VALSUSA, È NATA AURORA MARIA: UNA NUOVA RESIDENTE A MONCENISIO
La piccola Aurora Maria, bimba di Moncenisio
MONCENISIO – “Questa notizia è bella in questo periodo, ma lo sarebbe stata comunque: la bimba è la 40esima residente di Moncenisio, il segno che il paese è vero e vitale”. Con queste parole il sindaco Mauro Carena commenta la nascita della piccola Aurora Maria, venuta al mondo all’ospedale di Rivoli dall’amore di mamma Jonica e papà Enrico. Dopo 7 anni di attesa, Moncenisio ha così una nuova residente. “Il papà è il capo degli antincendio boschivi – aggiunge il sindaco – ed è stato l’ultimo alunno a da andare da solo nella scuola comunale. Questa è una storia di gente che ci crede, e dimostra che qui ci sono radici”.E’ una bella notizia la nascita di una nuova bimba della Valsusa, ma soprattutto per il piccolo villaggio di Moncenisio. Un raggio di sole in mezzo a queste giornate di difficili, che ci fa capire ancora una volta che la vita vince sempre e che la speranza a volte ha gli occhi bellissimi, proprio come quelli di Aurora Maria
con la madre
Aurora Maria pesa tre chili e mezzo ed è il raggio di luce che ha illuminato Moncenisio, il secondo più piccolo comune d'Italia, al confine della Francia che, dato Istat 2019, prima della sua nascita registrava 39 abitanti. E da sette anni non vedeva nascere un bambino. Aurora, per molti un simbolo di speranza in un un momento difficile in cui tutto il Paese sta combattendo l'emergenza Coronavirus, è nata martedì notte, intorno alle 2, nel giorno del 37esimo compleanno di suo padre Enrico. "È stato il mio regalo", dice sorridendo. È venuta alla luce all'ospedale di Rivoli dove la mamma Jonida è stata trasportata (e non a Briancon come da programma proprio le limitazioni degli spostamenti). Il padre ha dovuto attendere a lungo prima di vederla, sta aspettando la sua famiglia a casa, tra la neve a 1.500 metri di quota: hanno già fatto scorte e preparato tutto per l'arrivo di Aurora Maria con la felicità di viversi il momento nonostante la difficoltà di farlo in questi giorni complicati. "È la nostra prima bimba, spero già venerdì di portarla a casa - spiega il padre Enrico Perottino -. Mi hanno fatto entrare in sala parto per poco, poi ho dovuto aspettare fuori. Siamo molto felici"."È una bellissima bambina che rappresenta un avvenimento particolarmente felice per la famiglia e per tutto il nostro paese. Un segno di vitalità di Moncenisio - sottolinea il sindaco Mauro Carena - e una grande gioia in un momento in cui abbiamo ancor più bisogno di raccontare cose belle. Un bel segnale che si inserisce in un progetto che c'è per il nostro Comune, una realtà vera specie oggi dove si sta riscoprendo la natura". Ora la comunità l'aspetta a braccia aperte, vicinanza virtuale perché dovrà attendere ancora a lungo prima di festeggiarla ma la bella notizia ha fatto in poche ore il giro della decina di casa, dando a tutti un segnale di speranza
la seconda storia invece è tratta dalla nuova sardegna e dall'ansa sardegna e nazionale dei gioirni scorsi a Meana sardo un piccolo paese all'interno della sardegna dove ancora qualcuno va a cavallo all'asino .
Marco Dessì: "Dobbiamo stare attenti, non ho mai visto una cosa così"
NUORO. Tutte le mattine in groppa a Stella, la sua asina, si avvia in campagna ad accudire pecore, maiali e cani. Ai tempi del coronavirus, Marco Dessì, 81 anni di Meana Sardo, paesino dell'interno della Sardegna popolato prevalentemente da anziani, fa la vita di sempre ma con delle accortezze in più: la mascherina per proteggersi e proteggere e l'autocertificazione in tasca per andare a lavorare. Stamattina 23 marzo
Quel mio amico che mi ha " costretto "a rivedere tolo tolo di checco zalone , ha accettato di venire a vedere .
