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28.4.24

ma in iraq non avevano portato la democrazia ? Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità» ed altre storie


   

Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità»


ecco a cosa è servità la guerra contro sadam hussein a portare la democrazia il caso di Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. Era stata condannata per i suoi video «contro pudore e moralità» .


Om Fahad, tiktoker irachena uccisa a colpi di pistola. © Ansa

Vitale, sorridente, paffuta, vestiti sgargianti: così appariva nei filmati condivisi la settimana scorsa in cui si era ripresa davanti a uno specchio e mentre guidava il suo suv. Ogni video visto centinaia di volte su TikTok. Di Om Fahad, vero nome Ghufran Sawadi, influencer irachena da mezzo milione di follower resteranno immagini gioiose, nonostante venerdì sera uno sconosciuto le abbia sparato a bruciapelo uccidendola mentre era seduta in macchina davanti casa, nel quartiere Zayouna di Baghdad. Quello di Om Fahadnon non è il primo omicidio di una influencer in Iraq. Lo scorso anno a settembre Noor Alsaffar, una tiktoker di 23 anni seguita sui social da centinaia di migliaia di persone, è stata uccisa a colpi di pistola. Cinque anni prima, nel 2018, a cadere sotto i colpi dei killer era stata Tara Fares, modella di 22 anni. Nel Paese inoltre continua ad essere una pratica diffusa il delitto d'onore: l'ultimo a gennaio scorso quando la 22enne star di YouTube Tiba al-Ali è stata strangolata dal padre

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Si tatua una donna nuda sulla pancia, il particolare dell'ombelico lo mette nei guai: lui si toglie la maglietta in vacanza e rischia l'arresto

Farsi fare il tatuaggio più assurdo che possa venire in mente e non avere rimpianti. Nonostante gli sia quasi costato l'arresto. Richard Hart, sessantenne del Galles, ha speso 65 euro per imprimersi una donna nuda sulla pancia per il suo 40esimo compleanno. Fin qui nulla di assurdo, se non avesse però deciso di raffigurarla con le gambe spalancate, con il suo ombelico al centro a rappresentare le parti intime. «Se avessi una sterlina per tutti coloro che hanno chiesto di fare una foto, sarei un uomo molto ricco», ha
detto al Southwest News Service. Tuttavia, durante una vacanza in Spagna quel disegno gli è quasi costato l'arresto. Durante una vacanza a Benidorm, località di mare sulla costa est della Spagna, i poliziotti hanno minacciato Richard Hart di arrestarlo se non si fosse immediatamente rimesso addosso la maglietta, nascondendo quel tatuaggio. «Ero a Benidorm e faceva caldo, mi sono tolto la maglia e sono venuti due poliziotti dicendomi di coprirmi altrimenti mi avrebbero ammanettato», ha ricordato Hart, che è un ex proprietario di bar in pensione.
«Abbiamo litigato un po', poi ho dovuto accettare la loro imposizione. Ho dovuto tenere una maglietta per il resto delle vacanze». La moglie dell'uomo ha raccontato di non essere a disagio con quel tatuaggio, ma «davanti ai nipotini è sempre meglio nasconderlo».

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ELICOTTERO  ATTERRA DAL   BENZINAIO:  DOVEVA FARE   RIFORNIMENTO
Un piccolo elicottero è  atterrato su una strada e  ha fatto rifornimento in una  stazione di servizio in Romania, tra lo stupore di automobilisti e  passanti. È avvenuto a Curtea  de Arges, piccola cittadina in  Romania. Il pilota, un   tedesco, ha spinto l’elicottero,  modello Robinson R44, Fino alla pompa per fare rifornimento. Le immagini  (  a  lato) sono state viste  migliaia di volte sui social, mentre la polizia ha avviato  un’indagine per accertare l’accaduto. Molto   probabilmente il velivolo è  rimasto senza carburante e il  pilota ha deciso di atterrare  alla stazione di servizio più  vicina. Fatto rifornimento, è  decollato, mentre i passanti  filmavano la curiosa scena. 


