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26.9.14

aggiornamento del caso della bambina di sestu ( tolta alla famiglia perchè la madre lavora nella penisola e l'affida ai vicini ) PARLA LA VICINA DELLA BIMBA ''SOLA'' DI SESTU: «ERA SEMPRE CON NOI»

   riepilogo   della vicenda

  http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2014/09/bambini-armati-e-disarmati-in-questa.html

visto  che   come testimonia  anche  la vicina  che   casso c'era bisogno  di  affidarla  ad  un 'altra  famiglia    quando , vedere  video sotto  ,   era  ben tenuta   dai vicini .



concordo per esperienza personale  con quanto dice   sulla pagina facebook  dell'unione  sarda

  • Teresa Biasioli Meglio i vicini che i parenti.....mia nonna badava ai piccoli delle vicine costrette a lavorare che ancora dopo decenni la ricordano con affetto e riconoscenza infinita...cambiati i tempi in cui si viveva in armonia soprattutto col vicinato.per quanto riguarda la bambina la psicologia lo dice chiaro e tondo che la mente infantile assorbe tutto il buono e il cattivo e i bambini dicono pure bugie....si fa presto condannare....

19.7.14

Orfani 10 - "Cuori sull'abisso". i nodi vengono al pettine ? occhio SPOILLER

 ti potrebbero interessare    i miei precedenti articoli su  orfani  ( ho messo l'url   search  , perchè non avevo voglio di stare a copiare i  vari   indirizzi degli articoli  ) 


Si   è   ormai  arrivati  a - 2  numeri dalla  prima serie  di Orfani   un fumetto  in cui  :   Rimpianto. Solitudine. Rabbia. Morte. Sono i demoni con i quali i protagonisti  devono convivere e combattere. Una lotta interiore che non possono vincere, che li spinge al limite, al punto di non ritorno. Inquietudini che si riflettono nelle dinamiche interne di un gruppo in procinto di sgretolarsi. I rancori del passato e gli ideali del presente convergono in uno scontro fratricida che ottenebra il confine tra eroe ed antieroe. Era  da i tempi , almeno mi sembra  di  ricordare ,  di Mister No e  di Ken parker  che  non notavo   cose  simili
In pratica  confermo   quanto dico direttamente  ed  indirettamente    nei miei precedenti post  (  vedere url   sopra  )  su tale serie  
Di tale  serie  :  << Si è detto tutto e il contrario di tutto a proposito di Orfani, la serie di fantascienza Roberto Recchioni, ideata graficamente da Emiliano Mammucari e giunta a due numeri dal termine della prima stagione. Prodotta con il più alto budget mai stanziato per una serie a fumetti e realizzata interamente a colori, caso unico nella storia della casa editrice, la testata è pensata come prodotto non convenzionale per i canoni bonelliani ed ha come target di riferimento i teenagers ricorrendo ad una narrazione asciutta ed essenziale, resa ancor più sintetica dalla suddivisione di ogni albo in due linee temporali, passato e presente, costellate da masicce dosi di action ed efficaci colpi di scena.
della Bonelli scritta da   Recchioni, prolifico sceneggiatore romano, attualmente in forza alla Bonelli anche come direttore editoriale di Dylan Dog, ha sempre prediletto la forma al contenuto. Meglio ancora, affinando col tempo le sue qualità di metanarratore, ha fatto sì che la forma diventasse il contenuto stesso delle sue storie. I personaggi risultano quindi concettuali, con una caratterizzazione ridotta all'osso ma sempre ficcante e ragionata.
Mescolando suggestioni estetiche da svariate opere di fantascienza care allo sceneggiatore, siano esse letterarie, fumettistiche, cinematografiche o videoludiche, la concezione grafica di Mammucari, che ha fatto da guida a tutti i disegnatori della serie, è fortemente stilizzata mentre il colore funge da mezzo espressivo fornendo maggior profondità e coinvolgimento emotivo per il lettore.
Inizialmente la serie si è tirata addosso parecchie critiche per la raffigurazione stereotipata dei protagonisti e per una trama che sembrava fin troppo banale: soldati del futuro diretti su un pianeta alieno per sconfiggere gli ostili indigeni che hanno attaccato e distrutto quasi del tutto la Terra. Gli autori avevano però messo in guardia i lettori: niente è come sembra. Con le terribili verità rivelate nel giro di pochi numeri, infatti, è emersa la vera natura del racconto. Un’opera cinica, nichilista e anti epica che non lascia spazio alla speranza. >> (...... continua    qui  su  mangaforever.net     ) Ora  di  solito  , come  si  evidenzia  anche  dall'incipit iniziale   , in particolare  di questo numero  ,

