Per parafrasare un famoso saggo di Umberrto Eco che in Elogio del Montecristo in Su gli
specchi e altri saggi, Milano, Bompiani, 2001 affermava << [....] Il Conte di Montecristo è senz'altro uno dei romanzi più appassionanti che siano mai stati scritti e d'altra parte è uno dei romanzi più mal scritti di tutti i tempi e di tutte le letterature. [....] >> sul conte di motecristo di Dumas Padre., la serie tv è fatta benissimo e malissimo allo stesso tempo .
Scritto Benissimo
Tale riadattamernto del conte di monte cristo di Dumas padre ha trasmesso ed esplorato anche se sinteticamente con notevoli differenze con il romanzo ( qui la trama del romanzo ) ma se senza togliere nulla o quasi ad esso . Tratta in maniera sublime i temi della vendetta , della redenzione, rimanendo fedele al romanzo di Alexandre Dumas, e ha presentato un cast di attori talentuosi e compresi alcuni esordienti . Infatti ha suscitato emozioni forti tra i fan e non con molti che hanno elogiato la qualità della produzione e l'interpretazione degli attori . Infatti ha conquistato milioni di spettatori che fedelmente, episodio dopo episodio, hanno seguito rapiti le vicende di Edmond Dantès. raggiungendo nonostante sia come il fil andto in onda su canale 5 , tratto anch'esso dalla leggendaria opera letteraria di Dumas si tratta di due adattamenti completamente diversi, realizzati da team creativi ben distinti: la fiction Rai, composta da otto episodi, è stata diretta da Bille Auguste e interpretata dall'attore inglese Sam Claflin, ed è una produzione franco-italiana; il film cinematografico, invece, è una produzione Pathé pensata come un vero e proprio blockbuster europeo, sulla scia del successo dei film de I tre moschettieri con Vincent Cassel e Eva Green. La miniserie ispirata al capolavoro letterario di Alexandre Dumas, si presenta quindi come una produzione di altissimo livello. Dalla cura dei costumi all'ambientazione storica, tutto è stato realizzato con grande attenzione ai dettagli, regalando agli spettatori un'esperienza visivamente straordinaria e narrativa intensa. sia che si sia letto ( come nel mio caso) l'opera di Dumas Padre Questo nuovo adattamento televisivo del celebre romanzo ha, sin dall'inizio, il pregio di essere curato
nei minimi dettagli, dalle scenografie ai costumi. Le location sono perfettamente in linea con l'estetica romantica: il maniero dell'Isola d'If, le scogliere e le ville del conte a Parigi sono solo alcuni esempi di ambientazioni che immergono lo spettatore nel contesto storico e culturale dell'Ottocento.Allo stesso tempo, la sceneggiatura è resa più incisiva e attuale. Emergono infatti i temi universali dell'ingiustizia e del desiderio di vendetta, esplorati anche attraverso l'influenza dell'opinione pubblica e della stampa per portare alla luce misfatti e truffe.La serie si distingue per un proprio stile e una propria identità narrativa, con scelte che non sempre aderiscono fedelmente al romanzo, suscitando alcune critiche da parte del pubblico, che tuttavia ha premiato l'adattamento con un grande seguito. La regia attenta di Bille August conferisce alla narrazione un ritmo lento e cadenzato, senza però mai far calare l'interesse dello spettatore. L'uso di brevi inserti didascalici aiuta a orientarsi tra le trame e sotto-trame di questa complessa costruzione narrativa. I flashback, inseriti nei momenti di maggiore tensione, non banalizzano l'opera, bensì facilitano la comprensione degli snodi principali, rendendo più chiari i significati profondi della vicenda.La scrittura è estremamente razionale: ogni elemento, inclusi i personaggi secondari, è funzionale alla scena e allo sviluppo del racconto. Man mano che si concludono i capitoli della vendetta, i personaggi lasciano la scena per sottrazione, senza dispersioni narrative. Lo stesso trattamento è riservato al personaggio di Haydée, la cui evoluzione porta a una variazione significativa rispetto al finale del romanzo, pur mantenendo intatta la morale della storia: l'amore come fonte di cura e resilienza.Adattare "Il Conte di Montecristo" è sempre una sfida ambiziosa, trattandosi di un'opera intramontabile, ricca di colpi di scena e personaggi complessi. Questa nuova versione si confronta inevitabilmente con i precedenti, come lo sceneggiato diretto da Edmo Fenoglio nel 1966 con Andrea Giordana, quello del 1998 di Josée Dayan con Gérard Depardieu e Ornella Muti, e il film di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, presentato fuori concorso a Cannes nel 2024.