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Porta a spasso un suricato in piazza Duomo: l’animale assediato dai curiosi che chiedono di fare una foto


I milanesi sono piuttosto abituati a vedere spettacoli fuori dall’ordinario in piazza Duomo, eppure la presenza di un suricato al guinzaglio che passeggiava tranquillamente con i suoi amici umani è riuscita a coglierli di sorpresa: ad accompagnare Timon – che è una femmina e ha preso in prestito il nome del suo famosissimo alter ego disneyano – nella sua escursione nel centro di Milano c’erano Efrem Brambilla, il sindaco di Santa Maria Hoè (nel Lecchese), e sua moglie Eleonora Maria Rizzo.
“Non mi sarei mai aspettato di ricevere un’attenzione del genere. Non riuscivamo a muovere un passo perché tutte le persone che incontravamo volevano accarezzare Timon o farci qualche domanda su di lei – sorride Brambilla – Adulti e bambini, chiedevano informazioni sulla sua età, le sue abitudini alimentari, la sua storia e così via. E lei era perfettamente a suo agio, felice di godersi tutto quell’affetto”.
Qualcuno poi ha riconosciuto in lei il suricato già visto su Facebook, dove Timon è diventata una
piccola star grazie ai numerosi post che Efrem Brambilla le dedica, raccontando la propria quotidianità domestica.
“Sia io sia mia moglie siamo cresciuti circondati dagli animali e li amiamo moltissimo. Eleonora in particolare nutre da sempre una passione per i suricati – continua – Così quando qualche mese fa una delle nostre due cavie Sheltie è morta per un tumore mi è venuto naturale pensare di regalargliene uno. Ovviamente ne abbiamo parlato a lungo prima dell’acquisto, perché ogni animale ha le sue particolari esigenze ed è fondamentale informarsi per conoscerle al meglio prima di farlo entrare in famiglia”.
Nata lo scorso novembre in un allevamento in Veneto, Timon ha trascorso i primi due mesi di vita insieme alla madre e ai fratelli e poi si è trasferita a Santa Maria Hoè.
“In casa abbiamo anche un bulldog francese e una cavia e tutti vivono insieme liberi, anche se ciascuno di loro ha i propri spazi – prosegue – Timon alla sera si accoccola sul nostro petto mentre ci rilassiamo sul divano, mentre di giorno esplora la casa o gioca con Madame Muffin, la nostra cagnolina”.
A cinque mesi, il suricato sta scoprendo il mondo e adora le passeggiate: “L’abbiamo abituata al guinzaglio e lei è felicissima di uscire – conclude il sindaco di Santa Maria Hoè – Quando siamo stati a Milano le ho protetto la punta della coda con uno strato di nastro medico, ma solo a scopo precauzionale, per evitare che raccogliesse germi e sporcizia da terra. È stata benissimo: lo so perché gli animali sono molto bravi a farci capire quando qualcosa li fa sentire a disagio. Basta saperli ascoltare”

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Ginevra, record di nonni e bisnonni per la neonata di quinta generazione: ha anche la trisavola

La città di Roma, tra le antiche mura e gli storici vicoli ci regala una storia familiare meravigliosa. infatti,questa non è stata semplicemente una nascita, ma il culmine di una storia familiare straordinaria che abbraccia cinque generazioni, tutte riunite per celebrare l'arrivo di questa piccola meraviglia.
Ginevra è una bimba fortunata: nata il  7 aprile, ha trovato ad   accoglierla l’amore dei genitori e 
dei nonni, ma anche di quattro   bisnonni e di una trisavola di  92 anni. Un vero “record di  affetti”. Ma
va anche detto   che i suoi genitori sono   giovani per la media  italiana: mamma Chiara  Marchegiani ha 22 anni e   papà Lorenzo Angelini 24   (nel tondo). Racconta Chiara: «Siamo molto felici di iniziare 
questo percorso accompagnati   dall’affetto di così tanti nonni».Insieme ai genitori, che hanno accolto la loro bambina con l’amore indescrivibile che solo una mamma e un papà possono dare, c'è un caleidoscopio di nonni e  bisnonni  , ciascuno dei quali portatore di una parte preziosa di quel legame che unisce il passato al presente e al futuro  .  qui  in qiuesto video ( on sono riuscito ad estrararlo ) di www.leggo.it ulteriori dettagli  su questa grande   famiglia   allargata 

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le  ultime   news  sono      sotto   forma  di  slide  \  foto    non avevo  voglia  di   di  fare  cute  - paste

 






24.10.23

non sempre chi si tatua è criminale o feccia . Sudan, gli scienziati trovano un tatuaggio con riferimenti a Gesù su un corpo di 1.300 anni fa


 da    https://www.msn.com/it-it  fonte  ILMATTINO  
Storia di Mariagiovanna Capone • 19 ora/e