IL  rimpianto 
La  solitudine
la rabbia 
la morte 
ogni giorno  guardiamo
in faccia i nostri demoni
e li combattiamo
Guerrieri in lotta  , 
sul ciglio dell'abisso
E'  quello che siamo

( incipit  Orfani N°10  ) 

se uno usa l'intuito \ sesto senso    a   pochi numeri dalla  fine si può  fare  un bilancio ed immaginarsi, salvo colpi  di scena   per  i motivi detti precedentemente, come andrà a  finire   . 
Ma anch'io  come Daniele Barbiero  in un commento  sulla  pagina facebook  ufficiale  di Orfani  << Aggiungo una cosa che c'entra relativamente: mi gingillo con l'idea che potreste fare QUATTRO stagioni, una per ogni archetipo narrativo / sezione del Viaggio dell'Eroe - Orfani, Vagabondi, Guerrieri e Martiri.
Ma in un certo senso, già la prima stagione copre tutto lo sviluppo dei personaggi attraverso i quattro archetipi, quindi non so come si potrebbe - con gli stessi personaggi - portare l'arco narrativo di ognuno ancora più in là.Ovviamente, non è detto che ritroviamo gli stessi personaggi nelle prossime stagioni   >>
 sempre  da www.fumettologica.it/galleria
Infatti   ha  ragione Il blog di Barbara Baraldi Scritture Barbariche    quando  dice  : <<   la sensazione di qualcosa che doveva arrivare ma che ancora si faceva attendere. Come una lunga serie di antipasti, come dei preliminari prolungati. Ma dovevo sapere che Recchioni conosce l’arte dei samurai e si muove come tale. Silenziosamente, con circospezione e seminando trappole sotto forma di indizi, ci ha portati al numero 7 di Orfani dove arrivi a fine volume ed ecco che compare in tutta la sua magnificenza, il castello di carte.
Un castello di carte affascinante e terribile, con tanto di ponte levatoio, e ora vuoi solo entrarci e scoprire cosa nasconde.(...)   Dentro ci trovi tutto quello che stavi cercando: il dilemma interiore dei protagonisti si trasforma in una scelta ineluttabile, c’è forte il tema dell’onore, e la differenza tra essere un soldato e un guerriero.E poi, qual è la cosa giusta da fare? Me lo sono chiesta insieme a Boyscout. L’eterno conflitto tra il bene e il male assume connotazioni nichiliste, perché il bene non esiste più; il bene era già stato annientato dal cataclisma che ha distrutto la terra. Qui la lotta è tra il male e un male peggiore, tra coscienza e volontà. Il tema del tradimento è insinuante e arrivata all’ultima pagina mi sono ritrovata nello stato d’animo di chi vorrebbe sapere, febbrilmente, cosa succederà dopo  >> http://scritturebarbariche.wordpress.com/2014/05/07/orfani-8-i-mastini-della-guerra/                                    
La copertina di questo numero, come le altre , ha creato in molti disorientamento ( ma s'intuiva , almeno per me , fin dalla prima copertina e forse anche dalla presentazione della serie che sarebbero successe cose del genere ) :


Infatti  le  cortine   di tale serie   oltre ad essere dei veri e propri capolavori   ed  una  sintesi  della storia in se  , lasciano  spazio :  alla fantasia , all'intuizione , insomma  alla libertà  di viaggiare     connla mente   e  fare  dei voli pindarici  .
 Mi spiace quasi che ci sia una seconda stagione (che probabilmente piglierò lo stesso almeno il primo numero per vedere com'è visto che il silenzio di Recchioni alle mie domande \ intervista mandatagli tempo fa non ha risposto , sopratutto la  3  domanda    ( vedere  sotto )     su   come convincerebbe   i lettori a comprarsi anche la 2 serie >>

