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16.1.23

Dall’Elba alla Sardegna fino a Taranto In una bottiglia l’amore oltre la guerra

   CANZONE    CONSIGLIATA





Oslavio Giannoni marinaio sul tetto del Castello nel 1942, e la lettera di Maria 

Piombino «Sono già quattro mesi che non abbiamo tue notizie, mi auguro tu stia bene, abbiamo tanto pensato te. I tuoi stanno bene e così tutti noi».

 il figlio Luciano
 L’amore, i timori del futuro, la speranza di rivedersi: comincia così la lettera affidata alle onde, dentro una bottiglia di vetro, da Maria dall’Isola d’Elba ad Oslavio marinaio a Taranto, nel bel mezzo della linea Gustav. La coppia non ha nessun contatto né notizie da troppo tempo e Maria Sapere Giannoni chiede aiuto al mare, è il 5 gennaio 1944. E il mare “risponde”. La bottiglia arriva in Sardegna dove un ragazzo la trova e un commilitone di Oslavio raccoglie tutto e lo spedisce a Taranto. Maria e Oslavio potranno riabbracciarsi solo alla fine della guerra, ma questo raggio di sole – grazie a un messaggio affidato a una bottiglia di vetro raccolto nel posto giusto e dalle persone ideali – non lo scorderanno mai. A raccontare l’episodio che ha visto protagonisti i suoi genitori è Luciano Giannoni, architetto per tutta la vita, ma sempre con grande, appassionata predilezione per storia e archeologia. Riordinando le carte di famiglia la possibilità di ricostruire un evento di cui aveva sempre sentito parlare sin da piccolissimo. Dunque ecco l’emozionante spiraglio di affetto nel bel mezzo della terribile coda finale del secondo conflitto mondiale. «Dall’isola d’Elba alla Sardegna, no a Taranto. Grazie a un messaggio in bottiglia e a una triangolazione molto ma molto fortunata», conferma Luciano Giannoni. Oggi che siamo sempre connessi è difficile comprendere cosa vuol dire non sapere nulla di qualcuno che si ama per così tanto tempo. Soprattutto se lo scenario in cui si vive è quello dei bombardamenti. «Sposati nel 1941, in realtà finito il viaggio di nozze a Pisa babbo venne subito richiamato – ricorda Luciano –. In quel momento lavorava all’Ilva, a Piombino. Nati a Capoliveri, insieme fin da piccoli, visto che abitavano tutti e due sulla stessa piazzetta del Baluardo. Le Acciaierie di Piombino, in quel momento, offrivano grandi opportunità a chi metteva su famiglia. Richiamato in marina – prosegue Giannoni – faceva base al comando, al Castello e di Piombino». Tanti episodi legati alla memoria locale di quegli anni. «A quanto si racconta – continua Luciano Giannini – nel 1942 un gruppetto di fascisti attaccò e cominciò a picchiare una persona in città. Dei marinai presero le difese di quest’uomo che riuscì a scappare. Ma tutti i marinai furono trasferiti e babbo venne mandato a Taranto. Non c’erano contatti con la famiglia, il fronte nel 1943 era tagliato in due. Mamma era tornata dai genitori a Capoliveri. Piombino, l’Elba, la Toscana con la Repubblica di Salò. Da qui nessuna possibilità di comunicare col Regno del Sud, re e alleati. Ecco perché la triangolazione della lettera di mamma in bottiglia è stata davvero fortunata. La bottiglia viene affidata alle onde dalla costa che confina con le miniere del Calamita e arriva in Sardegna, liberata e non più occupata da tedeschi». A Trinità d’Agultu è un ragazzo, Andrea Murelli, che la trova e poi incarica di rispedirla - stavolta in modo più tradizionale - il militare Giovanni Spirti. È il 16 marzo del’44. «Dopo poco tempo babbo venne congedato. Liberata Roma, con mezzi di fortuna, cercava di avvicinarsi il più possibile a casa. Si sono rivisti quando la Toscana è stata liberata, era il 1945 – sorride Luciano – . Ovviamente... io sono nato nel 1946! » .

18.11.18

chi le capisce le femmiste dure e pure quelle dalle scarpe rosse è bravo

che non accettano critiche al metodo di lotta contro l'abberrante femminicidio . Rispondo qui   al  mio  ex  contatto facebookiano  @Barbara Occhigrossi   sempre  che sia il suo nome   vero  ( che ha   come immagine  del profilo   una scala  piena  di scarpe rosse  ) 
Risultati immagini per scarpe rosse  contro il femminicidio

 tanto qualcuno\a che ti conosce tra i miei contatti  e lettori del blog  ci sarà e te lo farà avere , visto che è impossibile    dirtelo direttamente  mi hai rimosso, bloccato , ed impedito di replicare su messanger solo perchè ti ho detto che la lotta al femminicidio si fa in maniera più seria e non con le pagliacciate delle scarpe rosse . non vuol dire che io contro di voi e la vostra lotta . Leggiti ( e leggetevi care femministe dure e pure ) questo mio scritto precedente  https://bit.ly/2SXzWWW prima di rimuovermi o bloccarmi  anche voi 

