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1.2.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata XVII In cui di violenza 0sicologia e alle prime avvisaglie di quella fisica ovvero ABUSI DOMESTICI, REGISTRATE E FOTOGRAFATE TUTTO



punta precedente e url alle altre



Anche se per il momento , a parte quello tentato qualche giorni fa a Malta , non si registrano casi femminicidi e di violenza ( dal punto di vista fisico ) di genere , la guida di autodifesa ripresa dal settimanale Giallo coninau a essere l'unica " arma " da usare in mancanza di una " politica " di prevenzione culturale \ antropologica uniforme ed unitaria , davanti una "politica " repressiva ed azzeccagarbugli " fatta di grida manzoniane . Dopo questo spiegone introduttivo veniamo alla puntata XVII del Manuale di autodifesa : I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco sul settimanale Giallo ormai diventata anche nostra



“OMAGGIO AD ILENIA” L’opera dello scultore Alessandro Galanti intitolata “Omaggio ad Ilenia”.
La scultura è stata realizzata in memoria della ventinovenne Ilenia Graziola uccisa il 23 novembre 2008 e di tutte le altre donne vittime di violenza




La violenza domestica è una piaga che purtroppo afliige molte persone, di gran lunga più di quanto si possa immaginare. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma soltanto stime: del resto è un fenomeno difficile da tracciare perché non tutte le le vittime denunciano quello che subiscono.La violenza domestica porta con sé conseguenze devastanti, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico, e richiede interventi su più livelli. Gestire lo stress, in questo tipo di contesto, soprattutto per chi vuole interrompere questi comportamenti di natura abusiva, può essere un passo importante non semplice da mettere in atto da soli. Una delle principali sfide per le vittime è superare lo stress cronico che si sviluppa in seguito all'esposizione costante a situazioni di abuso.La gestione di questo stress è fondamentale per riprendersi e intraprendere un percorso di guarigione. Vediamo ora alcune soluzioni efficaci per affrontare lo stress legato alla violenza domestica e come trovare una soluzione. Prima di tutto, è fondamentale riconoscere il problema ed elaborare come il comportamento abusivo non sia mai giustificabile e la consapevolezza che la violenza non è mai colpa della vittima. Tra le tecniche di gestione dello stress abbiamo l’attività fisica e il prendersi pause consapevoli per ritrovare la calma durante i conflitti. Ancora, poiché soprattutto con quella psicologica , Non sempre è facile dimostrare una violenza psicologica con prove valide. Per agire per vie legali può essere utile avere testimoni della violenza disposti a parlare ma anche registrazioni audio e video che dimostrino le violenze psicologiche subite.documentate sempre la violenza conservando le prove, che possono andare da fotografie di lesioni a e-mail o messaggi minacciosi, fino a certificati medici. Gestire lo stress è importante, ma il passo cruciale è rompere il ciclo della violenza, grazie anche a professionisti e a una rete di sicurezza. Presentate una denuncia, allontanatevi dal pericolo, chiamate il numero di emergenza o rivolgetevi ai centri antiviolenza e stalking chiamando il numero 1522.Ora come diceLo stesso Bianco L’abuso psicologico è molto comune. Questa forma di violenza comprende qualsiasi comportamento non fisico che indebolisca o sminuisca la vittima, oppure che permetta a chi compie tale violenza di controllare la vittima. L’abuso psicologico può comprendere linguaggio abusivo, isolamento sociale e controllo finanziario. L’aggressore degrada, umilia o minaccia la vittima ed , aggiungo io il passaggio dalle parole ai fatti può essere breve . Oltre ai metodi da lui indicati  in questo  articolo     che devono essere usati se dopo aver provare a difendersi senza : con i metodi non violenti , da soli , senza usare le mani ,  la  situazione  peggiora  .  Ecco alcuni consigli suggeriti da questo interessantissimo articolo Violenza psicologica: come difendersi di www.serenis.it

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In un articolo dell'Osservatorio sulla Violenza si legge che possono essere utili, al fine di preservare la propria incolumità fisica e psicologica, le seguenti tecniche:Cercare di stabilire un rapporto verbale con l’aggressore;Calmare la rabbia dell’aggressore coinvolgendolo in una conversazione e rendendosi credibili ai suoi occhi.

oppure  riassumendo   e d  approfondendo  quanto  già  detto  nelle  puntate precedenti  da  lui e  da  noi  



1 Riconoscere il problema

Il primo passo per difendersi dall’abuso verbale sottolineato da ogni professionista è riconoscere che si è vittime di tale comportamento. Spesso, le persone possono minimizzare o giustificare le parole offensive o la situazione, ma è importante accettare che non è amore, non è qualcosa di normale, e soprattutto non è detto che passi. Il carnefice, molto probabilmente, insisterà se si trova di fronte a una vittima condiscendente.