Giuseppe Scano08/06/2014 9.10Giuseppe Scano
mi farebbe piacere intervistarti per il mio blog [ http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com  ] in virtù della 2 serie di orfani . se ti va eccoti le domande  : 

1) soddisfati del successo clamoroso di orfani avvenuto senza dover ricorre ai trucchetti ( polemiche create ad hoc , comparsate in fiction tv , ecc ) di lady mafia ?       2) cosa distinguerà le altre 2 serie ( 3 se la 4 dovesse trovare conferma ) dalla prima serie ?                                                                                                                                     3 ) Se dovessi convincere qualcuno\a che decide dopo il primo numero della seconda serie a continuare fino alla fine del " progetto " della serie orfani ? 4) Per evitare che l'ottimo potenziale : disegni , sceneggiature , soggetti , ecc espresso da orfani  vada disperso o quanto meno rimanga inutilizzato dopo la fine della saga , che ne pensate di proporre ai vertici della Bonelli , immetterlo in Natan Never ?
perché una storia così si meriterebbe un finale potente ( come credo che  avverrà   visto il continui susseguirsi  ed  alternarsi colpi di scena   difficilmente  \ raramente  prevedibili  da  non esperti del genere  di fantascienza   )  e definitivo. Ma mi par di capire, dalle anticipazioni fin qui circolate e dello
svolgersi , il cosiddetto piano .B della dottoressa Juric ,che ci sarà qualche sorpresa che creerà un continuo fra la 1 e le altre due serie . erano anni che non leggevo cose cosi avvincenti . se il buon giorno si vede dal mattino . non vedo l'ora che arrivi il controllo completo di recchioni a Dylan Dog
Concludendo  un  numero  stupendo   sotto  tutti  gli aspetti ( copertina , disegni , storia , ecc  )   , anche  se  con qualche rammarico   dei fans    di  Sam  \   per  ......  meglio non spoiliare  troppo  Smiley  visto  che il n  10    è appena  uscito   nelle edicole ,  come  testimonia   questo post   sulla pagina Fb   della serie    .Nella spasmodica e  ansiosa   degli ultimi 2  episodi della  I  serie  ( trovate  a destra  una  foto   del retro copertina   fatta  con il mio  cellulare    del prossimo numero in uscita   ) e  il  primo  della   seconda e  poi  deciderò il da  farsi  visti i tempi in c'è scarsità  di  €  . Non so  più  altro di dire  se  non buona lettura

P.s ci  rivedremo alla  fine della  prima serie 

23.6.13

Valentina racconta le emozioni del cielo "Dopo l'inferno ho imparato a volare" Valentina P racconta le emozioni del cielo "Dopo l'inferno ho imparato a volare"

ne  avevo  già parlato  in alcuni post  ( li  trovate  tramite la tag  valentina  pitzalis  ) è leggo sull'unione sarda  del 23\6\2013   che  si  sta  rincominciando a vivere





                  VALENTINA PITZALIS DURANTE IL LANCIO COL PARACADUTE


Valentina Pitzalis, di Carbonia, è il volto simbolo della violenza sulle donne, ma anche del riscatto e della speranza. Suo marito ha tentato di ucciderla. Ora lei ha imparato a volare.

