Mi sorprende davvero la lotta strana contro la guerra che sembra sia brutta da una parte e buona dall’altra. Mi ero decisa di non parlare più delle guerre. Non è che non abbia nulla da dire ma sono completamente delusa di come noi “pacifisti” ci poniamo davanti alle guerre. Ho come l’impressione che la guerra è a seconda dall’aggressore o del luogo della guerra stessa buona o brutta. Se parli della guerra in Sudan reagiscono due gatti. Che vuoi che sia ? Finché i neri si uccidono fra di loro non riguarda nessuno. Basta che non vengono qua da noi. Se parli del Congo con tutte le donne stuprare e uccise vive, non susciti pietà. Sono affari loro. Avevo pensato un tempo che probabilmente si trattava della distanza di questi conflitti. Troppo lontano per essere sentiti. Poi è arrivata la guerra in Ucraina molto vicina ma non si può parlare. Se ne parli vieni aggredito a volte vengono pure sul privato a invitarti ad andare a combattere per gli ucraini se non sei d’accordo. Cosa vuoi? La Russia ha combattuto al fianco degli alleati per liberarci dal nazifascismo. Allora può fare quello che vuole ora di chiunque. Perché non vuoi che uccide gli ucraini ? Ha solo bisogno dei suoi territori, quelli che ormai fa parte dell’Ucraina, sai la parte russofona. Poi gli occidentali questi guerrafondai devono pagare. Ma pagare come? Guardando uccidere gli ucraini. Poi sai la Russia ha ideato il comunismo che ha fatto sognare una società giusta in questo mondo schifoso. Poca importante se il comunismo alla fine, nella sua pratica,ha fatto esattamente, se non peggio, quello che il nazifascismo ha fatto nei anni 30-40. Poco importa se dove il comunismo è stato usato ci sono ancora dolori da ricordare (gli albanesi ne parlano). Tanto l’Ucraina doveva lasciarsi prendere per farci avere il gas per scaldarci d’inverno. Gli ucraini non hanno nemmeno il diritto di difendersi. Cosa vuoi che sia se muore un bambino ucraino. Un non evento. Tanto è stato ucciso da uno che ha il diritto di fare la guerra per fare le pernacchie a questo cattivo Occidente che fa le guerre in giro per il mondo. Le armi non vanno bene eh! Però solo se ne vuole comprare l’Europa. Le armi della Russia vanno benissimo. Quando gli ucraini bombardano un deposito di armi russi, scatta il finimondo: “ come si permettono? Ora Putin userà la guerra nucleare e moriremo tutti! A questo piccolo Dio sulla terra non bisogna provocare ” . Se le armi non va bene, dovremo essere felici quando vengono distrutti i depositi di armi o no? Quando Putin bombarda in Ucraina nessuno condanna o condannano solo i soliti due gatti. Però su Gaza non è lo stesso. Sembra che i bimbi che muoiono in guerra siano diversi. Se muore un bimbo ucraino non crea sdegno ma se muore uno a Gaza vedremo foto, video, commenti, ecc. Mi sono fermata di parlare della guerra per provare a capire perché la guerra può essere giusta da una parte e sbagliata dall’altra? Non sono ancora riuscita a capire, semplicemente perché per me la guerra non va fatta a prescindere da qualunque motivo. Nessuno deve atttaccare un paese, un popolo, togliere vite umane perché a delle ragioni. Nessuno ha ragione a uccidere degli innocenti. Se Putin ha i suoi motivi per massacrare, anche Netanyahu ne ha le sue. Se possiamo giustificare la guerra di Putin perché non quella di Netanyahu? Tutti vogliono territori e si fottono di un popolo. Tutti condannano Israele gisutificando Hamas. Questo non lo capisco. L’uso della violenza da una come dall’altra parte è sbagliata a prescindere. La violenza chiama la violenza di solito. Si dice che Israele sapeva del 7 ottobre e mi chiedo: è Hamas non sapeva delle reazioni di Israele? Tutti si fottono dei rispettivi popoli senza pietà e la popolazione palestinese si ritrova usata da due parti diversi per interessi malsani. Da 80 anni si usa la violenza senza mai risolvere nulla. Perché continuare su questa strada? La question va posta sia a Israele sia a Hamas. Se una strategia non funziona bisogna cambiarla. Se Hamas avesse chiesto il parere della popolazione palestinese, sono sicura che loro non avrebbero dato ok per il 7 ottobre. Perché costruire dei tunnel sotto un posto come l’ospedale sapendo che si tratta di un luogo di fragilità umana? Se Putin uccide nessuno ci crede quasi quasi sono gli ucraini a ucciderci. Le foto e i video dicono sono falsi. Invece se si uccide a Gaza allora è vero è nasce l’indignazione ovunque. Se metti informazioni o foto di persone uccise in Congo rimangono lì come fossero morti dei cani. Non sono nemmeno le posizioni delle due parti l, cioè Israele e Hamas che mi preoccupano ma la nostra come terza