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27.4.25

diversi modi di concepire un evento luttuoso il caso della suor Genevieve, amica del pontefice e della gente con i telefonini al corteo ed i selfie alla salma alla morte i papa franceaco

 Senza telefonino in mano ormai una rarità

da Cronache Dalla Sardegna 15 h ·
Senza oro o gioielli addosso. Zainetto verde in spalla. Vestita coi suoi abiti umili prega e piange immobile di fronte alla bara del suo amico Papa Francesco, mentre a fianco a lei decine di persone le scorrono a fianco senza neanche vederla o faceno finta di non vederla . Ma la telecamera di San Pietro la riprende e la sua sofferenza fa il giro del mondo. Suor Genevieve, 81 anni, amica da tantissimi anni di Bergoglio, ci ha mostrato la vera immagine di chi soffre per la perdita di un grande uomo al quale era sinceramente legata.Grazie per l'esempio che ci ha dato. In un mondo pieno di ipocrisia, di una ricerca di un ricordo "fisico " a tutti i costi la sua immagine ha commosso, almeno credo , il mondo .




L'altra immagine è quella del corteo funebre


che ha creato indignazione


in effetti  tutti con il cellulare in alto a fotografare la macchina funebre con il Papa anziché farsi il segno della croce o  rimanere  in silenzio  . Tutto questo non è da Cristiani ,perchè chi crede , o persone  di buon senso .Infatti le persone in generale non capiscono e non capiranno mai come bisogna comportarsi in dovute circostanze, purtroppo l' ignoranza abbonda sempre di più.... Ora mi si dirà che tale funerale è un evento storico, perciò riprendere è un gesto che le persone fanno col cuore, è una testimonianza e perché no? Anche per dire "io c'ero!"  Vero ma  ci sono già le  foto  e le  immagini dei media   che  bisogno  c'è  di  un atteggiamento   feticistico   del ricoro fisico   a  tutti i  costi   , non basta quello mentale    dei ricordi    ? .
Ma mentre  questo può anche  essere   comprensibile    vista  la  figura   di Francesco  e   quindi   un  funerale di  popolo er  omaggiare  una  persona  illustre  e la  sua  vita    (  vedere   il  caso di Toto )    cosi   come  quella   di  una  foto alla   salma esposta  . Non  sono comprensibili  , anzi la   cosa  peggiore di questo  modo doi concepire  un evento luttuoso     è stata quella dei Selfie . Per tanti   compreso  il sottoscritto che  ha  sempre  fotografato  tutto  ( o quasi  )   quella  che  veeva ed  incontra nelle  sue camminate e  viaggi   ,  cercando le  cose  più  strane e  curiose  , il selfie con la salma di Papa Francesco rappresenta una gravissima mancanza di rispetto ed è manifestazione di una società in cui il culto della propria immagine può superare anche i confini del sacro e del lutto . in mezzo a tutti questi omaggi, si sta ancora parlando sul web e non del il gesto oco rispettoso e scretriato di alcune persone che una volta raggiunta la bara dentro San Pietro si sono scattate dei selfie con la salma di Papa Francesco, un gesto inopportuno e sicuramente di dubbio gusto



Infatti   secondo   :   Papa Francesco e i selfie con la salma: le immagini diventano virali e scatenano l'indignazione  di Vanity Fair Italia  : « [...] Una gravissima mancanza di rispetto», si legge tra i vari commenti su X. Secondo Alessandro Ricci, Consigliere Ordine psicologi Lazio e professore Istituto Psicologia Pontificia Università Salesiana, intervistato dal Messaggero, oggi «tutto si consuma velocemente a discapito del tempo della riflessione, della lentezza che serve a ponderare le cose per andare in profondità sui propri vissuti emotivi e sulla capacità di elaborarli», spiega « Siamo sempre più rapidi ma superficiali, si può facilmente passare da un gesto di raccoglimento e rispetto a qualcosa di più turistico o, ancor peggio, narcisistico  [.... ] »
Sempre su Vanity Fair Italia lo psicologo Alessandro Ricci ha ricordato anche che più volte Papa Francesco ha messo in guardia dal culto dell'apparenza e dalla società dell'immagine e « [...]  quindi credo sia importante essere coerenti con il suo messaggio e sapersi decentrare dal proprio ego per sapersi ritrovare umani e reali e nonvirtuali a caccia di un like  [...] ».
Tale gesto rappresenta una gravissima mancanza di rispetto ed è manifestazione di una società in cui il culto della propria immagine può superare anche i confini del sacro e del lutto . Senza nessun rispetto ne' per l'uomo, né per chi rappresenta.
Ce fare dunque oltre ad indignarsi ? Vietare o  non vietare  ? Vietare il gesto non avrebbe senso, secondo  molti    fra  cui  il professore Alessandro Ricci precedentemente  citato  , ma sarebbe più utile e necessaria un'educazione all'utilizzo dei social, per ritrovare il «concetto di intimità» dal momento che oggi più si rivela di sé più si ottengono consensi - grazie anche agli algoritmi che sostengono questa attitudine - « con sempre maggiori difficoltà ad entrare in contatto con le nostre emozioni soprattutto quelle che ci spaventano come la tristezza, il dolore e la sofferenza ».

