In Sardegna cane pastore non scappa di fronte alle fiamme per proteggere il gregge, salvato da un veterinario
FULVIO CERUTTIPUBBLICATO IL25 Luglio 2021ULTIMA MODIFICA26 Luglio 2021 15:07
Il suo corpo è ricoperto di ustioni. Le più gravi sul muso e sui polpastrelli. Avrebbe potuto mettersi in salvo da quelle fiamme che stanno devastando la Sardegna, evitarsi queste ferite che segneranno per sempre il suo corpo. Ma lui non è un cane qualunque. Lui è un cane pastore. Lui è quel cane che deve organizzare e proteggere il suo gregge. E così non si è allontanato, non ha abbandonato il suo ruolo ed è rimasto bloccato su un muretto.
Il cane beve acqua in clinica, segnali di speranza dopo le ustioni in Sardegna
Oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati sono stati ridotti in cenere, aziende agricole devastate, case danneggiate. È pesantissimo il bilancio del gigantesco rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese. E a questo, alle oltre 1500 persone sfollate, si aggiunge anche il dramma degli animali: non si conoscono i numeri, ma stanno arrivando moltissime immagini di animali bruciati vivi o morti soffocati per il fumo inalato.
Rogo Oristanese: strage di pecore nelle campagne
Questo cane, trovato a Tresnuraghes, ce la farà grazie al pronto intervento di Angelo Delogu, il veterinario che lo ha salvato: «Rimasto fermo sul muretto mentre le fiamme lo avvolgevano – scrive su Facebook –. No, non l’ho soppresso perché guarirà. Non ha il chip, dubito che succeda ma se qualcuno dovesse riconoscerlo si faccia sentire».
Ora il povero animale è stato stabilizzato e trasferito nella Clinica Veterinaria Duemari per l’ospedalizzazione. Ce la farà, uno dei simboli di speranza di questo dramma.
Il miracolo di Cabras: due cani si salvano dalle fiamme nascondendosi dentro un ulivo
il suo corpo è ricoperto di ustioni. Avrebbe potuto mettersi in salvo da quelle fiamme che stanno distruggendo la Sardegna. Ma lui, cane pastore, ha preferito restare fermo davanti quel muretto e proteggere il suo gregge a Tresnuraghes, nel Montiferru, la zona più colpita dagli incendi sull’isola. Ora si trova alla clinica veterinaria Duemari di Oristano: “I grandi ustionati non migliorano. Perdono pezzi. Si tratta di vedere quanti pezzi perderà. Se supera una determinata percentuale sarà morto”, fanno sapere a Fanpage.it dal centro. A cura di Biagio Chiariello
Non solo campagne, terreni e migliaia e migliaia di ettari divorati dalle fiamme in Sardegna. Gli incendi nell’Oristanese hanno visto vittime moltissimi animali, alcuni dei quali non sono riusciti a scampare al fuoco. Altri, invece, come un cane da pastore recuperato a Tresnuraghes, al confine con la regione storico-geografica del Montiferru, sono stati più fortunati: sarebbe rimasto fermo davanti al muretto per difendere le sue pecore. L'animale, di cui non si conosce il nome, è diventato il simbolo degli incendi in Sardegna. Ora è ferito con ustioni alle zampe, ai polpastrelli e al muso, i veterinari della clinica veterinaria Duemari di Oristano, dove è ricoverato, non sanno ancora se riuscirà a sopravvivere. "I grandi ustionati non migliorano. Perdono pezzi di pelle. Si tratta di vedere quanti ne perderà. Se supera una determinata percentuale sarà morto – fanno sapere a Fanpage.it dalla clinica – Il rene collassa. E non riesce più ad allontanare la tossicità che derivano dalla necrosi. Un altro cucciolo ha avuto i polmoni ustionati dalla inalazione dell’aria rovente. È sotto ossigeno ma soffre terribilmente". Le fiamme in Sardegna hanno devastato oltre 20mila ettari di territorio, distrutto aziende agricole, danneggiato case, provocato migliaia di sfollati. Questo il pesantissimo bilancio dell'enorme rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese. A ciò si aggiunge il dramma degli animali: non si conoscono le cifre, ma sui social e sui media locali giungono ora dopo ora immagini di animali bruciati vivi o morti soffocati per il fumo inalato.
