di Matteo Tassinari
Fa caldo allo stadio Sarda di Barcellona, in quell’epico e al contempo lunedì, 5 luglio, anno d. C. 1982. Vampate trasparenti salgono dall'erba. Folate di vapore giungono dai tubi dell'aria condizionata per quelli delle tribune. Linee bianche che segnano il campo. Tracciati di riti magici? All'inizio del secondo tempo, sul campo è passato ondeggiando inclinato, un aquilone che sembrava una medusa lunga o una stella cometa che segnano sempre il presagio di qualcosa. Qualcosa di potente. Ma cosa? Mancano due minuti. Il numero 11 Eder batte la punizione, da sinistra. Un brasiliano misterioso sguscia nell'area italiana. Colpisce la palla di testa e quella schizza verso l'angolo destro della porta di Zoff. Impossibile prenderla. I coleotteri invocano le tenebre.
L'eleganza di Socrate, filosofo del calcio |
Cinque
secondi
senza fiato
Il tempo si ferma nella mente.
Si, sono secondi sull'orologio, ma ore nell'anima. Sono
quarantaquattro anni che l'Italia non batte il Brasile in una partita
del
campionato del mondo. C'è troppa emotività, i brasiliani, più carioca la
chiamano magia. E ora ci siamo quasi. Solo che la palla sta volando
verso
la porta di Zoff, angolatissima. Al Brasile basta un pareggio per
accedere alla
semifinale. Se la palla entra, noi usciamo, com'è vero il contrario.
Zoff si sbilancia in un balzo
incredibile in avanti, ma anche all'indietro, non lo so, come tromba
abbia fatto, so solo che fece
un balzo degno di una pantera. Non ha senso che l'abbia fatto. Anche se
ancora
oggi molti si chiedono cos’abbia fatto. Non può averla presa. Invece la
prende.
Ricade con la faccia rivolta alla porta, avvinghiato alla palla. Una
parata
all'indietro. Ma dove ricade esattamente? Forse la palla ha varcato la
linea di
pochi centimetri. Forse no? Ma nessuno si assume di prendere una
decisione qualsiasi. Passano cinque secondi che sembrano la trama di un
film, talmente sono lunghi e inconclusi. Tutti si aspettano dall'arbitro
un cenno. Non diede il gol e a noi ci andava troppo bene. Ma ad onor
del vero, la palla non entrò tutta, come il regolamento vuole, anzi più
della metà e non la passò quella fottuta riga bianca come una striscia
di coca difesa dal granitico Zoff!secondi
senza fiato
La Selecao più forte di tutti i tempi |
Nando Martellini, telecronista della partita |
Nando ammutolisce. Forse è gol. I brasiliani alzano le
braccia, le immergono senza saperlo dentro nuvole di moscerini invisibili,
persi nel sogno di un mondo umido. Si vede bene Socrate, il tacco di dio, che
esulta. Ora le cose sono tornate al loro posto. I moscerini ronzanti si
dissolvono. Ma come era andata, dall'inizio? Non pretenderete che vi racconti
tutto. Lo voglio fare solo dai confini del tempo e dello spazio del mistero
calcistico. Comunque. Tutti pensavano che l'Italia avrebbe perso, contro la
"febbre gialla oro",
la mitica Selecao." La squadra italiana era da tempo avvolta nel
silenzio stampa, come reazione alle critiche feroci. Nessuno parlava, a
parte Zoff. Che comunque era taciturno. Protetti dal silenzio avevamo
battuto l'Argentina di Maradona. Adesso, sul terreno compatto del Sarda,
le palle rimbalzanti schizzavano come missili preventivi. Bearzot, con
la giacca a righine e la pipa in tasca, protendeva il capo come una
tartaruga in cerca del sole, in attesa di prendersi la sua rivincita
contro quelli che l’avevano deriso.