di STEFANIA PIREDDA

Il 17 aprile 2011 suo marito, a cui aveva comunicato la volontà ferma della separazione, le si è presentato davanti. L'ha cosparsa di liquido infiammabile, dopo essersene a sua volta riempito. E poi ha acceso il fuoco. Lui è morto tra le fiamme. Valentina è sopravvissuta. Sfigurata nel volto e nel corpo. Ferita nell'anima. Ma dopo l'inferno è rinata. E' diventata simbolo nazionale della lotta contro la violenza sulle donne e alcuni giorni fa ha spiccato il suo primo volo. Accompagnata dal suo istruttore si è lanciata col paracadute. "Volevo volare anche se con un'ala spezzata - racconta - volare e allontanare ancora di più quell'inferno che da due anni e due mesi ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia".Ho chiuso gli occhi per mezzo instante e mi sono buttata. Ho sentito l'aria fredda sulle guance, ho avvertito il vuoto ma non ho avuto paura. Una volta sono caduta in un abisso senza fondo ed ero terrorizzata ma non sapevo, allora, che avrei trovato tante mani pronte a sorreggermi. Ora le sento, sono migliaia, e niente mi fa più paura. Sono rinata, volo e mi riprendo la mia vita.Quando le hanno proposto di lanciarsi con il paracadute Valentina Pitzalis non ha esitato un solo momento. I suoi occhi si sono illuminati, ha incrociato per un istante quelli dei genitori cercandone l'approvazione e, un minuto dopo, era al telefono con i medici, che da due anni sono la sua ombra, per chiedere di essere aiutata a realizzare questo nuovo incredibile traguardo: «Volevo volare anche se ho un'ala spezzata - racconta con gli occhi capaci di regalare voglia di vivere a chiunque l'ascolti - volare e allontanare ancora di più quell'inferno che da due anni e due mesi ha sconvolto la mia vita e quella della mia famiglia».Vorrebbe non parlare più di quella terribile notte in cui un amore malato ha devastato la sua giovinezza. Di quei terribili momenti in cui il marito, incapace di accettare la separazione decisa da lei dopo che la vita a due si era fatta impossibile, l'aveva attirata con una scusa banale nella sua casa e le aveva gettato addosso del cherosene per poi darle fuoco. Lui a sua volta si era cosparso dello stesso liquido deciso a morire accanto alla “sua” donna. Era il 17 aprile del 2011 quando i soccorritori accorsi per quel terribile rogo in una palazzina popolare di Bacu Abis, frazione di Carbonia, trovarono Valentina in fin di vita in una stanza e il marito Manuel Piredda morto nel corridoio. Avevano entrambi ventisette anni e in quel momento finiva in tragedia la loro vita insieme; finiva quel grande amore che la giovinezza, l'inesperienza e l'incapacità di chiedere aiuto, quando i problemi si erano fatti troppo grandi da gestire, avevano trasformato in qualcosa di malato, ingestibile, mortale.Ricordare oggi quei momenti e il calvario che ne é seguito, quelle terribili ustioni che le hanno fatto perdere una mano e compromesso la funzionalità dell'altra, devastato il viso e buona parte del corpo, fa ancora tanto male. Parlare fa ritornare l'angoscia e quel senso di impotenza che toglie il respiro, ma Valentina sa che il suo dolore può aiutare tante donne a ribellarsi alla violenza fisica e psicologica ed è per questo che accetta di raccontarsi, di farsi accompagnare a convegni, incontri, dibattiti «anche se a volte il viaggio in macchina mi distrugge e mi muovo per tutto il percorso da una parte all'altra del sedile: prendere per sbaglio anche un solo raggio di sole sulla pelle ustionata mi fa un male incredibile. Anche se la mia mente vuole andare avanti, il mio corpo ha bisogno di tanto, tantissimo tempo per ripartire come vorrei».Non ha ancora compiuto trent'anni Valentina e mai, in quella che chiama la sua “vita passata”, avrebbe pensato di poter diventare un simbolo e un punto di riferimento per