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15.11.25
non ti censuro ma ... faccio in modo che lo vedo pochi il caso in rai di No Other Land documentario israeliano - palestinese del 2024 oscar 2025
5.3.25
diario di bordo anno Ⅲ n107 bis . Morte di Bruno Pizzul , interviste sdraiate alla Meloni e lampo di luce nel buio della Rai , Calipari chi era costui ?, l'ennesimo No ai Dazi di Trump
Per quelli della mia generazione, è stato la voce della Nazionale per eccellenza lungo vent’anni, come Martellini lo è stato per quella precedente.Lo è stato nel pieno dell’epoca d’oro dell’Italia del calcio, ma, a differenza di Martellini, senza mai riuscire a pronunciare per la quarta volta “Campioni del mondo”.Resterà la sua competenza, il suo aplomb, le sue espressioni iconiche e immortali, la sua voce mai urlata, il garbo umano e professionale d’altri tempi.
Aveva 86 anni.Un altro pezzo della mia gioventù televisiva che scompare . Un cronista sportivo di razza , uno dei pochi ( che io ricordi )entrato in rai per concorso e non per amichettismo\ clientelismo . Come non ricordare la cronaca pacata ed eticamente perfetta della tragedia
del'Hesyel e il suo commento asettico : << E in effetti, nel momento dell’unico gol della gara, di Platini su rigore, Pizzul non tradì la minima emozione. “Tifosi, giochiamo per voi. Giusto consentire che che l'uomo sportivo esulti per questo successo che è il successo del calcio italiano, ma l'uomo conserva l'amarezza e il dolore di una serata resa luttuosa da quanto è successo prima della partita”.>>( dal link prima citato ). concludo con quanto ha detto dino zoff a il Il Gazzettino
<<
Bruno Pizzul, il ricordo di Dino Zoff: «Un uomo vero, un amico. Il suo calcio ora non c'è più»
[...]
Che uomo era Pizzul? Tutti ne parlano con enorme rispetto adesso, ma è facile quando una persona muore.
«Era una persona per bene. Un uomo serio, schiena dritta. E noi in Friuli, quando diciamo questo, diciamo tutto. E vale davvero tanto. Non ci sono altri aggettivi da utilizzare».
Anche molti suoi colleghi telecronisti lo stanno ricordando come uno che non ha mai lesinato un consiglio.
«Un'altra dimostrazione della persona che era. E se lo fa chi comunque lo ha conosciuto relativamente poco, immagini chi gli è stato vicino per molto tempo».
Eppure anche quel lavoro è cambiato tanto.
«Diciamo che Bruno era molto concreto, sintetico nel giudizio e nell'espressione. E non è una questione di anni diversi, ma di uomini. Non svolazzava particolarmente e non era uno che mostrava un entusiasmo fuori luogo come spesso adesso. Anche su cose leggere che non lo meritano».
Ci sta dicendo che era meglio prima?
«Qualcuno dirà che sono vecchio e quindi non al passo con i tempi. Ma io la penso realmente così».