Photo Credit: Centro polacco di archeologia
mediterranea Università di Varsavia - Kari A. Guilbault©




Un gruppo di ricerca polacco-sudanese che indaga sul monastero africano medievale di Ghazali ha scoperto un raro tatuaggio medievale riferito a Gesù cristo in una tomba. Si tratta del secondo ritrovamento in cui la pratica del tatuaggio è stata evidenziata nella Nubia medievale. Il sito monastico medievale di Ghazali è uno dei siti archeologici meglio conservati del Sudan. Situato nella regione di Wadi Abu Dom del deserto di Bayuda, nella provincia settentrionale del Sudan, a circa 20 chilometri dalla moderna città di Karima.
Tra il 2012 e il 2018, un team polacco-sudanese del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell’Università di Varsavia guidato da Artur Obłuski ha studiato un monastero cristiano medievale nel sito e quattro cimiteri, all'interno dei quali sono presenti centinaia di tombe. I resti umani sono attualmente in fase di studio da parte del bioarcheologo Robert J. Stark e dei suoi colleghi, che stanno indagando sulla provenienza della popolazione locale e stanno cercando di imparare com'era la vita per le persone che sono state sepolte lì.
Una recente scoperta del sito si colloca tra le più interessanti. Durante la documentazione fotografica in relazione alla ricerca di dottorato condotta nel laboratorio di bioarcheologia del Polish Centre of Mediterranean Archaeology dell’Università di Varsavia, Kari A. Guilbault della Purdue University ha identificato per caso quello che è stato confermato come un tatuaggio sul piede destro di uno degli individui sepolti nel cimitero 1 di Ghazali. Il tatuaggio raffigura un Cristogramma e le lettere greche, alfa e omega. Un cristogramma è un simbolo religioso che combina le lettere greche chi e rho per formare un'abbreviazione monogramma per il nome di Cristo. Le lettere alfa e omega, la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco, rappresentano la credenza cristiana che Dio sia l'inizio e la fine di tutto.

1.8.23

Marco Ruffa, l'anarchico dei tatuaggi: "Serve più cultura e romanticismo"



Parla Marco Ruffa: "Ho lottato per far capire che quella di fare il tatuatore era la mia idea" da  https://www.ilgiornale.it/news/arte/ del 30 Luglio 2023 - 14:44


                      DI Matteo Carnieletto




“L'anarchia non è fare quello che ti pare, l'anarchia è darsi delle regole prima che te le diano gli altri”. Così parlò De Andrè, Faber, e fabbro della parola. Un aedo del Novecento. Era, quella, un’idea che poco o nulla a che fare con quello che vediamo oggi. L’anarchico di ieri poteva anche essere un terrorista. Un criminale. Ma, prima di tutto, era un idealista. Un romantico, in definitiva. Uno ciò che metteva un’idea, giusta o sbagliata che fosse, al di sopra di tutto. Anarchico e romantico è ancora oggi Marco Ruffa, tatuatore presso T-Shock, in corso di Porta Ticinese a Milano. Carattere ruvido, ma capace in poco tempo di spalancare le porte all’amicizia, mette subito le cose in chiaro: “Giornalista e de ilGiornale. Mio padre lo leggeva, io ho preso una strada diversa: ho fatto il volontario del Leoncavallo, poi mi hanno deluso. Dei tuoi colleghi ne apprezzo solo uno: Massimo Fini”. Sorrido ed estraggo il telefono, perché devo difendermi. Il rischio di essere bollato come pennivendolo è dietro l’angolo. Cerco la mail di cui ho bisogno, l’ultima scritta dall’eterno ragazzo che ora non vede più, e che si conclude con quella che è per me una medaglia al valore: “Finiano di stretta osservanza”. Marco legge e si convince. L’intervista può cominciare. Anzi: prima i preliminari. Estrae un libro e, orgoglioso, dice: “Questo è il quaderno che contiene una parte dei miei lavori dal 1988 ad oggi. Ora è tutto su Instagram e su quelle cagate lì. Ma un libro è fisico, lo si può toccare”. Cominciamo a inquadrare la persona, che ci tiene subito a precisare: “Io e Michele (Tartaglia, ndr) siamo tattooer e non tattoo artist. Loro dicono: ‘Faccio solo questo’. Noi invece portiamo avanti l’idea di una storia: quando una persona entra in studio, eseguiamo quello che ci viene chiesto, senza fare i fighi”. Tutti gli stili, tranne il realistico, precisa: “Perché se non viene fatto bene, dopo due o tre anni fa schifo”.





