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21.4.22

Michele Campanella sfatò un tabù: fu il primo comunista della Liberazione a entrare nelle forze dell'ordine. L'omaggio di Genova ai 100 anni del "comandante Gino"

 per  approfondire  

https://it.wikipedia.org/wiki/Polizia_partigiana


da https://www.ilsecoloxix.it/genova/2012/06/04/

Genova - Quella sporca dozzina. Dodici furono all’inizio i volontari, tutti di provata esperienza, cui il comando partigiano, nel settembre 1944, affidò un compito di particolare audacia: portare la guerriglia in città. Così nacque la squadra volante Severino, che in collaborazione con le Sap, le Squadre di azione patriottica attive dall’estate in ambito urbano, avrebbe dovuto costituire una pressante minaccia per tedeschi e fascisti con improvvise puntate in val Bisagno e nei quartieri periferici genovesi. Alla testa di quegli uomini vi era Michele Campanella, nome di battaglia “Gino”, destinato a divenire una delle figure di maggior rilievo della Resistenza nella VI Zona operativa, corrispondente a grandi linee con il territorio dell’attuale provincia genovese, e che nel dopoguerra sarà insignito della medaglia d’argento al valor militare e della Bronze Star Usa. Il comandante Gino è morto ieri a Monzuno, nel Bolognese, dove era andato a vivere i suoi ultimi anni. Le sue ceneri, come ha disposto nelle ultime volontà, saranno disperse nelle montagne dell’entroterra di Genova, teatro delle sue leggendarie imprese.


Nato a Genova il primo maggio 1922 in una famiglia antifascista, sin da giovane Michele Campanella era stato oggetto delle attenzioni della polizia politica fascista, che lo sospettava, non a torto, di attività antifasciste. Chiamato alle armi e arruolato in Marina, fu a Spalato che Michele Campanella si trovò l’8 settembre 1943 quando, al pari di milioni di italiani e dei combattenti sui vari teatri di guerra, venne a sapere dell’avvenuto armistizio con gli anglo-americani. In assenza di chiari ordini e lasciata colpevolmente in balia degli eventi dalla monarchia e dalle supreme autorità civili e militari, la nazione si trovava allo sbando. Che fare? In quale Italia identificarsi, in quella rappresentata dal sovrano e dal governo Badoglio, firmatario dell’armistizio, o nella Rsi di Mussolini, Stato-fantoccio al servizio del Terzo Reich? Nessun dubbio attraversò la mente di Campanella che, riuscito a rientrare in patria, tornò a Genova, riprendendo i contatti con l’ambiente antifascista.


 e  da  REPUBBLICA 




in un periodo quello della guerra fredda soprattuttto in una delle fasi più acute cioè quella fra il 1945\50 i ruoli dele forze dell'ordine erano in mano agli ex fascisti o a i non comunisti ecco perchè la storia di Michele Campanella sfatò un tabù: fu il primo comunista della Liberazione a entrare nelle forze dell'ordine. L'omaggio di Genova ai 100 anni del "comandante Gino"

17.1.22

Enrico Galiano e il Siap di Palermo contro gli stereotipi e le questioni di genere ha preso una posizione chiarissima in merito all’assurda polemica sollevata dal Sap sulle mascherine rosa ai poliziotti.

Accade che il Ministero invii a varie questure una massiccia fornitura di mascherine Ffp2, scatenando lo sdegno e la protesta del Sap Sindacato di polizia. Il motivo? Surreale. << Perché le mascherine sono di colore rosa e, quindi, protestano i poliziotti, minacciano il “decoro” degli operatori con un
colore che risulta “eccentrico” e - testuale - “rischia di pregiudicare l’immagine dell’istituzione”. >>(Addirittura?) Le risposte più belle, tra le tante che potremmo dare, sono arrivate da Enrico Galiano ( foto a destra ) , un insegnante, uno scrittore. << Volevo umilmente dire alle forze di polizia che se a loro non vanno bene le mascherine rosa le possono dare tranquillamente a noi insegnanti e studenti, che ce le stiamo ancora procurando da soli. E poi a me il rosa sta benissimo. >> E da il Siap di Palermo, il più grande sindacato di base della Polizia . IL che dimostra che i rappresentanti delle forze dell'ordine in questo caso della polizia della polizia in questo caso , non sono tutti uguali.
Tale sindacato ha preso una posizione chiarissima in merito all’assurda polemica sollevata sulle mascherine rosa ai poliziotti da parte dei colleghi del Siap . Lo ha fatto come dice e fa notare giustamente Lorenzo Tosa , con parole da incorniciare: << Le FFP2 sono uno strumento indispensabile. È fondamentale che vengano fornite a chi opera in prima linea e soffre per e con il Paese, non c'è tempo per sciocchezze ‘machiste’ e medievali basate su apprezzamenti cromatici ! >>Ecco quindi che c'è una Polizia di Stato ( in questo caso ) di donne e uomini evoluti, colti e intelligenti ( la maggioranza assoluta! ). Donne e uomini che lottano contro gli stereotipi e le questioni di genere. Ora qualcuno ma come non eri e sei contro le forze dell'ordine ? E' vero non ho , as volte con sarcasmo e derisione , ho mai lesinato critiche (anche molto dure ) alle forze dell'ordine alla divisa in generale per alcune delle atrocità che hanno scandito la sua storia anche recente, a cominciare dal G8 (vissuto raccogliendo testimonianze per il libro Genova nome per nome a cui ho collaborato ). Ma non ho mai pensato - come alcuni - anche se non sempre l'ho messo in pratica nei miei scritti e commenti che la Polizia sia quello e solo quello. Infatti io che credevo che l’immagine dell’istituzione fosse “pregiudicata” dal G8 di Genova, dal caso Cucchi, Aldrovandi, Magherini, Uva, dai pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere faccio ammenda . Credo sia fondamentale distinguere i (troppi) comportamenti deviati da una netta maggioranza di professionisti e persone perbene. Non necessariamente con le mie o le vostre idee ma perbene. Ed è giusto riconoscerlo quando accade, come in questo caso. Grazie ai poliziotti del Siap in questo caso di Palermo per avercelo ricordato.