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Il piano in cinque punti di Ursula von der Leyen che prevede letteralmente di “riarmare l’Europa” con quasi 1000 miliardi di euro complessivi da investire nel settore militare dei singoli Stati membri è un delirio bellicista fuori dal tempo e dalla Storia, lontano anni luce dal senso e dallo scopo dell’Europa unita così come concepita da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi a Ventotene. E da come l'avevo intesa io da ragazzo Se von der Leyen pensa di rispondere a Trump e Putin diventando come loro, non ha capito
nulla di quello che sta succedendo e della sfida altissima che attende l’Europa.L’Europa se proprio deve fare una politica militare dovrebbe investire nella difesa e in un esercito comune, non nel riarmo dei singoli Stati nazionali da sommare insieme.In una pace giusta e dignitosa in Ucraina. Non in nuove guerre. Essere europeisti oggi significa manifestare e scendere in piazza per l’Europa. Ma per un’Europa forte, unita, credibile, di pace. Non per l’Europa di Ursula von der Leyen. Meloni riferisca immediatamente in Parlamento sulla posizione dell’Italia di fronte a tutto questo.Dica una volta per tutte qual è la sua idea di Europa.Ammesso che ne abbia una. e decida se con gli Ue o con gli anti Ue , se ci vuole rimanere o ne vuole uscire , se vuole un europa della gente o delle banche e dei burocratiAnche Lorenzo tosa lo afferma chiaramente <<Sia chiaro. Nessuno mette in discussione la necessità di creare una difesa comune in grado di permettere all’Europa di difendersi con un esercito comune e una voce sola, fondamentale in tempi di generale riarmo e di nuovi imperi. Chiunque lo metta in discussione purtroppo continua a non fare i conti col fatto che quelli come Putin e trump la pace non la regalano, va conquistata e garantita con ogni mezzo. Si chiama resistenza. E, insieme, si è più forti.Ma il punto è proprio questo: la proposta von der Leyen va esattamente nella direzione opposta: un riarmo su base nazionale da parte dei singoli Stati, divisi su tutto, isolati da veti e addirittura ideologie lontanissime tra loro (vedi Orban), che si guarderanno bene dal mettere a fattore comune, anche perché manca qualunque vincolo in tal senso: una mera sommatoria di nuove armi, senza alcuna idea di Europa, figuriamoci di difesa comune.Malissimo.>> La politica di Von del Lyen sembra quella del personaggio del film Lord of War film del 2005 scritto, diretto e co-prodotto da Andrew Niccol oppure Finché c'è guerra c'è speranza con Alberto Sordi film del 1974. film mai più profetici . Infatti na nota aclista sulla proposta della presidente delle Commissione Ue, von der Leyen, di aumentare le spese di difesa: «Così diventerebbe una corsa al riarmo dei singoli stati», dice il presidente Emiliano Manfredonia.Leggi l'articolo di Giampaolo Cerri :
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Mezz’ora abbondante in cui Francesco Giorgino, nei panni di apprendista \ erede di Vespa, ha circumnavigato tutti gli argomenti più caldi dell’attualità politica riuscendo nell’impresa all’apparenza impossibile di non fare una sola domanda scomoda alla Presidente del Consiglio Meloni. E fi qui tutto normale . Ma anzi, ha fatto qualcosa di più. Ha osato lì dove neppure il più bravo degli uffici stampa avrebbe osato: fornire a Meloni assist per piccoli monologhi di propaganda pura: su Trump, sull’Ucraina, sull’economia, sui giudici.Il tutto condito con risatine accondiscendenti, come di fronte a una chiacchiera tra due vecchi amici al bar.Senza mai neanche azzardare uno straccio di fact checking, verifica o smentita su fatti, dati, fake news.Fino all’apoteosi finale, quando Giorgino ha incalzato la Presidente del Consiglio con una raffica di domande su cui milioni di italiani impoveriti non vedevano l’ora di avere una risposta.