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22.4.22

MAESTRO MANZI DOVE SEI . a 80 anni esclusi dalla tecnocrazia



É  vero    che    bisogna  aggiornarsi  ed  rimanere  al passo con i  tempi per  non rimanere  isolati  Le cose nuove che non si conoscono e fanno sempre paura e noi esseri umani tendiamo ad attaccarle, sminuirle o ignorarle. Ma solo se siamo aperti al nuovo possiamo evolvere  ed   rimanere  isolati 


ma   dobbiamo  evitare  che   gli anziani  subiscano    anziano   di noi  subiscano discriminazioni   ed  darwismo sociale  come riportato qui a  sinistra  da  questa lettera     presa  dal FQ  d'oggi  22\4\2022  . 
Per  evitare  o  ridurre  questo   si dovrebbero fare   dei corsi  di alfabetizzazione  digitale per  gli over  60   ancora   si è ( almeno  mi sembra  in tempo )   fare ,come  si  fece  con il maestro manzi (  qui  il titolo ) nel  secondo dopo guerra .Se   siamo arrivati  a  tale situazione (  vedere   il  video riportato nelle  righe precedenti )  E che  la  burocrazia  , per parafrasare Nanni Moretti , ed  lo stato    non  hanno   voluto farlo prima   man mano  che  la  tecnologia    ed  l'informatizzazione prendesse  corpo  e  si  radicalizzasse     ,  e  se  proponevi una  cosa  del genere   ti ridevano  dietro e ti  davano del matto 


3.5.20

Nuoro L’epopea di un gruppo di insegnanti che istruiva gli studenti tra monti e campi Dai viaggi in groppa all’asinello alle classi che si radunavano post mungitura



Cambiamo discorso   , non stiamo  sempre  a parlare  di Covid19    \ coronavirus  e notizie  legate direttamente  ed indirettamente  ad  esso legate  . Parliamo d'altro .  Riporto     qui   questo articolo  preso dalla nuova  sardegna del  29\4\2020  . Eccovi una storia d'altri tempi 😢😎😁 quando  ancora  l'analfabetismo   era  una  piaga   che sembra  ritornato in auge  , i  corsi ed  i ricorsi   della storia  .  Ma  ora   bado alle  ciance  veniamo  ala storia   d'oggi



NUORO
Mezzo secolo fa gli insegnanti colmavano le distanze con gambe da scalatori e volontà di ferro, oggi nelle scuole chiuse per decreto a tenere unità e produttiva la classe – ognuno a casa sua – c’è bisogno di un computer e di una linea wi-fi affidabile. Generazioni a confronto con storie e metodologie differenti per affrontare le emergenze. Così, se da una parte gli insegnanti itineranti non conoscevano la fase uno e poi quella due, ignoravano termini come lockdown o altre diavolerie, avevano però un solo credo: faticare tutti i giorni per sconfiggere l'analfabetismo, allora galoppante. Perché tutto quello che possedevano, che non era molto anzi, era quasi nulla – se lo dovevano conquistare con il sudore in tutte le stagioni dell’anno.


Oggi per i pochi maestri rimasti che portavano l’insegnamento in campagna, là dove c’erano gli alunni che mai sarebbero andati a scuola in paese, reduci di una stagione che sembra essere lontana anni luce dalle comodità attuali, vivere quest’era afflitta da un male, il coronavirus, fino a poco tempo fa sconosciuto, sorprende ma non li allarma. Sentendo i loro racconti l’emergenza attuale è davvero poca cosa rispetto alle difficoltà – davvero di ogni tipo – che hanno dovuto affrontare e superare quando andavano a insegnare tra i monti e le campagne del nuorese. Viaggi quotidiani in groppa all’asinello se si era fortunati o a piedi per chilometri per portare la didattica ad una classe di pastori che si radunava dopo la mungitura.
Di quel gruppo nutrito di insegnanti – in Sardegna erano una cinquantina – ne sono oggi rimasti davvero pochi. Una compagine che si è ulteriormente assottigliata dopo la dolorosa perdita di uno di loro, l’apprezzato e compianto, Gianni Berria di Orune, una delle tante vittime di questa malattia fino a poche settimane fa sconosciuta. Il lavoro in prima linea di Berria, ma anche di Giovanni Puggioni, di Giovanni Pala Mundanu e dei loro alunni – pastori spesso coetanei e con voglia di apprendere – non era sfuggito all’Europeo, rivista che nel febbraio del 1960 aveva realizzato un reportage su questo particolare spaccato di vita e lavoro di un’Isola che lottava per emanciparsi.
«Le nostre difficoltà raccontate oggi hanno dell’incredibile. Sembrano irreali. Eppure le abbiamo vissute con fermezza e spirito di adattamento. E con uno stipendio che a mala pena serviva a coprire le spese», racconta Giovanni Puggioni, 81 anni. Gli fa eco dalla sua Orune, costretto in casa come tutti dalle restrizioni nei movimenti imposte dal governo per contrastare il coronavirus, Giovanni Pala Mundanu. Voce ferma e vis ironica ancora intatta, l’ex insegnante dimostra molte stagioni in meno dei suoi 87 anni. «Questo male non ci può spaventare – dice – noi abbiamo superato tutto, qualsiasi malattia, dalla tubercolosi, alla malaria. E poi andare a fare lezione in campagna non era semplice. Un’esperienza che ti temprava e portava anche molte soddisfazioni».
A Oliena vive Monserrato Mereu, che allora pastore quasi ventenne, era uno degli alunni che seguiva le lezioni di Giovanni Puggioni. Anche la sua dichiarazione e foto fu raccolta da Epoca, giornale che custodisce gelosamente in un quadretto.

