carcere al lavoro «Uno alla volta ci sono stati affidati e hanno iniziato a lavorare. Per qualcuno è arrivato un contratto a tempo indeterminato. Uno dei nostri si è comprato casa e vive oggi per conto suo. Stessi obiettivi di sempre: non è più semplice o più complicato, devi integrare e includere secondo equilibri esistenti e delicatissimi a prescindere». Oltre a chi ha avuto a che fare con il carcere e ora si ritrova a vedere una seconda possibilità proprio fronte mare, da diversi anni a Porto Ferro sono in corso inserimenti di persone con problemi psichici, ovviamente sotto controllo delle apposite strutture: «Sono 4/5, fanno un percorso estivo, lavorano al bancone, ai tavoli della griglieria, in cucina o nella squadra manutenzioni». Un enorme passo avanti quello compiuto da chi 20 anni fa arrivava su quella meravigliosa spiaggia selvaggia e sperduta per cominciare a costruire quel che oggi è piccolo grande merito e vanto oltre l’aspetto ludico e vacanziero. «Porto Ferro era abbandonato da tutti, istituzioni comprese. Era meta di campeggio abusivo che spesso lasciava tracce indelebili del suo passaggio sul territorio. Noi, insieme ai surfisti, la Bonga School, Vosma abbiamo accettato la sfida in un luogo per nulla semplice e si è creato un equilibrio naturale – continua Danilo Cappai –. Diverse realtà. Sguardi diversi sulla realtà. Persone spesso agli antipodi che convivono fra loro in armonia perfetta. Quando anche le istituzioni si sono accorte di noi, Porto Ferro era già stato scoperto e riscoperto da chi aveva percepito quell’equilibrio umano, quella sorta di magia che lo rende un posto speciale. Si sente che c’è. Il magistrato e l’ex galeotto, il dj e la modella, lo studente e il medico nella baia sono tutti, realmente uguali. Non è facciata. È realtà, la nostra realtà».
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Visualizzazione post con etichetta pazienti psichici e minori a rischio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pazienti psichici e minori a rischio. Mostra tutti i post
28.3.23
La coop opera a Porto Ferro ( sassari ) nel reinserimento di soggetti svantaggiati . Lavoro, surf e volontariato a Piccoli Passi il ritorno alla vita
carcere al lavoro «Uno alla volta ci sono stati affidati e hanno iniziato a lavorare. Per qualcuno è arrivato un contratto a tempo indeterminato. Uno dei nostri si è comprato casa e vive oggi per conto suo. Stessi obiettivi di sempre: non è più semplice o più complicato, devi integrare e includere secondo equilibri esistenti e delicatissimi a prescindere». Oltre a chi ha avuto a che fare con il carcere e ora si ritrova a vedere una seconda possibilità proprio fronte mare, da diversi anni a Porto Ferro sono in corso inserimenti di persone con problemi psichici, ovviamente sotto controllo delle apposite strutture: «Sono 4/5, fanno un percorso estivo, lavorano al bancone, ai tavoli della griglieria, in cucina o nella squadra manutenzioni». Un enorme passo avanti quello compiuto da chi 20 anni fa arrivava su quella meravigliosa spiaggia selvaggia e sperduta per cominciare a costruire quel che oggi è piccolo grande merito e vanto oltre l’aspetto ludico e vacanziero. «Porto Ferro era abbandonato da tutti, istituzioni comprese. Era meta di campeggio abusivo che spesso lasciava tracce indelebili del suo passaggio sul territorio. Noi, insieme ai surfisti, la Bonga School, Vosma abbiamo accettato la sfida in un luogo per nulla semplice e si è creato un equilibrio naturale – continua Danilo Cappai –. Diverse realtà. Sguardi diversi sulla realtà. Persone spesso agli antipodi che convivono fra loro in armonia perfetta. Quando anche le istituzioni si sono accorte di noi, Porto Ferro era già stato scoperto e riscoperto da chi aveva percepito quell’equilibrio umano, quella sorta di magia che lo rende un posto speciale. Si sente che c’è. Il magistrato e l’ex galeotto, il dj e la modella, lo studente e il medico nella baia sono tutti, realmente uguali. Non è facciata. È realtà, la nostra realtà».
Iscriviti a:
Post (Atom)
«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur
corriere della sera tramite msn.it \ bing Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...