


Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà



Un ciclo continuo e inarrestabile. Un giorno sei parte dei "giovani", pronto a distruggere lo status quo, un cuore rivoluzionario che batte forte nel petto e il giorno dopo... ti svegli col pensiero di quel nuovo modello di lavastoviglie in cima alla lista desideri. La battaglia tra le generazioni è sempre diversa e sempre la stessa e non c'è nulla di cui sorprendersi, ma rendersi conto degli anni che passano e di somigliare sempre più ai propri genitori non è mai facile (anche se si guarda a mamma e papà come a degli eroi). Non è passato molto tempo dal trend che ha visto i social pieni di "ok boomer", due semplici parole usate da giovani e giovanissimi per sminuire le paternali e i commenti più conservatori dei baby boomer, vale a dire la generazione dei nati tra il 1946 e il 1964 (e che col tempo è stata usata nei confronti di un atteggiamento paternalistico, a prescindere dall'anno di nascita). E in questo poco tempo tanti di coloro che scrivevano "ok boomer" si sono resi conti di condividere e supportare tante lamentele proprio con i boomer che tanto criticavano.
Per quanto riguarda il fenomeno dei video tutorial, un utente commenta: «Il fatto che devi vedere un video per imparare a fare qualsiasi cosa anziché leggere il manuale di istruzioni mi fa bollire il sangue nelle vene. Voglio poter controllare il modo in cui entro in contatto con le informazioni e imparo, voglio poter saltare e andare alla parte che mi interessa».Ci sono poi lamentele molto più concise e che immaginiamo facilmente pronunciate da un anziano un po' burbero: «Le serie tv sono troppo scure, non si vede niente, il volume delle pubblicità è troppo alto, i fari delle macchine sono troppo luminosi», «Ci sono pubblicità ovunque. Ogni tre secondi. Pubblicità, spot, pubblicità... Basta!», «La musica di sottofondo nei ristoranti è troppo alta, non siamo mica in discoteca, vorrei riuscire ad avere una conversazione», «I bambini non imparano più a scrivere in corsivo!», «Odio i menu con il codice QR nei ristoranti, voglio quello cartaceo, fisico», «Smettetela di far uscire le serie tutte insieme! Voglio vederli piano piano, di settimana in settimana, insieme al resto del mondo, così che si possa discutere tutti insieme del nuovo episodio come si fa in una società come si deve!».
(ansa)Una vettura tedesca e una giapponese. Non c’è traccia d’Italia nel garage del ministro Adolfo Urso che, in nome appunto del made in Italy, ha contestato Stellantis, gruppo partecipato da Exor che controlla anche Repubblica, per la scelta di battezzare “Milano” il nuovo modello del marchio Alfa Romeo. L’amministratore delegato della casa automobilistica del Biscione, Jean-Philippe Imparato, in seguito alla polemica ha deciso di cambiare il nome dell’auto in “Junior”. "Un'auto chiamata Milano non si può produrre in Polonia”, aveva contestato Urso. Ora Dagospia risponde pubblicando la dichiarazione patrimoniale del ministro dell’Industria e made in Italy. E risulta, appunto, che il parco auto di Adolfo Urso è composto da una Volkswagen T Cross del 2021 e da una più datata Toyota Raw4, immatricolata nel 2006. Due suv, nessuno dei quali è riconducibile all’Italia. Nei giorni scorsi il ministro Urso ha ribadito che l'Italia ha bisogno di più case automobilistiche, non solo di Stellantis aprendo quindi all'industria cinese che, con il marchio Dongfeng ha reso noto di essere pronta ad avviare produzione nel Paese.
il caso Canfora \ meloni dove sta l'insulto ?
in sottofondo
midnight sun" - Nilüfer Yanya
Come si può riassumere il mio post precedente di questo diario << La conoscenza è nella nostalgia. Chi non si è perso non possiede >> Pier Paolo Pasolini ( 5 marzo 1922 – 2 novembre 1975 )
---- perché la memoria \ il ricordo di epoche felici accende la fantasia dei popoli e delle persone regolandolo oltre che a se stessi speranza .
--- Ma cosi sei nostalgico dei bei tempi andati **
--- beh vero , ma chi non lo è . Ed è questo soprattutto quanto questa si trasforma in qualcosa di positivo ed costruttivo e non è solo rimpiangere il passato e piangersi addosso da fastidio alcuni , in particolare ai : succubi , lacchè , servi consapevoli ed inconsapevoli . Infatti essi detestano la speranza altrui e che sia data speranza . Soprattutto odiano le potenzialità del ricordare e non dimenticare . Essi << Camminano sopra l'acqua, passano attraverso al muro.\Nascondo il passato, parlando del futuro,\e se trovano la cruna dell'ago, se la mangiano di sicuro.>>*** e cancellano e riscrivono il passato .--- capisco
<< Ma ora bado alle ciance ed alle incertezze è tempo d'inoltrarsi nell'oscurità >> ( topolino n 3499 ) come ho fatto nei mesi più bui di quest'anno orribile ( vedere post di quest'estate ) e ancora farò fino a gennaio per poi continuare un cammino più tranquilloColonna sonora
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Ieri mentre uscendo dalle poste ho incontrato quel mio amico con cui ho avuto una discussione sulla politica nel calcio e nello sport ( la trovate qui) . Egli mi ha dato ragione . Infatti
----- Ho riflettuto su quello che mi stavi dicendo l'altra volta e ho trovato conferma leggendo quest articolo a forma del grande Gigi Riva sull'ultimo numero dell'espresso
-- Quindi la nostalgia un sollievo visto come essa è centrale anche nelle arti, con grandi film del passato come “Nuovo Cinema Paradiso” o il recentissimo “Nostalgia” di Martone, e che si sia sottoposta per secoli al trattamento di poeti e scrittori, diventando rimembranza per Leopardi, spleen per Baudelaire, nostalgia del futuro per Musil. Tra il passato idealizzato e il futuro minaccioso manca, però, un protagonista centrale: il presente. Non piace a nessuno perché ha annientato il vecchio e l’ha sostituito con il peggio. Anche se forse è proprio quella del presente la nostalgia più dolorosa come ha scritto nel tuo precedente post : << [ 13 giorno senza mondiali ] Ritornare e riportare tutto a casa >> avevi detto che ritornavi a casa ed ne avevi nostalgia ?

