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29.4.23

Giannis Antetokounmpo e chi chiama «fallimento» ogni sconfitta




Giannis Antetokounmpo e chi chiama «fallimento» ogni sconfitta

«Michael Jordan ha giocato 15 anni, ha vinto 6 titoli: gli altri nove anni sono stati un fallimento?» ha detto tra le altre cose il campione dei Milwaukee Bucks appena eliminati in NBA

Giannis Antetokounmpo (Stacy Revere/Getty Images)


Nella notte tra mercoledì e giovedì i Milwaukee Bucks sono stati eliminati dai Miami Heat al primo turno dei playoff del campionato di basket NBA. È stata un’eliminazione sorprendente per la sua precocità, dato che Milwaukee era stata la miglior squadra della stagione regolare, ma non per la qualità degli avversari. Miami infatti arriva agli ultimi turni dei playoff da ormai tre anni di fila e ha giocatori di altissimo livello, peraltro particolarmente in forma in questo periodo.
Nella conferenza stampa dopo l’eliminazione, Giannis Antetokounmpo, eletto due volte miglior giocatore del campionato (MVP), ha risposto alle domande dei giornalisti, in particolare ad una:



E: Vedi questa stagione come fallimentare?

G: Oh mio dio… mi hai fatto la stessa domanda un anno fa, Eric. Tu ricevi una promozione ogni anno, nel tuo lavoro? No, giusto? Quindi ogni anno il tuo lavoro è fallimentare? Sì o no?

E: No.

G: Ogni anno lavori per raggiungere qualcosa, un obiettivo, una promozione, per essere in grado di prenderti cura della tua famiglia, dargli una casa in cui vivere. E non è un fallimento questo, sono tappe verso il successo.
Non ho niente contro di te personalmente, è che ci sono sempre dei passi da fare. Michael Jordan ha giocato 15 anni, ha vinto 6 titoli: gli altri nove anni sono stati un fallimento?

Antetokounmpo — che con Milwaukee ha vinto il titolo NBA due anni fa — ha poi concluso dicendo: «Questo è lo sport. Non devi sempre vincere. Vincono anche gli altri. E quest’anno vincerà qualcun altro».


Di seguito il video completo sottotitolato in italiano.

14.6.21

Lo sport impastato di valori belli.Simon Kjaer, difensore del Milan, è il capitano della Nazionale danese che ieri ha contribuito a salvare la vita a Christian Eriksen, colpito da arresto cardiaco in campo.

Simon Kjaer, difensore del Milan, è il capitano della Nazionale danese che ieri ha contribuito a salvare la vita a Christian Eriksen, colpito da arresto cardiaco in campo. È stato lui a intuire per primo cosa stava accadendo . Lui il primo a soccorrere il compagno, liberandogli la lingua ed evitandogli il possibile soffocamento. Lui a praticare le prime manovre di rianimazione, in attesa dell’arrivo provvidenziale dei medici. Ma la cosa più bella, se possibile, è quella che ha fatto dopo,
chiamando i propri compagni a formare un vero e proprio scudo umano per proteggere Eriksen dalla morbosità di obiettivi e telecamere mentre lottava tra la vita e la morte.



Infine ha abbracciato a lungo la compagna di Eriksen, scesa in lacrime sul terreno di gioco. Se Christian Eriksen è ancora vivo, lo dobbiamo anche a quest’uomo qui. Quando guardi quello che ha fatto Simon Kjaer, quando rivedi le immagini dell’intera nazionale danese che protegge il compagno, capisci cosa significa davvero essere un capitano. E il senso stesso della parola squadra.

Ma quello che mi ha lasciato stupefatto e commosso ( vedere video sotto ) è la reazione dei tifosi avversari  Un  gesto   di 


 solidarietà e vicinanza nei confronti del giocatore colto da un malore durante la partita   Infatti   secondo il  corriere  della sera  


Circa 16 mila persone al Parken Stadium di Copenhagen si sono unite in un unico coro per sostenere Christian Eriksen, il numero dieci danese colto da un malore durante la partita d'esordio con la sua Nazionale agli Europei. Il giocatore è stato portato in ospedale subito dopo la lunga rianimazione in campo. Nell'attesa di notizie confortanti i tifosi danesi e finlandesi hanno fatto sentire la loro vicinanza al calciatore dagli spalti dello stadio. Il video mostra, infatti, i supporter della Finlandia che urlano "Christian!" e quelli della Danimarca che rispondo "Eriksen!". La staffetta di cori è andata avanti per diversi minuti.