Il cast internazionale è un altro dei punti di forza della serie, conferendole una dimensione corale e omogenea. Jeremy Irons è perfetto nel ruolo dell'abate Faria, mentre Lino Guanciale interpreta con ironia e carisma il brigante Vampa. Sam Claflin, nel ruolo del protagonista, restituisce un Edmond Dantès tormentato e serioso, ben centrato nel suo percorso di trasformazione-logoramento.
Particolarmente interessante è la metafora della vendetta come una forma di dipendenza: essa divora il protagonista, ma non lo ripaga degli anni di ingiustizia e reclusione.Funziona tutto, nonostante qualche ingenuità, come la mancanza di travestimenti: Edmond Dantès, quando si presenta come il misterioso nobile, non viene riconosciuto solo in base al tempo trascorso e agli abiti lussuosi.A parte la siua amata che lo riconosce dalla voce
Scritto malissimo
questa trasposizione televisiva presenta un difetto che non passa anche a chi conosce per somi capi il romanzo omonimo , inosservato: la velocità eccessiva del racconto. Essendo tratta da un romanzo molto lungo e complesso, la serie ha scelto di comprimere gli eventi. Per questo è arrivata alla terza puntata con un ritmo che, pur mantenendo alta l'attenzione,ha rischiato di disorientare lo spettatore. Gli episodi scorrono rapidamente, così come i personaggi e le loro vicende. Lascia, però, poco spazio per immergersi a fondo nelle relazioni e nei dettagli che sono invece l'anima del romanzo originale e delle diverse traspozioni ciematografiche in particolare ( la mia preferità è il contodimontecristo Il conto Montecristominiserie televisivaItaliana del 1997 diretto da Ugo Gregoretti, ispirata al celebre romanzo di Alexandre Dumas padre. La fiction andò in onda in prima visione su Rai 3 ogni domenica e martedì e che vede come attori Alessio Boni e Sergio Rubini ambientata fra il 1945\992 girata anche in sardegna nella mia provincia poi i gusti sono gusti 😛😂😋 ) quella è grazie a d essa che ho letto spontaneamete e non obbligo scolasticamente il romanzo . Il finale è scontato e fin qui niente d'eccezionale per chi lha letto ilromanzo visto le altre traspoosizioni cinematografiche ma è stravolto rispetto all'opera originale . Ora certo non bisogna pretenere che una trasposizione finisca esattamente come l'originale , ma quando asi tratta di un opera clasica della letteratura dovrebbe o essere uguale o quato meno avvicinarsi il più possibile all'originale . Ma qui .... . Per chi non ha letto o no ricorda il romanzo il regista sembra secondo molte recensioni preoccupato soltanto di rendere la sua opera facile da seguire. La sua regia perde completamente di personalità e inventiva, risultando didascalica e scolastica: non c’è alcuna ricerca stilistica né nell’illuminazione né nei movimenti di macchina, perché l’obiettivo è semplicemente permettere a un pubblico generalista – composto da giovani, adulti e anziani – di seguire la serie senza fatica, senza doversi impegnare in una visione complessa dopo una giornata di lavoro o di studio.
Comuque per me che ho letto : alcuni estratti in francese alle superiori alle superiori e successivamente poi il romanzo dove la trasposizione cinematografica prima citata . è una buona trasposizione, ben fatta , dove il riadattamento all'attualità e i piccoli stravolgimenti \ licenze creative ( a parte il finale ) non intaccano , anzi invitano a leggere o rileggere ( nel mio caso ) il romanzo originale .
Infatti la serie si distingue per un proprio stile e una propria identità narrativa, con scelte che non sempre aderiscono fedelmente al romanzo, suscitando alcune critiche da parte del pubblico, che tuttavia ha premiato l’adattamento con un grande seguito. La regia attenta di Bille August conferisce alla narrazione un ritmo lento e cadenzato, senza però mai far calare l’interesse dello spettatore. Una due putate in più non sarebbero state male soprattutto concentrandosi un po' di più sui personaggi di Mercedes e di Haydée — Principessa albanese, comprata quale schiava da Edmond e, al termine della vendetta del Conte, sua futura sposa. Haydée era figlia di Alì-Tebelen, Pascià di Giannina.
