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3.1.22

la schiavitù dei reboot ,sequel, franchising cinematografici e non solo

  quest  articolo  ha  centrato   effettivamente  il problema  . Ma  va  esteso anche  ai  fumetti   e nella musica   purtroppo . 


  • Il Fatto Quotidiano
  • » Maurizio Di Fazio



  • “Rifamolo strano”: l’orrore dei sequel

    FENOMENI (BRUTTI) Dal 9° “Fast and Forious” all’ennesima resurrezione di “Matrix” fino a “Sex and the city” over 50: cinema e tv sono ingolfati di remake noiosi e scontati

    Questione di marketing, emorragia di idee, tentennante coraggio. Pensiero debole, sceneggiatori e produttori dal respiro corto. Concorrenza delle piattaforme e incertezza dell’orizzonte. Contro il logorio del tempo moderno, l’ancoraggio più solido nel pianeta audiovisivo vecchio e nuovo resta la nostalgia. Una ritirata di massa nel porto delle emozioni, facce, battute e ambientazioni tranquillizzanti perché

    arcinote. La tendenza pare irreversibile, nonché accentuata da due anni di pandemia. Al cinema e nelle serie tv proliferano così i remake ,i reboot ,i sequel,i franchising. Le formule vincenti del passato, magari tali una sola volta, vengono spremute come limoni. Sezionate, rimpastate, centrifugate. Che il cast e lo sviluppo dell’intreccio siano poi i medesimi dell’alchemico prototipo, la sostanza non cambia.Questione di marketing, emorragia di idee, tentennante coraggio. Pensiero debole, sceneggiatori e produttori dal respiro corto. Concorrenza delle piattaforme e incertezza dell’orizzonte. Contro il logorio del tempo moderno, l’ancoraggio più solido nel pianeta audiovisivo vecchio e nuovo resta la nostalgia. Una ritirata di massa nel porto delle emozioni, facce, battute e ambientazioni tranquillizzanti perché arcinote.

    La tendenza pare irreversibile, nonché accentuata da due anni di pandemia. Al cinema e nelle serie tv proliferano così i remake ,i reboot ,i sequel ,i franchising. Le formule vincenti del passato, magari tali una sola volta, vengono spremute come limoni esausti. Sezionate, rimpastate, centrifugate. Che il cast e lo sviluppo dell’intreccio siano poi i medesimi dell’alchemico prototipo, la sostanza non cambia. Basta un poco, di pubblico, e il revivalismo va su.

    La retromania è un ansiolitico e semina un po’ di profitti. Gli esempi sono sterminati. Partiamo dagli ultimi arrivati sul grande schermo. C’era davvero bisogno del nono Fa s t and Furious, del bis di Ghostbusters (Legacy, regia di Jason Reitman) 37 anni dopo il capostipite, del ritorno di un blockbuster anni 90 come Mamma ho perso l’aereo, versione 2021, titolo stavolta Ho m e sweet home alone? Intanto si annunciano con squilli convenzionali di tromba le riedizioni di Scream (il 13 gennaio), quinto capitolo del feuilleton horror sempre anni 90, e del post-fantascientifico Matrix – Resurrections, il quarto in assoluto. Diretto, segno spendibile di continuità, da Lana Wachowski, rivedremo Keanu Reeves e Carrie-anne Moss.

    E quest’anno riaffioreranno anche Mission: Impossible, il longseller spionistico con Tom Cruise, e molto probabilmente quella Musa dei box-office di Avatar (2). Non solo: dovrebbero seguire a stretto giro un Avatar 3 nel 2023, un Avatar 4 nel 2024 e un Avatar 5 nel 2025. “Sarà un’impresa epica”, ha sentenziato il regista James Cameron. A meno che non vada a finire come con gli infiniti Batman, Rocky e Rambo con Sylvester Stallone (il terminale Rambo, last blood del 2019 ha fatto incetta di pollici verso), i cinque Die Hard con Bruce Willis, i tre Ritorno al futuro , i cinque Jurassic Park, la saga di Star Wars, formata da nove film (in tre trilogie) e sei spin-off. Oppure i dieci Fantozzi (l’ultimo fu il resistibile Fantozzi 2000, la clonazione) e i rifacimenti de L’allenatore nel pallone ed Eccezzziunale veramente vent’anni e rotti dopo.

    A lungo andare la minestra riscaldata stufa, e non c’è Paolo Villaggio, Lino Banfi o Diego Abatantuono che tenga. L’implosione del gradimento e dei tagliandi d’ingresso, la parabola calante è dietro l’angolo. Ed è meglio non scherzare col fuoco del mito. Poco prima dell’inizio del terzo millennio, è uscito Blues Brothers 2000: senza John Belushi e con un plot stiracchiato, il paragone con l’originale è stato impietoso. Si è salvata giusto la colonna sonora. Stesso amaro destino andato in sorte a Trainspotting 2, anno di relativa (dis)grazia il 2017; al terzo Blair Witch (Project) nel 2016 e al disneyano Il ritorno di Mary Poppins nel 2018. Ben poco supercalifragilistichespiralidoso. E che dire di Swept Away di Guy Ritchie, che nel 2002 ha osato ricalcare un totem come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmüller? Madonna al posto di Mariangela Melato e il pur bravo Adriano Giannini invece del padre Giancarlo: può bastare. Volete un altro pugno nello stomaco della memoria? Gus van Sant, un cineasta generalmente talentuoso e avveduto, nel 1998 si è coperto di hybris firmando un suo personale ed esecrabile Psycho: Alfred Hitchcock deve essersi acceso un sigaro di imperturbabile stizza nella tomba. Doppia nomination alla rovescia per Nicolas Cage: per City of Angels (La città degli angeli), remake improvvido del 1998 di un capolavoro del rango de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, e soprattutto per avere interpretato nel 2006 Il prescelto, da un buon thriller del 1973. La pellicola è ascesa nell’olimpo delle più rovinose e informi di ogni epoca, alimentando fiumi di parodie.

