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7.8.25

Stefano Argentino suicida, il paradosso dei risarcimenti: la famiglia di lui lo riceverà, quella di Sara Campanella non avrà nulla



troppo indignato e poco lucido per commentare questa notizia da LEGGO.IT tramite Msn.it







Una vicenda drammatica che ha sconvolto due famiglie, quella di Sara Campanella, la ragazza di 22 anni uccisa lo scorso 31 marzo, e anche quella di Stefano Argentino, il 27enne reo confesso dell'omicidio, che mercoledì mattina si è impiccato nel carcere di Gazzi a Messina. Ma questo dramma potrebbe avere un seguito paradossale, che riguarda i risarcimenti: la famiglia del giovane killer potrebbe infatti avere un indennizzo dallo Stato, mentre la famiglia della vittima non riceverà nulla, o quasi.
Era ritenuto a rischio suicidio
Argentino è stato trovato senza vita nella mattinata di ieri, mercoledì 6 agosto, impiccato con un lenzuolo alle grate della finestra: era accusato di aver sgozzato in pieno centro la collega universitaria Sara Campanella, 22 anni, dopo mesi di stalking. Lei lo aveva allontanato più volte e la sera dell’omicidio aveva scritto alle amiche “il malato mi segue”. Il delitto era avvenuto davanti a molti testimoni e lei era riuscita anche a registrare con il telefono gli ultimi momenti della sua vita.
Dal giorno dell’arresto Argentino, reo confesso, era ritenuto a rischio suicidio: digiuno prolungato, depressione, colloqui con gli psicologi. Era stato posto in “grande sorveglianza”, un protocollo che prevede controllo a vista e cella singola senza oggetti pericolosi. Negli ultimi colloqui sembrava più stabile; per questo, due settimane fa, la direzione ha revocato le misure di prevenzione, riassegnandolo a una cella comune. È in questo contesto, meno controllato, che il giovane riesce a farla finita.
«Lo Stato è responsabile della sua morte»
«È il triste, drammatico, epilogo di una storia di cui si supponeva gia il finale. Sara è stata uccisa, Stefano si è tolto la vita e l’unica responsabilità è da attribuire allo Stato», ha detto mercoledì all'Adnkronos l'avvocato Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino. «Avevo chiesto una perizia psichiatrica perché avevo compreso Stefano e i suoi problemi e il gip me l’ha negata - prosegue il legale - Avrebbe potuto salvare almeno una delle due vite, invece lo Stato dovrà sentirsi responsabile del misfatto». Il problema, come ha spiegato il sindacato di polizia penitenziaria Spp, è che in Italia mancano migliaia di guardie carcerarie e non è affatto facile mantenere un detenuto in sorveglianza speciale mentre a malapena si riesce a gestire l'ordinario.
Il cortocircuito dei risarcimenti
Il 10 settembre sarebbe dovuta iniziare la prima udienza davanti alla Corte d’assise. Con la morte dell’imputato, il reato di omicidio si estingue (“mors rei”), il procedimento penale si chiude e le parti civili perdono ogni spazio processuale. Questo apre un cortocircuito etico: ora c’è la possibilità che la famiglia del suicida ottenga un risarcimento dallo Stato per omessa vigilanza, mentre la famiglia di Sara Campanella non avrà mai nessun indennizzo né da lui né dai suoi genitori. Al massimo potrà accedere al fondo pubblico per le vittime di reati intenzionali violenti.
L’Adnkronos ha contattato l’avvocato e direttore di “Giurisprudenza Penale” Guido Stampanoni Bassi, per capire cosa può succedere ora: «La famiglia del detenuto suicida può ottenere un risarcimento dallo Stato, indipendentemente dal reato compiuto o se era stato accertato o meno. L’art. 2 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo impone allo Stato di proteggere la vita di chi è sotto la sua custodia; la mancata prevenzione di un suicidio configura responsabilità civile (e talvolta penale) dell’amministrazione penitenziaria».
Il precedente di Antonio Citraro
«Il caso ricorda la sentenza 'Citraro e Molino c. Italia' della Corte di Strasburgo”, prosegue l’avvocato Stampanoni Bassi: «Antonio Citraro si era impiccato nel 2001 nello stesso carcere, il Gazzi di Messina. Dopo ben 19 anni e molti procedimenti, nel 2020, i genitori ottennero 32.900 euro perché lo Stato, pur conoscendo il rischio, non aveva impedito il gesto».
Il risarcimento "simbolico"
Il nostro ordinamento prevede un risarcimento civile, a carico del responsabile, a favore dei coniugi, genitori o figli delle vittime di omicidio, che viene liquidato durante il processo penale. Ma cosa può fare ora la famiglia di Sara Campanella? «In teoria potrebbe citare in giudizio (civile) i familiari di Stefano Argentino, ma attenzione: se non dovessero accettare l’eredità del defunto, questa strada si chiude immediatamente». Dunque l’unica via resterebbe il fondo pubblico per le vittime di reati intenzionali violenti, istituito nel 1999 e riformato varie volte per includere via via nuove categorie, dai morti di mafia agli orfani di femminicidio. «Si tratta di un indennizzo da 50mila euro, una cifra simbolica rispetto al valore di una vita umana, che si riceve al termine di un procedimento piuttosto complesso», spiega Stampanoni Bassi.
Da Stasi a Turetta, quanto versano ai familiari
La cifra è simbolica rispetto a quanto viene normalmente liquidato in questi casi. Per fare un esempio tornato di recente al centro della cronaca: Alberto Stasi in questi 16 anni ha dovuto versare oltre 850mila euro alla famiglia di Chiara Poggi, indebitandosi e lavorando in carcere. Filippo Turetta dovrà versare 500.000 euro a Gino Cecchettin, 100 mila euro ciascuno ai due fratelli di Giulia e anche 30 mila euro alla nonna e allo zio.
La famiglia di Fabiana Luzzi, uccisa a 16 anni a Corigliano dall'ex fidanzato Davide Morrone, all'epoca minorenne, riceverà 1,3 milioni di euro che dovranno essere versati dall'omicida in solido con i suoi genitori. E così potrebbe verificarsi il paradosso per cui la famiglia della vittima avrà al massimo una somma simbolica, mentre quella dell’omicida reo confesso potrebbe ricevere molto di più, a spese dei contribuenti.