Devo fare i complimenti all'assessore ( non uso il termine assessora perchè mi sa di ridicolo ed il termine assessore può essere usato sia al maschile che al femminile non è penalizzante ne discriminante ) Anna Paola Aisoni ( foto a sinistra presa , come altre foto di questo post eccetto quella centrale presa insieme all'articolo dalla nuova sardegna del 4\9\2018 , dal suo profilo facebok ) . Ha proposto vedere articolo sotto , un un modo originale ( lo affermo d'anni anch'io ) per ricordare senza cadere nella retorica e spianare la strada all'oblio \ alla voglia di dimenticare \ lasciarsi alle spalle vedere ( foto fatta con il cellulare ) di quest'altro artricolo sempre dalla nuova
quell'imane tragedia avvenuta il 28 uglio 1983 ( anche se l'incendio era in viaggio perchè parti da viddalba 50\70 Km da tempio 4 giorni prima d'arrivare e fare vittime a tempio ) .
Un concorso nelle scuole per le vittime degli incendi
Arte e testimonianze: l’ex assessora lancia la proposta con un’interrogazione «Una cerimonia il 28 luglio che valorizzi il senso civico riconosciuto alla città»
di Angelo Mavuli 04 settembre 2018
TEMPIO. Anna Paola Aisoni non demorde. A distanza di qualche settimana dalla sua lamentela per il silenzio della giunta su diverse sue interrogazioni consiliari rimaste senza alcuna risposta o fatto compiuto, torna su una “interrogazione-proposta” presentata sempre il 7 agosto, senza polemica, aveva sottolineato, ma con ancora negli occhi le immagini della scarna giornata, organizzata quest’anno per la ricorrenza del 28 luglio in ricordo dei nove caduti di Curragghja durante un incendio estivo.
«Ricorrenza celebrata da qualche anno a questa parte – scrive Aisoni –, in maniera sobria e ristretta, mentre meriterebbe di essere vissuta più solennemente e soprattutto fattivamente in onore dei caduti, come vicinanza ai parenti, vedove, figli e nipoti, e come momento propedeutico per tutti, contro gli incendi. Per la città – scrive Anna Paola Aisoni – e specialmente per i giovani che ormai, quasi, ignorano l’accaduto. Il nostro dovere – prosegue la consigliera nella sua interrogazione-proposta – è perpetuare il ricordo del sacrificio dei caduti e dei sopravvissuti. Non in maniera sterile fine a sé stessa ma come diffusione della cultura del senso civico, di appartenenza alla comunità e del rispetto per il creato. Purtroppo però – scrive ancora Aisoni – anche per nostra incuria, molti giovani non sanno e non conoscono quanto accaduto, se non in modo superficiale. Questa è una sconfitta e, per noi adulti, alcuni ora anche amministratori, significa anche disattendere una promessa fatta quando le ferite dell’anima bruciavano ancora per la morte e la sofferenza di tanti e per l’abbandono in cui lo Stato aveva lasciato la nostra città. La promessa era di continuare a celebrare quella giornata “Per non dimenticare”. Questo, abbiamo pensato a suo tempo, produrrà un «travaso, un passaggio di memoria, affinché i nostri ragazzi possano comprendere il significato e la lezione di quanto il 28 luglio 1983 è successo».
La consigliera Aisoni nella sua interrogazione, che attende risposta, propone che sull’argomento si coinvolgano le scuole cittadine con un concorso di arte e rappresentazione grafica a tema sul 28 luglio 1983, nel quale vengano raccolte testimonianze dei tanti comuni cittadini e operatori che hanno vissuto quel giorno tragico. La Forestale, Vigili del fuoco, Ente foreste, medici e cittadini. «Testimonianze raccolte e divise per i diversi ordini di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) che possano guidare gli studenti – scrive Aisoni – alla produzione di elaborati sul tema, da presentare e premiare ogni 28 luglio, durante una cerimonia di condivisione che metta in luce l’alto valore civico per il quale alla Città è stata riconosciuta dalla Presidenza della Repubblica la medaglia d’argento al valore civile e la medaglia d’oro ai caduti
e ai reduci. Il tutto – dice la Aisoni – come momento di passaggio e scambio di memoria. La proposta è rivolta in modo speciale al neoassessore alla Pubblica istruzione Aurora Careddu, donna di grande sensibilità e umanità alla quale offro per questo progetto la mia collaborazione».