Finalmente libero di fare Spoiler ormai la serie blocco 181 l'avranno vista fra streaming pirata ed abbonamenti un bel 90% di persone .
La prima stagione è terminata venerdì 10 giugno, e avrà un seguito: la notizia è stata ufficializzata e dunque i fan di Bea, Ludo e Mahdi potranno tornare a rivedere i loro beniamini sul piccolo schermo.<< [----] Qualcuno ha scritto che Blocco 181, al di là degli evidenti >> purtroppo reali . Infatti la serie in quetione descrive la realtà invisibile per chi non vuole guardare affondo dei grossi centri urbani da Roma
mafia capitale in come riportano queste III fra le tante inchieste in merito << elementi di finzione, mostra di Milano il volto che facciamo finta di non vedere: peccato che anche questa faccia nascosta abbia le sue pose, i suoi codici, il suo immaginario, i suoi riferimenti musicali (da cui la presenza di Salmo), i suoi giovani dall'aria annoiata (i tre interpreti principali sono Laura Osma, Alessandro Piavani e Andrea Dodero), soprattutto il suo narcisismo, e che di conseguenza gli otto episodi della serie scivolino progressivamente verso modelli prevedibili e risaputi [ vero ma non del tutto aggiunta mia ] , senza mai provare a uscire dal modello di messinscena dei soliti Gomorra e Suburra. >> ( da https://www.mymovies.it/film/2022/blocco-181/ )
La serie è La risposta milanese a Gomorra e Suburra. In essa c' è una rivisitazione lontana dalle luci sfavillanti della movida meneghina e molto più simile a West Side Story, pellicola, e ancor prima musical, tratto dalla tragedia di William Shakespeare Romeo e Giulietta. Il tutto shakerato con la più classica delle rivalità di matrice criminale per il predominio di una zona per scopi di spaccio Ecco quindi che Niente , in Blocco 181 , è nuovo ( ma d'altronde è da millenni che non s'inventa niente di nuovo ed d'originale al 100 per cento ), né la scelta di Milano come paesaggio metropolitano attraversato dai conflitti della società contemporanea - sperequazione della ricchezza, speculazione edilizia, dominio incontrastato della criminalità organizzata - che era già alla base Gommorra e di Zero (anche se quest'ultima siamo a un livello produttivo decisamente superiore, come garantisce il marchio Sky rispetto a quello di Netflix); né il racconto delle giovani generazioni sedotte dal crimine come condizione di vita. Ed proprio quando sì arriva alla al finale di stagione, Blocco 181 conferma la sua capacità di creare un mondo, un affresco iperrealistico carico di colori saturi e oscuri come l'inchiostro su una graphic novel o il graffito su un muro.
I creatori della serie, sceneggiatori, registi e tutto il comparto tecnico, sono stati bravissimi proprio a "disegnare": non solo gli ambienti, ma anche e soprattutto personaggi a tutto tondo, molto caratterizzati eppure estremamente credibili, vividi. La forza di una serie come Blocco 181 è proprio in questo, in come i disegni di luoghi e personaggi si fondono e si compenetrano, e in come l'influenza degli ambienti si sente sui personaggi
sia principali che secondari . Quando, ad esempio, sono nell'elegante appartamento al centro di Milano di Ludo, i protagonisti possono essere se stessi, liberi. Al contrario, quando sono al Blocco o alla Misa, questi ambienti li schiacciano, li costringono ad essere chi sono e nel caso Mahdi e di Lorenzo ( blocco 181 ) ed Bea ( Misa ) ad ritornare da quei posti da dove provengono e d a cuoi volevano fuggire per avere libertà .È interessante soprattutto il percorso di emancipazione e di crescita di Bea, che avviene attraverso l'amore, il sesso, e anche il crimine. "Una segundera mujer?", "un vicecapo donna?", si chiedono tutti, increduli, alla Misa. Invece è possibile, per chi dimostra attitudine, carattere. È possibile se c'è chi crede in lei. Fate attenzione allo sguardo di Bea in quel momento. È incredulo, orgoglioso, ma anche dolce. È la possibilità di un potere declinato al femminile come Chanel di Gommorra ( LA SERIE ) . Quando si trova a punire Nacho per aver picchiato Celeste, è un passo avanti per tutte le donne. Un passo avanti che vale, al di là che ci si trovi in un contesto criminale. Bea, però, è sempre la "segundera" di un mondo al maschile, quello di Ricardo. I piani per la Misa sono quelli di un uomo. Ed è con il fratello, e con questa visione maschile, che Bea dovrà fare i conti. E in questo senso dovrà fare le sue scelte. INFATTI Negli ultimi due episodi Blocco 181 ha decisamente preso il largo. L’identità della serie è venuta fuori definitivamente e in modo sorprendente, mettendo in scena la spontaneità e l’innocenza con cui i protagonisti si approcciano ad un mondo pericoloso e difficile da pensare, pieno di insidie e trappole nascoste; d’altro canto Blocco 181 ha dimostrato di avere un piano ben preciso, un disegno logico destinato a sfociare in un finale di stagione che promette di essere ricco di colpi di scena e soprattutto di consegnare ai posteri un inizio inatteso, che porterà il prodotto, prima o poi, a far discutere parecchio forse più di Subburra e Gommorra .
