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28.2.22

non partecipano ai concorsi er un lavotro e poi si lamentano se a parteciparvi ed essere assunti sono gli stranieri Il borgo di Mussomeli, rimasto senza medici, è sommerso da migliaia di candidature dall'Argentina.






Il dottor Che Guevara va in Siciliadi Giada Lo Porto
Il borgo di Mussomeli, rimasto senza medici, è sommerso da migliaia di candidature dall'Argentina. Merito di una giovane coppia che vanta parentele rivoluzionarie

Gli argentini Erica Moscatello e Javier Raviculè. foto di Igor Petyx



MUSSOMELI (Caltanissetta). C'è un paese in Sicilia dove tutto è possibile, o almeno così sembra. A Mussomeli, borgo medioevale nella valle dei Sicani, una coppia argentina imparentata con Ernesto Che Guevara ha da poco stretto un accordo con il sindaco (proveniente, per inciso, da Fratelli d'Italia) per aiutare l'ospedale cittadino rimasto senza medici. Quello che è successo dopo ha dell'incredibile. In poco più di un mese alla email del Comune sono arrivate oltre sessantamila candidature di medici argentini pronti a trasferirsi, dall'oggi al domani, in un borgo che conta appena diecimila abitanti. L'ospedale dell'entroterra siciliano, dove fino a poco tempo fa non si trovava un solo professionista disposto a prendere servizio, tanto che gli ultimi bandi dell'azienda sanitaria provinciale erano andati pressoché deserti, ha così scalato la lista dei desideri dei sudamericani.
Vietato ammalarsi
Di certo non se lo aspettava il sindaco Giuseppe Sebastiano Catania che, a fine dicembre, provocatoriamente, aveva redatto un'ordinanza ad hoc: "Divieto di ammalarsi". Era sceso in strada arrabbiatissimo, con il foglio in mano per mostrarlo a tutti. Anche adesso continua a portarlo con sé.
Nell'ospedale lavorano un solo chirurgo, un solo anestesista e nessun pediatra. Tre reparti su sei sono chiusi per carenza di personale e le famiglie con bambini devono fare sessanta chilometri ogni volta per arrivare a Caltanissetta o ad Agrigento e far visitare i piccoli. Ma nella disastrosa Sicilia senza camici bianchi a volte basta un incontro per sparigliare le carte. "Sono arrivate una valanga di email" si stupisce ancora il primo cittadino, "abbiamo già scaricato oltre quattromila curricula. I posti disponibili sono una quindicina. Ci sono stati giorni in cui arrivava una email al minuto. Incredibile, davvero" aggiunge divertito.
Non solo neolaureati e specializzandi, persino professionisti, uno dei quali alla guida di dieci cliniche private in Argentina, hanno fatto richiesta. Tra loro, Diego Colabianchi, che può vantarsi di avere visitato Leo Messi, ed Eduardo Seminara, uno psichiatra che ebbe in cura Diego Armando Maradona.

Il sindaco Giuseppe Sebastiano Catania (FdI) davanti all’ospedale di Mussomeli. foto di Igor Petyxf


In cerca di un pediatra
Ora, non è che il seme della follia si sia improvvisamente sparso in Argentina. Centrale, in tutta questa vicenda, è quella coppia di argentini arrivata a Mussomeli la scorsa estate per visitare il Paese e che, alla fine, non se n'è più andata. Erica Moscatello e Javier Raviculè ("come "Pupi" Zanetti, anche se il più grande resta Maradona" tiene a precisare lui) ormai sentono la Sicilia come casa loro. Sono due quarantenni impegnati da anni nel settore della consulenza strategica per le pubbliche amministrazioni. Dopo aver acquistato casa a un euro nel borgo - per frenare lo spopolamento le antiche dimore disabitate vengono cedute al prezzo di un caffè - hanno messo le loro competenze e i loro innumerevoli contatti a disposizione del Comune. Gratis, s'intende. "Appena arrivati ci siamo resi conto della carenza di medici" osserva Erica, "abbiamo un bambino anche noi e volevamo renderci utili. Ci siamo detti: perché non sfruttare le nostre conoscenze? Abbiamo contattato il rettore dell'Università argentina di Rosario, Franco Bartolacci, un caro amico, e stretto una partnership". L'Ateneo sudamericano ha pubblicato una manifestazione di interesse rivolta a tutti i medici del Paese e diffuso i recapiti del Comune di Mussomeli. È così che le email sono cominciate ad arrivare a una velocità supersonica, e in massa. "Inizialmente volevamo capire se ci fosse o meno un interesse da parte dei medici del nostro Paese a trasferirsi" dice Javier, "siamo rimasti senza parole pure noi".
Il passo successivo? La pubblicazione entro i primi di marzo del bando ufficiale da parte dell'Asp in cui convergeranno le oltre 60 mila candidature. Poi sarà attivata una commissione dell'azienda sanitaria che si occuperà delle selezioni. In questi giorni la coppia argentina e lo stesso sindaco hanno provato a fare una preselezione, convocando alcuni candidati via Skype o WhatsApp. Ma è un lavoro che porta via giorni e notti. "Do una mano anche io" interviene il figlio della coppia, Fidel. Non poteva che chiamarsi così, vista la parentela della madre con il celebre guerrigliero rivoluzionario Ernesto Che Guevara, medico pure lui, e pure lui argentino di Rosario, guarda a volte il caso. "Il "Che" era cugino di mio padre" racconta Erica. "Ma non ci sono colori politici quando si tratta della salute dei miei cittadini" dice il sindaco: "Certo, sentire Fratelli d'Italia e Che Guevara nella stessa frase fa sorridere anche me".
Il bando su misura
C'era innanzitutto un problema, fondamentale, da dirimere. "Abbiamo chiesto all'Asp di redigere un apposito bando localizzato per il solo ospedale di Mussomeli aperto anche ai medici stranieri" spiega il sindaco "e, in più, di aprire la selezione anche ai medici extra Ue non ancora provvisti del decreto di riconoscimento dei titoli rilasciati dal ministero della Salute. C'è già una norma in tal senso, l'articolo 6 bis della legge 126 del 2021, con la quale il legislatore prevede la possibilità di affidare gli incarichi in deroga al riconoscimento dei titoli, vista la carenza cronica di specialisti in tutta Italia. Il senso è: risolviamo il problema e facciamo arrivare i medici, per riconoscere i titoli c'è tempo. L'azienda sanitaria adesso deve recepire questa modifica". Dopo la pubblicazione del bando saranno concessi venti giorni per presentare ufficialmente le domande. I primi medici non arriveranno fino ad aprile.
Seimila euro lordi al mese
Ma che cosa stuzzica davvero l'appetito di questi camici bianchi? Perché salutare l'Argentina per trasferirsi in un mondo piccolo, dove le signore fanno ancora il pane caldo al mattino e mettono a essiccare i pomodori fuori di casa, e dove ci si dedica all'agricoltura e si portano al pascolo gli agnelli?
Per i più giovani, conta senz'altro lo stipendio di seimila euro lordi al mese, con la possibilità di vivere da pascià acquistando casa a un euro e ristrutturandola spendendone non più di 40 mila. Per i professionisti navigati, forse è la suggestione di abitare in un paesino a oltre 700 metri sul livello del mare, che guarda verso la rocca di Sutera immersa tra nuvole e cielo con il suo campanile antichissimo che quando suona si sente per tutta la valle. Lo spiega al telefono in un italiano perfetto il dottor Colabianchi: "Per me e mia moglie dal punto di vista professionale potrebbe sembrare un passo indietro, ma siamo entrambi legati all'Italia, desideriamo far vivere ai nostri figli esperienze diverse in altri luoghi del mondo, e poi c'è il fascino del piccolo paese, di una vita tranquilla". "In Argentina c'è una situazione politico-economica incerta e la criminalità è diffusa" aggiungono con amarezza Erica e Javier, "Rosario è pericolosa come Chicago, qui invece sembra un paradiso in terra".

