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5.1.14

combattere o arrendersi ? una terza via lasciare fluire il dolore

 canzone consigliata    donchisciotte  - Guccini  

   Leggendo questo  "  editoriale sull'unione  sarda del  5\1\2014  mi  è venuta    questo mio pensiero o se  volete  elucubrazione   mentale
da  l'unione  sarda  5\1\2014 
    

Infatti   posso affermare   che  l'articolista   ha  effettivamente  ha ragione  . Perchè




 Ma  ogni tanto  , ovviamente   cio' non signifa  necessariamente    che si debba   smettere  o rinuynciare a  combattere  o peggio arrendersi  , lasciare che la vita  ti prenda  e ti porta  per mano  . O meglio  rimanendo   in ambito artistico  \  filosofico ( musicale  in questo caso ) lasciare   fluire  il dolore  perchè  





Csi - Bolormaa  


(...)
Monito terrorista che la retta per chi ha fretta\
Non conosce pendenze smottamenti rimonte
Densamente spopolata la felicita'
Densamente spopolata la felicita'
Preziosa
La felicita' senza limite e viene e va
La felicità  senza limite e viene e va
Viene
Viene e poi se ne va

(...) 


Quindi  non sempre   è  necessario combattere   perchè  a  volte   , esperienza  personale  , il dolore  se  non è   alimentato   va  via senza  fare  nulla   e  senza  sprecare  energia  

26.11.13

«Siamo tutti colpevoli di questa tragedia» Olbia, parla Il nipote di una delle vittima: noi complici del malaffare del cemento e gli idiioti che "Scappate, sono straripati i canali" Sciacalli col megafono seminano il panico


Ancora  dalla cronaca   post  alluvione  , scusate  ,   ma non riesco  ad  andare   avanti  , certi avvenimenti anche se  vissuti  in modo indiretto  (   fra le persone sfollate    e che  hanno avuti danni  , compreso mio zio  , ci sono amici   di famiglia e non , conoscenti  . E poi    ho trascorso  fino  ai  20  anni  le vacanze  di natale   e  estive    nella zona più  colpita  d'Olbia ,  il quartiere  Baratta   ci abitavano  i miei nonni materni   e mia  zia   ed  ci  abita  ancora mio zio  . E  ho conosciuto  l'evolversi   del quartiere  e delle sue  costruzioni  miste  ad  abusive  o  legali  )    ti restano dentro  e  difficilmente  il dolore  \ indignazione   fluisce    subito  . Ecco perchè condivido lo sfogo  di Samuele Canu  ,  e  monta la rabbia   su certe persone  che  scherzano ( neppure  io che  di solito sono  di battute  facile  e  faccio un uso  di humor nero    riesco a  spingermi a tanto  )   o usano  tale  scopo rubare  . 


Ma  ora  andiamo  agli articoli  il primo  è della  nuova  sardegna   del 26\11\2013
.
«Sono parole che provengono dritte dal cuore, ma che difficilmente sarei capace di pronunciare». La lettera alla “Nuova” di Samuele Canu  ( foto  a destra  )   19 anni, di Arzachena, studente a Sassari, è di quelle che emozionano e lasciano il segno. Sua nonna, Anna Ragnedda, è una delle vittime dell’alluvione a Olbia, e lui con sincerità e lucidità racconta la tragedia e ne dà una chiave di lettura che coinvolge tutti e apre un profondo, anche spietato motivo di riflessione.