via e... Sparisce. Le ore di quella terribile giornata non sono ore da bambina, facendo finta di giocare a casa di mia nonna e di non sentire l'odore del fumo, il rumore di sirene le persone concitate che correvano a darci notizie... Le più disparate... Le più disperate!... Poi arriva la notizia di morti.. E lì.. A curragghjia avevano visto mio padre poco prima.... Mia madre corre, in cerca di notizie e noi li... A far finta di essere bambini, ancora ignari, ancora felici. Il dolore, la paura dipinte sui volti degli adulti spiegavano già tutto.... E io.... Volevo mio padre, volevo che tornasse da me, da mia madre, da tutti noi..... A tarda sera è tornato, sano e salvo, è tornato alla vita ed io, come ogni anno, in questo giorno non posso che pensare a loro che non sono tornati...... Ai loro figli che li hanno aspettati invano, la loro paura era la mia paura, il loro dolore deve essere il nostro dolore. Porto con me in questi anniversari, mio figlio, affinché sappia che ci sono padri che hanno donato la vita per questa città e figli che hanno donato padri a questa città.
Mentre mi accingo a scrivere questo post sento dei pezzi che saranno poi la colonna sonora del post d'oggi . Ora scegliere quelli da mettere qui come video è un bel dilemma perchè i pezzi musicali e Reading ( letture in musica di poesie ) riguardano l'autunno , ma soprattutto perchè sono legato sia a ciascuna delle poesie ivi rappresentante .Per non tediarvi ne scelgo due le altre le trovate sotto forma di url
Siamo già al 5 ottobre e dovremo essere meteorologicamente ( cosa che già siamo dal punto di vista astronomico ) in autunno ma ancora visti gli sbalzi di temperatura ( esempio stamattina alle 06 \7 c'erano 8\9 gradi e qualche giorno fa c'era una bella nebbia mattutina -- vedere mia foto a destra ) nel resto della giornata si stava benissimo in maniche corte e senza maglia di sotto ) e piove pochissimo . Ha ragione l'autore della foto sotto al centro presa da facebook . Questa è insieme alla primavera la stagione che preferisco tanto da non biasimare e comprendere il pessimismo e l'amore per l'autunno e i mesi freddi dell'amica Stefania Calledda e il post ( autunno per fortuna ) del suo sito
Ora provo a chiedermi chi lo ha detto che l'autunno sia solo triste ( 123 ) anche nella tristezza c'è la felicità fa parte della vita \ opera d'arte . E poi anche in autunno ci sono dei bei colori nella natura come la foto che trovate sotto a sinistra presa da http://travel.nationalgeographic.com/ ( le altre della galleria le trovate qui ) .
Ed è proprio in questo contesto che faccio con più piacere che in estate ( in cui è quasi tutto secco ) mentre in autunno mangio camminando o riporto a casa ( come in questo caso vedere foto sotto ) fichi selvatici o osservo le strade in cui cadono le prime foglie spesso chjiudono gli occhi ed immaginando d'essere una foglia che vola nel vento o nell'addormentarmi cullato dal brusio delle foglie che cadono da gli alberi . ( qui e nei video sopra della colonna sonora di questo post potete trovare delle bellissime immagini dei colori dell'autunno )
Ed è proprio in questa stagione e contesto che faccio con più piacere che in estate ( in cui è quasi tutto secco ) camminateo mangio camminando o riporto a casa ( come in questo caso vedere fra le foto sotto del mio reportage foto sotto ) fichi selvatici o osservo le strade in cui cadono le prime foglie spesso chiudo gli occhi ( per poi riaprirli quando sento arrivare una macchina che rompe questo mio viaggiare con la mente ) gli occhi ed immaginando d'essere una foglia che vola nel vento .