16.6.13

quando la morte unisce Si toglie la vita schiantandosi in auto contro il muro del cimitero Tragica fine di un pensionato di Sestu. Nell’impatto l’auto ha preso fuoco e l’uomo è morto carbonizzato

cazzeggiando  sul sito de  la nuova  sardegna   ho trovato  questa news  


CAGLIARI. Era depresso per aver perso la moglie qualche hanno fa, un malessere che questa mattina lo ha spinto a togliersi la vita. Ha lanciato la sua auto a tutta velocità contro il muro esterno del
cimitero, a Sestu: nell’impatto la vettura ha preso fuoco e lui è morto carbonizzato. La vittima è un pensionato di 72 anni. Secondo quanto accertato dai carabinieri, poco prima delle 8 l’anziano è uscito di casa e a bordo della sua Fiat 600 e ha raggiunto il cimitero. Poi ha lanciato la macchina contro il muro esterno del camposanto, uccidendosi. Il corpo è stato scoperto alle 7.40 dai vigili del fuoco intervenuti per domare l’incendio dell’auto. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Sestu e i colleghi della Compagnia di Quartu. I militari dell’Arma hanno subito avviato le indagini per fare piena luce sull’episodio. A casa dell’anziano è stato trovato un biglietto con scritto quanto stava per fare. A spingerlo verso il gesto estremo, la depressione per la perdita della moglie qualche hanno fa. Nel biglietto il pensionato ha scritto chiaramente di voler raggiungere la moglie, seppellita proprio al cimitero di Sestu.