5.10.21

si può essere eroi senza andare a fare la guerra Belluno, la carabiniera che salva dal suicidio una mamma di tre figli

   sfogliando repubblica  


 La donna, che aveva intenzione di farla finita, aveva scavalcato le protezioni laterali del ponte di tipo tibetano di una strada forestale nel comune di Perarolo ed era praticamente nel vuoto. La carabiniera le ha parlato a lungo e alla fine è riuscita a convincerla a tornare sui suoi passi 
                                    di Enrico Ferro


Erano da poco passate le 8 del mattino quando un cittadino, chiamando il 112, ha riferito di una donna con le gambe a penzoloni su un ponte di tipo tibetano di una strada forestale nel comune di Perarolo (Belluno) che unisce i due lati di un canalone profondo più di 80 metri. A giungere sul posto è stata una prima pattuglia della compagnia di Cortina D'Ampezzo, con un graduato esperto e una giovane carabiniera. I due hanno lasciato il veicolo e hanno iniziato ad inerpicarsi lungo la strada forestale sino a raggiungere il ponte tibetano. Immediatamente si sono resi conto che la donna non era una escursionista in pericolo, ma che aveva intenzione di farla finita, avendo scavalcato le protezioni laterali, poggiando i piedi su uno dei tiranti che impedisce il ribaltamento del ponte, praticamente nel vuoto.La donna in uniforme immediatamente si è avvicinata all'altra che era in condizioni disperate e ha iniziato un contatto verbale che in breve si è trasformato in un vero e proprio rapporto empatico, tanto da far sperare in una rapida soluzione della vicenda, ma non è stato così. La donna, madre di tre figli, originaria del trevigiano, per motivi personali ancora non noti, era intenzionata a farla finita per cui non consentiva a nessuno di avvicinarsi né tantomeno di parlare, interloquendo solo con la carabiniera, la quale nel frattempo, al fine di non risentire troppo dell'oscillazione del ponte, si era seduta a terra a pochi metri dalla donna.Le due hanno parlato di tutto fino a che l'argomento non è stato dirottato sui figli, come consigliato dal militare negoziatore, anch'egli giunto sul posto, specializzato nelle trattative di questo tipo, ma che non ha potuto intervenire direttamente per espresso diniego della donna.L'argomento ha aperto alla fine un varco nella confusione della poverina e facendo leva sul bisogno di amore dei figli, dei sensi di colpa che avrebbe ingenerato loro, la donna, ormai allo stremo, raccogliendo tutte le sue forze ha scavalcato il parapetto, tornando sul ponte dove ha abbracciato la giovane donna che l'ha fatta desistere dal togliersi la vita.

 Una  situazione  molto difficile da  quel che  racconta  quest'articolo di gente  




29.12.17

domande agli amici e conoscenti della polizia e delle forze dell'ordine in generale perchè chi comette abusi viene promosso e chi li denuncia viene emarginato ?

leggendo  l'articolo     che  trovate  sotto  


Mi  chiedo   e  provo  a  girare la  domanda  (  anche  se  credo  che  sarà una delle tante  che    volano nel vento  e  che difficilmente  saranno raccolte     da  coloro  a  cui  è  rivolta o  da  qualche  spiritoso coraggioso  )   ad amici  \  che    ricoprono , o  hanno ricoperto , ruoli  non importa   quali   nelle forze dell'ordine    come  nel titolo : perchè  chi comette  abusi   viene   promosso  e   chi li denuncia viene emarginato ? come fanno a spportare e non  .... incavolarsi davanti a << [...] logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.>>
  la  news   è  questa


da


Dopo la nomina al vertice della Dia di Gilberto Caldarozzi, condannato a 3 anni e 8 mesi per i falsi verbali della scuola Diaz, a un altro dei condannati eccellenti per la “macelleria messicana” del G8, è stato affidato uno degli incarichi più prestigiosi della polizia italiana. Pietro Troiani, il vicequestore passato alla storia come l’uomo delle false molotov, il 21

L'immagine può contenere: spazio all'aperto
foto mia scattata nel  giugno 2016

dicembre è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia. Come per Caldarozzi tecnicamente non si è trattata di una promozione. Troiani resta vicequestore proprio come Caldarozzi resta primo dirigente. Questa è stata la precisazione del Dipartimento di pubblica sicurezza dopo che Repubblica aveva pubblicato le critiche delle vittime e dei famigliari dei manifestanti massacrati di botte e arrestati con false prove nella scuola Diaz nel luglio 2001.