L'artista di Panama Tiziana Serretta con le chiavi della casa acquistata a 1 euro


Forse a qualcuno basta davvero godere di un luogo dove piove solo venti giorni l'anno, e del quale tutti parlano con entusiasmo. Finora in 270 si sono trasferiti qui tra argentini, belgi, russi, australiani. L'ultima arrivata è Tiziana Serretta, artista di Panama accreditata all'Onu per i progetti di Agenda 2030. A Mussomeli ha acquistato due case: "Sono qui per creare una comunità d'arte", dice. Si respira aria di innovazione nel paesino che pare dormiente e invece non lo è. "Da aprile parte delle case a 1 euro saranno destinate ai giovani startupper che vorranno creare economia in paese" annuncia Dhebora Mirabelli della Confederazione siciliana piccole e medie imprese. L'obiettivo? "Il futuro. Mussomeli diventerà un acceleratore digitale d'impresa".

8.11.20

“Sono medico, mi hanno ricoverata per il virus e ora sono bersaglio dei negazionisti. Dicono che noi medici roviniamo le persone”

sconfortato leggo   su   https://www.facebook.com/HuffPostItalia  questa storia

A parlare è Adele Di Costanzo, 27enne dottoressa che vive e lavora a Vicenza nelle Usca (Unità speciali contatti assistenziali  foto  al  lato  ) dove cura pazienti colpiti dal virus a domicilio o nelle case di cura. Il medico qualche giorno fa aveva raccontato la sua esperienza col Covid-19 sui social network :
“Due settimane fa sono stata ricoverata per Covid. Sono quindi passata dall’altro lato. Alla faccia che il Covid non colpisce i giovani e sono tutti asintomatici. Ancora è incredibile come esistano negazionisti, 
persone che sono passate da ‘medici eroi’ a danneggiare 70 auto di medici ed infermieri davanti agli ospedali”, aveva scritto la dottoressa. E ancora: “Si tratta di persone che si fanno in quattro per i cittadini con un rischio, nonostante le protezioni. Vedo città devastate dall’ignoranza, che per stare vicino ai gestori di bar e ristoranti devastano bar e ristoranti stessi. È un periodo nero per tutti e la classe politica di certo non prende scelte facili. Importante è non farsi prendere dal panico e seguire le evidenze scientifiche. Il sonno della ragione genera mostri”.
Dopo il primo post social, la dottoressa Di Costanzo ne ha pubblicato un secondo: “Il Covid c’è, esiste e non guarda in faccia a nessuno... Esprimo semplicemente vicinanza a chi sta male e a chi sta fisicamente bene ma è in difficoltà e ribadisco l’importanza della riflessione e del rispetto”.

infatti concordo con questi due suoi stati espressi sul suo Instagram

”.

Dopo il primo post social, la dottoressa Di Costanzo ne ha pubblicato un secondo: “Il Covid c’è, esiste e non guarda in faccia a nessuno... Esprimo semplicemente vicinanza a chi sta male e a chi sta fisicamente bene ma è in difficoltà e ribadisco l’importanza della riflessione e del rispetto”.










Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

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