Qual è lo stile che ti piace tatuare di più, quello insomma che ti dà maggiore soddisfazione?


Sono i tatuaggi grandi. Quelli grossi, perché mi piace andare a mano libera. Uno dei miei fari illuminanti è stato Hanky Panky, il tatuatore olandese Schiffmacher, che fra l'altro ho anche conosciuto. È un “pazzo” che, vedendolo lavorare, mi ha indirettamente insegnato come il tatuaggio debba essere una linea che entra nel corpo. Una linea semplice, pulita, veloce. Che puoi anche permetterti di sbagliare, perché poi dopo riempi con il nero. Personalmente, a me piace fare i tribali. Ho girato tutto il sudest asiatico: Borneo, Malesia, India, Indonesia. Sono andato a studiare queste tecniche abbastanza grezze, soprattutto in India, dove in alcuni posti tatuano in mezzo alla strada con zero igiene.

A questo punto, Ruffa mi indica una fotografia appesa a una parete.

Questa è Higan. Ho conosciuto questi indigeni sul fiume Skrang in Borneo. Ti racconto un episodio: sono arrivato il lunedì e non c'erano bambini nel villaggio. Dopo cinque giorni ho chiesto il motivo. Allora mi hanno portato nel villaggio principale, dove mi hanno mostrato la scuola con i banchi, i libri e i bambini che studiavano. “Possiamo insegnare a scacciare le scimmie ma i bambini vogliono andare nella civiltà e devono studiare”, mi hanno risposto i capi. Mi stavano dicendo che avere la conoscenza era un fattore importantissimo.

L'italiano medio pensa che il tatuatore sia una persona un po' rozza, quasi un criminale senza cultura..


Il tatuatore, se è veramente serio, se è un professionista, è una persona di altissima cultura. Perché il tatuaggio c'è da sempre, nasce nella storia dei tempi. I tatuatori sono persone con le quali puoi parlare ore di conoscenza, di antropologia.


Il centro di questo mestiere è l'uomo con i suoi sogni, le sue paure, insomma...


Esatto. Quando le persone vengono nel mio studio, è importante che lascino fuori l'ignoranza e si aprano. Perché io li tocco. Devono quindi raccontarmi le loro storie e capire l'importanza di ciò che stanno facendo: tatuarsi.


Essendo eterno, il tatuaggio non può essere una cosa stupida.


Certo. Molte volte mi capita di avere dei clienti attempati, 50-55 anni, che mi chiedono di rimettere in ordine alcuni loro vecchi tatuaggi. Io mi rifiuto, dico di no anche se potrei guadagnarci. E questo perché quel tatuaggio che mi chiedono di coprire era un momento di una loro storia risalente a tanti anni prima. Non bisogna mai rinnegare il passato. No remorse.

Hai iniziato a tatuare alla fine degli anni Ottanta, tra il 1988 e il 1989. Hai avuto come riferimento il grande maestro Gianmaurizio Fercioni. Poi chi altro?


Non solo lui. Anche Marco Leoni, Marco Pisa, Gippi Rondinella. I primi ad aver avuto il coraggio di iniziare questo tipo di lavoro.

Erano tutte persone che uscivano dall'Accademia delle Belle Arti...


Io faccio parte di un'idea proletaria, non sono figlio di persone ricche o di borghesi. Ho fatto fatica. Ho lottato per far capire che quella di fare il tatuatore era la mia idea. Ricordo che diverse volte mio papà mi ha portato a vedere il suo lavoro. Lavorava in una ditta: disegnava e vendeva le guarnizioni degli altiforni. Quando avevo 12-13 anni, lui tornava a casa e mi diceva che non gliele compravano. Sai perché? Perché funzionavano e quindi è morto arrabbiato. Voleva inoltre che facessi il suo lavoro. Io invece mi sono tolto questa sua rabbia.


Il mestiere del tatuatore è cambiato?