Ma è innegabile che i due incarichi, vice direttore dell’antimafia e dirigente del Coa di Roma della Polstrada, siano considerati “ruoli apicali” in seno alla stessa polizia.
Diverso sarebbe stato assegnare i due funzionari a uffici amministrativi, non di prima linea.
Invece, ancora una volta sembra essere totalmente inevasa la precisa indicazione dei giudici della Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) che nelle condanne all’Italia per l’assenza, all’epoca, di una legge sulla tortura, chiedevano al nostro paese di provvedere anche al blocco delle carriere e sanzioanre i funzionari che coprirono i torturatori materiali di Diaz e Bolzaneto.
Pietro Troiani, all’epoca in servizio al reparto celere di Roma, ebbe un ruolo decisivo nella vergognosa operazione Diaz.

dal film  Diaz - Don't Clean Up This Blood 2012 diretto da Daniele Vicari ed incentrato sui fatti del G8 di Genova.
Sapeva che a bordo della sua jeep c’erano due molotov recuperate ore prima in corso Italia e ordinò al suo autista di portarle nella scuola mentre era in corso la perquisizione. Il sacchetto con le bottiglie incendiarie passò fra le mani dei massimi dirigenti della polizia italiana dell’epoca e venne alla fine sbandierato come la prova regina per l’arresto dei presunti black bloc.
Le logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso


 di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.



21.7.15

L'agente afroamericano che aiuta un membro del Ku Klux Klan: "Era il mio dovere"

musica  in sottofondo
 Blues Brothers - Gimme Some Lovin  note conclusive
Jimi Hendrix - Hey Joe




leggendo questo flash mi pare di  repubblica

Un suprematista bianco che indossa una maglia con la svastica si sente male durante la manifestazione del Ku Klux Klan in South Carolina. Ad aiutarlo arriva un poliziotto: un poliziotto afroamericano. L'immagine è diventata rapidamente u

n potentissimo simbolo dell'insensatezza del razzismo e della forza dell'integrazione. Là dove i manifestanti del Ku Klux Klan vedono un mondo in cui gli uomini vengono giudicati per il colore della loro pelle, il poliziotto (che si chiama Leroy Smith) vede un anziano in difficoltà, non si fa condizionare dalle idee che esprime e dalla maglietta che indossa, e corre a sostenerlo

Mi sono detto  Ecco un esempio del detto biblico



Se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. ...
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?
E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste."
(Matteo 5:39-48)
ovvero in sintesi  ama   il tuo nemico



poi  sulla pagina fb dell'unione sarda

L'agente afroamericano che aiuta un membro del Ku Klux Klan: "Era il mio dovere"

Oggi alle 10:06 - ultimo aggiornamento alle 11:57

leroy smith soccorre il manifestante
                                Leroy Smith soccorre il manifestante
Non pensa di aver fatto nulla di speciale l'alto funzionario di polizia nero che ha soccorso un militante del Ku Klux Klan con indosso una maglietta con la svastica.La foto scattata due giorni fa, quando davanti alla sede del governo e del parlamento della South Carolina il gruppo razzista ha manifestato chiedendo di rimettere al suo posto la bandiera sudista simbolo dello schiavismo, sta spopolando sul web."Sono un poliziotto e il mio dovere è aiutare le persone, indipendentemente dal colore della loro pelle, dalla loro nazionalità o dal loro credo", ha commentato Leroy Smith, capo della locale agenzia di sicurezza, dicendosi sorpreso dallo scalpore che ha suscitato l'immagine scattata dal portavoce di Nikki Haley, il governatore che ha deciso di rimuovere la bandiera dopo la strage di Charleston in cui morirono nove afroamericani.Il manifestante soccorso si era sentito male per il caldo. "Spero che la foto possa contribuire a mettere fine agli scambi di odio e di violenza che ci sono stati nelle ultime settimane", ha detto il funzionario.










23.8.14

Chiede 150 euro per restituire l'iPhone La vittima è un agente: 35enne arrestato . se iìfosse un cittadino normale sarebbe lo stesso ?

cazz boh . per un telefono di merda un processo in direttissima.. ah beh era l'iphone del poliziotto (notare che si lamentano di guadagnare poco, però l'iphone che non manchi)... se fosse successo al primo stronzo non accozzato non avrebbero "indagato" manco per un cazzo.... e se al posto di uno scambio di cellulare ci fosse un omicidio, altro che direttissima... una ramanzina e poi rispedito a casa senza cena....