tante donne: «Ho smesso di ascoltare i tg perché ogni volta che sento una storia che mi ricorda la mia, come quella della ragazzina siciliana recentemente uccisa dal fidanzatino, mi ribolle il sangue. Non riesco ad accettare che la nostra società non riesca a mettere un freno a questo tipo di violenza, non posso concepire che tante denunce o segnalazioni restino inascoltate. Ogni volta è la stessa storia, ogni volta c'è una donna che finisce male e soltanto dopo si dice che aveva tentato di chiedere aiuto. Eppure le persone che le stavano accanto dicono di aver percepito chiari segnali di pericolo. Ma allora perché non intervenire prima? Può sembrare una domanda banale ma non lo è affatto. Esiste una violenza psicologica che arriva molto prima di quella fisica. È fatta di piccole cose, di frasi reputate di poco valore, di gelosie incomprensibili, di offese e piccoli maltrattamenti quotidiani. Io lo ripeto sempre quando parlo di mio marito: nonostante quello che mi ha fatto, ed è un gesto mostruoso dal quale non si torna indietro, non era un mostro. Era un ragazzo fragile, che aveva bisogno d'aiuto e probabilmente anche io visto che non sono riuscita a percepire il pericolo. Ma, e ne sono certa, da questa situazione si può uscire. Servono leggi giuste, servono istituzioni capaci di offrire supporto, serve la certezza della pena: troppe donne non denunciano per paura di provocare maggiormente il proprio aguzzino che poi tornerà subito in circolazione. Troppe donne si ritrovano faccia a faccia con un uomo incattivito e vendicativo e allora, tante volte, non c'è più nulla da fare».Queste parole Valentina le ripete ogni volta che ha qualcuno davanti disposto ad ascoltare e fare tesoro della sua testimonianza. L'ultima volta lo ha fatto a Villanova Monteleone davanti ai ragazzi della Consulta giovanile, qualche settimana prima davanti agli studenti dell'istituto superiore Alessandro Volta di Guspini che, per tutto l'anno scolastico, si sono impegnati a raccogliere fondi per aiutarla: «Sono giovanissimi e il loro entusiasmo mi ha contagiato - racconta - credo sia fondamentale trasmettere il mio messaggio alle giovani generazioni, sono convinta che sentire le mie parole e guardare il mio corpo sia un sistema per fare arrivare forte e chiaro il messaggio».Che stia arrivando lo dimostrano i quasi centomila iscritti alla sua pagina di Facebook Un sorriso per Vale aperta due anni fa non appena Valentina ha riaperto gli occhi in una camera del Centro grandi ustionati di Sassari e ha deciso di voler riprendere in mano la sua vita anche a costo di chiedere aiuto all'Italia intera: «Non tutte le cure di cui ho bisogno sono pagate dal Sistema sanitario nazionale e in ogni caso la mia famiglia, che non dispone di mezzi economici, ha difficoltà anche ad anticipare quanto poi potrà essere rimborsato - sottolinea e la sua voce si intenerisce quando nomina i genitori, la sorella e quanti non hanno smesso un solo istante di starle accanto e darle forza - la ricerca per chi come me ha bisogno di un arto nuovo fa passi da gigante e il mio più grande desiderio è di poterne usufruire. Durante quest'ultimo anno anche l'associazione Doppia difesa , guidata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno ha preso a cuore la sua causa e sta raccogliendo fondi che serviranno per la protesi al braccio e per la ricostruzione delle orecchie: «Mi commuove tanta generosità che spesso arriva da chi, soprattutto nel Sulcis, vive una crisi terribile». Valentina li ripaga con quel sorriso che ha accompagnato anche la sua ultima avventura resa possibile, a Reggio Emilia, dai paracadutisti della Protezione civile Lombardia: «Mi sono lanciata da 4.500 metri d'altezza - conclude - è stato incredibile, in quel momento ho realizzato che la mia vita sta davvero ripartendo».

