Visualizzazione post con etichetta sindrome di down. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sindrome di down. Mostra tutti i post

11.10.22

Sindrome di Down, Emanuela e Davide: "Siamo felici insieme, lasciateci vivere il nostro amore e Sposa vegana infuriata, fidanzato cancella menu del matrimonio (senza dirglielo) perché vuole la carne

 da  REPUBBLICA  ONLINE 

Sindrome di Down, Emanuela e Davide: "Siamo felici insieme, lasciateci vivere il nostro amore"

Davide ed Emanuela sono due ragazzi con la sindrome di Down, hanno 22 e 23 anni e un sogno: sposarsi e andare a vivere insieme. “Siamo fidanzati da cinque anni, ma non è stato facile. Abbiamo vissuto molte difficoltà e ostacoli ma alla fine, dopo aver lottato tanto, siamo riusciti nel nostro sogno di stare insieme”.


I due ragazzi di Milano abitano ancora con i genitori ma stanno cercando la propria indipendenza: Davide lavora da un anno come addetto alla logistica di un negozio sportivo, mentre Emanuela da qualche anno lavora come cameriera in un bar ma tra lavoro e tempo libero hanno difficoltà a ritagliarsi dei momenti intimi.
"Avere una relazione amorosa è diritto di tutti - ha precisato Martina Fuga, responsabile della comunicazione dell'associazione Coordown - ma oggi per le persone con sindrome di Down è ancora un tabù. Spesso le persone con disabilità intellettiva sono considerati degli eterni bambini: bisogna cambiare questo preconcetto dando gli strumenti alle persone con disabilità per poter vivere la loro sessualità in modo sano e responsabile".
“Ai genitori vorrei consigliare di ascoltare i bisogni dei propri figli, lasciar loro gli spazi necessari senza negargli l’opportunità di vivere esperienze importanti per la propria infanzia”, hanno detto i due ragazzi che, a tutte le persone come loro, hanno suggerito: “Dovete combattere e lottare per il vostro amore, credete in voi stessi e abbiate fiducia nella persona che potrà prendersi cura di voi”.

                                      Di Edoardo Bianchi

------

Sabato 8 Ottobre 2022
Sposa vegana infuriata, fidanzato cancella menu del matrimonio (senza dirglielo) perché vuole la carne

Uno sposo ha cancellato il menu vegano del matrimonio perché voleva la carne. Molte persone si innamorerano nonostante differenze fondamentali. Ma queste diversità possono diventare grandi ostacoli al momento del matrimonio. Questo è stato il caso dell'utente di reddit SarahJake2022 e del suo fidanzato. Lei e la sua famiglia seguivano tutti la stessa dieta rigorosa, di cui lo sposo non era un grande fan. Tanto che ha eliminato tutte le sue scelte alimentari senza dirglielo.
La sposa ha spiegato come un grave disaccordo sul menu del loro matrimonio abbia portato a una tensione inaspettata con il suo fidanzato. Erano d'accordo su tutto, tranne sul cibo. "Io e la mia famiglia siamo vegani e ci sono così tante ragioni per cui abbiamo scelto questo stile di vita e una di queste è che abbiamo una storia di problemi di salute". Ma non così per i parenti dello sposo. "Il mio fidanzato e la sua famiglia sono l'esatto opposto. Sono mangiatori di carne accaniti, il che ovviamente per me va bene."

L'opposizione

Quando la sposa decide il menu del cibo del matrimonio vuole aggiungere 4-5 opzioni vegane. Ma il fidanzato e la madre si sono oppongono dicendo che era uno spreco di denaro per il cibo che 'non è vero cibo'. Hanno anche sostenuto che sarebbe stato offensivo per i 'loro' ospiti. Lei si rifiuta di discuterne e fa di testa sua.

La sopresa

La sposa scopre che il futuro marito aveva cancellato tutte le opzioni vegane e le aveva tolte dal menu completamente alle sue spalle. "Stavo ribollendo. L'ho chiamato al lavoro ma continuava a riattaccare. Sono andato direttamente al suo posto di lavoro e l'ho affrontato lì e l'ho semplicemente preso di mira. Era sbalordito nel vedermi. All'inizio ha detto che era stata un'idea di sua madre, poi mi ha detto di andare a casa perché stavo facendo una scenata in ufficio".