8.1.13

Speriamo che il caso di Carolina P serva a qualcosa

  (....) Per  quanto voi  vi crediate   assolti  
  siete per  lo stesso coinvolti (...)  
(  Nella mia ora  di libertà   fabrizio de Andrè  ) 

Inizialmente  volevo ,  ,mai poi   non m'andava  d'aggiungere ovvietà   ad ovvietà , scrivere sui twitter  qualcosa  o  commentare  sul  famosa  tread   dedicato  a  Carolina  . Ma poi  ho deciso  di  parlare  di lei   ma  in un  altro modo    e  il titolo del blog  lo conferma  .  Infatti    ad  uccidere   quanto meno creare  problemi  ai ragazzi   vittime di bullismo   (  che sta  continuamente  aumentando  ,  se  addirittura  il settimanale  topolino  di solito poco   esplicito e diretto ma , negli ultimi   tempi   sta   cambiando qualcosa e sta  ritornando alle origini,a pubblicare  temi politici*\ attuali  ,  sta   facendo delle storie  dedicate  a tale tema  come  questa      de n°2981 di cui  trovate    la  foto  sotto   in edicola  questa settimana  )


foto  prese  da https://www.facebook.com/Topolino?ref=ts&fref=ts

non sono   tanto i  bulli --  con questo  non intendo   nè  giustificarli nè  elogiarli - che    sono  sempre  esisti e  tutti\e   forse  per  coprire le  nostre fragilità   o  essere al centro dell'attenzione  lo siamo  per  un periodo  stati  ( sottoscritto compreso  )  , ma  con chi deve  vigilare  ed educare  ( Insegnanti e  Genitori  )  .Infatti  :


  da i commenti  all'articolo  su tale fatto  di  http://www.huffingtonpost.it/

Concludo  il post  con   : 1) un VFNCL   a  tutti\e  quelle  firme  editoriali e non che   danno   la  colpa  alla società ( dimenticando  che la  società  siamo  noi tutti\e ) o  si mettono a fare crociate    contro le  nuove  tecnologie  , dimenticando  o   facendo  di  non  sapere   che  la  tecnologia in realtà  sono neutre  e  l'uso deleterio che  se  ne  fa  e che ne  fanno i  giovani dell'età  di  Carolina o di Matteo (  un' altra  vittima  c che  ha  dovuto cambiare  scuole  per  bullismo   uno dei pochi  che  ha  avuto insieme ai genitori di denunciare  e cambiare  scuola   qui  ulteriori news   in particolare    con  ancora  uno spirito critico   in formazione     non guidati \  aiutati   da genitori  \  educatori  .  2)   suggerisco  agli educatori  d'oratorio  e  scout    di   togliere   la  dictura  dal regolamento  vietato parlare di politica  ( perchè anche prendere posizione    contro qualcosa  \ qualcuno è politico* al di là dell ideologie ) , di addottare e fare pressione alla loro scuole come hanno fatto altre scuole questo libro Per questo mi chiamo Giovanni è un libro di Luigi Garlando edito dalla Fabbri e uscito nel 2004 ed eventualmente ( forse più agile per i ragazzi ) l'adattamento a fumetti pubblicato Nel novembre del 2008 per la Rizzoli a cura di Claudio Stassi autore della sceneggiatura e dei disegni   (  qui  maggior  news   e   foto a  destra   e sotto un corto  ispirato ad esso   )



in cui   un  ragazzo  rompe  il  muro di silenzio    e si ribella  ai bulli  ed  a prepotenti usando l'arma  della legalità   Perchè :  come  dice  http://www.informagiovani-italia.com in questo articolo << ( ..)  Il bullismo si evolve con l'età, cambia forma, ed in età adulta lo ritroveremo in tante, troppe prevaricazioni sociali, lavorative e familiari. >>  si rischia  che  essi finiscano   per  diventare manovalanza  per le mafie  , se non mafiosi  o criminali  loro stessi  .    proprio mentre    finisco di scrivere  queste righe   iniziano a sentirsi le note  (  tratte dall'album\ cofanetto  Fabrizio de Andrè  i  concerti  )  di Amico  fragile  (  testo e  video  )  dedicato a   tutte le  Caroline  e i Matteo  vittime di bullismo 

*  da  non confondere  con Politiki  \  politika   che  +quella  delle ideologie \  sovrastrutture   culturali   e delle istituzioni

Destinazioni lontanissime da raggiungere a velocità moderate: viaggiare in scooter è un’esperienza unica, diversa da tutte le altre

in sottofondo Vespa 50 special - Cesare Cremoni Culture Club - Karma Chameleon