Per quelli della mia generazione, è stato la voce della Nazionale per eccellenza lungo vent’anni, come Martellini lo è stato per quella precedente.Lo è stato nel pieno dell’epoca d’oro dell’Italia del calcio, ma, a differenza di Martellini, senza mai riuscire a pronunciare per la quarta volta “Campioni del mondo”.Resterà la sua competenza, il suo aplomb, le sue espressioni iconiche e immortali, la sua voce mai urlata, il garbo umano e professionale d’altri tempi.
Aveva 86 anni.Un altro pezzo della mia gioventù televisiva che scompare . Un cronista sportivo di razza , uno dei pochi ( che io ricordi )entrato in rai per concorso e non per amichettismo\ clientelismo . Come non ricordare la cronaca pacata ed eticamente perfetta della tragedia
del'Hesyel e il suo commento asettico : << E in effetti, nel momento dell’unico gol della gara, di Platini su rigore, Pizzul non tradì la minima emozione. “Tifosi, giochiamo per voi. Giusto consentire che che l'uomo sportivo esulti per questo successo che è il successo del calcio italiano, ma l'uomo conserva l'amarezza e il dolore di una serata resa luttuosa da quanto è successo prima della partita”.>>( dal link prima citato ). concludo con quanto ha detto dino zoff a il Il Gazzettino
<<
Bruno Pizzul, il ricordo di Dino Zoff: «Un uomo vero, un amico. Il suo calcio ora non c'è più»
[...]
Che uomo era Pizzul? Tutti ne parlano con enorme rispetto adesso, ma è facile quando una persona muore.
«Era una persona per bene. Un uomo serio, schiena dritta. E noi in Friuli, quando diciamo questo, diciamo tutto. E vale davvero tanto. Non ci sono altri aggettivi da utilizzare».
Anche molti suoi colleghi telecronisti lo stanno ricordando come uno che non ha mai lesinato un consiglio.
«Un'altra dimostrazione della persona che era. E se lo fa chi comunque lo ha conosciuto relativamente poco, immagini chi gli è stato vicino per molto tempo».
Eppure anche quel lavoro è cambiato tanto.
«Diciamo che Bruno era molto concreto, sintetico nel giudizio e nell'espressione. E non è una questione di anni diversi, ma di uomini. Non svolazzava particolarmente e non era uno che mostrava un entusiasmo fuori luogo come spesso adesso. Anche su cose leggere che non lo meritano».
Ci sta dicendo che era meglio prima?
«Qualcuno dirà che sono vecchio e quindi non al passo con i tempi. Ma io la penso realmente così».
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Il piano in cinque punti di Ursula von der Leyen che prevede letteralmente di “riarmare l’Europa” con quasi 1000 miliardi di euro complessivi da investire nel settore militare dei singoli Stati membri è un delirio bellicista fuori dal tempo e dalla Storia, lontano anni luce dal senso e dallo scopo dell’Europa unita così come concepita da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi a Ventotene. E da come l'avevo intesa io da ragazzo Se von der Leyen pensa di rispondere a Trump e Putin diventando come loro, non ha capito
nulla di quello che sta succedendo e della sfida altissima che attende l’Europa.L’Europa se proprio deve fare una politica militare dovrebbe investire nella difesa e in un esercito comune, non nel riarmo dei singoli Stati nazionali da sommare insieme.In una pace giusta e dignitosa in Ucraina. Non in nuove guerre. Essere europeisti oggi significa manifestare e scendere in piazza per l’Europa. Ma per un’Europa forte, unita, credibile, di pace. Non per l’Europa di Ursula von der Leyen. Meloni riferisca immediatamente in Parlamento sulla posizione dell’Italia di fronte a tutto questo.Dica una volta per tutte qual è la sua idea di Europa.Ammesso che ne abbia una. e decida se con gli Ue o con gli anti Ue , se ci vuole rimanere o ne vuole uscire , se vuole un europa della gente o delle banche e dei burocratiAnche Lorenzo tosa lo afferma chiaramente <<Sia chiaro. Nessuno mette in discussione la necessità di creare una difesa comune in grado di permettere all’Europa di difendersi con un esercito comune e una voce sola, fondamentale in tempi di generale riarmo e di nuovi imperi. Chiunque lo metta in discussione purtroppo continua a non fare i conti col fatto che quelli come Putin e trump la pace non la regalano, va conquistata e garantita con ogni mezzo. Si chiama resistenza. E, insieme, si è più forti.Ma il punto è proprio questo: la proposta von der Leyen va esattamente nella direzione opposta: un riarmo su base nazionale da parte dei singoli Stati, divisi su tutto, isolati da veti e addirittura ideologie lontanissime tra loro (vedi Orban), che si guarderanno bene dal mettere a fattore comune, anche perché manca qualunque vincolo in tal senso: una mera sommatoria di nuove armi, senza alcuna idea di Europa, figuriamoci di difesa comune.Malissimo.>> La politica di Von del Lyen sembra quella del personaggio del film Lord of War film del 2005 scritto, diretto e co-prodotto da Andrew Niccol oppure Finché c'è guerra c'è speranza con Alberto Sordi film del 1974. film mai più profetici . Infatti na nota aclista sulla proposta della presidente delle Commissione Ue, von der Leyen, di aumentare le spese di difesa: «Così diventerebbe una corsa al riarmo dei singoli stati», dice il presidente Emiliano Manfredonia.Leggi l'articolo di Giampaolo Cerri :