13.7.22

Là dove ieri c’era la fogna della Storia da oggi ci sarà la bellezza e la dignità del lavoro e dell’inclusione la storia È la storia della “Locanda dei Girasoli”, una pizzeria gestita da una cooperativa di donne e uomini con sindrome di Down

https://www.facebook.com/LocandadeiGirasoli/
https://www.lalocandadeigirasoli.it/



da   https://www.facebook.com/lorenzotosa.antigone/



Questa è una storia di lavoro, dignità, bellezza. Dal finale straordinario.È la storia della “Locanda dei Girasoli”, una pizzeria gestita da una cooperativa di donne e uomini con sindrome di Down che, per 22 anni, ha animato con piatti di qualità e integrazione sociale il Quadraro a Roma, prima di essere costretti come tanti alla chiusura, nel gennaio di quest’anno.

dal  sito    della cooperativa 
La Locanda Dei Girasoli – Ristorazione inclusiva
Oggi, grazie allo sforzo della Regione Lazio, del Presidenze Zingaretti e di tante persone perbene, la notizia più bella: la Locanda dei Girasoli è salva, riaprirà i battenti. Non in un luogo qualunque ma nei locali Ater di via Taranto che per anni sono stati occupati abusivamente da Forza Nuova, prima di essere meritoriamente sgomberati dall’allora sindaca Raggi.Pensate che segnale, che messaggio politico profondo. Là dove ieri c’era la fogna della Storia da oggi ci sarà la bellezza e la dignità del lavoro e dell’inclusione.Non succede spesso, ma a volte la politica sa essere davvero bella.

6.9.16

Giacomo Mazzariol: "Lettera ai normali che evitano mio fratello"

leggi  anche



Giacomo Mazzariol: "Lettera ai normali che evitano mio fratello"

Il ragazzo di Castelfranco Veneto ha inviato a "Repubblica" uno scritto toccante che sfata tanti luoghi comuni sulla sindrome di Down

11.7.15

Maturità, storia di Silvia studentessa Down da centoMaturità, storia di Silvia studentessa Down da cento

 queste  sono storie    e fatti altro che gossip . Ora  è vero che    << i commissari ho presentato una tesina su di me. Devo dire che me li sono conquistati, soprattutto i prof di inglese e di filosofia: hanno apprezzato tantissimo le mie poesie>> Ma Silvia Barbarotto, quasi 20 anni, è una studentessa affetta dalla sindrome di Down. Ha appena finito il liceo di Scienze umane all’istituto Virgilio di Milano. Con il massimo dei voti: cento centesimi. Certo, la prova non era quella ministeriale, ma un esame adatto al suo «Pei», cioè il percorso educativo individualizzato sviluppato nel corso dei cinque anni grazie a una rete di insegnanti di sostegno. E non avrà il valore di una normale maturità infatti : Silvia riceverà un «certificato di competenze acquisite». Ma è comunque un risultato di cui essere fieri.

  sempre   sulla stessa storia  ti potrebbe   interessare



Silvia, appassionata di poesia, è uscita dal liceo Virgilio di Milano con il massimo dei voti nella prova personalizzata. «Da grande vorrei imparare a fare i massaggi»
di Alessandra Dal Monte











«Ai commissari ho presentato una tesina su di me. Devo dire che me li sono conquistati, soprattutto i prof di inglese e di filosofia: hanno apprezzato tantissimo le mie poesie». Silvia Barbarotto, quasi 20 anni, è una studentessa affetta dalla sindrome di Down. Ha appena finito il liceo di Scienze umane all’istituto Virgilio di Milano. Con il massimo dei voti: cento centesimi. Certo, la prova non era quella ministeriale, ma un esame adatto al suo «Pei», il percorso educativo individualizzato sviluppato nel corso dei cinque anni grazie a una rete di insegnanti di sostegno. E non avrà il valore di una normale maturità: Silvia riceverà un «certificato di competenze acquisite». Ma è comunque un risultato di cui essere fieri.
Dalla poesia ai massaggi
«Sono molto contenta — racconta Silvia —. Nel primo scritto ho dovuto commentare un testo di Pirandello mentre nella prova di Scienze sociali un brano sulla situazione di un ragazzo. Poi all’orale, oltre all’autopresentazione, ho portato diverse materie: filosofia, inglese, matematica, storia, italiano, scienze sociali. E ho parlato tanto di poesia, che per me è una vera passione». Silvia legge alcuni suoi versi al telefono. Asciutti e incisivi. «Il mio poeta preferito è Ungaretti. Ma mi piacciono anche Shakespeare, Pascoli, Leopardi, Omero. E un po’ D’Annunzio». Da quando la scuola è finita Silvia è un po’ dispiaciuta. «Mi sono trovata bene in classe con i miei compagni. Adesso non so bene cosa farò: mi piacerebbe andare all’Istituto San Giusto — la scuola di Milano che insegna un lavoro ai ragazzi Down attraverso laboratori pratici (giardinaggio, ceramica, cucito, cucina e bar, informatica), ndr —. E, in futuro, imparare a fare massaggi».
Un futuro difficile
Mentre Silvia sogna, mamma Cristina fa i conti con le questioni pratiche: «I posti al San Giusto sono molto pochi. E proseguire gli studi è difficile. Intanto dovrei far riconoscere la maturità di Silvia, magari in questo mi può aiutare l’associazione Gpd, genitori persone Down, a cui siamo iscritti. Ma poi? Purtroppo dopo le superiori per chi è affetto da questa sindrome c’è il nulla. A maggior ragione devo ringraziare il liceo Virgilio, che l’ha accolta e seguita per cinque anni. Questo percorso Silvia l’ha finito alla grande. Adesso ci rimettiamo in pista per il futuro».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...