9.2.13

Mettiamo fine alla violenza contro le donne si o no ?


da  www.avaaz.org  del Pubblicato il: 7 Febbraio 2013  leggo questa  interessante  proposta    che secondo me ( io  ho già fatto la mia donazione perchè  credo che  funzionerà  insomma potrebbe funzionare  \  avere successo  )  è perhè  da  uomo m'indigna  che   che  le  donne  (  chiamatemi pure femminista  )  subiscano  delle  cposde  cosi  abberranti      . Ed in base  a  questo  propongo  questo sondaggio 

secondo voi  la  tesi qui riportata
  
pollcode.com free polls 




 
Ora puntiamo a un obiettivo ancora più alto in modo da sommergere i politici misogini, buttandoli fuori dalle istituzioni : fai ora una promessa di donazione per aiutarci a raggiungere il nostro nuovo obiettivo di 30.000. Addebiteremo l'importo della tua promessa di donazione solo se raggiungeremo il nuovo obiettivo.
La storia si ripete uguale in tutto il mondo: a uomini violenti e maschilisti viene affidata la responsabilità di introdurre le leggi che dovrebbero tutelare le donne. E usano il loro potere per evitare le complicazioni che potrebbero avere a causa delle vittime o degli elettori: ma abbiamo la possibilità di cambiare questa situazione. Quando su un autobus a Delhi una studentessa 23enne ha subito un brutale stupro di gruppo, le proteste dei cittadini hanno infiammato l'intero paese e il mondo intero ha urlato la sua indignazione. L'India ha quindi avviato una inchiesta ufficiale ma questa settimana il governo ha sfacciatamente dichiarato che ignorerà la raccomandazione venuta da quell'inchiesta, cioè far dimettere i politici accusati di stupro o simili violenze contro le donne. I 260 politici accusati di questi reati stanno lottando con le unghie e con i denti e per ora stanno vincendo! L'unico modo per far cambiare la situazione è uno sforzo collettivo, coordinato e dal basso per isolare questi politici e buttarli fuori dalle istituzioni. Se assieme riusciremo a raccogliere 25.000 promesse di donazione, Avaaz sarà in grado di affrontare i peggiori politici. Dipendono dalla loro reputazione, e li metteremo a nudo sui media e sulle reti sociali, utilizzando anche spazi a pagamento e sondaggi. Cominceremo in India: la più grande democrazia del mondo che sta andando verso le elezioni nazionali e poi saremo pronti a fare lo stesso ovunque avremo l'opportunità di cambiare la politica e mettere fine alla guerra contro le donne!

15.12.12

Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello

Leggendo    su  http://www.nocensura.com   di  venerdì 14 dicembre 2012 15:54
questo  articolo  




Verona, famiglia fa infibulare le figlie: genitori assolti in appello . bimbe incise: «In patria sarebbero state discriminate». Furono i primi ad essere condannati grazie alla nuova legge, sentenza ribaltata in Appello 


Di Laura Tedesco

VERONA — A marzo del 2006, quando deflagrò il caso, a Verona venne per la prima volta in Italia applicata l'allora neonata legge anti-infibulazione, quel dettato normativo che aveva riscosso il plauso di tutte le forze parlamentari e che prevede la severa punizione per le mutilazioni genitali, in primis agli organi femminili. A distanza di sei anni dalla doppia denuncia dei genitori di due bambine e due anni dopo la loro condanna in primo grado su decisione del giudice Raffaele Ferraro, entrambi sono stati assolti dalla seconda sezione della Corte d’appello di Venezia. Un verdetto clamoroso, che ribalta le sentenze pronunciate dalla magistratura scaligera nell’aprile del 2010 e che, di fatto, «azzera» gli otto e i quattro mesi che all’epoca erano stati rispettivamente inflitti al papà di una delle due bimbe e alla mamma della seconda.
Difesi sin dall’inizio di questa vicenda dagli avvocati Valentina Lombardo ed Elisa Lorenzetto, i genitori delle piccole sono stati assolti da ogni accusa con formula piena, «perché il fatto - hanno decretato i magistrati lagunari - non costituisce reato ». E così, alla fine, a uscire «mutilata» dal processo di secondo grado, è stata proprio la mega inchiesta che aveva visto la prima applicazione in Italia delle norme anti-infibulazione. Per conoscere nei dettagli le motivazioni dei giudici di Venezia bisognerà attendere il loro deposito previsto tra novanta giorni; nel frattempo, comunque, è la stessa difesa a sottolineare come «l’assoluzione dei genitori delle bambine » sia stata «pronunciata sotto il profilo soggettivo» e come sia stato lo stesso procuratore generale, a coronamento della propria requisitoria, a sollecitare una sentenza di «non colpevolezza» sia per il padre che per la madre delle due piccole. «Da parte nostra - precisano gli avvocati Lombardo e Lorenzetto - abbiamo sempre sostenuto che non si è trattato di infibulazione e che, invece, era stata praticata solo una piccola incisione che, come accertato dai nostri consulenti, non pregiudicherà lo sviluppo sessuale con la crescita».
Secondo i legali, dunque, «non ci fu una mutilazione, una menomazione o un atto violento», bensì - al contrario «un’incisione minimale», di pochi millimetri, praticata agli organi genitali femminili. Una tradizione di lunga data, capillarmente diffusa in alcune zone della Nigeria e, in particolare, tra la tribù dei Bini. Ed è proprio da quest’ultima che provenivano i genitori al centro dell’intera vicenda: «È una pratica antica e già in primo grado, nel corso delle udienze, avevamo dimostrato che, nella tribù dei Bini, se una bimba non ha subito questo intervento viene discriminata». Ed è proprio per questo motivo che, per esempio, la madre di una delle piccole avrebbe ceduto alle pressioni dei parenti. «I testimoni hanno raccontato come dall’Africa insistessero affinché lei trovasse il modo di far operare la figlioletta e lei, alla fine, ha dovuto cedere alle insistenze dei familiari rimasti in patria». Una circostanza confermata anche dal cognato della donna, che la ospitò nel 2006, per circa sei mesi: «Era incinta, e spesso parlava con suo marito al telefono. Lui le diceva che avrebbe dovuto far operare la bimba, quando sarebbe nata. Ma lei non voleva, era contraria. Lui però insisteva ». Obbedirgli, le costò prima la denuncia e poi la condanna. Con il verdetto , però, la Corte d’appello ha riscritto questa storia da capo.


