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14.6.24

Le parole del 2023 di mario domina

 Lo  so  che  tale  post       è cronologicamente  del  dicembre  2023 ,  purtroppo   essendo  iscritto  a  diverse  cose     l'hoi  trovato    solo  ora  mentre  svuotavo  l'email   ,   però  il  post  contenuto   è  ancora    attuale  perchè il  contesto  delle  parole   è  ancora    valido  .

 dal  blog  https://mariodomina.wordpress.com/   di    Mario  Domina*  

La prima che mi viene in mente, inevitabilmente, è GUERRA.
La guerra non è mai scomparsa dalla scena, è presente e sempre incombente nelle relazioni umane, anche quando non si vede. Ma due guerre di questa portata – la guerra ucraina (dietro cui c’è quella tra Russia e Occidente) incancrenita, e la guerra israeliano-palestinese mai risolta – ci dicono che le relazioni internazionali stanno subendo una regressione pericolosa: non che in passato non fossero i rapporti di forza a dominare, ma per lo meno era stata costruita un’impalcatura ideologica, giuridica e dialogica, un consesso in cui si tentava di ragionare, mediare, venire a patti. Ora sappiamo che era puro teatro. La scena è nuda. Trasimaco impera.

C’è poi CLIMA. Sulla faglia di questa emergenza si sta costruendo un nuovo gioco globale in cui i fanatismi, gli interessi contrapposti e il capitalismo ridipinto di verde si vanno affrontando, spargendo fumo tutt’intorno. Occorre quindi essere chiari: non c’è una transizione ad un sistema sostenibile senza l’uscita dal Capitale – o, per lo meno, senza l’uscita da un sistema che non prevede l’autonomia del politico nei confronti dell’economico, del pubblico rispetto al privato. Senza un Noi che prevalga sull’Io.

MIGRANTI è un’altra parola-chiave. Una parola che rivela sempre di più, a dispetto di quella strana fluidità nominale dovuta alla forma del participio, una ferrea rigidità gerarchica: si spostano i disperati e i senzafuturo, i profughi che fuggono dalle guerre, ma c’è anche chi emigra per calcoli economici o per desiderio, c’è la fuga dei cervelli e quella dei giovani.
C’è l’inferno dei clandestini e il paradiso dei cosmopoliti nei resort esclusivi.

PATRIARCATO ha fatto furore negli ultimi mesi dell’anno. Mi astengo da ogni futile polemica, e mi limito a dire che “patriarcato” non va mai disgiunto dal sistema di potere socio-economico, ideologico e simbolico di cui è parte (resta da stabilire se davvero il capitalismo post-moderno se ne stia liberando, così come il capitalismo delle origini si liberò dei vincoli feudali). Registro però che: esistono ancora religioni diffuse ad impianto patriarcale (compresa la chiesa cattolica, dominata da una casta maschile) – e Dio non è certo femminile; il potere economico e politico globale è per lo più maschile; si dice ancora per lo più uomo, non essere umano; e il fatto che ai vertici bancari o dell’UE o del governo italiano ci siano donne, non significa che domini il matriarcato (che tra l’altro non è certo l’alternativa desiderabile al patriarcato). Insomma, c’è da rifletterci un bel po’.

EUROPA. Che dire di questa parola: un grande sogno (di pace, giustizia, uguaglianza, libertà) ormai tramontato o, fin dall’inizio, un grande equivoco?
Ormai è certo che Europa equivale a una scorza secca e vuota, un imbroglio per favorire un’aristocrazia ributtante e ricolma di privilegi. Ma anche del suo antonimo “sovranismo” – se non si dice qual è il soggetto e qual è il progetto – non ce ne facciamo nulla.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE. È cosa serissima, ma è anche il termine-spauracchio che più che il luddismo evoca il rovesciamento del rapporto con la tecnica: non noi agiamo la tecnica, ma ne siamo super-agiti. Il problema è che si richiede un livello altissimo di coscienza e di conoscenza per poter scegliere. E non ogni novità deve essere passivamente accolta. O lo può essere, ma con tempi e modalità decise consapevolmente, e dunque non subita passivamente. E decisa da chi, se non dalla sfera politica?

Infine un tris concettuale e sfuggente: COMPLESSITÀ, MULTIPOLARITÀ, MOLTITUDINE.
L’ultimo – per quanto poco proficuo – vuol essere un omaggio a Toni Negri, un altro pezzo di Novecento che si stacca nostalgicamente da un soggetto di trasformazione (o dal suo spettro) che non si sa più che faccia o identità abbia. Un soggetto, direi, alla deriva psicologica.
Ma è certo che l’unificazione del mondo – un processo inesorabile, visto che siamo un’unica specie, unificata in un destino unitario – non può essere pensata se non dialetticamente come complessa e multipolare, ed insieme interconnessa ad una moltitudine di enti, viventi, processi, i più disparati. Il soggetto – se proprio deve ancora esistere – non può che essere plurale. Non un Io, ma un Noi che comprenda ben più degli umani.