«Il maestro era una gran brava persona e mi aiutò tantissimo» rimarca l’anziano che grazie a quei primi insegnamenti riuscì a prendere la licenza elementare. Oggi invece in questa situazione di tempo sospeso la didattica online dà un aiuto importante, anche se ritrovare la scuola e i suoi spazi sarebbe tutt’altra cosa. «Tra gli estremi rimedi rientra sicuramente la didattica a distanza. Essendoci trovati noi tutti scaraventati in una realtà surreale quale quella causata dal covid-19, l’utilizzo degli strumenti tecnologici per l’insegnamento non lasciava scampo. Ma sono tanti i contro di questo mezzo, primo tra tutti il venire a mancare di tutto il sistema scuola e il suo riconoscimento da parte dell’alunno come luogo non solo di apprendimento e di studio, ma anche e soprattutto come spazio protetto e sicuro, un luogo di accoglienza non solo intellettiva ma soprattutto emotiva – spiega Ivana Dore, insegnante e psicologa – È venuta a mancare la motivazione e il coinvolgimento nelle attività a causa della distanza fisica, della relazione. Anche per gli insegnanti e per tutti gli operatori che utilizzano questo strumento non è semplice, si incombe in tante distrazioni, si rischia di lasciare indietro chi anche all’interno della classe aveva bisogno di maggior attenzione e un grande vuoto si apre per i bisogni educativi speciali) e per chi ha una diagnosi precisa»

21.11.18

Cos'ė meglio bullizzare come viene accusato Burioni i no vax analfabeti di ritorno e funzionali per di più oppure cercare di comprenderli ?



Inizialmente davo ragione a  questo intervento  di


Dario Corallo, il più giovane (e il meno noto) tra i candidati alla segreteria del Partito Democratico,  al congresso del partito. Il giovane politico, 30 anni e una laurea in filosofia, ha cercato di spiegare un errore che avrebbe commesso il Pd negli utlimi anni, quello di aver "elevato a scienza vera e assoluta quelle che sono posizioni squisitamente politiche", mortificando "come un Burioni qualsiasi" il 99% delle persone meno preparate che esprimono dubbi o curiosità.



Perché come ho risposto a questa discussione sul (anche vostro, visto che è una bacheca pubblica ed aperta ,se volete seguire i miei aggiornamenti o commentare i miei post e d'altri miei compagni di strada ) mio account fb

Tommaso Spartaco Secondo te, dicendo queste cose non si attacca Burioni? Stai scherzando vero?
."Un Burioni qualsiasi si diverte a bulleggiare chi invece con le proprie parole ha espresso semplicemente un dubbio"
."Un Burioni qualsiasi si diverte a bulleggiare chi invece con le proprie parole ha espresso semplicemente un dubbio"

 Al termine attaccare è stato dato un significato non suo tant'è vero che si confonde con criticare . Io non lo di sta  " attaccando " mi criticando . Non per quello che dice che condividiamo  noi ma per come lo dice . É come se io.insegnante mi.metto ad insultare ed ridicolizzare gli alunni  che non capiscono le mie spiegazioni  e poi mi lamento se mi mandano a fncl  o peggio . 
Poi  : leggendo questa  intervista e questo articolo oltre a seguire i suggerimenti di   sempre  di  


Tommaso Spartaco Se seguissi Burioni sulla sua pagina sapresti che se dialoghi con lui in maniera civile lui risponde civilmente. Certo che se il primo capitato laureato su facciadalibro, si mette a dare lezioni di medicina a offenderlo, che non capisce niente e che è un venduto alla big e ccc. , la blastata ci sta tutta e anche qualche calcio in culo. Quella è l'uscita infelice di un ragazzotto che volendo fare un esempio di arroganza ha scelto Burioni che, quando parla, ha titolo per farlo avendone competenza e, se risponde spesso duramente, è perché lui per primo è stato attaccato in modo volgare
 m'accorgo che Burioni  non ha tutti i torti   anche  se  dovrebbe accettare   le  critiche  ovviamente    quelle   costruttive  . Anche se però continuo

   trovandomi  d'accordo     con   quanto   dice  Corradino Mineo
Nessun testo alternativo automatico disponibile.


 a ribadire che vista la drammatica situazione culturale italiana bisogna : 1)    non bullizzare  e deridere  chi espirime  un dubbio ,  dovuto  al suo essere  sei   " ignorante perchè ignori  "  ed  a credere  alle   fke news  \   bufale   .2)   rincominciare per internet come si fece in TV  con  la  trasmissione   
 Alberto manzi   promovuendo    iniziatice  come quella  di     della  pagina  fb     te lo spiego  
Video animati spiegati con parole semplici per aiutare a capire meglio l'attualità e il mondo che ci circonda. ecco un esempio spiegato in maiera semplice e chiara


o educazione  ai media  come  suggerito   dala  zanardi  prima  con il corpo  delle donne  ed ora con   Senza chiedere il permesso  






Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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