Ecco il mio reportage della camminata fatta nei giorni scorsi sulla triste e famosa collina di Curraggia di cui mi riporta alla mente tristi ricordi , pur essendo all'epoca ( era il 28 luglio 1983 ) ma certe cose ti rimangono impresse ,in mondo particolare soprattutto quando sei stato coinvolto e hai subito danni tu o la tua famiglia . Per i non Sardi ( Galluresi e tempiesi in particolare ) che non ricordano o hanno rimosso , e per i " continentali e sardi d'oltremare " la vicenda è riassunta in tutta la sua drammaticità sia in questo video fatto con foto dell'epoca e copertine dei giornali ) sia nel promo del corto di Gianluca Medas : << Curraggia 28 luglio 18983 una ferita nella nostra memoria >>
sia dal sito con rassegna stampa e e fotografica dell'evento su http://www.28luglio.it/ sia dalla pagina alla voce Incendio di Curraggia di wikipedia e da un post del blog del giornalista e mio utente di facebook Francesco Giorgioni
Ma ora ecco il mio reportage fotografico
uscita male presa ( con il cellulare ) da troppo lontano e in un giorno nuvoloso
lo so che non è bello , però s'insiste tanto per la sicurezza ma la collina come allora è una discarica da gente incivile che non ha voglia di fare la differenziata o di portare i rifiuti ingombranti ai centri di raccolta ma preferisce disfarsene dove capita . Mi auguro che se nel caso dovesse svilupparsi un altro incendio in questa zona e dovessero bruciare le discariche abusive non si raggiungano temperature come quelle di quel 28 luglio
L'argomento del post d'oggi avrebbe dovuto essere un altro , ma lo riproporrò prossiamente , ma le news sui fuochi ( sotto il telegiornale sardo di videolina d'ieri )
e gli incubi notturni che ne sono derivati mi hanno riportato alla mente quello ( di curraggia nella mia cittadina ) e a quell'anno che fu da quel poco che ricordo ( elicotteri e aerei quotidiani ) terribile per tutta la sardegna come dimostra il video soto riportato IMMMAGINI CRUDE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
si tratta del trailler \ promo del documentario CURRAGGIA una ferita ancora aperta di Gianluca medas presentato a tempio 28\7\2007 da L'ASS.FOR. ONLUS (Associazione dei Forestali della Sardegna http://www.28luglio.eu da cui è tratta la locandoina qui a sinistra ) che organizza l'attività del progetto INTERREG III C OCR Incendi sottoprogetto "Sensibilizzazione degli scolari e del grande pubblico",la Prima giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi. dagli incendi d'ieri sembra che la lezione del 1983 non sia servita a niente . Pproprio ora iniziano a sgorgare le lacrime agli occhi ripensando a quei giorni di lutto e dolore soprattuto per delle morti i che , qesto da quello che mi hanno raccontato la gente vedendo il pericolo e i blocchi stradali si sono voluti a tutti i costi avvicinaare chi in buona fede per aiutate chi per per curiosare .., se il comune allora come oggi pulissse bene ( invece di limitarsi solo alla zona del monumento \ cippo dedicatoaai caduti ) tutta la panoramica e la gente la smetta di fare l'indiferrenziata a c...o e i vigili controllino meglio e multino gettando plastica e carta e altre materie pericolose in tale luogo . Infatti ricordo e ho sentito raccontare da suspertiti e feriti \ mutilati che l'aria era irrespirabile perchè il fuoco brucio tali materie , e che non si riusci ad individuare e a soccorrere in tempo le persone per ui sudetti motivi . Ricordo ancora ( nonostante avessi 7 anni all'epoca , ma certi ricordi rimanggono indelebili ) : ciò che vidi durante la veglia a tappe lungo al panoramica 4 \7 giorni dopo sul luogo dell'incedio ., la nostra attività quasi interamente distrutta , e senza fondi regionali ( risarcirono solo chi aveva perduto bestiame e non serre ) dovemmo rincominciare da capo ., le lacrime e la tristezza dei miei ., Le ferite sui corpi sdei sopravvisuti ( vedere l'url della trasmissione di videolina ) che vedo ogni volta che l'incontro in paese . ., gli alberi piantati dale scuoel verso ottobre \ novembre doi quell'anno per ricordare i amrtiri e che ogni goiornoi mi ritrovo quando vado a correre \ cammianre lungo la panoramica il racconto su tale evento di Simone Olla che riporto sotto ( ringrazio antonella Mu mia amica di fb per avermelo fatto riscoprire ) ., E i ricordi indiretti citati prima . concludo questo post dedicandolo a morti di currraggia 28 luglio 1983 eccone la storia dell'evento tratta dal sito più volte citato oggi