Chiede 150 euro per restituire l'iPhoneLa vittima è un agente: 35enne arrestatoL'arresto della Squadra mobile di Cagliari è avvenuto a Sestu. 
Si è impossessato di un iPhone e ha chiesto 150 euro al proprietario per restituirglielo. Ma Bruno Johny Batzella, 35enne di origini olandesi ma residente a Sestu, non immaginava che la vittima della presunta estorsione fosse un agente della polizia stradale che aveva perso l'iPhone qualche giorno prima. Il poliziotto ha denunciato tutto agli investigatori della Squadra mobile di Cagliari, coordinati dal dirigente Leo Testa. E' così scattato il blitz: l'agente si è accordato con Batzella per lo scambio. Appuntamento in un distributore di carburante a Sestu. Insieme alla vittima però si sono presentati anche gli uomini della quarta sezione della Mobile che al momento dello scambio hanno arrestato il 35enne per estorsione. Batzella è finito ai domiciliari in attesa del processo per direttissima

25.5.14

Addio a scorta e auto blindata: la svolta del capo della polizia









Spending review, l'esempio di Pansa: via la Bmw: viaggia su una Delta usata. Ora tocca agli altri dirigenti del Viminale. Il messaggio: i tagli alle forze dell'ordine devono colpire anche i vertici



di ALBERTO CUSTODERO




ROMA - Il capo della Polizia italiana, Alessandro Pansa, rinuncia alla scorta. E all'auto blu, una Bmw blindata che sfiora i centomila euro. Da una quindicina di giorni viaggia per Roma su una Delta usata, con autista e assistente. La notizianon è stata annunciata pubblicamente. Ma il nuovo stile del numero uno delle forze dell'ordine italiane (Pansa, come capo del Dipartimento sicurezza, coordina Polizia, Arma e Finanza), non è passato inosservato, al Viminale. E le sue ultime uscite pubbliche a bordo della Delta vecchia di tre anni sono state un messaggio forte e chiaro per i suoi uomini. 
Come capo della Polizia, avrebbe diritto anche a un'auto di scorta che precede, o segue, la sua. Da quando ha rinunciato alla Bmw modello "casta", e all'auto di scorta (che invece contraddistinguevano gli spostamenti dei suoi predecessori), tutti i dirigenti della Sicurezza del Viminale hanno capito il messaggio. E molti hanno seguito il suo esempio. Dal palazzo sono ben presto sparite le costose auto blu presidenziali, contestualmente sono comparse Renault, Seat, e Punto. Non più macchine vip, ma utilitarie. Anche questo fa parte della spending review della sicurezza, tagli che colpiscono i vertici, e non solo il comparto più operativo. Non tutti, va detto, hanno seguito l'esempio del dipartimento Sicurezza: molti, se non tutti, i prefetti e i direttori degli altri 4 dipartimenti del Viminale continuano a girare su auto di lusso, creando un senso di diffuso imbarazzo: il dirigente più importante - Pansa - su una Delta usata, loro su bolidi di grossa cilindrata. 
Un altro segnale dei tagli è il recentissimo bando di appalto per l'acquisto di duecento "pantere" della Polizia e "gazzelle" dei carabinieri, per il rinnovo delle vecchie Bravo, uscite di produzione. Una volta i due corpi facevano appalti separati, con le conseguenti diseconomie. Ora, per la prima volta, Pansa ha voluto un unico appalto al fine di spuntare un maggior ribasso. 
La rinuncia della scorta di Pansa è senz'altro un adeguamento allo stile di Renzi che, anche quand'era sindaco di Firenze, s'è sempre spostato in bici, a piedi o coi mezzi propri. Il premier, del resto, ha imposto cinque auto blu per ministero e disposto la vendita su e-bay di quelle in eccesso. È stato sempre il presidente del Consiglio recentemente a tagliare gli stipendi ai manager di Stato. I precedenti capi della Polizia avevano stipendi da oltre 600 mila euro l'anno. Renzi ha posto come tetto massimo - quindi anche per il capo della Polizia - stipendi sotto i 300 mila euro. Va detto, tuttavia, che Pansa ha cambiato registroben prima che il sindaco di Firenze diventasse inquilino di Palazzo Chigi. Il primo messaggio di un nuovo corso l'aveva lanciato l'estate scorsa, contro le raccomandazioni. Al momento della promozione di una sessantina di funzionari a "primo dirigente" (equivalente al grado di colonnelli), il numero uno della Sicurezza, per la prima volta nella storia del Viminale, li aveva trasferiti tutti. Senza lasciarne neppure uno "imboscato" in qualche palazzo romano.