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Mezz’ora abbondante in cui Francesco Giorgino, nei panni di apprendista \ erede di Vespa, ha circumnavigato tutti gli argomenti più caldi dell’attualità politica riuscendo nell’impresa all’apparenza impossibile di non fare una sola domanda scomoda alla Presidente del Consiglio Meloni. E fi qui tutto normale . Ma anzi, ha fatto qualcosa di più. Ha osato lì dove neppure il più bravo degli uffici stampa avrebbe osato: fornire a Meloni assist per piccoli monologhi di propaganda pura: su Trump, sull’Ucraina, sull’economia, sui giudici.Il tutto condito con risatine accondiscendenti, come di fronte a una chiacchiera tra due vecchi amici al bar.Senza mai neanche azzardare uno straccio di fact checking, verifica o smentita su fatti, dati, fake news.Fino all’apoteosi finale, quando Giorgino ha incalzato la Presidente del Consiglio con una raffica di domande su cui milioni di italiani impoveriti non vedevano l’ora di avere una risposta.“Ha seguito Sanremo?” ,“Lei parla un inglese ‘fluently’ (cosa???) e ha visitato tutto il mondo. Dove le piacerebbe andare in vacanza?” ,“Cristicchi ha messo d’accordo lei e Schlein… È così?” . Lorenzo tosa << Raramente ho visto un uso così sguaiatamente fazioso, personalistico e propagandistico del Servizio pubblico come nella mezz’ora di ieri sera.Il punto di non ritorno. >> e Soumaila Diawara << Questa sfiducia schiacciante nei confronti di Paolo Petrecca dimostra l’insofferenza crescente verso una gestione della Rai basata su incompetenza, servilismo e favoritismi politici. L’informazione pubblica non può trasformarsi in una succursale della propaganda governativa, e l’83% dei voti contro di lui è la prova evidente che i giornalisti non intendono piegarsi a questa deriva.La sua gestione ha portato a scelte editoriali imbarazzanti, come il titolo sull’assoluzione di Delmastro ben prima che arrivasse la condanna, segnale di un controllo politico spudorato. Ora la dirigenza Rai deve dimostrare di avere un minimo di credibilità e procedere con la rimozione immediata di Petrecca. Il Servizio pubblico non può essere guidato da chi confonde il giornalismo con la propaganda di partito.>>In realta per me chge dirrettamente e indirettamente sono cresciuto fra Rai pre berlusconiana e Rai Berluscianiana non c'è Niente di nuovo sotto il sole . Infatti in Rai è sempre stato cosi . Ma forse se proprio vogliamo trovare il pelo nel'uvo l'unica differenza è che adesso anziche esserci un pluralità di faziosità adesso ce n'è una sola su tutte le reti
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Infatti questa è la storia dimenticata di un servitore dello Stato che per quasi trent’anni , dal quel che ricordo d'aver letto su di lui sui giornali dell'epoca dei fatti , ha servito con disciplina e onore l’Italia, salvando decine di connazionali in mano a rapitori e nelle zone di guerra più pericolose al mondo.L’ultima donna che Nicola Calipari ha salvato si chiama Giuliana Sgrena, giornalista del “Manifesto” rapita da un gruppo jihadista iracheno nel febbraio del 2005. Per un mese Calipari, funzionario del Sismi, ha lavorato ( cosa rara in quegli ambienti ) con straordinario impegno alla sua liberazione. Poi l’a portò in salvo dalla prigionia a bordo di una Toyota. Infine l’ha salvò una seconda volta facendo fisicamente da scudo umano contro il “fuoco amico” degli americani, ferito mortalmente da una pallottola alla testa. Calipari ha sacrificato la propria vita per salvare quella di un’altra.“Mentre ero sotto choc, e non riuscivo a realizzare di essere finalmente al sicuro” racconta Sgrena, “lui tentava in ogni modo di trasmettermi la sensazione di libertà. Mi diceva 'Sei libera, sei libera'. Di lì a poco il rumore dei mitra".Nicola Calipari è morto da eroe, da “patriota”, come diremo oggi con termine che va tanto di moda . È morto ammazzato il 4 marzo del 2005 a Baghdad, vent’anni fa esatti, in circostanze su cui non si è mai f voluto fare piena chiarezza e giustizia . E la vicenda fini dopo la classica medagli alla memoria nella polvere del tempo finendo per diventare oblio . Ma ora, grazie anche al film interpretato da Claudio Santamaria, che riscopriamo finalmente la memoria e il coraggio di un grande italiano.
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Ascolto ancora assonato e gli occhi impastati dalll'insonia causa reflusso esofageo la rassegna stampa e leggo : << ..... un no a dazi di Trump >> a prima vista dico Wow l'italia s'è decisa a prendere posizione sui Dazi . Ma poi man mano che mi riprendevo conoscienza dal mio torpore mattutino e leggo meglio la notizia mi metto a ridere perchè in realtà è Il premier canadese Justin Trudeau ha risposto agli sciagurati dazi americani con quella che è, a tutti gli effetti, una vera e propria lezione al mondo su come si risponde, politicamente, economicamente e pure dialetticamente a Donald Trump. Infatti << [...] Il Canada non lascerà che questa decisione ingiustificata rimanga senza risposta.
per altre storiue c'è il mio \ nostro account fb
P.s
Comunicazione di servio non sono riuscito nè in maniera legale ( cioè assistenza ) nè in maniera pirata ( hackers ) a riattivare il mio account fb redbeppeulisse1 quindi chi mi seguiva su fb lo puo' fare su quest'altro account https://www.facebook.com/redbeppeulisse2/