Un romanzo criminale che diventa romanzo di formazione come fa notare l'ottima recensione di https://movieplayer.it/articoli/blocco-181-recensione-finale-stagione_27103/. Una serie che inizia lenta , per poi accelerare negli ultimi 3 episodi . Che dire altro che guarderò la seconda serie per vedere se è Salmo che ha ucciso \ ferito Lorenzo o viceversa visto che la telecamera non l'ha inquadrato completamente lasciandolo in sospeso . ma soprattutto per vedere come si svilupperanno i due personaggi principali oltre a Salmo Bea ( Misa ) ed Madhi ( blocco ) i romeo e giulietta ma anche gli altri del cast
Nei giorni scorsi usando dei giornali vecchi per non sporcare durante i lavori alle finestre ho trovato questo articolo di cui non ricordo:nè il giornale nè la data in quanto era macchiato dalla vernice . Ecco la parte leggibile
[...] In molti dunque, si sono chiesti se un simile successo possa tradursi in una seconda stagione in arrivo prossimamente su Netflix.La risposta definitiva a questa domanda è giunta dal team creativo de La Regina degli Scacchi. Ritirando uno degli Emmy vinti nella serata di domenica, il regista Scott Frank ha detto: "Mi dispiace così tanto. Odio deludere le persone, ma no. Sento che abbiamo già raccontato la storia che volevamo raccontare e che non c'è molto altro da dire. Temo che se provassimo a raccontare di più, potremo rischiare di rovinare quello che abbiamo fatto fin qui".Il produttore esecutivo William Horberg ha poi aggiunto: "Continueremo sicuramente a lavorare insieme e troveremo altre storie da raccontare con la stessa passione e la stessa squadra di artisti straordinari".Insomma, stando a queste parole, non rivedremo Anya Taylor-Joy nei panni di Elizabeth "Beth" Harmon, la ragazza con un prodigioso talento negli scacchi. L'attrice però continua ad essere impegnata su molteplici fronti e presto potremo ritrovarla sia al cinema che in tv.
Ora non e la prima volta , vedi il caso della serie comma22\catch22che grandi produzioni artistiche cinematografiche annunciano al pubblico che alla loro serie ( originale o meno ) non ci sarà un seguito .
Ora mi chiedo ma sta cambiando il metodo di fare tv\ cinema o si tratta dicasiscelte isolate ? Mah sarà il tempo a dirlo . Qualunque sia la motivazione Sono d'accordo con loro . Quando un film , una serie \ fiction , ecc originale o deliberamente tratta da qualche opera letteraria non ha più niente da dire è inutile usare le tecniche del sequel , prequel, reboot , spin off , o del remarque Si rischia nella maggior parte dei casi di fare film da cassetta o con lo stampino o di deludere e rovinare quellì 'opera da cui è tratta vedi ad esempio la storia infinita 3 e 4 .Il problema è che le nuove generazioni più di noi che con tali tecniche soprattutto i sequel ci siamo cresciuti vedi vari Rambo o Rocky , non sono abituati ad accettare che una storia abbia fine o rimanga in sospeso ed non sono capaci di crearsi film o parodie da soli non sanno lavorare con la fantasia come ha fatto paperino nella storia Cugino Duck ( foto a destra e Per quanto riguarda autori, ristampe eccetera trovate tutto nella pagina INDUCKS: http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1633-B ) per immagginarselo da soli .