17.9.13

carabiniere rubò la borsa di una ferita Incredibile retroscena nell'incidente in cui è morta Eleonora Cantamessa,carabiniere rubò la borsa e gica con il bancomat al video poker



sono basito neppure delle , va bene che non si deve generalizzare perché in mezzo alla merda ci posso essere anche delle perle , forze dell'ordine cinsi può fidare




da  repubblica  del  17\9\2013


Dottoressa uccisa nel Bergamasco:carabiniere rubò la borsa di una feritaIncredibile retroscena nell'incidente in cui è morta Eleonora Cantamessa, la dottoressa travolta da un'auto mentre soccorreva un ferito. Il militare spendeva i soldi alle slot machine. Il fratello della vittima: "Una bassezza incomprensibile". Perquisita la caserma



I rilievi dopo l'incidente

per  chi non  ha  seguito la vicenda

ARTICOLO
Bergamo, due morti dopo una maxi rissa:
medico investita col ferito che soccorreva


VIDEO
Cantamessa, dal Consiglio Regionale una targa alla famiglia

Ha rubato la borsetta a una donna ferita in un incidente stradale. Un carabiniere 35enne di Seriate, D. T., intervenuto durante il servizio per prestare soccorso, è stato denunciato per furto e indebito utilizzo di carta di credito e sospeso dal servizio. Stando alle indagini dei suoi colleghi, i soldi gli sono serviti per giocare alle slot machine. Il caso è quello di Chiuduno, il paese in provincia di Bergamo, in cui è rimasta uccisa Eleonora Cantamessa, la dottoressa di 44 anni travolta da un'auto mentre aiutava il ferito di un pestaggio.
Lo scenario di quella sera dell'8 settembre era drammatico: sull'asfalto c'erano due morti (Cantamessa e l'uomo che la dottoressa cercava di soccorrere, il trentenne indiano Baldev Kumar), un investitore in fuga (Vicky Vicky, il fratello della vittima indiana) e c'erano i feriti. "Uno scenario di guerra - ricorda Luigi, il fratello di Eleonora, che era presente al momento dei soccorsi - Ci riesce ancora più incomprensibile come in un momento così drammatico e in un luogo così disordinato dalla violenza, uno possa compiere una bassezza di questo genere".
Suona quasi come una beffa il fatto che il giorno in cui si scopre la notizia del carabiniere 'infedele' sia quello in cui la famiglia Cantamessa riceve dal consiglio regionale lombardo una targa al merito civile per sottolineare il coraggio e l'altruismo della donna. "E' un atto esecrabile - ha continuato Luigi - una pugnalata amara alla nostra famiglia. Io e mia sorella siamo stati educati nel senso delle istituzioni e dello Stato, quindi questo episodio ferisce la nostra famiglia come un pugno amaro. E' un episodio di sciacallaggio che rovina l'immagine della Benemerita: mi auspico che l'Arma si difenda, a tutela della propria immagine".
In quel panorama di dolore, il carabiniere 'infedele' ha preso la borsa abbandonata su un'Audi A2. Apparteneva a una barista romena che, a sua volta, aveva accostato per dare una mano nei soccorsi. Nei giorni scorsi la donna, dal letto d'ospedale, ha scoperto che qualcuno stava usando il suo bancomat. I movimenti sul conto corrente erano quelli del carabiniere che lunedì 9 e martedì 10 settembre, i due giorni dopo la tragedia, ha usato il bancomat alle videolottery in due sale slot di Dalmine. Il codice 'pin' era custodito nel portafogli della donna. Nel corso delle indagini, i militari hanno riconosciuto il collega guardando le immagini delle telecamere del locale di Dalmine. Il carabiniere è risultato essere un frequentatore abitudinario della sala.
Il carabiniere era in servizio alla tenenza di Seriate da più di 10 anni: non un novellino, dunque, ma viene descritto un pò confuso nell'ultimo periodo e probabilmente in difficoltà. I carabinieri di Bergamo hanno effettuato alcune perquisizioni, anche nella caserma di Seriate: D. T. in questi giorni è in ferie, programmate da tempo, e si trova in una località del Sud Italia. Proprio lì i suoi colleghi gli hanno notificato l'indagine e la sospensione dal servizio.

(17 settembre 2013)

30.4.13

i fatti di roma e gli idioti della rete

lo  so che  è  un pensiero non mio  ma  condivido  in pieno  questa  discussione, foto  compresa  ,   sui fatti di roma   trovata  su  facebook  




 <<  Simona Moretti io non ho mai amato le divise, l'arma dei carabinieri, dei poliziotti e in molti sono anche discutibili ma di certo è inaudito fare un gruppo a favore di un uomo che ha quasi tolto la vita ad un'altro uomo che non ha fatto nulla oltre a lavorare!!! Ma veramente stiamo perdendo di vista l'importanza di una vita ? >>.
Essa  conferma  il mio precedente   post  cosa intendo  per  odio e  gioia  

30.3.13

caso aldovrandi e mancanza di autocritica seria da parte delle forze dell'ordine e carenza di legislazione sugli abusi delel forze dell'ordine

dopo  le  vergognose  dichiarazioni   di   da cui alcuni colleghi e lo stesso de Gennaro ( fonte http://it.notizie.yahoo.com/ ) sin sono dissociati   sindacato Coisp  e  dei suo rappresentante  