2 Autostima

Ricorda che chi ti attacca o denigra cerca di metterti in testa una narrazione di sconfitta, di farti sentire debole, incapace o impotente. Devi essere consapevole che questa è, appunto, una narrazione, e che in realtà non c’entra nulla con le tue reali capacità e possibilità. In una parola: non farti condizionare. Chi ti aggredisce lo fa spesso per avere maggior controllo su di te e spingerti a rinunciare a fare qualcosa.

3 Stabilire confini chiari

Imparare a stabilire confini chiari e a fermare, dire alt, all’aggressore è vitale. Comunica apertamente e assertivamente che certi comportamenti o commenti sono inaccettabili. Sii deciso e fermo nei tuoi confini, senza lasciare spazio a interpretazioni ambigue.
Se possibile, fallo in un contesto sociale, dove tutti sentono. Il contesto deve essere ovviamente neutro o amico, e non composto dagli amici del tuo aggressore.
Se sei in pieno contesto nemico, meglio scappare, magari con una scusa, o rispondere con il silenzio in attesa di trovare una via di fuga. Non si può mai sapere cosa può succedere.

4 Mantenere la calma

L’abuso verbale spesso mira a provocare una reazione emotiva. Per questo motivo in molti viene perpetrato a sorpresa, in modo da cogliere la vittima impreparata. Come in tutte le forme di aggressione, mantenere la calma può essere una potente forma di difesa. Respira profondamente, focalizza la tua mente su pensieri positivi e cerca di rispondere in modo razionale piuttosto che emotivo.
Soprattutto se avviene in contesti dove sono presenti altre persone, mantenere la calma e il controllo può essere di grande aiuto, in quanto potrebbe essere visto dagli altri come una tua caratteristica positiva e crearti dunque del sostegno, se non attribuirti doti di leadership.

5 Non reagire

Rispondere a un insulto con un altro insulto non è detto che sia la scelta migliore, perché potrebbe generare un escalation dagli esiti imprevedibili. Ad esempio, l’aggressore potrebbe insultarci apposta per provocarci e poi accusarci di essere noi l’aggressore, o avere amici pronti a sostenerlo che escono fuori all’improvviso o peggio passare alle mani  e  ai coltelli .
Reagire vuol dire sovrastimare le proprie capacità di controllo di situazioni in cui è spesso impossibile avere informazioni chiavi sulle reali intenzioni e capacità del nostro avversario.

6 Imparare a rispondere

Sviluppa abilità nel rispondere all’abuso verbale in modo assertivo, ma senza ricorrere a tua volta alla violenza verbale. Usa frasi come “Non accetto essere trattato in questo modo” o “Non tollero linguaggio offensivo”. Mantieni la tua risposta chiara e concisa.
Un modo di rispondere può anche essere una semplice domanda: “Non capisco perché mi tratti in questo modo. Cosa ti ho fatto?” Questo può costringe l’aggressore a una risposta articolata e a riconoscere implicitamente l’aggressione.
Un altro modo spesso consigliato è l’ironia: “Hai ragione, ma posso fare peggio” “E pensa che oggi è uno di quei giorni che sono meno scemo del solito” e così via. Attenzione però, perché l’altra persona potrebbe irritarsi ancora di più o non avere il nostro senso dell’umorismo. A mio avviso, meglio una risposta neutra e secca, tipo: “Ti ho fatto qualcosa? Ne vuoi parlare?”

7 Cerca supporto

Non affrontare l’abuso verbale da solo. Parla con amici fidati, familiari o professionisti. Trovare un sostegno emotivo può essere fondamentale per affrontare la situazione e rafforzare la tua resistenza.
Se l’abuso verbale persiste, considera la possibilità di cercare consulenza professionale. Uno psicologo o uno psicoterapeuta possono fornire un ambiente sicuro in cui esplorare i problemi e sviluppare strategie più avanzate per affrontare l’abuso
Infine, ricordati che l’abuso verbale può essere un reato, e che in certi casi ricorrere a un avvocato può essere una buona idea.

