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non sapevo che giocare in piazza a pallone facesse più male di una base in cui si fanno esercitazioni con armi nucleari ad uranio impoverito. il caso di Perdasdefogu, vietato giocare a pallone in strada: "Pericoloso e disturba"

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http://www.lamiasardegna.it/perdasdefogu.htm http://www.aserramanna.it/2016/09/giocavamo-a-pallone-in-strada-racconto-completo/ le solite cose italiane . dove un pallone disturba, i veleni dei poligoni militari no (  trovate  approfondimenti   nel link sopra  fra  cui  il  bellissimo racconto   di  Davide Batzella  in cui descrive    come   una  volta  si poteva   giocare in piazza    ) ... tanti complimenti al sindaco per l'originale trovata   come  quello  riportata  sotto   da  da    https://youtg.net Perdasdefogu, vietato giocare a pallone in strada: "Pericoloso e disturba" PERDASDEFOGU. Vietato giocare a pallone in piazza. A meno che non sia abbiano meno di sei anni, ma solo se accompagnati dai genitori. Perdasdefogu, 1800 anime in Ogliastra, paese dei centenari ma anche, come tanti in Sardegna, malato di spopolamento. Succede che il sindaco Mariano Carta emette un'ordinanza che nega ai pochi bambini rimasti di fare ciò che il 99 per cento dei

“Hunger games”, i giochi di guerra si trasformano in un reality show

unione sarda  del  13\\5\2012 “Hunger games”, i giochi di guerra si trasformano in un reality show Il film tratto dal libro della Collins cambia il cinema per ragazzi Marianna Rizzini Il “Grande fratello” all'ennesima potenza, la guerra per le risorse scarse che diventa spaventoso gioco televisivo, l'onnipresenza dell'occhio elettronico alla sua apoteosi, l'apocalisse vissuta da adolescenti che non hanno più nulla in comune con i loro coetanei innamorati e distratti in pieno “Tempo delle Mele”: il film “Hunger games” (tratto dall'omonimo libro), ora nelle nostre sale, inizia dove si fermano i reality show, e va oltre l'estremo limite, oltre il punto di confine da non superare tra spettacolo e vita vera. Ma qual è questo limite? È la domanda da cui è partita Suzanne Collins, scrittrice americana figlia di un reduce della guerra del Vietnam. IL LIBRO  Era l'estate del 2008, e Suzanne, facendo zapping tra telegiornali pieni di immagini guerresche