Dolore
nudo. Sgranato negli occhi. L'uomo sorregge un cadavere scomposto, ma
già sa che non servirà a nulla. Siamo in piazza Tahrir, Egitto, un
normale week-end di paura. Il marito dell'attivista che reclamava pane e
giustizia, "né coi Fratelli Musulmani né con as-Sisi", leader d'un
partito piccolo, di sinistra, è una Pietà a rovescio.
Stavolta tocca a
lui restare e piangere; a lui farsi madre di quella ragazza crocifissa,
del suo idealismo inchiodato all'asfalto. E non vuol capire, pur se gli è
tutto chiaro. L'assassinio non ha lentezza solenne dei quadri. Avviene
un giorno qualunque, frastornato, assuefatto. D'assoluto c'è solo il
dolore, la notte senza più il corpo amato, il viola dell'incomprensione.
L'attimo atroce in cui il cuore può impetrare o sciogliersi in
abbraccio. Su quel giovane vedovo piove oggi tutta l'impotenza del
mondo. E il silenzio delle donne. Violenza millenaria, indifferente.
Pigra..
© Daniela Tuscano