3.1.16

DA GOLFO ARANCI A FAVIGNANA: IL MESSAGGIO IN BOTTIGLIA DI NICCOLO

Questa estate un bambino di 13 anni ha racchiuso un messaggio dentro una bottiglia che ha affidato al mare, al largo di Tavolara. Poche ore fa la chiamata da Favignana: la bottiglia era stata ritrovata. Il servizio è di Antonella Brianda. Gli intervistati sono: SABINA FELICI MAMMA DI NICCOLO DE BENEDICTIS, NICCOLO DE BENEDICTIS



i più maligni pensano che sia  ostentazione

Vincenzo Bo Bella notizia... e sentire la soddisfazione della madre al tg... davvero una gaggia. Ora ne vedrete di idioti che butteranno bottiglie in mare. A calci nel culo lo avrei preso il figlio
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Maddalena Busia Sentendo il titolo al tg mi sembrava una storia carina, finchè non ho visto la mamma che parla della "SUA barca Desideria" e poi il ragazzino... va beh, come mettersi in mostra e far parlare di sè!
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Giorgio Pintus Già, mammina non ha resistito all'ostentazione, forse lei stessa ad aver chiamato i giornalisti. Pure il bamboccio ostentatamente dandy, così spigliato di fronte alle telecamere... chissà cosa hanno in programma per il futuro))) Spero non lo scellerato suggerimento della giornalista che a fine servizio rinvia tutti alla prossima estate ed alla prossima bottiglia))))
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Giorgio Pintus Comunque Bo esagera... a parte che pensandoci bene potrebbe essere tutta una messa in scena e la bottiglia nella spiaggia di Favignana potrebbe averla depositata mammina in persona, tuttavia i calci non si danno e poi fanno meno male delle prese per il culo che, di fronte a tanta spocchia, sono come un invito a nozze.
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o inquinamento

Gabriele Costa Praticamente un gesto di inciviltà è stato trasformato in spettacolo e motivo di vanto. Veramente una notizia sconfortante. Questa estate si è parlato tanto dei furti di sabbia e della tutela del patrimonio naturale ma se poi i sardi sono i primi ad inquinare, non si può pretendere che gli altri rispettino la nostra terra. Dispiace vedere l'atteggiamento soddisfatto della madre per l'atto riprovevole del figlio. E la chiusura del servizio dove si auspica che l'anno prossimo il ragazzino getti una nuova bottiglia in mare è veramente imbarazzante.
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Lucia Addis Avete ragione nel dire che non se tutti facessero altrettanto ci sarebbero grossi problemi ma esiste anche, in questo gesto, un ricordo lontano legato a letture di libri che ora sono passati di moda....
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Luca Ballore Accidenti a voi che continuate a pubblicizzare questa moda di merda. Come se la gente non fosse di per sé già abbastanza imbecille e come se il mare avesse bisogno di altra spazzatura.
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Walter Sanna che commento delicato.....
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Roberta Francesco Già... era un fatto da non commentare per non far nascere l'idea ad altri...
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Luca Ballore Esattamente come volevo che fosse...
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Giuseppe Scano se ha usato una bottiglia di plastica , se ha usato una di vetro no . perchè il vetro da sabbai che era in origine ritorna sabbia
secondo un modo originale , che ha anche un certo fascino di vintage in tempi dove la tecnologia ( cellulari , internet , ecc ) uccidono le emozioni che si prova un tempo nelel semplici lettere scritte a mano o appunto nei messaggi in bottiglia .

28.1.12

avviso ai nuovi iscritti e ai naviganti che approdano qui da twitter \ facebook , ecc ci sono anche i vecchi post trasferiti da il mio vecchio blog colettivo e multi autore cdv.splinder.com

   riprendo qui lo stesso appello  ,  lanciato  sulla mia bacheca  di facebook








avviso ai naviganti e ai compagni di viaggio \ di strada di facebook soprattutto quellio\e che mi seguono sui http://www.networkedblogs.com/  e a chi scartica i miei aggiornamenti e a chi mi segue da http://cdv.splinder.com/ ho trasferito tutto qui in qwuesto blog  l'archivio ( dal 2004-2007 ) eccetto   causa  doppioni qui  su  blogger   il 2008-2011 , ma se faccio in tempo lo farò o me  lo  farò fare  ( come  ho  fatto  )   da http://exportsplinder.altervista.org/  e  in c.. o ai doppioni , se no pazienza ciò che èstato è stato ( visto che splinder chiude il 31 di questo mese ) ciò  che n èstato  è stato nel bene e nel male  una parte  di me   si chiude   ed  un altra  si apre 

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...