E' già da diversi giorni che il furore del fuoco sospinto dal maestrale imperversa in varie località della Gallura (Viddalba, Aggius, Trinità d'Agutlu, Aglientu, Luogosanto, Bortigiadas) attaccando la collina di Curraggia a Tempio Pausania. Il bilancio è catastrofico, muoiono: Salvatore Pala, 40 anni, maresciallo del Corpo Forestale; Diego Falchi, 43 anni, maresciallo del Corpo Forestale, Mario Ghisu, 35 anni, operaio forestale; Tonino Manconi, 50 anni ex segretario comunale di Aggius e Bortigiadas; Tonuccio Fara, 36 anni, muratore; Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano; Luigi Maisto;24 anni, operaio tessile; Sebastiano Visicale, 32 anni, impiegato; Silvestro Manconi, 44 anni, muratore. Il bilancio finale è disastroso: sugli oltre 18.000 ettari di territorio incenerito si raccoglieranno le salme di 9 uomini, e tra i quindici feriti iniziali che si recheranno in ospedale, 5 di questi riporteranno gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici difficilmente riassorbibili. Tra gli eroi di Curraggia ci sono anche loro: AZARA ANTONIO; BISSON VANNI; FORTELEONI ANTONELLO; MARCHESI MARIO; SOTGIU GIUSEPPE.
per approffondire IMMMAGINI, PAROLE CRUDE \ DOIRETTE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
Curraggia 1983 Scritto da Simone Olla sabato 09 dicembre 2006 Brucia dentro perché è una colpa. Brucia se te ne accorgi, se ricordi il fuoco quando era bianco non ancora imbevuto di sangue. La notte, fuori, porta i segni della morte. Il vento racconta ciò che tutti hanno visto, anche lui complice del massacro. A me invece il compito di scrivere, a me che non ho visto, codardo, chiuso in questa stanza lontana dalle fiamme. Hanno bussato forte che sentissi le loro grida. Le scale a quattro a quattro per arrivare in fretta sul portone che domina la valle. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» E io chiuso, accovacciato sul letto, le lenzuola fino al collo. La porta suona il grido disperato di chi vede la morte in faccia e le braccia sudano fango mentre si distendono per chiedere aiuto. Morte calda che fa cenere alta e fumo per lacrime che non vogliono cadere. Tossire e bussare a tutte le porte e correre, correre, mentre la pioggia di cenere volteggia nel cielo strisciato di scuro. Bruciano i rami secchi, le foglie cadute, il giallo sparso e i campi incolti che nessuno più degna di attenzione. Non c’è scampo per le vigne grondanti grappoli pieni. Non c’è scampo per lecci e querceti e carrubi che strepitano al suono di ghiande scoppiettanti, ma non è un suono di festa. Brucia la macchia bassa, il mirto e il lentisco e il corbezzolo. Su zinnibiri guarda i secoli che l’hanno attraversato. Il fuoco pieno di sangue galoppa su questa valle aiutato dal vento. Raggiunge gli ovili, e le bestie ingannate non hanno scampo. I pastori si bruciano le mani, hanno frasche sottili irrise dal gigante imbizzarrito. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» I visi rossi di calore tornano a bussare, agitoriu. E le grida disumane banchettano nella fortezza che mi chiudo attorno, alta sopra Curraggia che muore. Scappate! Queste sono fiamme che non perdonano i distratti. Le sirene non bastano, non possono, come un elastico indietreggiano dopo aver liberato acqua che non bagna. Il fuoco vince e galoppa e cinge d’assedio le case. Lecca i muri bianchi con il nero di un pittore crudele. «Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.» Scappate, non è tempo di eroi, gli ultimi sono stati inghiotti, travolti dal destriero infuocato. Nemmeno domani si accorgeranno di voi. Nemmeno domani i giornali canteranno il vostro nome, forse un fiore in questo deserto di cenere. Entrate nelle case, ognuno nella propria, e ricordate quando il fuoco era bianco e non bruciava, quando l’acqua alimentava le sue lingue senza spegnerlo. Entrate nelle case e chiudete le imposte così che non si vedano sui vetri le impronte delle mani bruciate