Quei laminatoi, che sono stati i rulli macinanti delle nostre farine dal 1986 ad oggi, tonnellate di farine, da cui sono stati realizzati pane, pasta, pizze e dolci, ci saluteranno e andranno in pensione.
* frazione fra tempio p e BortigiadasSergio Pala
9 h ·
C'era una volta...
Quando Mark zuccamarina non aveva inventato sto cavolo di social tutti conducevamo un'esistenza più tranquilla e rilassata. Poi me ne é arrivato sto tipetto qui, che, fiutato l'odore dei soldi attippo segugio della Val Brembana, ha posto fine a questo Eden. Oddio. I cafoni, i maleducati sono sempre esistiti. Ma, per tale connotazione, venivano relegati ai margini della società civile. Nascevano, vivevano e morivano nel quasi totale anonimato.Ed era giusto così. Ora invece, te li ritrovi ogni santo giorno..attippo camion alla Fumosa *, simili alla sabbia che ti si annida nei boxer. Fastidi di cui faresti volentieri a meno. Che una volta, molti tra questi Lord inglesi, svezzati a pane e Montessori, non avevano la possibilità di esternare a mezzo mondo quanto la loro mente dopo breve travaglio partoriva. Vuoi tu per il timore di una querela, vuoi tu per il timore di prenderle di santa ragione. Invece ora mi diventano invincibili, affilano la tastiera e protetti dallo scudo - schermo combattono attippo Isis contro la buona regola dell'educazione. E perdono. Perdono perché l'offesa qualifica loro, ed io li considero tre volte peggio di quel che scrivono. Ma non lo dico. Chiamatemi codardo. O semplicemente educato. O cauto. Perché rischiare una querela per far il figo su Facebook è roba da ricovero coatto. La noia porta a questo. Chi non riesce ad avere un dialogo civile e senza offendere scelga altri svaghi. Non mi riferisco ad un singolo episodio. Che sta preghiera " dacci oggi il nostro insulto quotidiano" è da interrompere. Vacciniamoci tutti contro sta pericolosa epidemia. E con le belle giornate andiamo al mare...anche se c'è la sabbia pazienza. Leviamocela dalle palle. E la gente maleducata pure. A dopo.
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...