Certo. Sta seguendo il cambiamento del mondo globalizzato. Una volta c'erano tre o quattro studi di tatuaggi, adesso ce ne sono 300mila. Dentro questo numero ci sono anche giovani umili e in gamba, ma anche una grande fetta di sbarbati che vogliono soltanto fare “i fighi”. Servono poi determinate qualità. Noi tatuatori tocchiamo e facciamo male a persone che non conosciamo. Quindi loro si aprono e si raccontano. Siamo una specie di psicologi.

Tu dici che il fenomeno del tatuaggio si è globalizzato. C'è il rischio di una uniformazione, in senso negativo del termine, del tatuaggio?


Si è un po' perso il linguaggio dei tatuaggi. Sarà colpa anche della Torre di Babele. Alla fine tutti parlano in modo diverso. Mentre prima quei pochi tatuatori che c'erano parlavano allo stesso modo, forte e romantico, ora ognuno parla una lingua diversa. E rimarca il fatto che la sua sia la lingua più bella. Invece dovrebbe essere come una volta, con tanto romanticismo. Rispetto i tempi che cambiano, sia chiaro. Ho fatto il giudice di varie tattoo convention, e sto vedendo da vicino i cambiamenti del settore. Penso che, anche se qualcuno decide di disegnarsi un piccolo infinito sulla pelle, il suo gesto sia uguale a quello che decide di farsi un tatuaggio che ricopre l'intera schiena. In entrambi i casi stiamo sempre parlando di mettere un po' di nero sulla pelle. Bisogna solo fermarsi, andare piano. Dovrebbe rimanere una cosa delicata. E invece adesso anche il salumiere sotto casa mia ha chiuso la vecchia attività per fare quella di tatuatore. Con pessimi risultati, per altro, visto che ha già chiuso.


Hai citato tante volte la parola romanticismo. Cosa significa?

È semplice. È la risposta alla domanda sul perché ho scelto di tatuare. Quando ero ragazzino sono sempre stato un ribelle. Quando avevo dieci anni e vedevo gli uomini, ex galeotti o muratori, con addosso tatuata una rosa dei venti, ero affascinato. Quel disegno mi portava a Salgari, al viaggiare con la mente in altri posti. Penso che sia questa una delle cose più importanti. Romanticismo vuol dire anche convivere con dei sogni, gli stessi che poi, magari quando si avverano, non sono più belli. Ecco: il tattoo è un sogno che dovrebbe rimanere tale. Non dovrebbe essere realtà, anche se quel che faccio è reale. Il romanticismo sta all'inizio della realizzazione di un lavoro. È quel punto in cui ho davanti una persona che non ha tatuaggi e inizia a realizzare qualcosa di romantico e incredibile. Io non salvo vite. Non sono un medico. Però produco felicità e sogni.

Mi colpisce quello che dici perché oggi l'idea del tatuaggio è sempre più distante dal romanticismo e associata alla moda. Non serve una rieducazione al tatuaggio?


Domani verrà qui, nel mio studio, una ragazzina che è la figlia della mia prima fidanzatina. La madre mi ha telefonato per raccomandarsi: “Non sono d'accordo con la sua scelta. Convincila a fare un disegno non esagerato”. Mi chiama poi la figlia tutta entusiasta: “Non vedo l'ora di tatuarmi”. Vedi, il discorso del tatuaggio si pone all'interno della famiglia, nei rapporti tra figli e genitori e via dicendo. Secondo me riguarda anche un discorso di ribellione, fermo restando che adesso sono quasi più ribelli quelli che non hanno tatuaggi. Però, ripeto: anche avere solo un puntino, vuol dire essersi predisposto ad accettare il fatto che una persona che non conosci, il tatuatore, ti tocchi e ti faccia male.


Il tatuaggio è sempre stato un rito di iniziazione.

Oggi questo rito è andato perso. Io tatuo varie cose... Sono passato a fare disegni che riguardano le isole del Pacifico. Dopo anni che le ho riprodotte, le persone a cui le ho realizzate non sono mai state neanche sull'Adriatico. Per questo sono in un momento un po' di stasi. Sono un po' “stanchino”. Io tatuo tutti. Però, su dieci persone che entrano nello studio, io sono felice quando ce ne sono due o tre che vengono a chiedermi dei lavori, che rimarranno sulla loro pelle, e che sanno cosa vogliono e quello che fanno. Al giorno d'oggi la gente non sa cosa vuole.

Ti sei mai rifiutato di fare un tatuaggio?