parte non coinvolta che fa rabbridire. Addirittura facciamo anche noi la guerra a chi viene da Israele a volte nemmeno ci vive per dire che siamo pacifisti. Offendiamo ormai spesso chi è israeliano senza sapere chi è veramente, cioè se contro o per il governo sionista. Basta attaccarlo e umiliarlo per sentirci utili alla causa palestinese. Questo però non lo vivono i russi in giro per il mondo. Siamo davvero pacifisti? O manifestiamo le nostre simpatie a un aggressore preciso e antipatie all’altro? Sarà perché Israele è pro occidente che siamo contro la guerra a Gaza o semplicemente siamo mossi dalla pietà per un popolo massacrata? Se la risposta è la seconda allora perché gli ucraini non possono beneficiare della stessa pietà? Cosa ci hanno fatto gli ucraini? Perché del Sudan non interessa? Per le altre guerre sono non guerre mentre solo quella di Gaza è orrore? Se la risposta è la prima, allora non siamo pacifisti ma forse un po’ ipocriti. Io sono contro tutte le guerre e partecipo ormai agli eventi che promuovono la pace fra i popoli. Sono la pace ovunque e non me la sentono più di combattere solo per una delle nostre guerre in corso sul nostro pianeta. Sono delusa completamente dal nostro mondo e ho anche paura perché per come siamo capace di applaudire per una guerra a secondo di chi la fa, so che siamo pronti a ripetere gli orrori passati che da adolescente pensavo ormai non poteva più essere possibile.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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30.7.25
14.6.24
Le parole del 2023 di mario domina
Lo so che tale post è cronologicamente del dicembre 2023 , purtroppo essendo iscritto a diverse cose l'hoi trovato solo ora mentre svuotavo l'email , però il post contenuto è ancora attuale perchè il contesto delle parole è ancora valido .
dal blog https://mariodomina.wordpress.com/ di Mario Domina*

La prima che mi viene in mente, inevitabilmente, è GUERRA.
La guerra non è mai scomparsa dalla scena, è presente e sempre incombente nelle relazioni umane, anche quando non si vede. Ma due guerre di questa portata – la guerra ucraina (dietro cui c’è quella tra Russia e Occidente) incancrenita, e la guerra israeliano-palestinese mai risolta – ci dicono che le relazioni internazionali stanno subendo una regressione pericolosa: non che in passato non fossero i rapporti di forza a dominare, ma per lo meno era stata costruita un’impalcatura ideologica, giuridica e dialogica, un consesso in cui si tentava di ragionare, mediare, venire a patti. Ora sappiamo che era puro teatro. La scena è nuda. Trasimaco impera.
C’è poi CLIMA. Sulla faglia di questa emergenza si sta costruendo un nuovo gioco globale in cui i fanatismi, gli interessi contrapposti e il capitalismo ridipinto di verde si vanno affrontando, spargendo fumo tutt’intorno. Occorre quindi essere chiari: non c’è una transizione ad un sistema sostenibile senza l’uscita dal Capitale – o, per lo meno, senza l’uscita da un sistema che non prevede l’autonomia del politico nei confronti dell’economico, del pubblico rispetto al privato. Senza un Noi che prevalga sull’Io.
MIGRANTI è un’altra parola-chiave. Una parola che rivela sempre di più, a dispetto di quella strana fluidità nominale dovuta alla forma del participio, una ferrea rigidità gerarchica: si spostano i disperati e i senzafuturo, i profughi che fuggono dalle guerre, ma c’è anche chi emigra per calcoli economici o per desiderio, c’è la fuga dei cervelli e quella dei giovani.
C’è l’inferno dei clandestini e il paradiso dei cosmopoliti nei resort esclusivi.
PATRIARCATO ha fatto furore negli ultimi mesi dell’anno. Mi astengo da ogni futile polemica, e mi limito a dire che “patriarcato” non va mai disgiunto dal sistema di potere socio-economico, ideologico e simbolico di cui è parte (resta da stabilire se davvero il capitalismo post-moderno se ne stia liberando, così come il capitalismo delle origini si liberò dei vincoli feudali). Registro però che: esistono ancora religioni diffuse ad impianto patriarcale (compresa la chiesa cattolica, dominata da una casta maschile) – e Dio non è certo femminile; il potere economico e politico globale è per lo più maschile; si dice ancora per lo più uomo, non essere umano; e il fatto che ai vertici bancari o dell’UE o del governo italiano ci siano donne, non significa che domini il matriarcato (che tra l’altro non è certo l’alternativa desiderabile al patriarcato). Insomma, c’è da rifletterci un bel po’.
EUROPA. Che dire di questa parola: un grande sogno (di pace, giustizia, uguaglianza, libertà) ormai tramontato o, fin dall’inizio, un grande equivoco?