Il famoso urlo di Tardelli che portò l'Italia in vantaggio 2 a 1. Anche Leopardi s'inchinò |
Mai più
un evento così
Ancora rimpiango il mondiale del 1982. Avevo daffare con le
banderillas. Ricordo che nelle prime partite non andavamo bene e a parere mio
pensavo che saremmo rientrati presto dalla Spagna, molto presto. Non fu così,
come sempre sbagliai. In quel periodo dove le pere mi spuntavano da tutte le
parti, mi sarebbe piaciuto avere un fratello, una sorella che mi tenesse per
mano, e invece nulla. Solo muri. I genitori? Lasciamo perdere. La maggior parte
dei tifosi prevedevano cattivi presagi. L’Italia va in vantaggio con Paolo
Rossi. Il Brasile pareggia. Noi di nuovo in vantaggio con Rossi.
Rossi goleador Mundial |
A questo
fottutissimo punto
inizia la partita vera e propria, ricca di episodi e di
risentimento per noi italiani. Soprattutto nel momento in cui Falcao,
immenso
che giocava nella Roma come una farfalla, elegante anche nel far fallo
in gamba
tesa. Falcao raccoglie una corta respinta di Scirea e dal limite
dell’area di
rigore sferra un destro, che spiazza cinque uomini nell’area di rigore,
uno dei
gol più belli, che per Zoff è imprendibile. Siamo sul 2 a 2. Loro in
semifinale. Noi a casa. Il Brasile torna ad essere l’incubo gialloro, è
presente. Zoff si mette le mani nei capelli e la voce di Nando
Matrtellini diventa quella di un'intera nazione: "Ora non so come si potrà fare un altro gol al Brasile. Ma non riesco ad immaginare di perdere".
Il Brasile
non è domo.
Giancarlo Antognoni un minuto prima galoppava a centro
campo. Passava la palla a Rossi, che la passava a Oriali, che la ripassava ad
Antognoni di fronte alla porta. Antognoni calciava con tonda violenza in rete.
Ma il gol veniva annullato per un falso fuorigioco. Chissà cosa sta pensando,
adesso Antognoni, mentre guarda Zoff a terra, al confine con il gol, l’orgasmo
della vita! Dalla qualificazione sicura all'eliminazione certa. Ma chi ha
colpito quella maledetta palla di testa? Nando Martellini ha ripreso voce ma è
ancora emozionato, prima dice che è stato Leandro, poi Isidoro.
Il poeta Falcao |
Il Brasile
non è domo.
Rossi, Bearzot, Zoff. I determinanti |
Il gol che fece vincere la partita, la prima volta che battemmo il Brasile in Mundial |
Ma col Brasile,
come si fa?
Anche la squadra accusa il colpo e sembra che il Brasile
debba fare gli ultimi venti minuti come una passeggiata. I giocolieri
gialloverdioro continuano ad attaccare, anche se per loro il più era fatto. Ma
il loro gioco e la loro mentalità calcistica li porta sempre a cercare il
dribbling, lo spettacolo estremamente offensivo, la parabola con sinistro,
vuole divertire Il sinistro di Eder indimenticabile
I quattro passi
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Fu proprio su una rimessa di Zoff con le mani che Cabrini prova ad involarsi sulla fascia sinistra e dopo uno scambio con Conti lascia partire un cross nell'area brasiliana, che purtroppo era inesorabilmente vuota di giocatori italiani e quindi facile presa del loro portiere. Volendo emulare Zoff, il portiere carioca rinvia con le mani verso Cerezo e subito la difesa del Brasile sale verso il centrocampo come è uso nel loro gioco, Cerezo scambia con Junior, i due cercano lo scambio, ma succede l'imprevisto, Paolo Rossi intuisce e scatta appena il mediano del Brasile fa partire il pallone, lo intercetta e s’invola verso la porta.
La potenza di 10.000 orgasmi Campioni del Mondo Campioni del Mondo Campioni del Mondo |
Junior e Cerezo si gettano all'inseguimento, 20-30 metri palla al piede, Rossi è imprendibile alza la testa, vede il portiere brasiliano uscire dai pali e lascia partire un tiro che gonfia la rete alla sua sinistra. E GOL! Pur fuori di testa, capì che avevamo assistito ad un fatto clamoroso, forse mai accaduto nella storia del calcio. L’Italia non solo proseguiva il suo cammino alla conquista della coppa del mondo, ma avevamo battuto e cacciato fuori dai quarti di finale