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9.9.21

Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO

Si possono   fare cento interviste, dieci reportage, mille ore di girato, ma alla fine ci sono frammenti, gesti, frasi o istantanee rubate che mostrano esattamente, in modo chirurgico, la situazione per quello che è (davvero). Ecco, questo è uno di quei momenti, ed è quello che fanno i grandi giornalisti, com’è Lucia Goracci. Un momento di servizio pubblico.

Il coraggio di Lucia Goracci che sfida il militare talebano a guardarla in volto | VIDEO

Lucia Goracci è tornata a Kabull per continuare il suo lavoro da corrispondente, nel servizio in onda ieri lo scontro con un talebano della brigata Badrì

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goracci badrì afghanistan

Lucia Goracci, giornalista Rai. E’ la sua la voce che arriva dall’Afghanistan nel nostro paese, oltre ogni ragionevole dubbio il coraggio delle giornaliste italiane è inquantificabile. Non facile buonismo, ma coraggio vero. A raccontare i fatti afghani in Italia sono state due croniste, donne (con lei anche Cecilia Sala), in un paese che ha marcato il cambio di rotta proprio nel mutamento delle possibilità consentite al genere femminile. Tornate anni addietro in materia di diritti.

 L’inviata Rai Lucia Goracci faccia a faccia con un soldato afghano che non la guarda in volto. Lo scambio

Goracci, inviata Rai, è tornata a Kabull da pochi giorni. Era andata via con l’ultimo volo degli italiani, ed ora è di nuovo in Afghanistan. Nel servizio andato in onda ieri su Rai 3 la cronista è ripresa mentre ingaggia un colloquio acceso con un militare talebano, una delle forze d’elite.

“Perchè non mi guarda in volto?” chiede l’inviata del servizio pubblico, dopo aver rivolto diverse domande alla guardia armata fino ai denti. Lui accaldato ed in mezzo alla gente con un fucile ben saldo tra le mani, ed una serie di ordigni legali sul corpo pronti ad essere utilizzati, risponde “Non mi è permesso guardare in faccia le donne”. E’ un membro della Brigata Badri, spiega Goracci, la divisione d’assalto che utilizza le armi americane. Ha gli occhiali sul volto, non si sa bene dove stia guardando. Sarebbe bello se il suo sguardo fosse in camera, dove finirebbe negli occhi di migliaia di donne davanti allo schermo.

26.5.19

Alla vigilia delle europeee non solo l’odio online si riversa sulle donne specialmente quelle che sono in politica


di cosa stiamo parlando 

Oltre ad essere lasciate sole nei momenti di fragilità ( vedere url sopra ) c'è in questi ultimi tempi un clima d'odio verso le donne che decidono di fare politica attiva cioè quella istituzionale e parlamentare . Ma meno male che esse non si lasciano mettere piedi in tersta e lottano per farsi rispettare e non subire passivamente questi schizzi di ... fango . Infatti è quello che riporta ( eccetto i corsivi che sono mie libere aggiunte ed interpretazioni ) questo articolo 

                             Anna Toro


Risultati immagini per laura boldrini«Stiamo assistendo ad attacchi sistematici contro figure politiche femminili e giornaliste da parte dei gruppi di estrema destra, ma non solo , in vari paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Italia e Germania». Ad affermarlo, l’Institute for Strategic Dialogue (ISD), gruppo di ricerca internazionale indipendente, che nell'ambito delle imminenti elezioni europee sta portando avanti un progetto di monitoraggio sullo sviluppo dell’estremismo e sulle campagne di odio veicolate dai principali social network come Twitter e Facebook.
Tramite l’uso di specifici software e la ricerca per parole chiave (come stupro, “zitta” e sinonimi volgari di prostituta  e non solo purtroppo ), il gruppo ha estrapolato post e tweet da aprile ad oggi, realizzando come  da un paio  d'anni    soprattutto  in  clima pre-elezioni sia stato avvelenato dai discorsi di odio online che continuano a imperversare su timeline e bacheche, soprattutto in Italia. Per quanto riguarda il focus italiano, infatti, l’analisi dei dati ha portato a due risultati fondamentali: il primo è ulteriore conferma che la donna politica più colpita, in assoluto resta ancora oggi Laura Boldrini; il secondo è che, soprattutto per quanto riguarda Twitter, i contenuti misogini in questi ultimi mesi hanno lasciato il posto a tweet di odio che ritraggono Boldrini come «parte della casta dei socialisti anti-italiani» che promuovono «la migrazione e la teoria del gender».E’ dunque il linguaggio razzista – più che quello misogino – ad emergere negli attacchi di questi ultimi mesi, modello che si riscontra anche nei confronti di Emma Bonino, che condivide con Boldrini diverse narrazioni ispirate ai valori umanitari. Tra i casi di studio presi in esame, anche quello di Pina Picierno: dopo il suo annuncio di voler finanziare la sua campagna elettorale incontrando gli elettori per cene o caffè, gli insulti sessisti non hanno tardato ad arrivare.“Stai zitta” è stata per lei l’espressione chiave ricorrente rilevata dall’ISD. «Le vessazioni nei confronti delle donne sono portate avanti da una combinazione di troll, media populisti, influencer estremisti e partiti politici. Molestie di natura opportunistica progettate per rovinarne la reputazione» spiega il think tank. Ma il clima di odio non risparmia anche altri stati dell’Unione.In Spagna, è il caso della leader del partito di Ciudadanos, Inés Arrimadas, regolarmente vittima di intimidazioni durante le sue apparizioni pubbliche. Insieme a lei, anche la sindaca di Barcellona Ada Colau viene identificata come bersaglio abituale di insulti e abusi online, soprattutto da account legati alla galassia dell’estrema destra e al partito Vox. In Germania, invece, i due dei target più frequenti per i troll di estrema destra sono le politiche Sawsan Chebli (SPD), di origini palestinesi, e Katharina Schulz, leader del Partito dei Verdi nel Parlamento bavarese.Il report si chiude con una nota positiva che sembra faccia ben sperare . «La nutrita presenza di donne tra le fila dei candidati alle elezioni europee, anche per il sistema delle quote, ha fatto sì che, almeno da parte dei politici di tutti gli schieramenti, i toni si siano ( speriamo ) leggermente calmati rispetto agli anni scorsi – commenta Giulia Sirigu, analista politica di ISD – un altro motivo sono senza dubbio le azioni le legali intraprese di recente da personalità pubbliche come Laura Boldrini, che hanno denunciato gli autori di minacce e dichiarazioni diffamatorie online».











in sottofondo
Waltz of the Rain - Chopin

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