fornace è senza elettricità. E i manufatti sono preziosi per i restauri. Come quello del tempio di Alatri
di Francesco Giovannetti






La battaglia dei writer per i muri da dipingere
A Genova c’è voglia di street art. E se il Comune pubblica un bando per attirare firme internazionali, gli artisti locali rivendicano spazi per esercitare la creatività
di Massimiliano Salvo



29.12.19

Edifici surreali in Italia, 'Casa Bepi' a Burano: la dimora che cambiava colore ogni giorno

Risultati immagini per edifici di buranoL' isola di Burano è famosa per le case dei pescatori dai colori vivaci e i ristoranti informali che servono specialità di pesce della laguna. Nascosta in un vicoletto ce n'è una più colorata delle altre. È la casa di Bepi, un personaggio dal profilo surreale. Classe 1920, Giuseppe Toselli era un amante della pittura e negli anni '60 iniziò a dipingere la facciata della sua abitazione con colori sgargianti e geometrie di ogni sorta. La vera particolarità però è che la modificava praticamente ogni giorno.





Dalla sera alla mattina apparivano nuovi disegni e i colori si sommavano l'uno sull'altro. Bepi è ricordato anche per un altro motivo: la sua passione per il cinema, che lo portò a organizzare proiezioni all'aperto per i bambini. Oggi è proprio uno di quei bimbi a prendersi cura della struttura diventata un'attrazione per residenti e turisti. "Vicino all'abitazione di Bepi c'era la casa dei miei nonni - racconta Stefano Regazzo a Repubblica - Io e la mia famiglia eravamo molto affezionati a lui, così, quando Bepi è morto nel 2002, abbiamo deciso di comprare la sua casa e di ridipingere la facciata come appariva nel 1985".


31.1.16

Ecco A Voi I Giganteschi, Originali E Potenti Graffiti Che Stanno Colorando Le Città Di Tutto Il Mondo

da  http://www.curioctopus.it/


Julien Malland è nato a Parigi nel 1972 ed ha iniziato a dipingere negli anni '90, con lo pseudonimo di Seth. In quel periodo a Parigi esplodeva la Street Art e il giovane Julien trovava in essa la sua forma di espressione più congeniale. Da allora gira il mondo dipingendo murales di grandissime dimensioni, ispirati al contesto culturale del paese in cui si trova, ma mantenendo uno stile sempre personale e riconoscibile.

I protagonisti dei suoi coloratissimi murales sono spesso dei bambini e, come la maggior parte degli street artist, Seth preferisce arricchire con i suoi disegni gli edifici tristi delle parti abbandonate delle città.

Una delle sue ultime opere si trova proprio in Italia, a Roma, nel tunnel della fermata metro Piazza di Spagna (foto in fondo alla pagina).
L'integrazione tra le popolazioni è uno dei suoi temi preferiti

Gioca spesso con le illusioni ottiche e le sovrapposizioni di texture

I bambini sono tra i suoi soggetti preferiti

Si allude spesso ad un "altrove" nascosto sotto la coltre di cemento e mattoni

Per lui è importante che il disegno si integri con l'ambiente che lo circonda


16.9.14

Afghanistan: La street art di Shamsia Hassani

"Sui muri di Kabul dipingo donne con il burqa. Voglio parlare della loro vita e trovare un modo per liberarle dall'oscurità". Questa è la missione della street artist afghana Shamsia Hassani, 26 anni, portavoce dei diritti delle donne, che usa come colore dominante nelle sue opere l'azzurro: "E' il colore della libertà e spero che ogni persona che guarda le mie opere possa rimuovere dalla mente i brutti ricordi della guerra perché l'arte è più forte di ogni battaglia".

30.10.13

PARIGI I WRITERS SONO RISORSA MENTRE IN ITALIA VENGONO REPRESSI O CONSIDERATI SCARABOCCHI ADOLESCENZIALI IN PIENA TEMPESTA ORMONALE



mentre in italia tali opere vengono o considerate generalmente tutt'uno con semplici scarabocchi adolescenziali o da gente che è ancora in piena tempesta ormonale oppure descritti  solo come   ( quello si che è vandalismo specialmente quando viene  fatto  sugli edifici storici e non abbandonati    ) a semplici  \  complesse tag per delimitare il territorio del proprio gruppo . Quando  invece  come potete notare  dal video dell'articolo sotto  e  dai vari link  i graffiti  non sono solo tag  .


Segno che mette in evidenza una cattiva informazione ed una ignoranza ed incapacità a guardare al di là della punta del suo naso e che a proposito di graffiti non sa nulla se non le tag che si trova sotto casa.Chi dice che "i graffiti sono delle opere d'arte" sarà esclusivamente condizionato dal fatto che determinati graffiti possono sembrare belli anche ad un occhio inesperto, perchè eseguiti tecnicamente con cura metodica, il che è vero . Ma << Nel writing le due realtà coesistono allo stesso tempo; i graffiti possono essere legali o illegali; ma prescindendo da una questione puramente soggettiva, esistono graffiti illegali che sono pietre miliari della storia "artistica" dei graffiti, ed esistono graffiti legali che sono "inquinamenti visivi" degni di essere ricoperti con un buono strato di quarzite bianca.Molti writer, quasi tutti, persino i più bravi hanno un passato o un presente legato all'illegalità, ma la maggior parte delle persone collegano purtroppo il prodotto finale di un'esecuzione solo sulla base della legalità o meno in cui esse vengono ultimate. A questo proposito lavori eseguiti legalmente o illegalmente dalla stessa persona vengono definiti arte o vandalismo, belli o brutti, spesso senza sapere che dietro alle due tipologie sta la stessa persona.I writer proseguono un percorso "artistico" che li porta ad esplorare l'ambito delle lettere in una ricerca che determina uno o più stili che vengono elaborati e modificati sulla base dell'esperienza, in ciò non c'è nulla di diverso da quello che fa un artista "ordinario". I writer stessi però odiano essere definiti artisti, perchè un artista punta nella sua carriera ad essere un bravo artista, cercando di collocarsi ad un buon livello di reputazione; il writer fa la stessa cosa, con la differenza che non trae guadagno generalmente da ciò che fa, e che nel suo ambito punta ad essere il migliore e basta. E' una questione principalmente competitiva, che taglia fuori ogni altro che non sia esso stesso un writer, perchè le lettere non possono essere comprese a pieno, se non si ha una dimestichezza tale con esse data solamente dall'esercizio che ti porta ad essere un writer. Ad un writer non importa l'opinione di un non-writer, è un mondo a sè stante, per questo prescinde da regole come la legalità; perchè nessuno per un writer può capire un graffito se non è un writer egli stesso.>>( da http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070906113420AA0aJ4y  ) . 

E  visto che  come diceva Nanni Moretti in un famoso film  le parole  sono importanti non  sprechiamone  altre  troverete ulteriori news   nei  link sopra   e  andiamo al  post  vero e  proprio  

 corriere della sera del 29\10\2013

Paris 13, il paradiso dei graffiti

Quest'estate in Italia c'è stata un'escalation di repressione nei confronti dei writers, che a Milano sono stati anche condannati per associazione a delinquere. Il sindaco del 13° arrondissement di Parigi invece ha scelto un'altra strategia: trasformare questo fenomeno in risorsa.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...