fonte  http://corrieredelveneto.corriere.it/verona del  24\11\2012 



oltre a rimanere basito , attendo di leggere le motivazione , per l'assoluzione ( al limite li si poteva dare le attenuanti visto il contesto culturale e psicologico in cui essa è stata fatta ) affermo anzi riaffermo in quanto ne avevo già parlato in questo post nel lontano 2007 sempre sul ex ( ora divenuto questo dopo la chiusura di splinder ) blog della barbarie di tale usanza .


 Io  rispetto  tutti i culti  \  religioni  diverse  dalle mie  però  certe  cose  sia  che siano praticante  da il nord  o il sud  del mondo   , come nel caso  dell'infibulazione (  trovate  nei link    ulteriori dettagli ed  approfondimenti  e la  foto al centro  mi  perdonino i deboli di stomaco e  i puritani , che  posso pure     saltare   tale  foto    e guardare  solo quella  a  sinistra  che  più  soft  ma non meno   crudele  , ma  spesso   certi shock sono utili \  finalizzati a   far  capire   tali aberrazioni  molto  più di mille parole    )





Essa è un dramma per le bambine ( anche se recentemente il fenomeno sta diminuendo come dice questo articolo de il velino ) se  lo porteranno dietro  per   il resto della loro vita  . Infatti una  donna infibulata può' impiegare anche venti minuti per far pipì, che esce goccia dopo goccia
E' facile morire di setticemie dovuta alle conseguenze dell'infibulazione, specie nelle regioni tribali dove le condizioni igieniche sono spesso inesistenti.

Purtroppo avviene ancora nelle società più arretrate ma  non solo  . Alcuni ritengono che sia una pratica islamica, altri che viene dalle culture più "arretrate" antecedenti all'islam  e poi fatta propria   \  tollerata dallo  stesso islam                                                                                                   Ora  qualunque    sia  la  sua origine  essa  è frutto di ignoranza, pregiudizi, maschilismo, sottomissione passiva   o  attiva  ho visto  via  web   alcune immagini  di  donne  che  lo facevano fare  alle  proprie  figlie  sorridere come mostra  anche questo  video 
 È una cultura , accusatemi pure   di razzismo e  d'intolleranza  , ma   certa cultura   da qualunque parte  provenga che poggia su basi false, disoneste e, soprattutto, disumane che va sradicata , combattuta   e   non tollerata  perchè << (....)  la  disciplina " va imposta  con discernimento . Ogni decisione  di comando va misurata  con le conseguenze  che comporta   (..... ) >>  ( da il  terzo numero , è  in edicola  , di  Le  storie  " La Rivolta dei Sepoy  "di  Giuseppe De Nardo - Bruno   Brindisi pagina  49 ) 
Per  chi volesse  approfondire  tale  argomento  ecco  altri url 









emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...