“Ha seguito Sanremo?” ,“Lei parla un inglese ‘fluently’ (cosa???) e ha visitato tutto il mondo. Dove le piacerebbe andare in vacanza?” ,“Cristicchi ha messo d’accordo lei e Schlein… È così?” . Lorenzo tosa << Raramente ho visto un uso così sguaiatamente fazioso, personalistico e propagandistico del Servizio pubblico come nella mezz’ora di ieri sera.Il punto di non ritorno. >> e Soumaila Diawara << Questa sfiducia schiacciante nei confronti di Paolo Petrecca dimostra l’insofferenza crescente verso una gestione della Rai basata su incompetenza, servilismo e favoritismi politici. L’informazione pubblica non può trasformarsi in una succursale della propaganda governativa, e l’83% dei voti contro di lui è la prova evidente che i giornalisti non intendono piegarsi a questa deriva.La sua gestione ha portato a scelte editoriali imbarazzanti, come il titolo sull’assoluzione di Delmastro ben prima che arrivasse la condanna, segnale di un controllo politico spudorato. Ora la dirigenza Rai deve dimostrare di avere un minimo di credibilità e procedere con la rimozione immediata di Petrecca. Il Servizio pubblico non può essere guidato da chi confonde il giornalismo con la propaganda di partito.>>In realta per me chge dirrettamente e indirettamente sono cresciuto fra Rai pre berlusconiana e Rai Berluscianiana non c'è Niente di nuovo sotto il sole . Infatti in Rai è sempre stato cosi . Ma forse se proprio vogliamo trovare il pelo nel'uvo l'unica differenza è che adesso anziche esserci un pluralità di faziosità adesso ce n'è una sola su tutte le reti
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Infatti questa è la storia dimenticata di un servitore dello Stato che per quasi trent’anni , dal quel che ricordo d'aver letto su di lui sui giornali dell'epoca dei fatti , ha servito con disciplina e onore l’Italia, salvando decine di connazionali in mano a rapitori e nelle zone di guerra più pericolose al mondo.L’ultima donna che Nicola Calipari ha salvato si chiama Giuliana Sgrena, giornalista del “Manifesto” rapita da un gruppo jihadista iracheno nel febbraio del 2005. Per un mese Calipari, funzionario del Sismi, ha lavorato ( cosa rara in quegli ambienti ) con straordinario impegno alla sua liberazione. Poi l’a portò in salvo dalla prigionia a bordo di una Toyota. Infine l’ha salvò una seconda volta facendo fisicamente da scudo umano contro il “fuoco amico” degli americani, ferito mortalmente da una pallottola alla testa. Calipari ha sacrificato la propria vita per salvare quella di un’altra.“Mentre ero sotto choc, e non riuscivo a realizzare di essere finalmente al sicuro” racconta Sgrena, “lui tentava in ogni modo di trasmettermi la sensazione di libertà. Mi diceva 'Sei libera, sei libera'. Di lì a poco il rumore dei mitra".Nicola Calipari è morto da eroe, da “patriota”, come diremo oggi con termine che va tanto di moda . È morto ammazzato il 4 marzo del 2005 a Baghdad, vent’anni fa esatti, in circostanze su cui non si è mai f voluto fare piena chiarezza e giustizia . E la vicenda fini dopo la classica medagli alla memoria nella polvere del tempo finendo per diventare oblio . Ma ora, grazie anche al film interpretato da Claudio Santamaria, che riscopriamo finalmente la memoria e il coraggio di un grande italiano.
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Ascolto ancora assonato e gli occhi impastati dalll'insonia causa reflusso esofageo la rassegna stampa e leggo : << ..... un no a dazi di Trump >> a prima vista dico Wow l'italia s'è decisa a prendere posizione sui Dazi . Ma poi man mano che mi riprendevo conoscienza dal mio torpore mattutino e leggo meglio la notizia mi metto a ridere perchè in realtà è Il premier canadese Justin Trudeau ha risposto agli sciagurati dazi americani con quella che è, a tutti gli effetti, una vera e propria lezione al mondo su come si risponde, politicamente, economicamente e pure dialetticamente a Donald Trump. Infatti << [...] Il Canada non lascerà che questa decisione ingiustificata rimanga senza risposta.
per altre storiue c'è il mio \ nostro account fb
P.s
Comunicazione di servio non sono riuscito nè in maniera legale ( cioè assistenza ) nè in maniera pirata ( hackers ) a riattivare il mio account fb redbeppeulisse1 quindi chi mi seguiva su fb lo puo' fare su quest'altro account https://www.facebook.com/redbeppeulisse2/
7.2.25
c'è bisogno o non c'è bisogno di una seconda stagione per il IL CONTE DI MONTECRISTO CON SAM CLAFIN TRAMESSO DALLA RAI ?