Mi son rifiutato di tatuare simboli politici, come la svastica o la falce e martello. La mia politica è che se da quella porta entra un ragazzino di 18 anni, senza tatuaggi, e mi chiede di tatuarsi la faccia e le mani, io non lo tatuo. Gli parlo e gli spiego. Se, invece, entra un 60enne interamente tatuato e mi chiede lo stesso, allora accetto senza problemi. Ti racconto un episodio. Nel mio vecchio studio è venuto Sfera Ebbasta, che fa parte di questa nuova generazione di trapper. Gli ho chiesto chi fosse il suo manager e mi ha risposto in modo tosto: “Sono io il mio manager”. È un tipo in gamba, non c'è che dire. Ma ad un certo punto gli ho detto che mi piace Tupac, un tipo che sparava con la pistola vera, mentre lui, a Cinisello Balsamo, spara con la pistola ad acqua. In quel momento c'erano lui, la sua guardia del corpo - che mi guardava già male - il driver e un quarto tipo che non ho mai capito chi fosse. ​La società di oggi è materialista e capitalista. Si guarda solo al materiale. Ti fai i denti con mille diamanti e poi non sai nemmeno che quei diamanti arrivano da posti dove la gente muore per estrarli.

8.5.23

tatuaggio fatto per una donna che aveva il cancro al seno. Facebook l'ha ritirata perché la considera un'immagine di nudità e offensiva.

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Evidentemente     certi  argomenti  sono   tabù   se  (  vedere  anche        nei link  sopra  il  caso di Michela  Murgia  )  certe  persone   fanno rimuovere   la  foto  di questa  bella  opera  d'arte   



Francisco Rodriguez Chacon


Este tatuaje fue hecho para una mujer que tenía cáncer de mama. Facebook la ha retirado por considerarla una imagen de desnudez y por ser ofensiva. Sin embargo, creemos que esta mujer es valiente y fuerte, por lo que vamos a publicar la foto. Os pido vuestro apoyo. Dadle al ‘Me gusta’ y compartidla rápidamente para mostrar vuestro apoyo a esta y a otras muchas mujeres que han perdido tanto

Questo tatuaggio è stato fatto per una donna che aveva il cancro al seno. Facebook l'ha ritirata perché la considera un'immagine di nudità e offensiva. Tuttavia, crediamo che questa donna sia coraggiosa e forte, quindi pubblichiamo la foto. Vi chiedo il vostro sostegno. Mettete "Mi piace" e condividete velocemente per mostrare il vostro sostegno a questa e a molte altre donne che hanno perso tanto

sia   che   sia   ,  a  volte  capita  ,  l'algoritmo che non riconosce le opere d'arte ed artistiche dalla volgarità  sia  che  sia       come  mi  ha  risposto   il mio  contatto  
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  • Pina Sechi
    Giuseppe Scano Fb blocca o cancella in base al numero di segnalazioni, non tiene conto dei contenuti; è stata censurata la foto di una mamma africana che allatta il figlio e chi ha proposto i forni crematori per gli extracomunitari ha ancora il profilo attivo. Basti pensare ai falsi fan di quell'abominevole video costato 9 milioni di soldi pubblici. Quanti profili fake esistono su Fb? E di Morisi- Salvini e Longobardi-Meloni ci siamo dimenticati
  • è segno   che    non  c'è  un educazione   all'arte    in tutte le  sue   forme  

31.1.23

Il cambiamento radicale di una 31enne dopo i tatuaggi diventati virali e una vita criminale: oggi è rinata

Alyssa Zebrasky, 31 anni, una donna dell'Ohio le cui foto segnaletiche sono diventate virali per i
tatuaggi spaventosi sul viso, ha mostrato la trasformazione drammatica dopo aver subito trattamenti laser estenuanti per rimuoverli. La donna è stata al centro delle cronache per la prima volta nel dicembre 2018, dopo essere stata arrestata in Ohio per furto e possesso di droga. La sua foto segnaletica mostrava la fronte coperta da un tatuaggio a forma di ragnatela, insieme a un teschio ispirato al "Giorno dei Morti" intorno agli occhi, alle guance, al naso e alle labbra.



