Olbia
Le tigri nel camion e la
pinguina che.fa le uova sono
ormaî cose di altri tempi. Altro
che tendone montato in piazza e lunghe file di bambini con
lo zucchero filato in mano: il
Circo sardo lotta ogni giorno
per non morire e una soluzione può essere quella di indos-
sare una nuova veste, | piccoli
spettacoli nei paesi e nelle
piazze dei quartieri — messi in
piedi quando possibile — non
finiscono in soffitta. Restano
comunque il cuore dina tradizione di famiglia cominciata più di un secolo fa. Ma si va
oltre. E si punta dunque sull'animazione nelle stanze e nei
corridoi dei reparti di pediatria degli ospedali. Spettacoli
di giocoleria, di equilibrismo,
di contorsionismo, di verticalismo. E naturalmente dei clo-
wn con il naso rosso e gli abiti
abbondanti. È un po' la nuova
vita del Circo sardo, un pezzo di storia in qualche modo ancora vivo e vegeto grazie a una duralotta di resistenza contro il tempo che passa messa in campo da Priamo Casu, olbiese originario di Berchidda, titolare dello storico , e da alcuni anni anche dalla figlia Shamira, che dal padre e dalla madre Paola ha ereditato l'arte di far divertire la gente.
Negli ospedali
Ed è soprattutto Shamira Casu che, insieme ad altri artisti del Circo sardo, da qualche tempo si è presa l'impegno di animare le pediatrie degli ospedali di tutta Italia attraverso spettacoli gra- tuiti di due ore. Cinquanta le tappe messe insieme solo lo scorso anno. E tutto questo insieme ai colleghi del celebre circo Maya Orfei Madagascar. «Anche i medici ci hanno spiegato che facciamo una cosa Pe ni Mn. molto importante peri bambini, che, in quelle ore, mettono da parte brutti pensieri» spiega Priamo Casu, 64 anni. Ma per îl Circo sardo la vita non è mai troppo indiscesa.I guadagni dagli spettacoli nelle piazze
Ed è soprattutto Shamira Casu che, insieme ad altri artisti del Circo sardo, da qualche tempo si è presa l'impegno di animare le pediatrie degli ospedali di tutta Italia attraverso spettacoli gra- tuiti di due ore. Cinquanta le tappe messe insieme solo lo scorso anno. E tutto questo insieme ai colleghi del celebre circo Maya Orfei Madagascar. «Anche i medici ci hanno spiegato che facciamo una cosa Pe ni Mn. molto importante peri bambini, che, in quelle ore, mettono da parte brutti pensieri» spiega Priamo Casu, 64 anni. Ma per îl Circo sardo la vita non è mai troppo indiscesa.I guadagni dagli spettacoli nelle piazze
sono quasi sempre legati alle offerte e quindi praticamen-
te minimi. E anche il fatto di
poter animare le
pediatrie porta con sé un costo. La speranza è che arrivi dunque qualche contributo, .almeno da parte delle istituzioni, «La cosa che ci importa di più è far divertire i bambini - dice Casu —. Non so se avremola forza economica di ripetere questo progetto. Ci fa male. Ma, come diceva mio padre, non bisogna mai mollare perché la gente ha bisogno di ridere ancora».
Lunga storia
pediatrie porta con sé un costo. La speranza è che arrivi dunque qualche contributo, .almeno da parte delle istituzioni, «La cosa che ci importa di più è far divertire i bambini - dice Casu —. Non so se avremola forza economica di ripetere questo progetto. Ci fa male. Ma, come diceva mio padre, non bisogna mai mollare perché la gente ha bisogno di ridere ancora».
Lunga storia
Non tutti conoscono Priamo con il suo vero
nome, Molta gente lo identifica come Po 0. «È il mio
nome d'arte da clown. E sono
orgoglioso e felice quando in-
contro persone anche di 40 anni che ancora mi chiamano così. Mi dicono che sono il più
bel ricordo della loro infanzia». Ineffetti Pompelmo lo conoscono praticamente tutti. Il
Circo sardo, nei decenni, ha
fatto tappa ovunque: in tutte
le piazze dell'isola, poi qual-
che tour in E , ma anche
nellescuole e nei borghi turistici Una.storia cominciata più
di'un secolo fa con Peppino,
uno zio di Berchidda. Il padre
di Priamo, che si chiamava Pie*
ro “Bello bello”, nel 1954 fu invece il primo sardo a finire in
televisione insieme al suo ca-
vallo matematico. In Sarde-
gna non se ne accorse nessuno, visto che la tv sarebbe arrivata due anni dopo. Sfogliare
l'album dei ricordi di Priamo,
insomma, significa fare un
viaggio in un mondo che non
esiste più. Basti pensare che
un tempo il suo circo, il primo
natoin Sardegna e che non ha
cessato di vivere nemmeno du-
rante la guerra, poteva conta-
fe su un tendone con un mi-
gliaio di posti a sedere, E poi
animali di ogni tipo: serpenti,
tigri, leoni, foche, pinguini, cavalli.
Un archivio di tutto rispetto custodito gelosamente da Casu raccoglie decine
di fotografie in bianco e nero e
ritagli di giornale. Memorie di
tempi andati e che forse non
torneranno. più. Ma il “vecchio” Pompelmo, in ogni caso, come gli ha sempre consigliato il padre, nonha nessuna
intenzione di mollare. E così;
ancora una volta, torna a chie-
dere una mano alle istituzioni,
alle associazioni o alle fonda»
zioni. Obiettivo: continuare a
vivere per far divertire gli altri.