come rovinare una fiction promettente - il conte di Montecristo con SAM CLAFIN trasmesso dalla rai
6.1.23
per l'ipocrita Diritto all’oblio dei mafiosi , la Rai spegne lo speciale Tg1 su Rita Atria
Stavo finendo il post della nuova rubrica settimana incom quando alla lettura dell'orripilante notizia della censura sulla morte di Rita Atria ( vedere articolo sotto e scheda al lato entrambi presi da IFQ del 5 Jan 2023 ) mi chiedo ma il diritto all'oblio può evitare di cancellare \ rimuovere ma in questa caso si parla di censurare la storia e le storie ? Secondo me si se si fa come suggerito nell'articolo sotto o quando come nel caso della sentenza Ecn isole della rete contro Caradonna si quando si tratta di fatti storici ancora attuali come quello della coraggiosa e giovane Rita Atria
di Stefano Caselli e Maria Cristina Fraddosio
Diritto all’oblio, la Rai spegne lo speciale Tg1 su Rita Atria
Il doc di Giovanna Cucè rimosso da Raiplay. Tre arrestati per mafia negli anni 90 minacciano richieste danni per 60 mila euro
- Il Fatto Quotidiano
- » Stefano Caselli e Maria Cristina Fraddosio
La storia, struggente e importante, è di quelle che è bene continuare a raccontare. È la storia di Rita Atria che il 26 luglio 1992, a soli 17 anni, morì cadendo da un balcone del quartiere Tuscolano a Roma. La storia di una ragazza nata e cresciuta in una famiglia di mafia della provincia di Trapani che, dopo gli omicidi del padre e del fratello maggiore, decise di tagliare quel cordone ombelicale e di collaborare con la magistratura. La storia di una ragazza che Paolo Borsellino, che raccolse parte delle sue dichiarazioni, considerò come una figlia acquisita. La storia di una ragazza, prigioniera a Roma di un programma di protezione testimoni, che non sopportò la morte di quel secondo padre e che sette giorni dopo la strage di via D’amelio cadde nel vuoto dal settima piano di viale Amelia 23 a Roma.
Una storia che rischia di non poter più essere raccontata, almeno non nella forma scelta dalla giornalista Rai Giovanna Cucè, autrice dello speciale Tg1 Rita Atria, la settima vittima, trasmesso il 17 luglio in
| un frame della trasmissione in questione |
seconda serata. Il programma, della durata di 58 minuti, è stato infatti rimosso da Raiplay a causa di alcune immagini di repertorio di una trentina di arresti (con manette pixelate), relativi alla cosiddetta “faida di Partanna” (di cui parlò proprio Rita Atria) su mandato dall’allora procuratore capo di Marsala Paolo Borsellino. Tre persone ritratte in questi filmati si sono sentite lese nell’immagine e hanno minacciato cause alla giornalista, alla direttrice del Tg1 e alla Rai per un totale di 60 mila euro. La Rai ha così deciso di rimuovere lo speciale in attesa del giudizio.
IL TEMA
è assai delicato perché riguarda il diritto all’oblio, civilissima e recente conquista, tuttavia in inevitabile conflitto con il diritto di cronaca. Gli arresti del novembre 1991 e del marzo del 1992 raccontano infatti una pagina importante di storia (oltre a contenere un inedito audio del super boss latitante Matteo Messina Denaro). Se aggiungiamo che uno dei ricorrenti è stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa (il secondo è stato condannato in primo grado e assolto in appello, il terzo assolto in tutti i gradi) il tema si fa ancora più complesso. Possiamo forse immaginare un documentario sul maxiprocesso di Palermo senza le immagini dell’ucciardone?
Il rischio di creare un ingombrante precedente esiste. E una sentenza di assoluzione o di non luogo a procedere come la prescrizione, che un articolo della riforma appena entrata in vigore considera titoli sufficienti per una richiesta di de-indicizzazione dei contenuto online ai motori di ricerca, può prevalere