  (ASCA) - Roma, 29 mar - ''Dopo le nostre lotte per democratizzare le forze di polizia, e dopo la tragedia di una madre e di una famiglia, e' sconfortante assistere a quanto avvenuto a Ferrara ad opera del sindacato Coisp. Le  sentenze, per di piu' se definitive, si rispettano''. E' quanto afferma in una nota il segretario generale del Silp Cgil, Daniele Tissone. Le donne e gli uomini del sindacato di polizia della Cgil, prosegue Tissone, ''si dissociano in modo netto da questa iniziativa che nulla ha a che vedere con la nostra cultura e con la doverosa, quanto necessaria, umana pieta'. Ci conforta constatare come nel Paese si sia sollevata una profonda indignazione che ha attraversato sia l'opinione pubblica che le istituzioni. La stessa indignazione la si vede nella quasi totalita' dei sindacati di polizia e, quindi, nei lavoratori di polizia''. Per il numero uno del sindacato dei lavoratori di polizia affiliato alla Cgil ''se si e' verificato un tale episodio e' peraltro evidente che vi sia ancora molto da fare sul versante della formazione interna. Non vorremmo mai piu', mai piu' e ancora mai piu' che accadano simili tragedie come quella capitata a Federico Aldrovrandi per la quale, lo stesso Manganelli, chiese scusa alla madre e alla famiglia, e non vorremmo mai piu' assistere a iniziative come queste o ad epiloghi di commenti non appropriati che hanno chiamato in causa il ministro dell'Interno Cancellieri. Rimangono quindi sul campo - conclude Tissone - la disperazione ed il senso di umiliazione di una madre a cui va il nostro sincero affetto peraltro gia' manifestato, con coerenza, in passato. A Patrizia Moretti, madre di Federico Aldovrandi, la nostra piena solidarieta' e il nostro assoluto sostegno''.


(ASCA) - Roma, 27 mar - ''Ritengo sia un episodio doveroso da condfannare. Serve rispetto uman per una mamma che ha perso un figlio''. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni De Gennaro lasciando Palazzo Madama e commentando la vicenda del sit in da parte di alcuni poliziotti aderenti al Cosip sotto le finestre della mamma di Fabrizio Aldovrandi, il giovane picchiato a morte da alcuni poliziotti poi condannati dalla giustizia. Ai giornalisti che gli chiedevano se ritenesse necessari dei provvedimenti nei confronti dei poliziotti che hanno aderito al sit in, e che hanno girato le spalle quando la madre si e' presentata davanti a loro con la fotografia del figlio, De Gennaro ha risposto: ''Non sono piu il capo della Polizia''.

ritengo che   discorso fatto  (  qui  il video  )  da  Moretti  a piazza  Navona   nel   lontano Febbraio 2002,  possa  essere applicato  a  tali dichiarazioni . Infatti  certe persone  non sono degne nè  di fare un mestiere cosi  complesso e  cosi delicato  nè tanto meno  da  esserne i rappresentanti  . Prendessero esempio e  non l'usassero   per portare  acqua  al loro mulino  come hanno dichiarato recentemente      dal loro  ex  superiore Antonio  Manganelli    che  nonostante  i suoi limiti ed  ambiguità 
  da  http://www.contropiano.org/news-politica/
Rappresentazioni ossequiose rimbalzano sui media nel rendere “onore” al capo della Polizia, Antonio Manganelli, deceduto pochi giorni fa.

Di fronte a questa esaltazione che, in modo totalmente bipartisan, viene rivolta alla figura del capo della polizia, è opportuno ricordare che Manganelli, prima come vice di De Gennaro e poi come capo della Polizia, ha presieduto alle sue funzioni durante le vicende più oscure e vergognose che hanno visto coinvolte le forze dell’ordine italiane in questi anni.
A differenza di quanto scrivono la quasi totalità dei media, è necessario sottolineare che Manganelli non solo non ha mai rivolto delle scuse a nome della polizia a coloro che a Genova, ed in particolare alla Diaz e a Bolzaneto furono vittime delle violenze, soprusi e torture da parte delle forze dell’ordine, ma è anche colui che, secondo quanto emerso da un'intercettazione di una telefonata dell'ex questore di Genova Colucci, avrebbe detto, riferendosi al pm Enrico Zucca che conduceva le indagini sull'assalto alla scuola Diaz,: "..dobbiamo dargli una bella botta in testa a 'sto magistrato". 
Cosi come non ha mai “destituito” dal corpo di polizia i quattro agenti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi.
Ora al di là di chi sarà il successore,  le scelte fatte da Manganelli, nel suo mandato da capo della polizia, sono un chiaro segno dei tempi, come quello di nominare Oscar Fioriolli  noto alle cronache per essere stato uno dei torturatori contro i militanti delle formazioni armate a capo della Scuola di formazione per la Tutela dell’ordine pubblico istituita nel 2008, proprio con l'intento di formare agenti in grado di affrontare situazioni di conflittualità quali cortei e manifestazioni.
Diventa sempre più chiaro l’intento che per fronteggiare la crisi economica e il crescente disagio sociale, i nostri governanti e i media mainstream non perdono tempo e criminalizzano qualsiasi forma di conflitto sociale, temendo possibili saldature tra le varie soggettività colpite dalla crisi. E le forze dell’ordine rappresentano il braccio armato di uno Stato che fa della repressione del dissenso uno dei suoi punti di forza. 
Manganelli ha avuto un ruolo primario nel processo di militarizzazione della polizia che è stata addestrata e a muoversi come negli “scenari di guerra”.
Non a caso sono stati quasi del tutto aboliti i concorsi di reclutamento nella polizia, riservando l’ingresso quasi esclusivamente ai militari che hanno fatto la ferma volontaria nelle guerre in Iraq, Balcani, Afghanistan, Bosnia. Le brutali cariche subite dagli abitanti della Val Susa, cosi come quelle degli studenti massacrati nelle piazze del 14 novembre 2012 ne sono una cocente testimonianza. 
Questo è lo scenario che abbiamo di fronte. Ne dobbiamo essere consapevoli. 