Da il trailer del film credevo che fosse :noioso e pesante , come Il divo il cui titolo esteso che compare all'inizio del film è Il divo - La spettacolare vita di Giulio Andreotti,film biograficodel2008scritto e diretto daPaolo Sorrentino, sulla vita delsenatore a vitaGiulio Andreottifino agli anni novanta. E che ci fosse più storia , più biografia . Ed non solo gli ultimi mesi di vita di Craxi .
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E' forse per questo che a chi non conosce ( o non ricorda ) la storia di tangentopoli e dell'italia rampante degli anni 80 ( la milano da bere ) ovvero uno spaccato scottante della nostra Storia recente può sembrare ( nonostante vi si riportino le diverse versioni ) : troppo apologetico e filo craxiano , Giustificazionista quasi assolutorio , qualunquista .
Ma man mano che si procede nella visione ricca di pathos dato che in sala c'era un silenzio tombale è evidente che Amelio sia più interessato a un ritratto più privato che politico.
Infatti, il film si concentra sugli ultimi mesi di vita di Craxi (che morì il 19 gennaio del 2000), nel suo rifugio ad Hammamet, in Tunisia « Non lo definirei né esule, visto che parliamo di un uomo che, all'epoca, aveva due condanne passate in giudicato, né latitante, visto che tutti sapevano dov'era: i giornalisti avevano il suo numero di telefono, lo chiamavano per intervistarlo, e i magistrati avrebbero potuto benissimo raggiungerlo là ».
una delle scene del film
Il regista, inoltre, si è preso varie libertà. A cominciare dai nomi. Craxi non viene mai chiamato per nome, ma con il titolo di «presidente» e la figlia, nella realtà Stefania, nel film si chiama Anita. « Come la moglie di Giuseppe Garibaldi, perché Craxi aveva una venerazione per Garibaldi», ha detto Amelio sempre su https://www.vanityfair.it qui l'articolo integrale « È vero, ho cambiato il nome della figlia, ma non l’ho chiamata Mafalda. Le ho dato un nome che avesse un senso ». Ugualmente, il regista non ha voluto dare un’identità precisa al tesoriere del partito socialista (interpretato da Giuseppe Cederna e presente nella sola scena iniziale), e lo stesso per il politico democristiano ( Renato Carpentieri ) che lo va a trovare e che cerca di convincerlo a rientrare in Italia dove avrebbe potuto fasi curare meglio (e probabilmente sopravvivere più a lungo) e per l’ex amante (Claudia Gerini). Inoltre, Amelio ha inserito un personaggio di finzione: Fausto il figlio del tesoriere di partito morto suicida durante le inchieste. «Avevo bisogno di un antagonista, il figlio di qualcuno che in vita aveva cercato di far capire al presidente che la situazione stava precipitando. È come se Fausto voglia ottenere da lui le risposte che non ha potuto avere dal padre ».
