Alle tre di notte Arnaldo Pitton entra in panificio, si mette il grembiule e inizia a impastare. Grissini, pizze, pane con le olive. Finisce a mezzogiorno, si scrolla la farina di dosso, si cambia e va in municipio. È il sindaco di Meduna di Livenza, 3.000 abitanti in provincia di Treviso.
Ha 57 anni, è al secondo mandato, e da oggi fa anche il panettiere. «Prima di dare buoni consigli - sorride il primo cittadino - devi dare buoni esempi». Motivo per cui, dopo quarantadue anni di lavoro, ha reagito alla cassa integrazione rimboccandosi le maniche.
Fino a pochi mesi fa era responsabile delle manutenzioni in un’azienda trevigiana, ma «l’azienda è
entrata in sofferenza e sono finito in cassa integrazione - racconta-. Sembrava un periodo ponte, invece ho scoperto che la cassa non versava gli oneri contributivi». A quel punto, dopo essersi confrontato con i sindacati, ha dato le dimissioni.
Una scelta obbligata, «mi manca solo un anno alla pensione - precisa - sarebbe stato un rischio troppo grande restare lì». Con un’indennità da sindaco di circa 8.000 euro lordi l’anno (poco più di 500 euro al mese), sebbene senza lavoro, Pitton non ha avuto accesso all’indennità di disoccupazione. «Quando mi è arrivata la comunicazione dall’Inps, sono trasalito. E ora, che si fa?».
È stato allora che Michele Berti, titolare dello storico panificio del paese, gli ha proposto di lavorare al forno. «Ho accettato subito - ammette-. E oggi, 9 settembre, ho iniziato. Mi sono presentato alle 3 del mattino, mi ha spiegato le basi, mi ha dato l’armadietto, gli attrezzi. E ho cominciato a impastare: sono talmente orgoglioso di questo nuovo lavoro, che ho fatto un video dei miei primi grissini». Li ha postati perfino sui social, con l’ironica didascalia “boss in incognito”. «Ora imparerò un mestiere. E mi piace. Posso essere un esempio per i giovani: perchè ci si può reinventare, a ogni età». In paese, ovviamente, è molto conosciuto e apprezzato. Il cognome Pitton è parte della storia di Meduna: «Mio nonno è stato sindaco e podestà nel primo Novecento, mio padre vicesindaco, mio zio responsabile dell’anagrafe. Siamo un po’ i Kennedy del paese» ride.
Ben noto per i suoi gesti pratici, come aver pulito personalmente la piazza e i marciapiedi con l’idropulitrice, Pitton è attivo da sempre nel volontariato e nelle associazioni locali. «Nella giornata di oggi ho ricevuto centinaia di messaggi. Soprattutto da giovani. Alcuni mi dicono che ho avuto coraggio. Ma per me non è questione di coraggio: è buonsenso. Se una strada si chiude, se ne cerca un’altra». Il contratto al panificio scade il 31 dicembre. Nel frattempo, Pitton porta avanti il suo ruolo di sindaco: gestisce la macchina comunale, presenzia alle sagre, lavora con le associazioni. «Prima di dare buoni consigli, devi dare buoni esempi» ripete. E Arnaldo Pitton, sindaco-panettiere, l’esempio ha scelto di darlo con le mani in pasta. Letteralmente.
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gaeta.it tramite msn.it
Sindaco in tuta da lavoro: la pulizia del weekend
A Macerata Feltria, piccolo comune in provincia di Pesaro-Urbino, le risorse per la manutenzione urbana non bastano mai. Per questo il sindaco ha deciso di mettere mano in prima persona, dedicando i giorni festivi a ripulire strade e spazi verdi della città.
Nei giorni di festa, il sindaco lascia l’ufficio e indossa tuta e guanti, armato di scopa e sacco per i rifiuti. Si occupa di raccogliere spazzatura, pulire marciapiedi e controllare mozziconi di sigaretta abbandonati. Non lascia nulla al caso: ogni angolo del paese, ogni aiuola, riceve la sua attenzione. Spesso lavora per ore sotto il sole. L’idea nasce dal fatto che le cinque persone incaricate della manutenzione non riescono da sole a gestire tutto il lavoro necessario per mantenere il paese pulito.
Il gesto del sindaco va oltre il semplice ruolo istituzionale: è un modo per far capire ai cittadini quanto sia importante prendersi cura degli spazi pubblici. In questo modo, il primo cittadino si fa carico di una responsabilità concreta, andando oltre la rappresentanza politica.