* Osservatorio sulla Repressione

almeno   rispettava ,  anche se  di  facciata .   e persone  . Ma  soprattutto non era  come  loro   cosi  prepotente   ed  arrogante  verso i suoi  superiori il classico  chiacchere  e distintivo (  cit  da  un famoso film    ).
Ora  << (....)  Qualunque giudizio si voglia dare su questa vicenda, un fatto è certo: il Coisp ancorché sindacato minoritario, rappresenta la spia di un malessere e di dinamiche presenti nella polizia italiana che escono fuori periodicamente quando si discute di ordine pubblico. E una volta di più è la politica ad essere latitante in questo senso. La risposta di Gianni De Gennaro (“Non sono più capo della polizia”) alla domanda se ritenesse necessari provvedimenti nei confronti di quei poliziotti è del tutto insufficiente detta soprattutto da uno che oggi è sottosegretario alla presidenza del consiglio. E ancora, non si sono visti ministri chiedere conto all’unico responsabile dell’autorizzazione della manifestazione del COISP sotto le finestre dell’ufficio di Patrizia Aldrovandi: il questore di Ferrara. E intanto nell’impasse generale della politica nazionale ci si sta scordando che nella legislazione italiana manca il reato di tortura. Uno dei pochi fatti, insieme a provvedimenti concreti nei confronti di poliziotti colpevoli, che potrebbe restituire un po’ di giustizia e dignità alle vittime di malapolizia di questo paese oltre le dichiarazioni di solidarietà di circostanza che abbiamo sentito negli ultimi tempi. >>  ( da  http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/30/coisp-aldrovandi/546289/  )
Concludo   questo  post  , specificando   a chi mi dirà   che  parlo male    delle forze  dell'ordine   e poi  quando  c'è qualcosa  le  chiama  o  che difenbdo  i drogati , ecc  che   li attaccano  , ecc. che  tale  critica non è rivolta  all'associazione  in questione  o alle  forze  dell'ordine  ma  alle persone ( le cosidette  mele marce  )   che  cosi  facendo  disonorano  la stessa  istituzione di cui  fanno parte  e  su cui hanno  giurato  appena  preso servizio

27.3.13

solo in italia le forze dell'ordine si comportano cosi Agenti in sit-in contro mamma Aldrovandi e lei scende con la foto del figlio


 vedendo   l'ennessimo oltraggio  , per  giunta  sostenuto  da  un euro parlamentare  ,  rivolto verso una madre che con un coraggio commovente e ammirevole assolutamente esecrabile se ha chiesto giustizia contro i massacratori del proprio figlio.

  repubblica  27\3\2013

Agenti in sit-in contro mamma Aldrovandi
e lei scende con la foto del figlio

Il sindacato di Polizia Coisp ha manifestato sotto l'ufficio di Patrizia Moretti, in solidarietà dei colleghi condannati per l'omicidio del figlio. Lei è scesa in piazza mostrando l'immagine del giovane all'obitorio. Cancellieri: "Non rappresentano l'intera polizia"


FERRARA - Gli agenti sotto il suo ufficio a protestare. E lei che scende le scale, arriva in piazza e mostra la foto del figlio ucciso. Questa mattina, alcuni poliziotti del sindacato Coisp hanno organizzato un sit-in a Ferrara contro la madre di Federico Aldrovandi, il giovane morto il 25 settembre 2005. Una manifestazione di solidarietà ai colleghi che sono stati condannati al carcere dal Tribunale di sorveglianza di Bologna. 



Il Coisp ha manifestato davanti al Comune di Ferrara, mentre la stessa Moretti pubblicava le foto su Facebook. Persino il sindaco della città emiliana, Tiziano Tagliani, è andato dai manifestanti per chiedere di spostare 

il sit-in pochi metri più indietro. 
Una richiesta che non è stata accettata. Anzi, sono continuati i messaggi di solidarietà per i poliziotti condannati, Forlani, Segatto, Pollastri e Pontani.