 Nell'aprile 2019, Zebrasky e i suoi tatuaggi macabri sono tornati al centro delle notizie dopo essere stata arrestata nuovamente. Ma ora, più di tre anni dopo, Zebrasky ha cambiato vita completando un programma di riabilitazione. Come parte del suo processo di recupero, ha deciso di eliminare tutti i suoi tatuaggi sul viso per dimenticare l'ex fidanzato, membro di una gang (e che l’aveva costretta a tatuarsi), e cambiare vita. Dopo la riabilitazione, Zebrasky si è rivolta a una ong texana chiamata INK-nitiatve, che aiuta le persone a rimuovere i tatuaggi indesiderati e cominciare una nuova vita. Con il supporto della famiglia e del suo nuovo partner, con cui ha una "relazione più sana", Alyssa sta documentando il suo viaggio di rimozione dell'inchiostro sui social media.

10.10.21

Tattoo Expo Roma, una tatuatrice: "Perché ho detto no a un tatuaggio sulla faccia di un ragazzino" e Tatuaggi, è boom per riemergere dalla pandemia. Nonne e nipoti unite dai tattoo

 Viaggio tra gli stand dell'International Tattoo Roma in corso nella capitale fino al 10 ottobre. Il business dei tatuaggi nel corso degli ultimi anni è cresciuto in maniera esponenziale, ma i tatuatori non sempre sono disposti ad accontentare qualsiasi richiesta dei loro ciascuno  di  loro  ha  una  sua  etica  .



 racconta Gloria  la  tatuatrice   in questione  (  foto a destra    estrapolata  dal  video   riportato sotto    )  :   << Una volta ho rifiutato di tatuare un ragazzo molto giovane sul viso, spiegandogli che secondo me non era il caso, che ci sarebbe dovuto arrivare col tempo">> 

 Inoltre   << Un tatuaggio è un vero e proprio scambio tra chi offre la propria arte e chi mette a disposizione un pezzo di pelle >>, continua l'artista.   E poi << Ogni tatuaggio rappresenta ogni mia esperienza, nessuno dei disegni incisi sulla mia pelle è fatto solo per il gusto di farmelo fare>> dice Pierpaolo, un ospite della rassegna nello spazio di un tatuatore. << Come professionista tatuatore invito i miei clienti a evitare di tatuarsi il nome di una persona che in quel momento è a lei cara ma che poi in futuro potrebbe non esserlo più>>, afferma Stefano, anche lui all'opera nel corso della rassegna. Ed  ha ragione   perchè toglierselo poi  è un casino   perchè  se   poi quella  persona non l'ami più  , o  hai rotto , ecc  ti rimane il " marchio a  vita  e  il rimorso   ed  il  rimpianto   non  ti lascia  più  . Per me una schiena  ed   anche le altre parti del corpo (  corsivo mio ) è come una tela", spiega  sempre  l'artista.  I pareri  per  le motivazioni sul  perchè la  gente  si  fa  i tatuaggi    sono  diversi  "Prima forse tra le persone c'era più consapevolezza riguardo la motivazione che le spingeva a farsi fare un tatuaggio. Oggi molti si tatuano solo per puro estetismo", dice Valentina, un'altra tatuatrice.
Infatti    Non ci sono più limiti di età e sono le donne a guidare l'impennata di un settore che dal 2012 a oggi è aumentato del 376%. "Subito dopo il lockdown ---- dice a repubblica del 06 OTTOBRE 2021  Alessandro Bonacorsi, conosciuto come Alle Tattoo ---  siamo stati presi d'assalto dai clienti. C'era voglia di imprimersi sulla pelle un simbolo di rinascita". la richiesta è tanta e subito dopo il lockdown è aumentata. Fra i miei clienti, c'è chi si è tatuato nomi di parenti morti per il Covid, le iniziali di fidanzati conosciuti online, la data del vaccino o anche mascherine. Ogni momento della pandemia è stato impresso sul corpo come fosse un album di fotografie". Bonacorsi, cIn Italia, secondo gli ultimi dati di Unioncamere aggiornati al 30 giugno 2021, ci sono 6324 attività di tatuaggi e piercing. Nel 2012 erano 1328, il che si traduce con una crescita vertiginosa del 376%. La regione che ne ha di più è la Lombardia, con 1374 negozi, segue il Lazio, con 677, terza la Toscana, con 573. Ultima in classifica la Valle D'Aosta, che ne conta 14.lasse '75, ha iniziato a tatuare da adolescente. "A 13 anni mia madre, una disegnatrice della Panini, mi ha portato a Londra e lì per la prima volta sono entrato in un negozio di tattoo. Il rumore della macchinetta mi ha catturato". Da allora Bonacorsi, che su Instagram ha più di 370mila follower, ha girato il mondo per convention aggiudicandosi diversi premi, nel suo studio a Modena riceve una clientela internazionale e sta lavorando al progetto del MAT75, il museo del tatuaggio "più grande del mondo" che nascerà a Limidi di Soliera (provincia di Modena) entro l'anno. "Quando ho iniziato io questo lavoro non era considerato una professione, adesso è diventato quasi normale avere un amico tatuatore". Secondo  alcune statistiche   In Italia, secondo gli ultimi dati di Unioncamere aggiornati al 30 giugno 2021, ci sono 6324 attività di tatuaggi e piercing. Nel 2012 erano 1328, il che si traduce con una crescita vertiginosa del 376%. La regione che ne ha di più è la Lombardia, con 1374 negozi, segue il Lazio, con 677, terza la Toscana, con 573. Ultima in classifica la Valle D'Aosta, che ne conta 14.
Quello che inoltre   stupisce  è  che   stanno aumentando   i laboratori di  Tattoo     aperti da  donne  . Infatti sempre  secondo  repubblica  del  6.10.2021