Anche gli altri amministratori scendono in strada
Non è solo il sindaco a darsi da fare. Consiglieri comunali e alcuni assessori si uniscono a lui nei fine settimana. Armati di attrezzi per la raccolta dei rifiuti e la cura delle aree verdi, girano per strade e piazze del centro. Questi momenti aiutano a mantenere il paese pulito e a evitare situazioni di degrado.
Essere presenti sul territorio, lontano dai banchi degli uffici, crea un rapporto più diretto con i cittadini e con i problemi concreti della manutenzione urbana. Vedere gli amministratori al lavoro aiuta a far crescere una maggiore consapevolezza collettiva sulle esigenze del paese. Questo impegno condiviso tra varie figure segnala la volontà di collaborare per superare limiti e carenze nel personale addetto alla pul
Questa scelta mostra la volontà di non lasciare il problema in sospeso, trasformando la responsabilità politica in un’azione concreta. In momenti delicati, i cittadini vedono l’amministrazione non solo come un ente burocratico, ma come un gruppo pronto a intervenire per mantenere ordine e pulizia. Non è certo una soluzione definitiva, ma dimostra un impegno reale nella gestione quotidiana del territorio.
Macerata Feltria e le sfide di chi amministra piccoli comuni
Macerata Feltria è un esempio di come nei piccoli comuni spesso manchino personale e fondi per gestire l’ambiente urbano. Tenere pulite le aree pubbliche richiede risorse costanti, che non sempre ci sono. Il fatto che gli amministratori si mettano a pulire in prima persona mette in luce queste difficoltà, mostrando come la carenza di personale specializzato influisca sulla qualità dei servizi.
L’impegno del sindaco e della sua squadra è una risposta immediata a queste lacune, ma apre anche interrogativi sull’organizzazione e sul futuro della manutenzione comunale. La situazione di Macerata Feltria racconta come, in alcune realtà, il legame tra amministrazione e territorio si traduca in azioni pratiche, dove ruoli istituzionali e lavoro operativo si intrecciano. Il risultato è un impegno concreto per tenere pulito il paese e mantenere un ambiente vivibile per tutti.
entrata in sofferenza e sono finito in cassa integrazione - racconta-. Sembrava un periodo ponte, invece ho scoperto che la cassa non versava gli oneri contributivi». A quel punto, dopo essersi confrontato con i sindacati, ha dato le dimissioni.
Una scelta obbligata, «mi manca solo un anno alla pensione - precisa - sarebbe stato un rischio troppo grande restare lì». Con un’indennità da sindaco di circa 8.000 euro lordi l’anno (poco più di 500 euro al mese), sebbene senza lavoro, Pitton non ha avuto accesso all’indennità di disoccupazione. «Quando mi è arrivata la comunicazione dall’Inps, sono trasalito. E ora, che si fa?».
È stato allora che Michele Berti, titolare dello storico panificio del paese, gli ha proposto di lavorare al forno. «Ho accettato subito - ammette-. E oggi, 9 settembre, ho iniziato. Mi sono presentato alle 3 del mattino, mi ha spiegato le basi, mi ha dato l’armadietto, gli attrezzi. E ho cominciato a impastare: sono talmente orgoglioso di questo nuovo lavoro, che ho fatto un video dei miei primi grissini». Li ha postati perfino sui social, con l’ironica didascalia “boss in incognito”. «Ora imparerò un mestiere. E mi piace. Posso essere un esempio per i giovani: perchè ci si può reinventare, a ogni età». In paese, ovviamente, è molto conosciuto e apprezzato. Il cognome Pitton è parte della storia di Meduna: «Mio nonno è stato sindaco e podestà nel primo Novecento, mio padre vicesindaco, mio zio responsabile dell’anagrafe. Siamo un po’ i Kennedy del paese» ride.
Ben noto per i suoi gesti pratici, come aver pulito personalmente la piazza e i marciapiedi con l’idropulitrice, Pitton è attivo da sempre nel volontariato e nelle associazioni locali. «Nella giornata di oggi ho ricevuto centinaia di messaggi. Soprattutto da giovani. Alcuni mi dicono che ho avuto coraggio. Ma per me non è questione di coraggio: è buonsenso. Se una strada si chiude, se ne cerca un’altra». Il contratto al panificio scade il 31 dicembre. Nel frattempo, Pitton porta avanti il suo ruolo di sindaco: gestisce la macchina comunale, presenzia alle sagre, lavora con le associazioni. «Prima di dare buoni consigli, devi dare buoni esempi» ripete. E Arnaldo Pitton, sindaco-panettiere, l’esempio ha scelto di darlo con le mani in pasta. Letteralmente.
