29.2.20

il nuovo Dylan Dog assomiglia di più a John Doe che a Dylan Dog.

Lo  so  che   dovrei aspettare     ,  almeno   la  fine  di  questa saga   di  puntate   , circa  8 se  non mi sbaglio. Ma  non ho resistito  .  Devo ammetterlo, nonostante sia tra quelli che hanno criticato le battute finali dell'attuale corso,e prevedevo ( ed ancora  sono rimasto  di tale  idea  ,  mi aspetto d'essere smentito o  trovare  conferma  )  che Recchioni  lo  faccia diventare   fisso   come   quello  della  collana   il pianeta dei morti  ovvero   un D  cacciatore di zombi insomma un qualcosa tipo marvell e  quindi  un Americanizzazione  acritica   , ed  quindi  banalizzandolo e  snaturandolo   facendoli  perdere  quella  caratteristica ,  che   ha  mantenuto  fin'ora ,   di  spaziare tra  vari tipi di horror  senza  fossilizzarsi  su  uno solo   e  commercializzarsi    . Ma nonostante tutto mi attendevo un guizzo, un coniglio dal cappello, un genio dalla lampada. Ed invece, per adesso, continua solo il minestrone-reboot. E lo fa in maniera assolutamente amorfa, sonnolenta, con lo stesso passo sbilenco e strascicato dei non morti che  ha   sempre  combattuto .
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Infatti  essi risorgono senza vita e senza emozioni brandelli di cose che appartengono alla passata realtà conosciuta, un patchwork goffamente  assemblato, come farebbe un mad doctor o un finto nerd, senza mai riuscire ad inserire  un anima in questa creatura grottesca. Emaciato, tragico, privo di luce, questo nuovo Dylan Dog per ora è davvero ben poca cosa . Ma da quel che ho letto ed sentito questa dovrebbe essere una miniserie nella serie e  quindi un barlume di miglioramento    spero ci sia  . Ed e quindi , anche se è un po' scemato , sono proprio curioso di vedere come si evolve questa nuova continuity e questa nuova gestione e capire cosa ha tolto e cosa ha levato di Dylan Dog oppure come mi sembra di capire dalla lettura di questi due numeri abbia solo gettato via il bambino con l'acqua sporca . Per ora , poi si vedrà , mi sembrano storie ( visti i tempi che ci vogliono tra soggetto , la sceneggiatura e poi l'essere rappresentate con i disegni ) già scritte precedentemente e poi scartate o secondo le male lingue fondi di magazzino o riciclo John Doe il mensile a fumetti italiano edito dall'Eura Editoriale tra il 2002 e il 2012 scritto dallo stesso Recchioni . Ma trattandosi di una serie storica e complessa impossibile da modificare senza stravolgimenti e tabula rasa ed difficoltà ad ingranare ed entrare a pieno regime , come avvenne all'inizio per o stesso Dylan Dog ed come tutte le serie appena nate o a trovare un suo pubblico ed una sua strada gli do ( anche se la pazienza visto che sono ormai anni già da prima della gestione Recchioni che si parla di rinnovamento ) ancora , per 10 numeri prima del doloroso ADDIO .

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