(Parole-sacco, nelle quali siamo infilati, e tra le cui spire rischiamo di soffocare – come ben lo ha saputo rappresentare Goya)


























































*Laureatosi in Filosofia all’Università Statale di Milano con la tesi "Il selvaggio, il tempo, la storia: antropologia e politica nell’opera di Jean-Jacques Rousseau" (relatore prof. Renato Pettoello; correlatore prof. Luciano Parinetto), svolge successivamente attività di divulgazione e alfabetizzazione filosofica, organizzando corsi, seminari, incontri pubblici. Nel 1999, insieme a Francesco Muraro, Nicoletta Poidimani e Luciano Parinetto, per le edizioni Punto Rosso pubblica il saggio "Corpi in divenire". Nel 2005 contribuisce alla nascita dell’Associazione Filosofica Noesis. Partecipa quindi a un progetto di “filosofia con i bambini” presso la scuola elementare Manzoni di Rescalda, esperimento tuttora in corso. E’ bibliotecario della Biblioteca comunale di Rescaldina.

10.1.21

le parole per l'inclusione fra rispetto e boiata del politicamente corretto parte II

Smaltendo  su watzapp   molti messaggi  di auguri   dell'ano nuovo  e   le  segnalazioni  di   articoli  dei siti    dei atri  compagni  di strada  e  amici     ho letto  l'articolo che  trovate  sotto . Esso   mi da modo  di specificare meglio     quanto   dicevo  nel precedente post   : << le   parole   per  l'inclusione  fra  rispetto e   boiata  del politicamente   corretto   il caso   Confcommercio e lo spot contestato: l’uomo «lavoratore» e «sua moglie, la sua famiglia >>
Infatti  è  vero       come dicono  molti esperti di comunicazione    ed alcuni linqìguisti    moderni che   il linguaggio   scritto e  parlato   ci rappresenta  e  certe  forme  di convenevoli   ed  formalità   posso danneggiare    l'autenticità   della  comunicazione  tra persone e persone  .  Tesi sostenuta   anche 
 dall'articolo     sotto    riportato  dal    compagno di strada  Cristian Porcino  .  Ma    a mio  avviso   tale  situazione  si può risolvere  con 1)   un  uso dei sinonimi  e  contrari   2)  ridefinendo   lo stile con cui le persone stanno in Rete, vuole diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.  come la  bellissima iniziativa  del  sito   https://paroleostili.it/cambiostile/  ma     mal  usata perchè   la  prima  arma      concreta   dove  darne  un esempio    non solo    a  discuterne  (  anche  se   fatto in maniera  eccelsa   )     è il web       il   sito suggerisce con    :  


IL  Manifesto della comunicazione non ostile per la politica è un impegno spontaneo e personale preso da politici e amministratori locali affinché il dibattito sia concentrato su contenuti e idee orientati al bene comune, attraverso un linguaggio rispettoso e non ostile, evitando che la rete possa diventare una zona franca dove tutto è permesso ed educando invece alla responsabilità le community di riferimento.







Un’applicazione pragmatica sui toni e lo stile da adottare durante i confronti e i dibattiti con gli avversari, siano essi online oppure offine.

 

Un ottima iniziativa ma senza un esempio vale poco e finisce solo per essere uno dei tanti bla... bla ... ovvero solo chiacchere e non sostanza \ fatti .Ma ci sono qui sul canale youtube di Smile and Learn - Italiano dei tutorial ricchi di consigli e indicazioni. Quali sono i temi affrontati nei video? Le regole di comportamento sui social e quelle di protezione della propria privacy online, come usare il telefono con gli amici o a tavola con i genitori, come riconoscere e contrastare il cyberbullismo e le fake news. I protagonisti delle storie sono ragazzi e ragazze che stanno imparando come vivere in Rete e affrontare questo divertente viaggio nel cyberspazio, fatto di tanti amici provenienti da tutto il mondo e di molte cose da imparare divertendosi. Quindi  una  bella  iniziativa     senza  per  questo  stravolgere    e deturpare  la nostra   grammatica  e la nostra lingua scritta    proprio  una  bella    come  il  titolo  dell'articolo di Cristian  






                Una bella scommessa

La vita è una bella scommessa. Inutile negarlo. 
Il 31 dicembre del 2019 nessuno di noi poteva immaginarsi un 2020 così nefasto. Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini e ha limitato drasticamente i nostri contatti fisici. Paradossalmente ogni fine anno giochiamo d’azzardo con il destino scommettendo su un nuovo cavallo vincente in grado di esaudire ogni nostro sogno




