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5.2.19

dalla vita fin qui trascorsa e vissuta posso dire che la lezione della Santanchè era davvero brutta

la  tua libertà - Guccini
la libertà - Gaber


Carri   miei lettori 
permettetemi     di   ritornare  ( ne  ho  già parlato precedentemente  qui  in un post  )  su  quanti detto  dalla  Daniela  Santachè e  d'aggiungere   questo commento   fatto  su ilfattoquotidiano   da
Alex Corlazzoli Maestro e giornalista ovvero  uno  che   più qualificato  di  me   Twitter

Da maestro posso dire che la lezione della Santanchè era davvero brutta
“Il denaro è l’unico vero strumento di libertà. I soldi servono a essere liberi. Chi paga comanda. Lo dico a te che sei una donna: pagare i propri conti vuol dire comandare. E’ un grande strumento di libertà il denaro”. A pronunciare queste parole è stata Daniela Santanchè. Il problema è che non le ha dette davanti alla solita platea dei talk show pomeridiani o della prima serata ma davanti ad una classe di ragazzi di scuola primaria protagonisti della trasmissione televisiva “Alla lavagna” in onda su Rai3 il 2 febbraio scorso.
Sono cresciuto in una famiglia povera, con un padre operaio e una madre casalinga ma a permettermi di essere un uomo libero, di avere un lavoro; di essere un giornalista; di fare politica e quindi di essere un uomo libero di esprimere le proprie opinioni e di scegliere che mestiere fare è stata l’istruzione che la scuola mi ha dato. Se fosse per la mia famiglia, che oltre a non avere soldi non aveva nemmeno una libreria in casa, oggi non avrei la possibilità di viaggiare, di conoscere altre realtà, di poter leggere un libro, di poterne scriverne uno.
Teresa e il parroco del mio paese. La maestra per cinque anni mi aveva parlato del Mozambico e di suo nipote, missionario proprio in quel Paese. In casa non avevo neanche un mappamondo non sapevo nemmeno dove fosse il Mozambico ma una volta cresciuto è rimasta la curiosità e a 18 anni, pur con quattro soldi, mi sono permesso un viaggio proprio in quel Paese per andare ad incontrare i missionari all’indomani della guerra civile. E lì per la prima volta mi son sentito un uomo libero, capace di comprendere le difficoltà di un Paese povero, in grado di vedere realtà lontane dalla mia. Da quella volta non ho mai smesso di viaggiare e ogni volta che parto lo faccio evitando di chiudermi in un resort ma andando a conoscere scuole, baraccopoli, associazioni.
L’altra conquista della libertà l’ho avuta grazie a don Gian Carlo. Fu lui il primo a regalarmi un libro. Di là di quelli che ero stato obbligato a prendere in mano, per la prima volta avevo la possibilità di leggere un testo che mi avrebbe concesso la libertà del sapere, del conoscere. Ora, provate a fare un’operazione semplice, semplice: sostituite quel “denaro” con la parola “istruzione”: “L’istruzione è l’unico vero strumento di libertà. La scuola, i libri servono a essere liberi. Chi si istruisce comanda. Lo dico a te che sei una donna: istruirti vuol dire comandare. E’ un grande strumento di libertà l’istruzione”.
Ecco, davanti alle telecamere della Televisione pubblica vorremmo vedere gente che trasmette fiducia a dei bambini, a tutti i bambini anche a quelli che non sono nati da un imprenditore.






Quindi State attenti a quelli che vogliono continuamente farvi la morale..sono peggio di voi in realtà

31.1.13

Dal ripostiglio spunta Manuela la tartaruga persa 30 anni fa

 cerco d'evadere dalla routine quotidiana   e  dalla  brutture del mondo  con storie  d varia  umanità  e\o  curiose ( vedere l'etichetta  : le storie  , storie  )  . La storia  che propongo oggi  appartiene  alla seconda  categoria  . 
Non so  se  è  una  leggenda metropolitana  \ una bufala  oppure  vera  



fonte unione sarda online di  Giovedì 31 gennaio 2013 10:52



Ha vissuto per 30 anni in un ripostiglio, dimenticata, persa. La storia della tartaruga Manuela arriva dal Brasile e ha davvero dell'incredibile.E' successo a Rio de Janeiro. La famiglia l'aveva cercata a lungo, inutilmente. Avevano pensato che si fosse allontanata, nel 1982, durante l'esecuzione di alcuni lavori a casa. Invece, si era rintanata tra le cianfrusaglie che Leonel, il padre di famiglia, non smetteva mai di accumulare nello sgabuzzino di casa. Si erano anche dimenticati di lei, fino a pochi giorni fa. Dopo la morte di Leonel, i figli avevano deciso si sbarazzarsi di tanti oggetti inutili accumulatisi nella stanza ripostiglio del secondo piano. Tra vecchi dischi e materiale elettronico inutilizzabile è rispuntata lei. A quanto pare in buona forma. Resta il dubbio di come abbia potuto sopravvivere in tutti questi anni.

invece  la  repubblica    descrive  cosi  la  news


Ha vissuto per 30 anni in un ripostiglio, dimenticata, persa. La storia della tartaruga Manuela arriva dal Brasile e ha davvero dell’incredibile. L’avevano cercata a lungo, Leonel, il figlio Leandro e gli altri componenti della famiglia Almeida,

 che vive a Rio de Janeiro. Inutilmente. Avevano pensato che si fosse allontanata, nel 1982, durante l’esecuzione di alcuni lavori a casa. Invece, si era rintanata tra le cianfrusaglie che Leonel, il padre di famiglia, non smetteva mai di accumulare nello sgabuzzino di casa. Si erano anche dimenticati di lei, fino a pochi giorni fa. Dopo la morte di Leonel, i figli avevano deciso si sbarazzarsi di tanti oggetti inutili accumulatisi nella stanza ripostiglio del secondo piano. Tra vecchi dischi e materiale elettronico inutilizzabile è rispuntata lei. A quanto pare in buona forma. Resta il dubbio di come abbia potuto sopravvivere in tutti questi anni. “Queste specie di tartarughe dalle zampe rosse possono sopravvivere anche due o tre anni senza mangiare”, ha spiegato Jeferson Pires, veterinario di Rio, “e potrebbe aver mangiato le termiti dal pavimento di legno”
(a cura di Matteo Marini)







emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...