di SAMUELE CANU

Caro direttore, ho 19 anni, abito ad Arzachena e frequento l'Università di Sassari. Scrivo queste poche righe a lei perché non ho la forza, né il coraggio di rivolgerle alla mia famiglia. Pochi giorni fa è venuta a mancare mia nonna, Anna Ragnedda di 83 anni, travolta dal nubifragio che ha colpito Olbia.
Ripenso ancora a due mesi fa, quando mi faceva gli auguri per l’Università e immaginavo la gioia che avrebbe provato nel divenire bisnonna per la terza volta.
È morta nella maniera peggiore, da sola, al primo piano del suo condominio, come un topo in gabbia, senza il conforto di una voce amica che potesse rassicurarla, senza che nessuno di noi potesse fare niente.
Esprimere il dolore che ho nel cuore è estremamente difficile, perché le parole che fuoriescono dalla mia bocca sono solo inutili, insignificanti suoni che appaiono sempre più distanti, sempre più impotenti, sempre più insensibili. Ogni giorno chiamo mia madre. Il come staiche le rivolgevo qualche settimana fa si è trasformato in un frastornante silenzio inframmezzato da un cosa fai?, state bene?, grazie al cielo qui a Sassari va tutto bene, perché so perfettamente cosa prova, quale stato d’animo si cela dietro la sua voce fioca e tremolante, sempre più ansiosa per la mia stessa incolumità.
Mi sento impotente, inutile. Vorrei poterle dire è stato il ciclone, come impropriamente l’hanno definito le testate nazionali, a portarci via nonna o è stata una tragedia, non potevamo prevederla ma non è così. Ma sarebbe un’autoassoluzione il cui lusso non ciè concesso. Abbiamo tutti le mani insanguinate. Io, te, papà, tutta la nostra famiglia e come noi, forse, molte altre perché sappiamo benissimo che la causa di quei 16 morti, tra cui 2 bambini e un’intera famiglia, delle centinaia di sfollati siamo in realtà tutti noi. Tutti noi abbiamo permesso che questo accadesse, che il malaffare, l’ingordigia, la stupidità e il compromesso cementizio prendessero il sopravvento. Perché sappiamo tutti quali maneggi, quali clientele esistano all’interno delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali, sino a raggiungere i piani alti della politica. Perché i tanti “dei”in giacca e cravatta, scesi dalle poltrone a magnificarci con la loro presenza, siamo stati noi a sceglierli e legittimarli, in cambio della speranza di un lavoro, di una vita dignitosa. Abbiamo abdicato alla nostra libertà, e purtroppo a molto di più, per ricevere in dono ciò che qualsiasi Stato democratico, autenticamente definibile in quanto tale, dovrebbe garantirci di diritto.Questa è la verità, nessun evento aleatorio, solamente la nostra volontà, divenuta schiava, è stata la causa di quel caos. Non sai con quanta fatica scrivo queste parole e pazienza se qualche figura istituzionale si risentirà per ciò che dico, sono convinto che nessuno di loro potrebbe rivolgermi lo sguardo sapendo di mentire. Mamma posso dirti però che ti sono vicino, e che insieme a me sono vicine tante altre persone che con totale disinteresse, senza alcun legame di sangue hanno dato se stesse per starci accanto, e stare accanto al disagio dell’intera Sardegna, e le ringrazio con tutto il mio cuore. Sono rammaricato del fatto che la fine di alcune delle tante acrimonie che regnano nella nostra famiglia sia stata legata alla morte di nonna. Facciamo almeno in modo che questo sia un dono che lei ci concede da lassù. A te e a chi dovesse leggere questa lettera dico una sola cosa: poniamo fine ad ogni odio che ci tiene distanti dalle persone care, perché come dice sempre papà "la vita è come una goccia che inesorabilmente scorre su una foglia". Dobbiamo avere premura di conservarla, prima che scompaia sotto i nostri occhi, per ricongiungersi a quel grande mare, a noi celato, delle anime scomparse.


il secondo   dal sito dell'unione sarda   d'oggi  
Strada ricoperta di fango. Una delle immagini simbolo del post-alluvione.


Olbia, "Scappate, sono straripati i canali"Sciacalli col megafono seminano il panico





Alla miseria generata da un grande disastro naturale come è quello che ha colpito la Sardegna lunedì 18, si aggiunge altra miseria: quella umana, di uomini senza scrupoli che girano dando notizie false. Obiettivo: seminare il panico.
Mentre la Procura bussa negli uffici comunali e provinciali di Olbia e sequestra documenti su dati tecnici, manutenzioni, infrastrutture, nei quartieri più colpiti dall'alluvione gli sciacalli vanno in giro col megafono: “Uscite dalle case, sta arrivando un tifone”.
Una serata davvero difficile, quella di ieri, per il comando di Polizia municipale che ha passato l'intero pomeriggio a correre dietro a queste bande, cercando di arginare furti e saccheggi. Tantissime le segnalazioni arrivate dalla Zona Bandinu - settore 12 - uno dei quartieri più sfortunati di questa tragedia. "Scappate sono straripati i canali", è stato uno degli annunci dato via megafono da uno degli sciacalli.

23.4.12

la vita è un casino ma alo stesso tempo vale la pena d'essere vissuta

se  da un lato Peanuts, di Charles M. Schulz  uno   dei fumetti ( insieme  a Geppo , Braccio di ferro , topolino  )  della mia infanzia  ed in cui  ogni tanto mi rifugio   mi fa chiedere  ma  perchè  ..... continuo a  farmi domande   se  poi  a volte  ( mi   ) succede proprio cosi  ? 

                  


ma poi   sia  degli  Bolormaa degli ex Csi   sia   questa  canzone    che  s'intitola Una Perfecta Excusa   qui  il testo  mi ha fatto  cambiare  idea   perchè  è meglio una vita \ opera  d'arte  piena  di dubbi e  di  domande  o vero  piena  di curve   ma senza  esagerare ,  ma trovando  un equilibrio  altrimenti si rischiano le  seghe  elucubrazioni  mentali 


 concludo   con queste  due  citazioni   segnalatomi dall'amico  Pino de Noia di  del gruppo di  facebook  radio Faber   :  1) << Ciò che io chiamo vita è quando mi sveglio al mattino e mi preparo una piccola tazza di tè. E sopravvivo. Proprio non so come si fa a vivere alla grande. [Bob Marley]., 2) Se vuoi arrivare primo,corri da solo. Se vuoi camminare lontano,cammina insieme.Proverbio africano (Kenyota).Che insieme all'inno frigideriano (  la  rivista  frigidaire  )  qui  il file midi caratterizzano  questo blog  e  tutte le altre  cose ( facebook , youtube , flicker  , ecc ) a cui  sono registrato 

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...