    L’avvenire della settima arte, predica la vulgata, è nelle serie televisive. Ma allora perché anche qui ci si guarda ossessivamente alle spalle? Da pochi giorni ha colonizzato le tv il sequel del culto di 20 anni orsono Sex and the city .Amatissimo da un pubblico non esclusivamente femminile, Mr. Big si è appesantito, ma tranne Samantha (Kim Cattrall) le nostre altre amiche newyorkesi ci (ri)sono in blocco, in testa Carrie-sarah Jessica Parker. Con un sovrappiù di inclusione e diversità. E poi il reboot di Gossip Girl e la serializzazione senza soluzione di continuità de La casa di carta .E gli eterni anni 80: quelli soap di Dinasty (ricominciato nel 2017), spy di Macgyver (si è appena conclusa la quinta e ultima stagione), polizieschi di Magnum P.I. (rentrée nel 2018, senza Tom Selleck). “Coraggio, il meglio è passato”, diceva Ennio Flaiano.


      e  putroppo ne  sono dipendente   anch'io   perchè  incuriosito  ,  come  rielaborano    \  riadattano l'originale   e fanno continuare   il precedente  . Infatti mi sono quasi  divorato    su  Netflix  la  4   stagione  di    Kobra  Kay     ovvero   karate  kid  30 anni  dopo   ed  ho  visto  da poco  Ghostbusters: Legacy, ovvero il seguito dei due  Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters


    29.2.20

    il nuovo Dylan Dog assomiglia di più a John Doe che a Dylan Dog.

    Lo  so  che   dovrei aspettare     ,  almeno   la  fine  di  questa saga   di  puntate   , circa  8 se  non mi sbaglio. Ma  non ho resistito  .  Devo ammetterlo, nonostante sia tra quelli che hanno criticato le battute finali dell'attuale corso,e prevedevo ( ed ancora  sono rimasto  di tale  idea  ,  mi aspetto d'essere smentito o  trovare  conferma  )  che Recchioni  lo  faccia diventare   fisso   come   quello  della  collana   il pianeta dei morti  ovvero   un D  cacciatore di zombi insomma un qualcosa tipo marvell e  quindi  un Americanizzazione  acritica   , ed  quindi  banalizzandolo e  snaturandolo   facendoli  perdere  quella  caratteristica ,  che   ha  mantenuto  fin'ora ,   di  spaziare tra  vari tipi di horror  senza  fossilizzarsi  su  uno solo   e  commercializzarsi    . Ma nonostante tutto mi attendevo un guizzo, un coniglio dal cappello, un genio dalla lampada. Ed invece, per adesso, continua solo il minestrone-reboot. E lo fa in maniera assolutamente amorfa, sonnolenta, con lo stesso passo sbilenco e strascicato dei non morti che  ha   sempre  combattuto .
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    Infatti  essi risorgono senza vita e senza emozioni brandelli di cose che appartengono alla passata realtà conosciuta, un patchwork goffamente  assemblato, come farebbe un mad doctor o un finto nerd, senza mai riuscire ad inserire  un anima in questa creatura grottesca. Emaciato, tragico, privo di luce, questo nuovo Dylan Dog per ora è davvero ben poca cosa . Ma da quel che ho letto ed sentito questa dovrebbe essere una miniserie nella serie e  quindi un barlume di miglioramento    spero ci sia  . Ed e quindi , anche se è un po' scemato , sono proprio curioso di vedere come si evolve questa nuova continuity e questa nuova gestione e capire cosa ha tolto e cosa ha levato di Dylan Dog oppure come mi sembra di capire dalla lettura di questi due numeri abbia solo gettato via il bambino con l'acqua sporca . Per ora , poi si vedrà , mi sembrano storie ( visti i tempi che ci vogliono tra soggetto , la sceneggiatura e poi l'essere rappresentate con i disegni ) già scritte precedentemente e poi scartate o secondo le male lingue fondi di magazzino o riciclo John Doe il mensile a fumetti italiano edito dall'Eura Editoriale tra il 2002 e il 2012 scritto dallo stesso Recchioni . Ma trattandosi di una serie storica e complessa impossibile da modificare senza stravolgimenti e tabula rasa ed difficoltà ad ingranare ed entrare a pieno regime , come avvenne all'inizio per o stesso Dylan Dog ed come tutte le serie appena nate o a trovare un suo pubblico ed una sua strada gli do ( anche se la pazienza visto che sono ormai anni già da prima della gestione Recchioni che si parla di rinnovamento ) ancora , per 10 numeri prima del doloroso ADDIO .

    Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

    Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...