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11.7.15

Maturità, storia di Silvia studentessa Down da centoMaturità, storia di Silvia studentessa Down da cento

 queste  sono storie    e fatti altro che gossip . Ora  è vero che    << i commissari ho presentato una tesina su di me. Devo dire che me li sono conquistati, soprattutto i prof di inglese e di filosofia: hanno apprezzato tantissimo le mie poesie>> Ma Silvia Barbarotto, quasi 20 anni, è una studentessa affetta dalla sindrome di Down. Ha appena finito il liceo di Scienze umane all’istituto Virgilio di Milano. Con il massimo dei voti: cento centesimi. Certo, la prova non era quella ministeriale, ma un esame adatto al suo «Pei», cioè il percorso educativo individualizzato sviluppato nel corso dei cinque anni grazie a una rete di insegnanti di sostegno. E non avrà il valore di una normale maturità infatti : Silvia riceverà un «certificato di competenze acquisite». Ma è comunque un risultato di cui essere fieri.

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Silvia, appassionata di poesia, è uscita dal liceo Virgilio di Milano con il massimo dei voti nella prova personalizzata. «Da grande vorrei imparare a fare i massaggi»
di Alessandra Dal Monte











«Ai commissari ho presentato una tesina su di me. Devo dire che me li sono conquistati, soprattutto i prof di inglese e di filosofia: hanno apprezzato tantissimo le mie poesie». Silvia Barbarotto, quasi 20 anni, è una studentessa affetta dalla sindrome di Down. Ha appena finito il liceo di Scienze umane all’istituto Virgilio di Milano. Con il massimo dei voti: cento centesimi. Certo, la prova non era quella ministeriale, ma un esame adatto al suo «Pei», il percorso educativo individualizzato sviluppato nel corso dei cinque anni grazie a una rete di insegnanti di sostegno. E non avrà il valore di una normale maturità: Silvia riceverà un «certificato di competenze acquisite». Ma è comunque un risultato di cui essere fieri.
Dalla poesia ai massaggi
«Sono molto contenta — racconta Silvia —. Nel primo scritto ho dovuto commentare un testo di Pirandello mentre nella prova di Scienze sociali un brano sulla situazione di un ragazzo. Poi all’orale, oltre all’autopresentazione, ho portato diverse materie: filosofia, inglese, matematica, storia, italiano, scienze sociali. E ho parlato tanto di poesia, che per me è una vera passione». Silvia legge alcuni suoi versi al telefono. Asciutti e incisivi. «Il mio poeta preferito è Ungaretti. Ma mi piacciono anche Shakespeare, Pascoli, Leopardi, Omero. E un po’ D’Annunzio». Da quando la scuola è finita Silvia è un po’ dispiaciuta. «Mi sono trovata bene in classe con i miei compagni. Adesso non so bene cosa farò: mi piacerebbe andare all’Istituto San Giusto — la scuola di Milano che insegna un lavoro ai ragazzi Down attraverso laboratori pratici (giardinaggio, ceramica, cucito, cucina e bar, informatica), ndr —. E, in futuro, imparare a fare massaggi».
Un futuro difficile
Mentre Silvia sogna, mamma Cristina fa i conti con le questioni pratiche: «I posti al San Giusto sono molto pochi. E proseguire gli studi è difficile. Intanto dovrei far riconoscere la maturità di Silvia, magari in questo mi può aiutare l’associazione Gpd, genitori persone Down, a cui siamo iscritti. Ma poi? Purtroppo dopo le superiori per chi è affetto da questa sindrome c’è il nulla. A maggior ragione devo ringraziare il liceo Virgilio, che l’ha accolta e seguita per cinque anni. Questo percorso Silvia l’ha finito alla grande. Adesso ci rimettiamo in pista per il futuro».

23.1.14

anche la vita ai margini può essere stupenda la storia di Annette Gabbedey orafa senza dita

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unione sarda  del 23\1\2014 
Leggo sulla pagina di facebook   dell'unione sarda  (  www.unionesarda.it  )  d'oggi  la storia  di Annette Gabbedey, una storia   particolare  .Infattti come potete vedere  anche dalla foto sopra  essa è  l'unica donna al mondo a essersi cimentata nell'arte dei preziosi nonostante il suo handicap.
dal suo sito   
Le sue mani sono senza dita. Una grave malformazione, quella di Annette Gabbedey, che non le ha impedito di realizzare il suo sogno: creare gioielli. Nel suo negozio di Frome, nel Somerset, l’orafa inglese, 48 anni, produce (come se fosse la cosa più naturale del mondo) braccialetti, anelli e orecchini, pur non potendosi aiutare con le dita. A lei, esperta nella lavorazione dell'opale e di altri metalli preziosi, il primato a livello mondiale per essere riuscita in un'impresa tutt'altro che facile: sperimentare l'arte orafa nonostante la disabilità.
Molti si chiedono, fra  cui  http://donna.fanpage.it/  come Annette riesca a portare avanti un’attività in cui l’uso delle mani è indispensabile, ma la donna afferma che riesce a compiere ogni movimento necessario in maniera del tutto naturale e senza sforzi, per lei non c’è nulla di strano nel creare gioielli senza dita. Prima di iniziare una lunga pratica con gli esperti gioiellieri dell’Hatton Garden di Londra, Annette ha studiato in un’importante scuola di orafi e seguito un corso all’Università. Dopo gli studi si è trasferita a Somerset ed è diventata una delle più esperte creatrici di gioielli della Gran Bretagna, si è specializzata nella lavorazione dell’opale ed oggi è proprietaria di una boutique in cui vende i suoi splendidi oggetti preziosi.

quindi in .... a chi dice   che chi ha un handicap   non possa ne fare niente  nè  fare una vita  normale 








emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...