Con questo è tutto passiamo  ad u altro argomento   e chiudiamo   almeno fino alla  fine del  conclave   questa  lunga  carrellata sulla  morte di  papa Bergoglio  ormai   già consgnata  alla storia   . 


26.9.24

Perde il marito per un infarto, la moglie (e mamma di due figli ): «Il lutto? La morte di un uomo non mi rovinerà di certo la vita»

E'  vero   che Ognuno reagisce al lutto a modo suo. Non c'è giusto o sbagliato, o una legge universale che detta le regole, in questo caso o in casi simili vedere il
post : < < Luna di miele da sola, l'avventura di Laura: «Il mio fidanzato è morto un mese prima del matrimonio, così ho affrontato il lutto» .,  Monza, "vicini e parenti non vengano al mio funerale": sul manifesto funebre le ultime volontà di una 58enne >>   in articolare  la  prima vicenda  .Ma quando affermi una cosa del genere vuol dire che non lo amavi abbastaza e      vuoi subito  dimenticarlo   . Infatti   Ma ciò non mette al sicuro dal giudizio altrui. Lo sa bene Holly Smith, una donna di 28 anni e mamma di due bambini, che ha da poco perso il marito, morto a 31 anni per un infarto. Dopo l'accaduto, Holly ha pubblicato una breve clip su TikTok in cui è impegnata a cucinare insieme ai figli, sorridente e felice, come se nulla fosse accaduto. E in didascalia scrive: «Continua a muoverti. Non vivere nel passato».Il modo in cui la donna sta affrontando il lutto ha causato reazioni avverse e polemiche da parte degli utenti, che hanno ritenuto irrispettose le sue parole e il fatto che sembri considerare il papà dei suoi bambini "un uomo" come tanti altri. 

La mamma e il lutto: «Non mi rovinerà la vita»

Dopo la morte del marito, diverse persone avevano commentato i suoi contenuti sui social chiedendole come potesse continuare a vivere «come se fosse tutto apposto». E Holly ha deciso di rispondere con un video in cui, mentre cucina insieme ai due figli, spiega il suo pensiero sull'argomento. Le sue prime parole sono: «Perché non è il mio Dio».Poi continua: «Perché un uomo che muore non rovinerà di certo il resto della mia vita. E un avvenimento negativo nemmeno». Questa frase in particolare ha finito per scatenare un dibattito ancora più acceso e un'ondata di critiche per aver definito il marito e il padre dei suoi figli "un uomo", paragonabile a chiunque altro. Nulla di speciale. «Che cos'è successo per farvi pensare che è tutto brutto, scuro e deprimente? Dobbiamo sistemare la situazione, sradicare il problema».«Basta vivere nel passato - dice Holly -, basta vivere nella vostra testa. Cercate un futuro migliore, un domani migliore. E vi prometto che se cominciate ad avere qualcosa a cui aspirare e vi create una ragione per svegliarvi ogni giorno oltre all'istinto di sopravvivenza... allora inizierete a sentire nuovamente gioia e felicità».Le sue parole, tuttavia, non sono state ben accolte, né la sua spiegazione apprezzata. «Mio marito è morto inaspettatamente 4 anni fa e non mi riferirei mai a lui come "un uomo morto". Ciò che è morta è l'intera vita che avevamo pianificato insieme - scrive un'utente -. So che il lutto è diverso per tutti ma... wow!». 

22.9.24

Luna di miele da sola, l'avventura di Laura: «Il mio fidanzato è morto un mese prima del matrimonio, così ho affrontato il lutto» ., Monza, "vicini e parenti non vengano al mio funerale": sul manifesto funebre le ultime volontà di una 58enne

Canzone suggerita  


lo so che certe storie sono più adatte per la commemorazione dei defuntiGiorno dei Morti  o Hallowen    se  preferite  ma     visto il    forte legame  tra  vita     e  morte ,  fra   rinascita   ogni momento è     quello giusto  .  