Ora viene da chiedersi questo intreccio tra finzione e realtà è riuscito? seconda men in parte. Il rischio è stato duplice. Da una parte c’è il pericolo che i più giovani non capiscano i riferimenti alle inchieste, ai giudici, che non comprendano il senso usato nel film di “finanziamenti pubblici ai partiti”, e così via. Dall'altra, chi ricorda le vicende giudiziarie può rimanere perplesso dal fatto che le affermazioni del presidente, la sua convinzione di essersi adoperato per il bene del Paese e ingiustamente punito, rimangano senza un contraltare se non vago nella figura dell'esponmente politico che ha collaborato con la giustizia e che va a trovare C . Infatti Amelio si è «difeso» dicendo: « Quello che dice Craxi non è il mio punto di vista, se lui tuonava contro i giudici non avrei potuto fargli dire cose diverse, sarebbe stato un falso storico ». Ha ragione. Ma se l’intento era quello di risvegliare l’attenzione su un a caso di rimozione collettiva della memoria, come ha detto lo stesso regista, l’efficacia del film è ancora tutta da dimostrare. Ma Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall'interno. Amelio non vuole fare cronaca e neppure fantacronaca, bensì reinventare - poeticamente - gli ultimi mesi di un colosso caduto e sembra riuscirci , come testimoniano mote persone vicino a Craxi n particolare il suo fotografo ma non riesce a portarlo a compimento definitivo . Infatti secondo questo articolo del settimanale l'espresso
Con poche concessioni alla scena politica di quegli anni (il 49° congresso del Psi, con lo schermo triangolare di Panseca un po’ Star Trek e un po’ Scientology). E molte scene che ricreano in chiave intimista la parabola del grande decisionista. Per cui Sigonella diventa un gioco di soldatini del nipotino, Tangentopoli una macchinazione, il Raphaël uno spauracchio agitato dai turisti
. E Berlusconi appare solo in un vecchio tg, come un rimorso. Per alludere ai danni provocati dalle tv del Cavaliere, meglio una scena da “Secondo amore” di Douglas Sirk. Anche se sarà proprio un varietà stile Mediaset, beffarda nèmesi, a uccidere il Presidente.Il quale però, malgrado la superba prova di Favino e di tutto il cast, resta sempre un poco astratto. Un concentrato di grandezza e bassezze destinato a scontrarsi, come re Lear, con la figlia che vuole aiutarlo (Livia Rossi), o con l’ex compagno che ha deciso di collaborare coi giudici (Renato Carpentieri). E magari a sognare, fellinianamente, il padre scomparso (Omero Antonutti, alla sua ultima apparizione purtroppo). Ma anche a restare ostaggio di un film sempre un po’ troppo obliquo e calcolato per avvincere. Raccontare Craxi senza il craxismo era un’idea seducente. Ma per farne un personaggio a tutto tondo la cornicetta del discolo in collegio non può bastare.
Però tirando le somme fra i lati positivi
L'interpretazione da Oscar di Pierfrancesco Favino: il suo Craxi crepuscolare, decadente e umano ha una potenza rara.Tanto da far rimpiangere anche ai suoi nemici è da considerarlo migliore rispetto ai nostri politici attuali .
La regia di Gianni Amelio che decide di concentrarsi sugli ultimi mesi di vita del leader del Psi. Non c'è mistificazione, ma solo l'urgenza di indagare la dimensione più umana e privata di una delle pagine più controverse della nostra storia, come solo l'arte può fare. I lati negativi
Una commistione di realtà e fantasia, in cui i toni del noir si alternano a quelli onirici e grotteschi tipica del cinema Italiano pre riflusso atteggiamento che ha caratterizzato tutti gli anni 80 ed gli anni 90 escludendo il breve periodo fra il 1992\94
Posso dire che è stato un buon film . Ed il regista è riuscito , come ho già detto nel titolo a fare un film politico senza fare politica. Un Craxi crepuscolare e decadente quello di Amelio . Egli : << non è una vittima e non è un farabutto. È il grande e importante uomo politico che ha segnato la storia del nostro paese, e allo stesso tempo quello dalle grandi e riconosciute colpe: colpe che nel film lo perseguitano sotto forma di fantasma shakespeariano in carne e ossa, e lo costringono a fare i conti con la sua storia, la sua vita, la sua eredità. Il ritratto è complesso come il personaggio che dipinge, e non ci sono giudizi facili né sommari, ma solo la voglia di ragionare sulla storia di questo paese. Straordinario Favino, mimetico eppure personale, che non cede mai alle sirene della maniera. .... continua qui >> (Federico Gironi - Comingsoon.it) .Ecco quindi che quello su Craxi è un film più attento al versante privato della sua vicenda che a quello pubblico, anche se alcune indiscrezioni , farlocche ed aprioristiche ( perchè si ci sono ma sono contestualizzate ala personaggio di craxi e che accusava la magistratura ) vorrebbero Hammamet essere un film "garantista" che non risparmia le critiche alle modalità utilizzate dalla Procura di Milano durante Tangentopoli.