sempre e comunque sulla cronaca e sulla storia? La Rai, nel dubbio, ha scelto la via breve. A quanto si apprende da fonti di viale Mazzini, il filmato sarebbe stato rimosso in via cautelativa poiché ritrae soggetti poi successivamente assolti (ma non solo, come sappiamo) e – soprattutto – perché per le stesse immagini (ma con manette non pixelate) l’azienda era già stata condannata alla fine degli Anni 90. UNA SOLUZIONE meno drastica come rimontare lo speciale eliminando le sequenze “incriminate” o oscurando i volti dei ricorrenti, avrebbe forse meglio conciliato il diritto all’oblio con quello di cronaca, ma per il momento non è stata presa in considerazione. Il reportage di Giovanna Cucè ricostruisce il contesto in cui Rita Atria, originaria di Partanna (Trapani), divenne testimone di giustizia. Il contesto degli arresti è quello di una faida tra due clan, gli Ingoglia e gli Accardo, questi ultimi appartenenti al mandamento di Castelvetrano, al cui vertice c’era Francesco Messina Denaro, padre del noto latitante. Borsellino indagava sui delitti che stavano insanguinando Partanna, anche grazie alle testimonianze-chiave di due donne, Piera Aiello (ex deputata 5S) e Rosalba Triolo, e della minorenne Rita Atria. Il decesso della “picciridda”, come la chiamava Borsellino, è stato archiviato nel 1993 come suicidio. A distanza di 30 anni, la sorella Anna Maria (intervistata da Cucè) ha presentato un esposto alla Procura di Roma per chiedere che le indagini vengano riaperte.Viale Mazzini: la replica Per gli stessi frame (ma con le manette a vista) l’azienda fu condannata in passato. Nel dubbio, non si aspetta il giudizio
27.9.22
la strana fa,miglia di Gaber e La strana famiglia (40 anni dopo) di dado come cambia la tv e la massa italiana
1.1.21
ALTERNATIVE A I SOLITI FILM NATALIZI E ALE REPLICHE televisive
- Porco rosso
- la forma della voce
La serie ha ricevuto elogi dalla comunità scacchistica per la sua rappresentazione del gioco e dei giocatori,[22] il Campione del mondo Magnus Carlsen le ha dedicato un post su Instagram[23] e le ha dato una valutazione di 5/6, [24] definendola «molto godibile» per quanto «un po' troppo irrealistica».[25] Il grande maestro britannico Nigel Short, vicepresidente della Federazione Internazionale degli Scacchi, ha rilasciato su Twitter a Beth Harmon il "certificato virtuale" di grande maestro.[26] È stata, tuttavia, criticata per il fatto che siano state utilizzate esclusivamente partite fra giocatori maschi come base per quelle fittizie al suo interno. La WGM Jennifer Shahade, in un post su Twitter, ha scritto che: «la serie è splendida ma usare alcune partite di donne sarebbe stato fantastico». Ha inoltre fatto riferimento al disappunto di chi scopre che Beth Harmon è un personaggio inventato e che la presenza di partite femminili sarebbe stata «di consolazione per scacchiste realmente esistenti quali Judit Polgár, Vera Menchik o Ljudmyla Volodymyrivna Rudenko».[27]
Talmente ben fatta che sembra, come ho già avuto modo di dire , in un post precedente riprendendo una storia sugli scacchi una storia realmente avvenuta
Benvenuto a Marly-Gomont (Bienvenue à Marly-Gomont)
un film del 2017 diretto da Dee Rees. Il tema razziale degli Stati uniti d'America negli anni 1930\40 trattato in maniera non retotrica e buonista \ melensa . Esso è un adattamento cinematografico del romanzo Fiori nel fango (Mudbound) di Hillary Jordan.
23.12.19
RISIERA E FOIBE: UN ACCOSTAMENTO ABERRANTE
stavolta ilgiornale offre una perla in mezzo alla 💩. Infatti per parlare di Foibe e Shoah occorre molta onestà intellettuale. Sono stati episodi aberranti ma nati in contesti storici profondamente diversi. Le Foibe sono state una ritorsione criminale per vendetta verso un italianizzazione forzata (anche per volontà di dominio comunista) e per anni di oppressione fascista verso le popolazioni slave mentre la Shoah è stata puro razzismo.Nessuna motivazione può e deve però sminuire \ minimizzare quello che è stato il comportamento criminale in entrambe le situazioni.
Per una volta anche se con divergenze storico ed ideologiche sono d'accordo tutti ( vedere link d'approfondimento a fine post ) neo considerare tale paragone e tale interpretazione storica ideologica come un aberrazione ed un obbrobrio.
