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30.10.13

PARIGI I WRITERS SONO RISORSA MENTRE IN ITALIA VENGONO REPRESSI O CONSIDERATI SCARABOCCHI ADOLESCENZIALI IN PIENA TEMPESTA ORMONALE



mentre in italia tali opere vengono o considerate generalmente tutt'uno con semplici scarabocchi adolescenziali o da gente che è ancora in piena tempesta ormonale oppure descritti  solo come   ( quello si che è vandalismo specialmente quando viene  fatto  sugli edifici storici e non abbandonati    ) a semplici  \  complesse tag per delimitare il territorio del proprio gruppo . Quando  invece  come potete notare  dal video dell'articolo sotto  e  dai vari link  i graffiti  non sono solo tag  .


Segno che mette in evidenza una cattiva informazione ed una ignoranza ed incapacità a guardare al di là della punta del suo naso e che a proposito di graffiti non sa nulla se non le tag che si trova sotto casa.Chi dice che "i graffiti sono delle opere d'arte" sarà esclusivamente condizionato dal fatto che determinati graffiti possono sembrare belli anche ad un occhio inesperto, perchè eseguiti tecnicamente con cura metodica, il che è vero . Ma << Nel writing le due realtà coesistono allo stesso tempo; i graffiti possono essere legali o illegali; ma prescindendo da una questione puramente soggettiva, esistono graffiti illegali che sono pietre miliari della storia "artistica" dei graffiti, ed esistono graffiti legali che sono "inquinamenti visivi" degni di essere ricoperti con un buono strato di quarzite bianca.Molti writer, quasi tutti, persino i più bravi hanno un passato o un presente legato all'illegalità, ma la maggior parte delle persone collegano purtroppo il prodotto finale di un'esecuzione solo sulla base della legalità o meno in cui esse vengono ultimate. A questo proposito lavori eseguiti legalmente o illegalmente dalla stessa persona vengono definiti arte o vandalismo, belli o brutti, spesso senza sapere che dietro alle due tipologie sta la stessa persona.I writer proseguono un percorso "artistico" che li porta ad esplorare l'ambito delle lettere in una ricerca che determina uno o più stili che vengono elaborati e modificati sulla base dell'esperienza, in ciò non c'è nulla di diverso da quello che fa un artista "ordinario". I writer stessi però odiano essere definiti artisti, perchè un artista punta nella sua carriera ad essere un bravo artista, cercando di collocarsi ad un buon livello di reputazione; il writer fa la stessa cosa, con la differenza che non trae guadagno generalmente da ciò che fa, e che nel suo ambito punta ad essere il migliore e basta. E' una questione principalmente competitiva, che taglia fuori ogni altro che non sia esso stesso un writer, perchè le lettere non possono essere comprese a pieno, se non si ha una dimestichezza tale con esse data solamente dall'esercizio che ti porta ad essere un writer. Ad un writer non importa l'opinione di un non-writer, è un mondo a sè stante, per questo prescinde da regole come la legalità; perchè nessuno per un writer può capire un graffito se non è un writer egli stesso.>>( da http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070906113420AA0aJ4y  ) . 

E  visto che  come diceva Nanni Moretti in un famoso film  le parole  sono importanti non  sprechiamone  altre  troverete ulteriori news   nei  link sopra   e  andiamo al  post  vero e  proprio  

 corriere della sera del 29\10\2013

Paris 13, il paradiso dei graffiti

Quest'estate in Italia c'è stata un'escalation di repressione nei confronti dei writers, che a Milano sono stati anche condannati per associazione a delinquere. Il sindaco del 13° arrondissement di Parigi invece ha scelto un'altra strategia: trasformare questo fenomeno in risorsa.


3.2.13

Parigi, cacciati dal museo d'Orsay: "troppo poveri"

da http://www.nanopress.it (  presa  dall'articolo riportato sotto )


Va bene che l'ordine , il decoro e la pulizia \  l'igiene  sono fondamentali qualunque siano le condizioni economiche delle persone . Ma qui si è commessa una discriminazione bella e buona . Infatti 
E' particolare questa vicenda successa in Francia dove una famiglia è stata allontanata dal museo d'Orsay di Parigi perchè povera. Ecco  i fatti



da http://www.nanopress.it/cultura  del 31\1\2013 

sabato scorso una famiglia di origini modeste, anzi proprio povera, in lista nei servizi sociali, ha visitato insieme ad un volontario il prestigioso museo d'Orsay. Madre, padre e figlio di 12 anni però non sono andati a genio ad alcuni visitatori del celebre luogo d'arte e li hanno fatti allontanare.
Nella sala dei Van Gogh, infatti, alcune persone hanno chiamato la sicurezza per via del cattivo odore emanato dai componenti di quellafamiglia povera. Gli addetti alla sicurezza a questo punto si sono avvicinati ai "disadattati" e li hanno "accompagnati" all'uscita, decretando la fine della giornata speciale per il ragazzino ed i suoi genitori. 
Il presidente dell'associazione Atd Quart Monde, Pierre-Yves Madignier aiuta a inquadrare meglio la vicenda: "Una famiglia estremamente indigente, come molte purtroppo, che vive in una catapecchia fuori città. La mattina si erano preparati a un pomeriggio eccezionale, di bellezza, di piacere. Eravamo lì con loro proprio per non farli sentire in difficoltà: dovevano pensare solo a godersi gli impressionisti, come tutti".
Il museo d'Orsay si è offerto di rimborsare i biglietti a padre, madre, bambino e volontario ma (giustamente) il ministero è intervenuto, chiedendo un rapporto dettagliato sui fatti. La ministra Aurélie Filippetti ha parlato di incidente spiacevole. "Non mi sembra però che ci sia una mancanza morale da parte del personale del museo, anzi forse hanno fatto il loro mestiere, preservando la possibilità di quella famiglia di ritornare, in condizioni più degne". 
Pierre-Yves Madignier invece annuncia che la sua associazione porterà il museo in tribunale. "È indecente, quella famiglia si trovava nelle condizioni più degne che le sono concesse: quando si vive in condizioni insalubri, in una specie di baracca, i vestiti si impregnano di umido. I genitori e il bambino emanavano l'odore, persistente ma non insopportabile, della povertà. E la cosa che mi ha fatto più male è che sono stati loro, le vittime, a chiedere scusa".
Che dire? Saranno stati contenti i visitatori che hanno fatto allontanare la famiglia di poveri, finalmente "liberi" di poter ammirare i capolavori di Van Gogh...e forse gli sfugge un particolare, visto che anche il genio olandese visse e morì in povertà. Da vivo è andato incontro alla medesima e disgustosa esclusione sociale.




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