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4.1.18

"Disfatta" Mondiale, sciopero alla Rai? Inutile di Marco Barone

  da 


Non è stato probabilmente l'argomento dell'anno 2017, ma certamente è stato tra i principali argomenti del 2017, la disfatta, la sventura dell'Italia e la sua non ammissione ai Mondiali 2018.



Il 2018 sarà l'anno del centenario della fine della prima guerra mondiale e della fantomatica vittoria italiana, Paese che ha aggredito l'ex alleato austriaco cagionando così oltre 600 mila morti ed oltre un milione di feriti,  sarà l'anno del centenario della Triestina Calcio o di 110 candeline dell'Inter, sarà l'anno in cui nell'Italia mai unita si porteranno a galla sentimenti sicuramente nazionalistici, che mai bene hanno fatto alla causa della sana e pacifica convivenza.

E si ha la netta sensazione che il Mondiale per qualcuno alla Rai altro non sia stato che questo, espressione di un calcio non nazionale ma nazionalistico e se l'Italia non vi partecipa, pur avendo giocato mica 50 partite nei Mondiali ma qualche partita, il resto, a quanto pare, non merita considerazione.

Un resto che vedrà nazionali come la Croazia, la Spagna, l'Argentina, il Brasile, la Germania, l'Inghilterra, il Belgio ecc, dare forse lezioni di calcio a tutto il mondo, lezioni di calcio che il servizio pubblico può risparmiarsi e dove ora vengono fuori delle lamentazioni che ti lasciano perplesso.


Oltre alla questione meramente nazionalistica vi è quella del business, un mondiale senza Italia, in Italia lo guardano in pochi. Potrebbe essere la verità, quella che non piace, quella che non vuoi sentirti dire, ma sta di fatto che i Mondiali in Italia verranno trasmessi ed andranno sulla Tv privata ma anche  pubblica, perchè dobbiamo smetterla con questa storia che la Tv privata è altra roba rispetto a quella "pubblica".  Salvo alcuni programmi "politici" il resto è praticamente oramai identico al pubblico.

Da tempo il servizio pubblico rincorre la Tv privata, a partire dai programmi, dalla pubblicità e da tanto altro.
Il canone Rai dovrebbe essere cancellato, non avrebbe più ragione di esistere. E la qualità del programmi sportivi in Mediaset non sono inferiori a quelli della Rai dove spesso ti tocca ascoltare dei commentatori alle partite che veramente ti verrebbe la voglia di chiudere l'audio o cambiare canale.


Dunque, nessun elogio infinito in casa Rai e lo sciopero arriva tardi. Non interessa a nessuno. Dovevano pensarci prima. Ci sarà il derby senza commentatori? Meglio così, si sentiranno gli effetti stadio ancor di più.


Il problema è che è l'intero servizio pubblico che va riformato. O diventa totalmente pubblico oppure lo si privatizza, stare con due piedi in una scarpa ha avuto come logica conseguenza quella di vedere i Mondiali di calcio su Mediaset e non alla Rai.

7.10.17

centenari ( rivoluzione russa , rivoluzione d'ottobre caporetto , che guevara ) in sordina



cercandoi le puntate precedenti di ezio mauro sulla rivoluzione russa ho trovato questo post interessante che mi ha portato a farmi anch'io , che sono cresciuto in un epoca di scontro ideologico fascimo contro comunismo , su cosa sia rimasto di tali eventi . Ancora non ho trovatyo la risposta . Ma questo post che treovate sotto mi sta stimolando . Quindi non è escluso che ne giorni successivi scrivero qualcosa in merito .

Per il momento beccatevi questa nostra eleucubrazione  del'amico facebokinao  Marco   Barone 
dal  suo blog    http://xcolpevolex.blogspot.it/







Cent'anni dalla Rivoluzione russa e cinquant'anni dalla morte del Che cosa è rimasto?
ottobre 07, 2017



Non voglio perdermi in quella che potrebbe risultare una tanto scontata, quanto banale dialettica.
Non vi è stata alcuna ricorrenza per l'inizio del processo rivoluzionario russo, iniziato come è noto nel febbraio del 1917. Qualcosa si muoverà probabilmente per la ricorrenza della rivoluzione d'ottobre. Ma l'unica cosa certa è che nessuno poteva fino a qualche anno addietro immaginare che questo centenario sarebbe stato così ridimensionato dalla storia dove quasi quasi lo si deve celebrare di nascosto.
Si faranno i nomi di Lenin, Marx, Trotsky, Stalin, delle varie correnti e guerre violentissime che si son innescate all'interno del processo comunista. Si dirà che il vero comunismo non vi è mai stato, che vi è stata una degenerazione. Si dirà di tutto e di più. L'unica cosa certa è che se il Comunismo come ideologia è stata ad oggi sconfitta in modo evidente ed il capitalismo si è rigenerato con tanto di nuovi manifesti, questo non significa che le idee fondamentali del comunismo siano state superate. Perchè le ricette per contrastare le soluzioni sono sempre quelle, ridistribuzione delle ricchezze, statalizzazione, nazionalizzazione, bene comune, uguaglianza e diritti. Ma è innegabile che oggi la falce e martello è un qualcosa più da porta chiave, da adesivo, da film in bianco e nero che altro. E' stato insieme a satana probabilmente il simbolo più odiato e temuto nel nostro occidente . Ma vi è chi resiste e non vorrà, comprensibilmente e giustamente, far mai tramontare il simbolo del comunismo, la falce e martello che non potrà essere sostituito da computer e mouse, perchè sarebbe ridicolo. Cent'anni dalla rivoluzione russa. Cosa è rimasto?
Ma saranno anche cinquant'anni dalla morte dell'immenso Che. Diventato icona, presente in diverse magliette, qualche fascista ha cercato anche di appropriarsene, simbolo di una nazione, ma simbolo anche della rivoluzione degli oppressi contro il solito capitale. Ha fatto una fine tremenda, violentissima. Film, libri, musiche, dischi, fumetti, quadri, stampe, merchandising importante, sopravvissuto a quello del comunismo tradizionale. Ma è rimasto solo questo del Che? 

                                                         Marco Barone

Su caporetto     ancora  si  discute   se  fu  o   sconfitta   o disfatta   oppure  secondo  le  tesi  revisioniste       vicine al negazionismo   di   . Federico Gozzi  espresse  su  questo articolo di  http://www.difesaonline.it/



c'è un bellissimo tentativo di Rumiz di vedere la Battaglia di caporetto dalla  parte del nemico .da http://www.repubblica.it/super8/2017/10/06/news/l_altra_caporetto-177498603/


L'altra Caporetto
Per noi fu ed è ancora oggi "la" disfatta. Ma cosa fu quella battaglia per i tedeschi? Cento anni dopo siamo tornati nei luoghi dell'offensiva condotta da Rommel, la futura "Volpe del deserto" nazista. Ecco il racconto, giorno per giorno, dal suo punto di vista
 continua  nel sito  

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...