La  prima 

Luna di miele da sola, l'avventura di Laura: «Il mio fidanzato è morto un mese prima del matrimonio, così ho affrontato il lutto»



Il marito di Laura è morto a 31 anni per un infarto, un mese prima del loro matrimonio. Il suo futuro è improvvisamente andato in mille pezzi e tutti i piani fatti fino a quel momento hanno subìto un brusco arresto. La ragazza è stata immediatamente circondata dall'affetto di amici e parenti, ma il lutto ha un modo tutto suo per farti sentire sola, anche quando sei in compagnia. Ci sono voci e carezze, ma senti solo freddo e silenzio. Uscirne è difficile, e ognuno lo fa a modo suo. Così Laura ha preso la decisione di partire per la luna di miele da sola, lasciare a casa il senso di colpa per la sua quotidianità da reclusa e provare a vedere se «la vita valesse ancora la pena di essere vissuta».

La luna di miele da sola: il viaggio di Laura
Laura Murphy sapeva che suo marito non avrebbe voluto che si facesse consumare dal lutto e dal dolore. Che smettesse di vivere. «È un'esperienza solitaria, che ti isola, perché non conoscevo nessuno che alla mia età avesse perso un partner - ha detto al Washington Post -. Avevo bisogno di trovare persone che potessero capirmi, perché volevo sapere come andare avanti». E poi c'era il desiderio di
allontanarsi dalla loro casa, dal loro paese: «Sono rimasta lì, seduta, per mesi, senza sapere cosa fare».
La luna di miele del lutto è stata condivisa con una serie di video sui social e Laura ha mostrato il suo viaggio, tra Londra e la Francia, con cene per uno, concerti in solitaria e momenti di puro dolore in cui ha bisogno di mettersi sotto le coperte e farsi «un bel pianto». Un'esperienza simile non è da lei, ammette Laura, che non avrebbe mai pensato di viaggiare da sola e tantomeno di condividere la sua vita sul web.
Dopo aver visto altre giovani vedove partire, Laura si è convinta. Ma i momenti difficili rimangono, come quando ha sentito il suono di un'ambulanza e la sua mente è subito tornata al momento in cui il fidanzato è morto a un ufficio di distanza. Il supporto che ha trovato online, però, aiuta: «Sono stata ricoperta da amore e supporto», dice con le lacrima gli occhi in una clip.


La seconda


Monza, "vicini e parenti non vengano al mio funerale": sul manifesto funebre le ultime volontà di una 58enne© Dal Web

Un funerale solitario, a tutti gli effetti. Del resto, la frase, breve e diretta, presente a
chiusura del lungo testo del manifesto funebre comparso per le strade di Villasanta (Monza), non lasciava spazio a interpretazioni diverse. E l'inusuale vicenda, arrivata sui social con una foto scattata al necrologio, sta facendo molto discutere. Alla formula di rito "non fiori, ma opere di bene" è stato preferito nel finale un "astenersi dalle esequie vicini e parenti". 



Ha lasciato scioccata una comunità il manifesto funebre che annunciava la morte di una 58enne di Villasanta (Monza) dopo una lunga malattia. A dare la notizia del decesso la sorella, che si è fatta carico anche delle ultime volontà della defunta: esequie interdette a "vicini di casa e parenti", senza dimenticare di ringraziare "quanti, incontrandola, le hanno riservato saluti e quanti nell'ultimo periodo si sono sinceramente preoccupati per le sue condizioni". E così al funerale celebrato il 17 settembre nella chiesa parrocchiale del comune brianzolo erano presenti la sorella, che l'ha "amorevolmente accudita fino agli ultimi istanti di vita", (parole scritte nel necrologio, ndr) e un paio di persone, come riferiscono i giornali locali.