8 Scappare

Se si può evitare una situazione di abuso verbale,o la  situazione  diventa  insostenibile  ,  la cosa migliore è la fuga. L’abuso verbale, infatti, nel tempo impatta seriamente sulla propria salute. Tuttavia, vi sono situazioni (lavoro, famiglia) in cui questa strategia non è possibile e purtroppo la situazione va affrontata.

9 Prendersi cura di sé

Concentrati sul tuo benessere generale. Mantieni uno stile di vita sano, fai esercizio fisico, dormi a sufficienza e dedica del tempo alle attività che ti portano gioia. Rafforzare il tuo benessere generale può aiutarti a essere più resilienti di fronte all’abuso verbale.
Il problema con l’abuso verbale è proprio l’effetto che cerca chi lo attua, renderti infelice e chiuso agli altri, in modo da farti non solo soffrire, ma anche di isolarti socialmente tagliandoti l’erba sotto i piedi. Cerca invece di mantenere e ampliare i tuoi legami sociali e sforzati di restare positivo, solare e aperto, contrastando ciò a cui chi attua l’abuso vuole portarti a fare o a essere.

In conclusione, difendersi dall’abuso verbale richiede consapevolezza, assertività e il coraggio di stabilire confini sani. Ricorda che nessuno ha il diritto di trattarti con mancanza di rispetto, e prendere misure per proteggerti è un passo fondamentale verso una vita più sana e appagante.




27.6.22

violenza psicologica in sala parto di sara giudice

 un conto  è dire   non la  facciamo    l'epidurale   ,  non altro   è  deride o sminuire   che  la   richiede  per paura  o tensione davanti  ad  un evento  importantissimo  e cruciale  per la  donna  


Valentina ha partorito ieri in un ospedale pubblico campano. Voleva l’epidurale, la scelta migliore, perché se la madre soffre meno anche il bambino soffre meno.
Invece di vedersi riconosciuto un diritto sacrosanto si è sentita dire dal medico anestesista:
“signora lei crede in Dio? Preghi che è meglio dell’ epidurale.”
L’unica ad avere il diritto di scegliere sul suo corpo era Valentina che invece ha trovato teorie antiscientifiche e retrograde.
C’è ancora molta strada da fare, noi ci siamo.

11.4.22

quando è no è no Lei è Alessia Orro, 23 anni, pallavolista del Vero Volley Monza e della Nazionale che ha trovato il coraggio di denunciare il suo

da https://www.storiedeglialtri.it "Avevo 21 anni, un uomo mi scriveva di continuo sui social: complimenti, avance, poi minacce. L’ho bloccato, credevo avrebbe smesso.
Un giorno l’ho trovato fuori dalla palestra, in quel momento ho capito che non si sarebbe fermato.
Mi seguiva agli allenamenti, e alle partite, prenotava negli stessi hotel in cui alloggiava la mia
squadra.
Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, quando lo vedevo sugli spalti facevo fatica a concentrarmi sul gioco.
Pensavo di non avere la forza, ma grazie al supporto delle mie compagne e della società, l’ho denunciato.
È stato arrestato per stalking e finalmente ho ricominciato a respirare.
Oggi, dopo tre anni, è venuto di nuovo a cercarmi. È stato doloroso riaprire quella vecchia ferita.
Per lui provo solo schifo. Come ha potuto arrivare fino a questo punto? Far provare timore a una ragazza, farla sentire così a disagio?
È più difficile se si affronta tutto da soli: non abbiate paura, denunciate ogni forma di violenza". Lei è Alessia Orro, 23 anni, pallavolista del Vero Volley Monza e della Nazionale.
Nel 2019 ha denunciato per stalking Angelo Persico, professionista novarese di 55 anni.
L’uomo è stato arrestato, ha patteggiato una condanna a 1 anno e 8 mesi di carcere, da scontare ai domiciliari.
Tornato in libertà, ha pensato bene di rifarsi vivo. Alessia se l’è ritrovato davanti al palazzetto prima degli allenamenti.
Il galantuomo è finito di nuovo in carcere, Alessia non abbassa la testa, lo fa per se stessa e per tutte le donne vittime di sopraffazioni, molestie, violenze, che troppo spesso non trovano il coraggio di denunciare.

26.11.21

Il “maschio-alfa” Di Mare sloggia Fiorella Mannoia e vuole essere lui a parlare di femminicidi

Cercando il mio scritto offline per il post d'oggi ( lo trovate dopo questo ) ho trovato quest articolo del




FQ d'oggi 26 Novembre  2021 di Antonio Padellaro che volevo archiviare per il prossimo 25 novembre ma fatti come quelli che riporto oggi mi hanno fatto cambiare idea . Ma andiamo con ordine.