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gaeta.it tramite msn.it
Sindaco in tuta da lavoro: la pulizia del weekend
A Macerata Feltria, piccolo comune in provincia di Pesaro-Urbino, le risorse per la manutenzione urbana non bastano mai. Per questo il sindaco ha deciso di mettere mano in prima persona, dedicando i giorni festivi a ripulire strade e spazi verdi della città.
Nei giorni di festa, il sindaco lascia l’ufficio e indossa tuta e guanti, armato di scopa e sacco per i rifiuti. Si occupa di raccogliere spazzatura, pulire marciapiedi e controllare mozziconi di sigaretta abbandonati. Non lascia nulla al caso: ogni angolo del paese, ogni aiuola, riceve la sua attenzione. Spesso lavora per ore sotto il sole. L’idea nasce dal fatto che le cinque persone incaricate della manutenzione non riescono da sole a gestire tutto il lavoro necessario per mantenere il paese pulito.
Il gesto del sindaco va oltre il semplice ruolo istituzionale: è un modo per far capire ai cittadini quanto sia importante prendersi cura degli spazi pubblici. In questo modo, il primo cittadino si fa carico di una responsabilità concreta, andando oltre la rappresentanza politica.
Anche gli altri amministratori scendono in strada
Non è solo il sindaco a darsi da fare. Consiglieri comunali e alcuni assessori si uniscono a lui nei fine settimana. Armati di attrezzi per la raccolta dei rifiuti e la cura delle aree verdi, girano per strade e piazze del centro. Questi momenti aiutano a mantenere il paese pulito e a evitare situazioni di degrado.
Essere presenti sul territorio, lontano dai banchi degli uffici, crea un rapporto più diretto con i cittadini e con i problemi concreti della manutenzione urbana. Vedere gli amministratori al lavoro aiuta a far crescere una maggiore consapevolezza collettiva sulle esigenze del paese. Questo impegno condiviso tra varie figure segnala la volontà di collaborare per superare limiti e carenze nel personale addetto alla pul
lizia pubblica.
Perché gli amministratori si mettono in gioco direttamente
Garantire una manutenzione costante di verde e strade è una sfida comune a molti piccoli comuni come Macerata Feltria. Cinque addetti non bastano a coprire tutte le necessità, soprattutto nei weekend, quando arrivano più visitatori e la presenza di residenti aumenta. Tra risorse limitate e qualche problema organizzativo, sindaco e amministratori hanno scelto di farsi carico personalmente di queste attività.
Perché gli amministratori si mettono in gioco direttamente
Garantire una manutenzione costante di verde e strade è una sfida comune a molti piccoli comuni come Macerata Feltria. Cinque addetti non bastano a coprire tutte le necessità, soprattutto nei weekend, quando arrivano più visitatori e la presenza di residenti aumenta. Tra risorse limitate e qualche problema organizzativo, sindaco e amministratori hanno scelto di farsi carico personalmente di queste attività.
Questa scelta mostra la volontà di non lasciare il problema in sospeso, trasformando la responsabilità politica in un’azione concreta. In momenti delicati, i cittadini vedono l’amministrazione non solo come un ente burocratico, ma come un gruppo pronto a intervenire per mantenere ordine e pulizia. Non è certo una soluzione definitiva, ma dimostra un impegno reale nella gestione quotidiana del territorio.
Macerata Feltria e le sfide di chi amministra piccoli comuni
Macerata Feltria è un esempio di come nei piccoli comuni spesso manchino personale e fondi per gestire l’ambiente urbano. Tenere pulite le aree pubbliche richiede risorse costanti, che non sempre ci sono. Il fatto che gli amministratori si mettano a pulire in prima persona mette in luce queste difficoltà, mostrando come la carenza di personale specializzato influisca sulla qualità dei servizi.
L’impegno del sindaco e della sua squadra è una risposta immediata a queste lacune, ma apre anche interrogativi sull’organizzazione e sul futuro della manutenzione comunale. La situazione di Macerata Feltria racconta come, in alcune realtà, il legame tra amministrazione e territorio si traduca in azioni pratiche, dove ruoli istituzionali e lavoro operativo si intrecciano. Il risultato è un impegno concreto per tenere pulito il paese e mantenere un ambiente vivibile per tutti.