7.10.22

La (non) scelta di Martina, “costretta” alla sepoltura dell’embrione dopo l’aborto spontaneo

 A  differenza  di   altri post     proverò ad non     di  introdurre   il  post   con miei   commenti  \ opinioni  , non   per autoncesura  ,  ma perchè su certi  argomenti  mi  sembra  più giusto ed  naturale  che  a  parlarne  siano  le dirette  interessate     che portano il peso   e  le  sofferenze  di  tale problema. L'unica cosa che mi sento di dire a quanto riportato da lei è tale scelta dev'essere libera e facoltativa  e non  forzata /imposta e quindi irrispettosa verso chi ha un lutto così grave e vuole interiorizzarlo in maniera diversa dalle convenzioni
Visto  l'argomento  eticamente    delicato        consiglio questi  bellissimo  articolo      del  sito

https://www.fanpage.it/ 6 OTTOBRE 2022 12:54

 A cura di Elia Cavarzan

Martina è un’insegnante vicentina che è stata ricoverata in ospedale a causa di un aborto spontaneo. Una legge regionale a firma dell’assessore Elena Donazzan prevede la sepoltura in ogni caso del “prodotto abortivo”. Martina è una donna che avrebbe voluto fare una scelta: quella di non seppellire l'embrione che portava in grembo. Ma che invece si è vista costretta a farlo. Una legge in Veneto, infatti, prevede che il "prodotto abortivo" sotto le 28 settimane, sia sepolto in ogni caso. Martina ha deciso di raccontare la sua esperienza, di quella che come racconta a Fanpage.it ha vissuto come una "violenza".
  Martina è una donna che avrebbe voluto fare una scelta: quella di non seppellire l'embrione che portava in grembo. Ma che invece si è vista "costretta" a farlo. Una legge in Veneto, infatti, prevede che il "prodotto abortivo" sotto le 28 settimane, sia sepolto in ogni caso.


La legge regionale dice che: "Nel caso in cui il genitore o i genitori non provvedano o non lo richiedano, l’inumazione, la tumulazione o la cremazione è disposta, a spese dell’azienda Ulss, in una specifica area cimiteriale dedicata o nel campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale in cui è ubicata la struttura sanitaria".
Martina ha avuto il coraggio di raccontare la sua esperienza a Fanpage.it: "Ho avuto un aborto spontaneo a luglio di quest'anno ed è successo che il materiale abortivo, per prassi legittimata da una legge regionale, sia finito in forma anonima nel Giardino degli Angeli predisposto all'interno del cimitero Maggiore di Vicenza".
I medici della struttura ospedaliera dove la donna ha effettuato il raschiamento le hanno sottoposto un documento "per il consenso informato – racconta –  in cui appunto davo il mio consenso alla gestione postuma del materiale abortivo", spiega Martina dopo aver comunque ribadito la professionalità e la preparazione del personale sanitario che l'ha seguita in quei delicati momenti. "Mi è stato chiesto di firmare per aver letto per presa visione e poi fare una scelta – spiega a Fanpage.it – rispetto al seppellimento del materiale abortivo". La scelta consiste nel rivolgersi a un'agenzia funeraria a spese proprie, oppure delegare l'Ulss per lo smaltimento del "prodotto abortivo" che verrà poi tumulato in apposite aree cimiteriali.
L'intera vicenda l'ha scossa fin da subito, portandola a rivolgersi alle realtà e alle associazioni del territorio per fare chiarezza e sensibilizzare sul tema affinché tutto questo possa cambiare: "Mi fa strano immaginare che una parte di me si trovi in un cimitero. Non avrei voluto questo. Penso che ogni donnaabbia il diritto di scegliere sul destino del materiale abortivo, cattolica, atea, musulmana che sia. Io sono una credente non praticante. Non mi permetterei mai di giudicare una cattolica che decide di seppellire un feto, ma neanche imporrei a una musulmana di veder tumulato il suo feto in un cimitero cristiano".
Marta Lovato, dell'Assemblea Transfemminista di Vicenza Baba Jaga, ha sostenuto Martina in queste settimane: "La segnalazione di Martina è la segnalazione che ci hanno fatto tantissime altre ragazze che per aborto spontaneo o volontario si sono trovate a fare i conti con questa legge, che delegittima il diritto di scelta delle donne in tema di smaltimento del materiale abortivo. In questi casi, la donna può scegliere di tumulare a spese proprie il feto rivolgendosi a un'agenzia funeraria, oppure di delegare l'ospedale allo smaltimento che secondo il procedimento regionale dovrà tumulare il feto, o l'embrione, all'interno del giardino degli angeli.
 Le donne devono essere libere di scegliere".