 Tale scommessa si rivela però quasi sempre deludente e non all’altezza delle nostre aspettative. Proprio per tale motivo non mi azzardo nemmeno a fare una previsione per il 2021 o ad augurare i soliti e alquanto patetici auguri che circolano con regolarità ogni capodanno. Mi preme invece invitarvi a riscoprire il valore della gratitudine, e soprattutto vi invito a non smettere mai di sperare in un futuro migliore. Tale speranza si concretizzerà soltanto se ci ricorderemo del principio di reciprocità teorizzato da Kant. Non dimentichiamoci mai la formula che regola le nostre esistenze: Io+Te = Noi. Ripeto spesso ai miei allievi che non esiste nessun futuro se non lavoriamo insieme per il bene comune. Come ha affermato Barack Obama: “O impareremo a convivere, a cooperare e a riconoscere la dignità degli altri o soccomberemo". Il Covid-19 ci ha risvegliato bruscamente dall’apatia morale che regola quotidianamente le nostre esistenze. In pochi mesi ci siamo accorti che la presenza e i gesti di affetto di chi amiamo non sono qualcosa di scontato ma una conquista quotidiana. L’abitudine è nemica della felicità. “Molti dei problemi che affrontiamo oggi riguardano uno squilibrio nel modo in cui sviluppiamo il cuore e la mente. Troppo spesso l'enfasi è rivolta allo sviluppo di un cervello potente nonostante il fatto che come esseri umani abbiamo il potenziale per sviluppare cordialità. Il buon senso ci dice che possiamo essere felici, anche poveri, se siamo anche calorosi, mentre essere benestanti ed egocentrici ci lascia infelici” Dalai Lama.
Vi porgo quindi i miei auguri attraverso i versi di una canzone di Bruce Springsteen che ci ricordano il valore del tocco umano e l’importanza dei rapporti interpersonali: “Non sto cercando preghiere o pietà/ non sono venuto alla ricerca di un sostegno voglio soltanto qualcuno con cui parlare/ e un po’ di quel tocco umano solo un po’ di quella umanità Non c’è pietà sulle strade di questa città/ niente manna a piovere dal cielo nessuno che trasformi questo sangue in vino/ siamo solamente tu ed io questa notte / dimmi, in un mondo senza pietà/ pensi che sia troppo quello che chiedo? Voglio solamente qualcosa a cui attaccarmi/ e un po’ di quel tocco umano solo un po’ di quella umanità”(Human Touch).
                                        Cristian Porcino

19.12.18

se impariamo l'importanza delle parole imparemo ad : odiare di meno e le persone giuste e non quelle che ci dice la propaganda


in sottofondo    Mina - Parole Parole

Le  parole   sia     che      siano parlate oppure    sopratutto sui social   scritte    Risultati immagini per ne uccide più la lingua che la spada oggi più che mai

 


non dico     che    bisogna  per forza   parlare bene   ed  ampolllosamnte  


La manomissione delle parole - Gianrico Carofiglio - copertina ma   dobbiamo evitare       che  usse  diventino      veicolo  d'odio   e   di propaganda  .  Infatti  esse  lo  imparato  a  mie  spese   perdendoi amicizie     ed ottenendo   rifiuti  aprioristici     ed  riate  dirette  ed  indirette   perchè dicevo  sempre  quello che  penso  senza  filtri o  ero troppo loquace   ed  molesto  .  
Come  regolarsi   allora  ?
Io     sto  ,  anche se  non sempre  ci  riesco    (  chi  mi segue  su  social su  fb  in particolare  lo  sa  )    cercando  di  :    1)   non parlare   e scrivere    a  caldo    ed aspettare   prima di  commentare un fatto o  una  cosa  ., ma  dk faro a feeddo  
2)  che le  parole somno importanti  ( vedere  video di Moretti )  3)   che  ke  frasio della   proganda  e  dei  media    so o spesso  manomeesse .  Infatti  : <<   Le parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano deliberatamente i significati, l'effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade, è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. In questo libro, atipico e sorprendente, Gianrico Carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. Il rigore dell'indagine - letteraria, politica ed etica - si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley, fino alle pagine esemplari della nostra Costituzione. Ne derivano una lettura emozionante, una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. Chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario, dichiarava Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Ripensare il linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita. >>  (   dalla  descrizoni de    la   manomissione  delle parole  rizzoli  2010     di Gianfranco Carofiglio  )
4) Immaginado    di rivolgre    che  cio'  che  diciamo o scriviamo a gli altri   sia  rivolto   a  :  parenti   , amici  , persone  cae   o persone  con cui    abbiamo  a che fare  tutti  giorni      sul lavoro    e non .
5)  all   conseguenze  che esse possono avere   ed  arrecare   soprattutto   alle persone deboli   o  che  hanno  subito un trauma  .  in èratica  seguire  il    manifesto   di  www.paroleostili.com  che  riporto sotto
  1. Virtuale è reale

    Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
  2. Si è ciò che si comunica

    Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
  3. Le parole danno forma al pensiero

    Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
  4. Prima di parlare bisogna ascoltare

    Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
  5. Le parole sono un ponte

    Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
  1. Le parole hanno conseguenze

    So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
  2. Condividere è una responsabilità

    Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
  3. Le idee si possono discutere.
    Le persone si devono rispettare

    Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
  4. Gli insulti non sono argomenti

    Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
  5. Anche il silenzio comunica

    Quando la scelta migliore è tacere, taccio.























ù






































non so che altro dire alla prossima

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...