 Se   ciò , tocchiamo ferro ,   dovesse avvenire   in un campionato di calcio italiano     si verificherà  tra le  tifoserie   la s tessa cosa  ?  


15.4.20

Dagli Europei di Ginnastica alla povertà, il carcere e il mondo del porno: le vite di Verona van de Leur fra maltrattamenti e voglia di ricominciare


Famosa ginnasta, clochard e pornostar. Le vite di Verona van de Leur: in bilico per sopravvivere
Dagli Europei di Ginnastica alla povertà, il carcere e il mondo del porno: le vite di Verona van de Leur fra maltrattamenti e voglia di ricominciare

 da   https://www.sportfair.it/

                            Di Mirko Spadaro -15 Aprile 2020 17:30



Verona van de Leur
Credits: Instagram @veronagymnast2


Lo sport regala spesso storie da cinema, nelle quali i protagonisti toccano la vetta dopo una vita di sacrifici e imprimo il loro nome a fuoco nella storia della loro disciplina. Ciò che resta distante dalle luci dei riflettori è però il rovescio della medaglia fatto di situazioni complicate, fallimenti e storie che difficilmente qualcuno prenderà ad esempio. È il caso di Verona van de Leur, ginnasta di fama mondiale, ritrovatasi nel giro di pochi anni a sbattere violentemente sul fondo di una vita che non avrebbe mai immaginato. Nell’autobiografia ‘Simply Verona‘, pubblicata di recente anche in lingua inglese, è presente la storia personale: una ginnasta, abituata a stare in bilico fra travi e parallele, costretta a confrontarsi con le ‘cadute’ della vita.Da giovanissima, Verona vinse 5 medaglie agli Europei del 2002 e venne nominata atleta olandese dell’anno, soddisfazioni incapaci di cancellare anni di abusi fisici e psicologici. Se non riusciva a salire sul podio, la madre non la riaccompagnava a casa in macchina: Verona, in lacrime, era costretta a tornare su treni e mezzi pubblici, affrontando anche diverse ore di viaggio. Per non parlare degli allenamenti massacranti definiti “come il circo con gli animali“: le ragazze spesso si infortunavano a causa del superamento dei propri limiti e venivano costrette ad allenarsi nonostante il dolore e le fratture, senza contare le umiliazioni subite per qualche snack trovato in borsa dallo staff, rigido anche nel far osservare loro una ferrea dieta alimentareVerona van de Leur
Nel 2003, all’apice della sua fama, Verona si ritrovò completamente ‘svuotata’. Provò a lasciare lo sport, ma le venne impedito. Successivamente pensò di lasciare la vita, prendendo in considerazione il suicidio a soli 17 anni. Nel 2008, la campionessa olandese riuscì a lierarsi dalle oppressioni della ginnastica, provando a cambiare vita. La decisione destò le ire della famiglie che un giorno decise di ripudiarla sottranedole tutti i soldi guadagnati e cambiando la serratura di casa.

Verona van de Leur


 Verona si ritrovò senza genitori, senza un euro e senza una casa. Dormì per due anni in macchina con il fidanzato Robbie, si guadagnò da vivere con piccoli furti nei negozi per potersi comprare il cibo. “Quando non hai da mangiare e sei costretta a rubare, è come superare una linea, i tuoi stessi limiti che non avresti mai pensato di superare. Ma per sopravvivere faresti qualsiasi cosa necessaria”, ha raccontato al ‘Guardian’.Il fondo del baratro però non era ancora arrivato. Nel 2010 fotografò e ricattò una donna sposata, beccata a consumare un rapporto clandestino con l’amante: guadagnò 2000 euro ma anche un arresto e 72 giorni di carcere. Uscita di prigione, le venne offerto di entrare nel porno attraverso un sito di web cam per adulti. Inizialmente accettò, ma poi decise di mettersi in proprio creando il proprio sito web con video amatoriali girati insieme al fidanzato guadagnando abbastanza soldi per uscire dal giro.
Dopo lo scandalo che ha coinvolto Larry Nassar medico della nazionale USA di ginnastica accusato di stupro, Verona van de Leur ha deciso di mettersi al servizio delle ginnaste, sensibilizzando le più giovani attraverso la propria storia e le proprie esperienze di vita personali. A 34 anni, c’è ancora tempo per ricominciare a vivere un’altra vita.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...