leggendo questo articolo di repubblica d'oggi ( vedi sopra ) sono tornato indietro nel tempo quando ad iniziare dal 1959 nacquero i gettoni usati fino al 31 dicembre 2001 )quando potevano ancora essere cambiati nei negozi 187 al valore di 9 gettoni = 1 scheda telefonica, anche se non venivano più coniati già dal 1980 Il valore del gettone era nel 1959 di 30 lire, nel 1964, di 45 lire, corrispondenti allora all'importo di 3 scatti telefonici, poi dal 1972 di 50 lire, dal 1980 di 100 lire e dal 1984 di 200 lire, venendo adeguato alla variazione del costo e della durata dello scatto telefonico. Il gettone era inoltre sovente utilizzato come moneta, pur non avendo alcun valore ufficiale di conio statale.
Infatti Con l'avvento dei telefoni funzionanti a monete e la diffusione degli apparecchi utilizzabili con schede telefoniche quali mezzo di pagamento per le conversazioni in punti pubblici, il gettone telefonico è andato fuori produzione.
Quindi sono una cosa storica e poi ci sono anche se purtroppo sono sempre meno lo stesso Agcom ... << pur riconoscendo che le postazioni telefoniche pubbliche svolgono un ruolo di importanza marginale e non possono essere ricomprese nel servizio universale, propone nuovi e più moderni utilizzi per le storiche cabine telefoniche da anni in corso di dismissione. .... continua qui >>
quanti ricordi nelle cabine
foto mia una vecchia cabina ormai tolta nel mio paese
Visto che , come credo molti\e di voi , sono legati nel bne e nel male a tali cabine compresi quelli che le vogliono eliminare ( leggere qui su https://www.tomshw.it/ i commenti ) si dovrebbero trovare soluzioni per salvarne qualcuna . Ad esempio
Alcune postazioni di telefonia pubblica potrebbero essere utilizzate dal fornitore del servizio universale per offrire alla popolazione residente nelle aree ad esse adiacenti un servizio di accesso a Internet alternativo o complementare a quello disponibile su rete fissa. "Il tutto con effetti positivi in termini di contribuzione all’assolvimento degli obblighi di servizio universale che deriveranno a seguito dell’adozione del codice europeo delle comunicazioni elettroniche e che vede il servizio universale circoscritto “ai servizi disponibili di accesso funzionale a Internet e di comunicazione vocale”" Un altro possibile impiego potrebbe essere quello di trasformare i PTP in punti di accesso Wi-Fi o fisici per i servizi a banda larga e ultra-larga. Soprattutto nelle zone in digital divide o comunque maggiormente arretrate sotto il profilo infrastrutturale potrebbe essere una temporanea risposta alle esigenze dei cittadini. Soprattutto se si considera la programmatica svolta digitale che ci aspetta nel campo dei servizi della pubblica amministrazione. Ad esempio l’obbligo di fatturazione elettronica sta mettendo in difficoltà alcuni imprenditori residenti in zone difficili, dove anche la telefonia mobile stenta nella connettività.
farne una cosa del genere https://www.inlinkuk.com/senza tenere allo stesso tempo la cabina di metallo? BT le ripaga con la pubblicità` che vende sui display.
come hanno fatto in svizzera Farne delle librerie . Metti due mensole con dei libri che la gente può leggere.Solo che in Italia vandalizzerebbero tutto tempo meno di un mese...24 ore forse...
degli h24 con wifi per poter mandare sms , wtzap , conettersi a internet , ecc con prepagate o pochi euro qual'ora il cell si scaricasse