A quel punto la mamma di Federico Aldrovandi è scesa in piazza, affiancata da due colleghe. E ha srotolato una foto tristemente nota, quella che ritrare il figlio morto all'obitorio circondato da una macchia di sangue.
"Non avrei voluto farlo - ha raccontato al termine Patrizia Moretti - perché a me costa moltissimo, ma sono scesa con alcune mie amiche e colleghe e ho mostrato prima alla piazza, poi a loro la foto di Federico. Nessuno di loro mi ha guardata e dopo un po' sono andati via. E' stato triste, e doloroso".
La mamma di Federico Aldrovandi racconta anche l'antefatto: "Ad un certo punto ci siamo affacciate alla finestra e abbiamo visto cosa stava accadendo, abbiamo visto il sindaco Tiziano Tagliani scendere e andare a parlare con loro dell'inopportunità del sit in, ma da lì uno dei manifestanti, molto grosso e alto, ha cominciato a inveire contro il sindaco e ho visto anche alcuni spintoni".
SENATO IN PIEDI. Quando la senatrice del Pd MariaTeresa Bertuzzi ha preso la parola nell'aula del Senato, dopo il dibattito con il governo sui marò, tutti i parlamentari e gli esponenti del governo, premier compreso, presenti nell'emiciclo, si sono alzati in piedi e hanno battuto a lungo le mani per esprimere solidarietà alla madre di Federico Aldrovandi. Tra gli esponenti del governo hanno battuto le mani e si sono alzati in piedi in segno di solidarietà anche il ministro dell'Interno Cancellieri (che ha detto: "I manifestanti non rappresentano la polizia. No a sanzioni ma giudizio critico") e l'ex capo della Polizia ora sottosegretario con delegata ai Servizi, Gianni De Gennaro ("Fatto da condannare ma non sono più il capo della polizia"). "La manifestazione indetta dal sindacato di Polizia - ha dichiarato la senatrice Pd Bertuzzi - continua a tenere aperta una ferita". Il sit-in di oggi dei poliziotti, rincara la dose la senatrice del Pdl, Anna Cinzia Bonfrisco, "ha superato ogni limite".
Solidarietà anche da Sel. "Oggi con gesto sconsiderato, rinnovato dolore per omicidio Aldrovandi. Oltre ogni limite. Un forte abbraccio a Patrizia e ai suoi familiari". Così Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, esprime su twitter la propria solidarietà alla mamma del giovane Federico Aldrovandi.



Coisp: "Nulla contro la madre". Il Coisp ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che il presidio di questa mattina si stesse svolgendo sotto le finestre dell'ufficio di Patrizia Moretti. "Non sapevamo che lavorasse in Comune", ha spiegato il segretario nazionale Franco Maccari all'emittente bolognese 'Radio Citta' del Capò: "Abbiamo fatto la comunicazione una settimana fa, l'abbiamo mandata anche al sindaco e nessuno ha avuto nulla da dire". E verso le accuse del primo cittadino Tagliani di presidio inopportuno, Maccari ha reagito: "E' in malafade ed è una persona squallida". E poi in una nota sottolinea come abbiano "evitato di raccogliere inutili provocazioni, cercate forse per via della rabbia di non essere riusciti a cacciarci e zittirci, abbiamo concluso il sit-in all'orario stabilito e siamo passati al prossimo impegno".
"Solo in Italia può accadere una cosa simile". I fatti di Ferrara sono stati ripresi anche dal blog di Beppe Grillo. Il post è intitolato "Solidarietà" alla madre di Federico Aldrovandì e riprende un testo del portale 'cadoinpiedi.it'. "Persino il sindaco della città Tiziano Tagliani è andato dai manifestanti per chiedere di spostare il sit-in pochi metri più indietro. Una richiesta che non è stata accettata - si legge - anzi, sono continuati i messaggi di solidarietà per i poliziotti condannati".



 Mi chiedo  perchè ....... il  Coisp non sta in silenzio   visto che  sono stati condannati  in tutti i gradi di giudizo ? Qui si tratta  di un azione  non solo vergognosa   intimidatoria verso altre madri o parenti di altre vittime?
Non vedo perche' non vi debbano essere provvedimenti per un gesto che si ritiene grave e deprecabile. L'affermazione del Ministro appare contraddittoria! Ed inspiegabile! ...Salvo che anche le mele marcie portano voti! o forse    toccare le  forze del'ordine ( quando  meriotano  ) è tabù  . Infatti  la  Cancelllieri e in generale tanti monti boys sono solo la faccia seria del berlusconismo  e  della vecchia  Dc . Capisco   quanto  dice   questo commento  su repubblcia  online :<<
io non ho paura della mafia, sono terrorizzato dalle così dette 'forze dell'ordine'. Se andassi ad una manifestazione pacifica rischio di essere manganellato o ammazzato come a Genova o alla Diaz, se torno a casa la sera rischio di essere fermato e manganellato da facinorosi in divisa come è successo al povero Aldrovandi, se mi fermo ad un autogrill rischio di essere ammazzato da un agente della polstrada come Spaccarotella, se ho problemi con la giustizia si rischia di non arrivare vivi in aula come Cucchi...ecc. ecc....chissà quanti casi. Questi agenti come vengono selezionati? che grado di consapevolezza hanno sulla delicatezza e l'importanza del loro ruolo? >>Mi fermo  qui  sia perchè non  ho  altre parole per definire lo schifo che provo veso una cosa del genere,..............generalizzare nn fa mai bene ,ma questi dovrebbero essere chiamati servitori della patria o simili ??? Poi  si lamentano  se  alcuni gruppi musicali  o negli stadi fanno canzoni  del tipo 





  disoccupazione di  ... ha  creato  meestiere  di    carabiniere  >>  Chiudo per non arrivare al turpiloquio

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