"E pensare che solo 9 anni fa era tutta un'altra storia". A parlare è Anna Neudecker, in arte La Bigotta ( ne  trovate    qui  nel post  due  tatuaggi ) 
 nome scelto perché - come spiega ridendo - "sono tutt'altro che una bigotta". Nata in Germania, cresciuta a Roma, un passato da restauratrice, a 30 anni il marito le regala una macchinetta da tatuaggio che lei inizialmente guarda con sospetto. Un anno più tardi, con l'aiuto di un tutorial, ci si cimenta e scopre il suo talento. Inizia a cercare lavoro in alcuni studi romani, ma i titolari - tutti maschi - le chiedono "Vuoi un posto come segretaria, non come artista, vero?". Fra i tanti no, le parole di un tatuatore sono un'epifania: inventa qualcosa di nuovo, perché il mercato è saturo. Si concentra sul surrealismo e sull'arte vittoriana e da lì nasce il suo stile: in bianco e nero, onirico, straniante, vintage.
"Trovai uno studio a Roma dove pian piano ho iniziato a proporre le mie nuove illustrazioni, come le donna-nuvola e la donna-rosa, e proprio in quel momento ho aperto la pagina Instagram. In 5, 6 mesi ero piuttosto conosciuta. Poi mi sono trasferita a Milano per il lavoro di mio marito e la mia carriera è esplosa". Neudecker ha aperto a Milano Casa Bigotta e dà lavoro ad altre due donne. La pandemia non ha rallentato la sua attività: "Appena abbiamo riaperto dopo il lockdown siamo state sommerse di richieste. Le persone hanno avuto tempo evidentemente di riflettere, di pensare a cosa imprimersi sul corpo. C'era molta voglia di rinascita. C'è un tatuaggio che da 9 anni ripeto uguale: la tuffatrice, che simboleggia appunto un cambiamento nella vita. L'avrò tatuata almeno duemila volte. Siamo un esercito di donne-tuffatrice"


25.8.18

quando il tatuarsi non era moda ed aveva un suo perchè vero il Il padre del tatuaggio in Italia Gian Maurizio Fercioni







sulla pagina fb di www.vice.com/it ho sentito questa storia interessantissima storiache mi fa capire la differenza fra chi si fa un tatuaggio perchè lo sente e lo ritiene ( perchè effettivamente lo è ancora se ci pensiamo bene ) e chi invece lo fa per moda ed mologazione ( cioè perchè lo hanno tutti\e ) o per imitare i suoi beniamino cinematografico , musicale , televisivo, ecc
Sembrerò   vecchio  \ antiquato   ma    concordo  con lui quando  dice  : << "Tatuarsi la faccia sembra una roba molto da duri e invece per me è una roba un po' da cretini." >>  e  cndivido la  sua  filosofia   (  vedi  primo ulrl  sopra  ) 

ecco  l'intervista  \  testimonianza rilasciata  a  Vice



Abbiamo incontrato Gian Maurizio Fercioni, il padre del tatuaggio in Italia, per farci raccontare com'era tatuare quando nessuno lo faceva.

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