31.8.22

la malinconia può essere preziosa [ parte I ] - autunno 2022

in sottofondo 
La Malinconia Luca Carboni

"A settembre succedono giorni di cielo sceso in terra. Si abbassa il ponte levatoio del suo castello in aria e giù per una scala azzurra il cielo si appoggia per un poco al suolo." Erri De Luca🌾🌾🍂🍁🍇

 

Di solito  tutti gli anni vedevo il periodo che va dalla fine d'agosto ai primi di   Settembre  il nono mese dell'anno secondo il calendario gregoriano ed è il primo mese dell' autunno nell'emisfero boreale 

ed il primo della primavera nell'emisfero australe   come  qualcosa  di malinconico  \  triste   e   ritorno al solito tram tram   \  routine  .   Come testimonia      la striscia     dei fumetti di penauts  riportata   sotto  .   Ma  stavolta ,  cazzeggiando  in rete  ,  grazie  alla canzone    suggerita     che si sente in sottofondo   e ad  una  storia     di  un  mio  contatto  di facebook   , ne  ho  scoperto  l'utilità  un altro lato .  infatti posso dire  almeno.per quest'anno  che , come un famoso film  Odio l'estate  , la mia stagione insieme alla primavera preferita .   Mi ci vuole   un po' di malinconia per  archiviare    un estate  di  merda   fra  covid  ,  afa , lutti  ,  noia ,  una   campagna  elettorale   violenta  ed  aggressiva   fatta :  d'insulti,  fakenews   demagogia  ed  propaganda  .   Infatti   come dal titolo del post  la malinconia in   certi momenti  può essere  preziosa 

 Peanuts 2022 agosto 29 (ilpost.it)


  
Con un felice paradosso il celebre scrittore Victor Hugo definì la malinconia “la gioia di sentirsi tristi”. Una gioia difficile da afferrare, legata spesso ad un dolce indugiare nella propria fantasia volto a ricercare non di rado una bellezza, un qualcosa, dai contorni sfumati: un amore che non è mai arrivato realmente, un sogno nel cassetto a cui si guarda con un piacevole mix di desiderio e rassegnazione. A differenza della nostalgia, nella quale si soffre per l’assenza di un passato ben specifico, la malinconia rimane uno stato d’animo di fondo maggiormente indeterminato. Un cuscino morbido, nel quale trovare un certo ristoro. “I migliori momenti dell’amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia dove tu piangi e non sai di che , e quasi ti rassegni riposatamente a una sventura e non sai quale”, scrive Giacomo Leopardi nello Zibaldone con parole non lontane dal “naufragar m’è dolce in questo mare” che ritroveremo nella lirica più celebre, L’Infinito, dello stesso Leopardi. Per altri poeti ....  segue in   << Malinconia e Melanconia Psicologo Dott. Luca Zucconi Frosinone e dintorni  >>  ( su  psicologofrosinone.it)


benvenuta quindi nalinconia   


 

9.7.22

reagire a agli haters con indifferenza o con gentilezza l'esempio di Tony Vadalà che alle polemiche per i fuochi artificiali risponde spiegando che quello è stato il suo modo per mandare un pensiero a Gabry, che a 15 anni ha perso la vita in scooter






Solo chi è invidioso e  di poca  comprensione  può   arrivare  ad  offendere   una cosa bella e profonda come quella fatta da Tony Vadalà  (  foto   sopra  )  . 


"Sono tre anni che mio figlio Gabry non c’è più, e sono tre anni che faccio i fuochi d’artificio nel giorno della sua scomparsa.
Ho letto dei commenti osceni, addirittura hanno scritto che ho soldi da buttare via. Chiedo scusa per il disagio.
Lo faccio perché a lui piacevano molto. La prima volta sono venute le pattuglie della polizia per capire cose stesse accadendo.
Quando hanno saputo il motivo, gli hanno fatto un picchetto d’onore. È stata una scena da brividi.
Purtroppo ci sono persone a cui i fuochi danno fastidio, c’è chi ha protestato, mi hanno riempito di insulti, chiesto di ricordare mio figlio in altri modi.
Chiedo scusa a tutti per la noia, ma io continuerò sempre a riempire il cielo di luci. Perché Gabry vive.
Agli insulti rispondo con dei cuori. Quando ti succedono queste cose, o diventi cattivo o cerchi di aiutare gli altri.
In qualche modo devo sopravvivere".
Lui è Tony Vadalà, di Firenze.
Nel 2019 fa ha perso il figlio di 15 anni Gabriele in un incidente in scooter.
Ogni anno, il 7 luglio, per pochi minuti, fa esplodere dei fuochi d’artificio in sua memoria.
Alla rabbia per le proteste contrappone parole d’amore.
Ha fondato un’associazione che si occupa dei ragazzi in difficoltà. Il dolore è diventato un’opportunità per aiutare gli altri. Ecco i fuochi    d'artificio che fa , da tre anni a questa , parte , ogni 7 luglio 