Ormai è certo che Europa equivale a una scorza secca e vuota, un imbroglio per favorire un’aristocrazia ributtante e ricolma di privilegi. Ma anche del suo antonimo “sovranismo” – se non si dice qual è il soggetto e qual è il progetto – non ce ne facciamo nulla.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE. È cosa serissima, ma è anche il termine-spauracchio che più che il luddismo evoca il rovesciamento del rapporto con la tecnica: non noi agiamo la tecnica, ma ne siamo super-agiti. Il problema è che si richiede un livello altissimo di coscienza e di conoscenza per poter scegliere. E non ogni novità deve essere passivamente accolta. O lo può essere, ma con tempi e modalità decise consapevolmente, e dunque non subita passivamente. E decisa da chi, se non dalla sfera politica?
Infine un tris concettuale e sfuggente: COMPLESSITÀ, MULTIPOLARITÀ, MOLTITUDINE.
L’ultimo – per quanto poco proficuo – vuol essere un omaggio a Toni Negri, un altro pezzo di Novecento che si stacca nostalgicamente da un soggetto di trasformazione (o dal suo spettro) che non si sa più che faccia o identità abbia. Un soggetto, direi, alla deriva psicologica.
Ma è certo che l’unificazione del mondo – un processo inesorabile, visto che siamo un’unica specie, unificata in un destino unitario – non può essere pensata se non dialetticamente come complessa e multipolare, ed insieme interconnessa ad una moltitudine di enti, viventi, processi, i più disparati. Il soggetto – se proprio deve ancora esistere – non può che essere plurale. Non un Io, ma un Noi che comprenda ben più degli umani.
(Parole-sacco, nelle quali siamo infilati, e tra le cui spire rischiamo di soffocare – come ben lo ha saputo rappresentare Goya)
*Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.
10.1.21
le parole per l'inclusione fra rispetto e boiata del politicamente corretto parte II
Un’applicazione pragmatica sui toni e lo stile da adottare durante i confronti e i dibattiti con gli avversari, siano essi online oppure offine.
Un ottima iniziativa ma senza un esempio vale poco e finisce solo per essere uno dei tanti bla... bla ... ovvero solo chiacchere e non sostanza \ fatti .Ma ci sono qui sul canale youtube di Smile and Learn - Italiano dei tutorial ricchi di consigli e indicazioni. Quali sono i temi affrontati nei video? Le regole di comportamento sui social e quelle di protezione della propria privacy online, come usare il telefono con gli amici o a tavola con i genitori, come riconoscere e contrastare il cyberbullismo e le fake news. I protagonisti delle storie sono ragazzi e ragazze che stanno imparando come vivere in Rete e affrontare questo divertente viaggio nel cyberspazio, fatto di tanti amici provenienti da tutto il mondo e di molte cose da imparare divertendosi. Quindi una bella iniziativa senza per questo stravolgere e deturpare la nostra grammatica e la nostra lingua scritta proprio una bella come il titolo dell'articolo di Cristian
Una bella scommessa
La vita è una bella scommessa. Inutile negarlo.Il 31 dicembre del 2019 nessuno di noi poteva immaginarsi un 2020 così nefasto. Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini e ha limitato drasticamente i nostri contatti fisici. Paradossalmente ogni fine anno giochiamo d’azzardo con il destino scommettendo su un nuovo cavallo vincente in grado di esaudire ogni nostro sogno

Vi porgo quindi i miei auguri attraverso i versi di una canzone di Bruce Springsteen che ci ricordano il valore del tocco umano e l’importanza dei rapporti interpersonali: “Non sto cercando preghiere o pietà/ non sono venuto alla ricerca di un sostegno voglio soltanto qualcuno con cui parlare/ e un po’ di quel tocco umano solo un po’ di quella umanità Non c’è pietà sulle strade di questa città/ niente manna a piovere dal cielo nessuno che trasformi questo sangue in vino/ siamo solamente tu ed io questa notte / dimmi, in un mondo senza pietà/ pensi che sia troppo quello che chiedo? Voglio solamente qualcosa a cui attaccarmi/ e un po’ di quel tocco umano solo un po’ di quella umanità”(Human Touch).
Cristian Porcino
19.12.18
se impariamo l'importanza delle parole imparemo ad : odiare di meno e le persone giuste e non quelle che ci dice la propaganda
oggi più che mai
ma dobbiamo evitare che usse diventino veicolo d'odio e di propaganda . Infatti esse lo imparato a mie spese perdendoi amicizie ed ottenendo rifiuti aprioristici ed riate dirette ed indirette perchè dicevo sempre quello che penso senza filtri o ero troppo loquace ed molesto . Io sto , anche se non sempre ci riesco ( chi mi segue su social su fb in particolare lo sa ) cercando di : 1) non parlare e scrivere a caldo ed aspettare prima di commentare un fatto o una cosa ., ma dk faro a feeddo
Virtuale è reale
Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.Si è ciò che si comunica
Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.Le parole danno forma al pensiero
Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.Prima di parlare bisogna ascoltare
Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.Le parole sono un ponte
Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
Le parole hanno conseguenze
So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.Condividere è una responsabilità
Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.Le idee si possono discutere.
Le persone si devono rispettareNon trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.Gli insulti non sono argomenti
Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.Anche il silenzio comunica
Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
ù
non so che altro dire alla prossima
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