"Paragonare le foibe alla Shoah? Un'aberrazione", esuli contro la Rai
https://www.wumingfoundation.com/
RISIERA E FOIBE: UN ACCOSTAMENTO ABERRANTE (articolo di Giovanni Miccoli del 1976 ,ma ancora attuale )
5.2.19
dalla vita fin qui trascorsa e vissuta posso dire che la lezione della Santanchè era davvero brutta
la libertà - Gaber
Carri miei lettori
permettetemi di ritornare ( ne ho già parlato precedentemente qui in un post ) su quanti detto dalla Daniela Santachè e d'aggiungere questo commento fatto su ilfattoquotidiano da
Alex Corlazzoli Maestro e giornalista ovvero uno che più qualificato di me Twitter

“Il denaro è l’unico vero strumento di libertà. I soldi servono a essere liberi. Chi paga comanda. Lo dico a te che sei una donna: pagare i propri conti vuol dire comandare. E’ un grande strumento di libertà il denaro”. A pronunciare queste parole è stata Daniela Santanchè. Il problema è che non le ha dette davanti alla solita platea dei talk show pomeridiani o della prima serata ma davanti ad una classe di ragazzi di scuola primaria protagonisti della trasmissione televisiva “Alla lavagna” in onda su Rai3 il 2 febbraio scorso.
Sono cresciuto in una famiglia povera, con un padre operaio e una madre casalinga ma a permettermi di essere un uomo libero, di avere un lavoro; di essere un giornalista; di fare politica e quindi di essere un uomo libero di esprimere le proprie opinioni e di scegliere che mestiere fare è stata l’istruzione che la scuola mi ha dato. Se fosse per la mia famiglia, che oltre a non avere soldi non aveva nemmeno una libreria in casa, oggi non avrei la possibilità di viaggiare, di conoscere altre realtà, di poter leggere un libro, di poterne scriverne uno.
Teresa e il parroco del mio paese. La maestra per cinque anni mi aveva parlato del Mozambico e di suo nipote, missionario proprio in quel Paese. In casa non avevo neanche un mappamondo non sapevo nemmeno dove fosse il Mozambico ma una volta cresciuto è rimasta la curiosità e a 18 anni, pur con quattro soldi, mi sono permesso un viaggio proprio in quel Paese per andare ad incontrare i missionari all’indomani della guerra civile. E lì per la prima volta mi son sentito un uomo libero, capace di comprendere le difficoltà di un Paese povero, in grado di vedere realtà lontane dalla mia. Da quella volta non ho mai smesso di viaggiare e ogni volta che parto lo faccio evitando di chiudermi in un resort ma andando a conoscere scuole, baraccopoli, associazioni.
L’altra conquista della libertà l’ho avuta grazie a don Gian Carlo. Fu lui il primo a regalarmi un libro. Di là di quelli che ero stato obbligato a prendere in mano, per la prima volta avevo la possibilità di leggere un testo che mi avrebbe concesso la libertà del sapere, del conoscere. Ora, provate a fare un’operazione semplice, semplice: sostituite quel “denaro” con la parola “istruzione”: “L’istruzione è l’unico vero strumento di libertà. La scuola, i libri servono a essere liberi. Chi si istruisce comanda. Lo dico a te che sei una donna: istruirti vuol dire comandare. E’ un grande strumento di libertà l’istruzione”.
Ecco, davanti alle telecamere della Televisione pubblica vorremmo vedere gente che trasmette fiducia a dei bambini, a tutti i bambini anche a quelli che non sono nati da un imprenditore.
Quindi State attenti a quelli che vogliono continuamente farvi la morale..sono peggio di voi in realtà
19.12.18
quando la censura o l'edulcorazione spiega meglio le cose ed non è negativa in se il caso della fiction l'amica geniale
Comunque sia la motivazione della , io preferisco chiamarla edulcorazione , in quanto i primi baci forzati e la lacrima sul volto della prpotagonista dice tutto . Infatti concordo con quanto dice
fra 3.29-3.40. quel fermo immagine suk volto rigato dalle lacrime mette in evidenza e fa capire benissimo cosa la protagonista ha dato subire .Certo che come dice nel commento al video sopra riportato
Maria Elena Musardo3 giorni faSicuramente mi sarebbe venuto da vomitare ma io avrei voluto vederla tutta integrale la scena fanno vedere tante cose orribili che non si dovrebbero far vedere e per una scena solamente addirittura la tagliano be allora secondo me hanno sbagliato questo e quello che penso.
censura o non censura la fiction non è niente male
Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti
dopo a morte di Maurizio Fercioni ( foto sotto a centro ) , fondatore del Teatro Parenti a Milano e primo tatuatore d’Italia Gia...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
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Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...
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