 Fanfare sui femminicidi

Speriamo che trascorsa la Giornata contro la violenza sulle donne non si debba poi dire, ancora una volta, molto rumore per nulla. Viva mille volte il rumore che anche questa volta è stato fragoroso, ma che dovrebbe rimanere assordante a rammentarci l’esistenza di un’infamia di cui non riusciamo a liberarci. Attenzione però al nulla di fatto, implacabile ogniqualvolta in Italia si cerca di risolvere la questione delle tutele dei più deboli. Leggiamo su La Stampa: “Femminicidi, il governo accelera, ‘Ora leggi e pene più severe’”. Fantastico. Da applausi anche la proposta della ministra per il Sud, Mara Carfagna: “Aiuti alle donne coi fondi tolti alle mafie”. Ma chi ci assicura che provvedimenti così duri, una volta giunti in Parlamento, non affondino nella palude dei veti “garantisti” della destra, e addio, come avvenuto con il ddl Zan? Certo, attendiamo che la voce di Matteo Salvini e Giorgia Meloni su tali proposte si levi forte e chiara, ma siamo proprio sicuri che l’occhiuto senatore Pillon non abbia obiezioni sul merito? Esiste poi il problema delle aule di giustizia chiamate a giudicare gli autori dei misfatti. Leggiamo sul manifesto: “Femminicidi: se c’è la gelosia, l’aggravante spesso non è concessa”. In un’analisi qualitativa su 370 sentenze condotta da Alessandra Dino, docente a Palermo, emerge che nel 44% delle motivazioni i giudici definiscono le uccisioni di donne “come sentimentali, per rifiuto o abbandono, oppure relazionali, per possesso”. Per gli assassini implicite attenuanti coerenti con la descrizione della vittima “che molto spesso viene vista come ondivaga, fragile, quando non si evidenzia la sua condotta sessuale disinibita all’origine dei gesti”. Poi, c’è un contesto pubblico nel quale si fatica a considerare i femminicidi come reati marchiati dal particolare allarme sociale che suscitano. Infatti, su Libero, Filippo Facci scrive, citando numeri ufficiali, che “l’italia è il paese sviluppato dove le donne corrono il minor rischio di essere uccise, anche perché il tasso di omicidi è tra i più bassi del mondo”. Dati che, va riconosciuto, rappresentano un motivo di consolazione, e anche di pacata riflessione, per le 109 donne che dall’inizio dell’anno sono state sparate, accoltellate, sgozzate, sventrate, strangolate, massacrate di botte e, in definitiva, cancellate dalla faccia della terra. Anche perché, probabilmente, se l’erano cercata.



l'ennesima    cafonaggine e  prevaricazione , dopo quella  dell'anno  scorso   con Bianca  Berlinguer   di  quello che credevo  un buon giornalista 

 Per realizzare uno speciale contro la violenza sulle donne viene cancellata una trasmissione in programma e già registrata che riguardava proprio la violenza sulle donne. Via Fiorella Mannoia, dentro Franco Di Mare. Ieri sera su Rai3 è andato in onda uno Speciale Frontiere condotto dal direttore di rete Di Mare dal titolo evocativo: “Gli uomini non cambiano”, come la nota canzone di Mia Martini.

Peccato, però, che, per allungarsi sul palinsesto, Di Mare abbia commesso una piccola violenza televisiva nei confronti di Fiorella Mannoia, sfrattando la puntata già registrata de La versione di Fiorella, che ieri sera avrebbe trattato gli stessi argomenti. “Per motivi di palinsesto questa sera non andremo in onda”, ha twittato Mannoia ieri mattina a cose ormai fatte. Il cambio di palinsesto, a quanto si sa, è stato stabilito mercoledì. Sembrava che i due programmi potessero coesistere. Poi però Di Mare ha deciso che gli serviva più tempo, fino a mezzanotte. E quindi addio Fiorella, nemmeno invitata a partecipare al nuovo programma. La cantante tornerà in onda questa sera con la puntata già registrata sulle violenze contro le donne. Questione che sembra stare molto a cuore alla nuova dirigenza. “Il servizio pubblico può e deve contribuire a contrastare la violenza contro le donne”, hanno detto ieri l’ad Carlo Fuortes e la presidente Marinella Soldi.


  fare un programma in due  o  unirli    sarebbe stata  la  cosa  migliore  .   



emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...