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Stefania Zuccari e altri 256
Commenti: 63
Condivisioni: 4


 sono stati meravigliosi .   se  non li vede li trovate qui in questo suo post oppure  qui


Io li ho apprezzati moltissimo e come il commento di Elisabetta Venturi  al video  mi   sono chiesto il perché di tanta meraviglia  innaspettata  . Ora lo so e il vostro gesto è stato molto bello. Continuate a testa alta contro tutti quelli che invece sanno solo criticare.Un abbraccio ❤️

Ecco  come racconta   la  vicenda    https://firenze.repubblica.it/cronaca/  del 8.7.2022

“I fuochi d’artificio stasera li ho fatti io alla passerella… Gabry amava i fuochi, oggi sono 3 anni che è volato in paradiso, ho letto dei commenti osceni… Addirittura hanno scritto che ho soldi da buttare via… Chiedo scusa per il disagio!!! Gabry vive”.
Questo messaggio l’ha scritto su Facebook Tony Vadalà, dentro la pagina del gruppo “Sei dell’Isolotto se…” dopo che si erano scatenate polemiche per i fuochi d’artificio esplosi alle dieci di sera del 7 luglio, durati un paio di minuti. Fuochi che ad alcune persone non sono piaciuti e allora hanno scelto di riversare, come spesso accade, il loro livore e la loro contrarietà sul social network. E che il motivo fosse la voglia di un papà di ricordare il proprio figlio nel giorno della sua scomparsa poco importa. A loro risponde anche la mamma di Gabriele, Veronica, con una compostezza disarmante: “Che Dio vi benedica sempre e che colmi i vosti cuori pieni di amore e non di cattiverie”.
Molti altri però poi sono stati i commenti favorevoli all’iniziativa, persone che hanno voluto dare il proprio appoggio in un momento, che poi non è mai un momento ma un pensiero fisso giorno dopo giorno, particolarmente duro. “Sono tre anni che Gabry non c’è più e sono tre anni che faccio i fuochi d’artificio nel giorno della sua scomparsa – racconta Tony Vadalà – lo faccio perché a lui piacevano molto. Il primo anno, nel 2020, sono venute le pattuglie della polizia per capire cose stesse accadendo, quando hanno saputo il motivo gli hanno fatto un picchhetto d’onore. E’ stata una scena da brividi. Purtroppo ci sono persone a cui possono dare noia, lo so, e mi scuso, ma io conitnuerò a farli sempre”.
Gabriele aveva 15 anni il 7 luglio del 2019 quando in sella a uno scooterone di 300 cc di cilindrata, risultato poi rubato, ma a lui prestato da altre persone, in via Torcicoda ne ha perso il controllo ed è caduto. Doveva fare il giro del palazzo, non è più tornato a casa. Dove ad aspettarlo c’erano il papà, la madre, il fratello maggiore e la sorella minore. “Per me il 7 luglio è un giorno maledetto, ma voglio trasformarlo in qualcosa da ricordare. C’è anche chi mi ha fatto i complimenti perché erano belli. Però ci sono persone a cui i fuochi danno fastidio, purtroppo c’è anche gente cattiva. Sul gruppo Facebook c’è chi ha protestato, ma molti invece hanno capito e mi supportano”.
Ma non ci sono solo i fuochi a ricordare Gabriele, perché il padre ha fondato l’associazione “Gabry vive” attraverso la quale si occupa di ragazzi in difficoltà, cercando di aiutarli come può. Per l’estate per esempio ha in gestione una friggitoria alle Mulina dove a girare vanno a lavorare i ragazzi dell’associazione. Tra le intenzioni c’è anche quella di prendersi cura dei giardini di via Torcicoda, in collaborazione con il quartiere, frequentati dal figlio con gli amici. Eppure su Facebook c’è anche chi gli ha chiesto di ricordare il figlio in altri modi. Sentendosi così in dovere di poter entrare dentro una vicenda così tragica e personale. “Io a volte a questi commenti rispondo con dei cuori. Che altro devo fare? Quando ti succedono queste cose, o diventi cattivo o cerchi di aiutare gli altri. In qualche modo devo sopravvivere”.

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